L'autore, che dato la fidanzata al max poteva essere ala sinistra, gioca in attacco.
Appartenente alla leva pittorica under 30, dipinge per passione e lavoro.
Questo quadro appartiene alla prima categoria.
A dire il vero era nato per la secondo, ma quando l'ho visto l'ho preso ;)
Il quadro è tratto da una foto di una persona molto cara all'autore, ed è costruito su uno schema cromatico e architettonico abbastanza preciso.
Dal punto di vista spaziale le masse naturali ( cielo terra mare) sono organizzare in linee orizzontali che si alternano e si distinguono per il colore utilizzato. Sullo sfondo predomina una zona d'ombra venata da alcune regione bianche che riprendono l'abito della donna rappresentata.
La figura femminile si erge al centro dell'immagine, attraendo la sua attenzione sia per la verticalità della posizione sia per il dinamismo che la differenzia dalla superficie piatta entro cui è inserita.
L'abito è di certo l'elemento strutturale dominante, in quanto da un lato con la morbidezza del tessuto evocato conferisce dinamismo all'immagine, dall'altro con il bianco lucente illumina il viso e il corpo sensualmente intravisto.
Purtroppo tutta la lavorazione del tessuto in questa mediocre foto non si vede.
La ragazza è tratteggiata con solo 3 colori: il color cannella della pelle, il nero degli occhi e dei capelli, il rosso delle labbra e del seno.
Lo sguardo è abbassato, quasi un gesto regale e al contempo umile nei cfr dello sguardo venendo a creare una sorta di comunicazione con l'osservatore.
Credo che la forza evocativa del quadro risieda in questa capacità dell'autore di sospendere l'attimo immortalato nel momento: davanti al candore del tempo fermato sul corpo e sul visto della ragazza la natura passa in secondo piano, accentuando così il contrasto tra la dolcezza dell'immagine femminile e l'inquietudine delle righe naturali che rappresentano uno sfondo partecipe al primo piano.
Eri
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La vera autenticità non sta nell'essere come si è ma riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi. (P.Almodovar)