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Ancora una festa.. IV°

Ultimo Aggiornamento: 05/01/2005 23:02
21/12/2004 22:00
 
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Penso a quest’alba che sta sorgendo, penso a te tra le mie braccia, guardo i vestiti sparsi un po’ ovunque e sorrido a un giorno nuovo, un giorno veramente nuovo. Mi chiedo come sia possibile cambiare una vita semplicemente incontrandone un’altra, mi chiedo mille cose e a nessuna ho sinceramente voglia di rispondere, non voglio fare programmi non voglio gestire ordinatamente la mia vita, non ora non in questo momento. Voglio godermi il tuo abbraccio profondo, Ivonne, voglio scaldarmi col calore del tuo corpo e voglio che tu ti perda dentro di me. Quanto è profondo il nostro abisso? Quanta parte di esso ci è entrata dentro? C’è qualcuno chi ti aspetta Ivonne?
Ho paura a chiedertelo, il silenzio non mi pesa ma quella domanda è sospesa tra noi e non ho voglia di farti domande, ho paura delle tue risposte. Impercettibilmente sento che mi stringi più forte. Capisco che le mie domande sono le tue domande e allora il nostro tempo è agli sgoccioli. Dobbiamo continuare Ivonne, ma come è possibile continuare dopo questa notte? Come posso tornare me stesso dopo averti trovato? Lentamente ti slacci dal mio abbraccio e mi guardi, i nostri occhi si incontrano ancora una volta e ci perdiamo in noi stessi. E’ così difficile parlare. “Adesso cosa succede?” sussurri “Possiamo fingere che nulla sia accaduto?” Non voglio parlare eppure capisco che devo, ti sfioro le labbra con un bacio e cerco le
Parole che con nessuna donna sono mai riuscito a trovare. Ho mille domande da farti ma riesco solo a dire due parole: “Ti amo Ivonne”. Ti vedo arrossire e un timido sorriso ti appare sul volto mentre dici.” Le parole sono importanti per me, credo o meglio ho sempre creduto che non si debbano mai dire certe parole se non si ha l’assoluta sincerità di provare i sentimenti che le stesse parole evocano. Con questo non voglio dire che non ti credo.” Respiri profondamente, sento il tuo cuore accelerare i battiti, e in un solo respiro dici: “Anch’io ti amo. Come mai in vita mia era capitato e mi sembra così facile dire queste parole che per me sono importanti. Ti conosco da qualche ora ma qualcosa dentro me dice che ci conosciamo da una vita”. Ecco, l’hai detto, tutto quello che io provo per te si scioglie nelle tue parole, parole importanti, profonde e sincere. Le mie stesse parole. “Abbiamo una vita da raccontarci e per quanto mi riguarda ho tutto il tempo per parlare e tutto il tempo per ascoltare. Dimmi tu Ivonne, hai tempo per tutto questo?” Le sorrido e Ivonne non riesce a restare seria, sorride anche lei. “Ho tutto il tempo che voglio… ma sinceramente prima dovrei fare una telefonata.. e magari rivestirmi..”. Scoppiamo a ridere entrambi, una risata liberatoria che sembra finalmente rompere il silenzio e anche l’ultimo imbarazzo. Quando finalmente riesco a smettere di ridere dico:” Insomma i cellulari li abbiamo buttati e a quest’ora ci avranno ormai dati per dispersi… qui un telefono c’è.. e in quanto a rivestirci… a malincuore devo darti ragione, se non stiamo più tanto vicini forse è davvero meglio metterci addosso qualcosa..”. Il sorriso di Ivonne le illumina gli occhi e di riflesso anche i miei, mi sento felice… Esco dal letto, raccolgo i boxer e m’infilo in bagno, ho bisogno di una doccia bollente ma allo stesso tempo non vorrei lavare l’odore di Ivonne che sento sulla pelle. Mi guardo allo specchio e vedo lo stesso volto di poche ore prima. Le piccole rughe sembrano scomparse, effettivamente qualcosa è cambiato, mi ripeto, nessuna maschera da indossare.. per il momento. Apro l’acqua della doccia e non appena mi scotta la mano mi infilo sotto al getto fumante. La pelle diventa subito rossa e una strana forza sembra espandersi per il corpo. Un languore generale che voglio assolutamente assaporare fino in fondo. Sento la porta del bagno aprirsi, o forse è solo la mia immaginazione, non voglio aprire gli occhi per guardare, non voglio perdere l’incanto di questo momento. Ad un tratto una mano mi accarezza piano la schiena e subito il corpo di Ivonne, preme contro il mio. Sento il suo abbraccio, il suo profumo che mi avvolge, le sue braccia che mi stringono. Non è nulla di erotico, è la condivisione totale di un amore che è stato delirio di sensi ma che ora è la fusione di due anime che si sono alla fine trovate. Mi volto aprendo gli occhi e l’abbraccio, Ivonne cerca le mie labbra per un bacio caldo, intimo che cancella in un istante un’intera vita di solitudine. Ivonne è li solida concreta e innamorata, allo stesso modo io sento di amarla e di doverle molto più di quanto non riesca a darle. Ci laviamo reciprocamente e restiamo a lungo sotto il getto di acqua bollente che riempie di vapore il bagno. Non parliamo, non è necessario in questo momento, abbiamo tutto il tempo di questo mondo per parlare e nessuno potrà mai farci ritornare alle squallide esistenze che per troppo tempo ci avevano diviso. Usciamo finalmente dalla doccia dimentichi del tempo che trascorre, niente sembra avere importanza, niente è urgente, niente riesce a dividerci. Mi asciugo e sorridendo penso al telefono che forse sta ancora squillando. Mi vesto con lenti gesti misurati aspettando Ivonne che esce dal bagno sorridendomi avvolta in un asciugamano color rosso indiano. Mi sorprendo ad ammirarla pensando a quanto le doni quell’asciugamano, quasi fosse un abito firmato. “Penso dovresti prestarmi qualcosa.. tipo una maglietta, un maglione e un paio di Jeans..” mi sorrise e continuò: “.. e poi magari anche un paio di boxer.. se ne hai un paio che ti vanno stretti ancora meglio…” e rise. Cerco nell’armadio qualcosa che le possa andar bene, per fortuna essendo un sentimentale congenito mi è sempre difficile buttare qualsiasi cosa, trovo tutto e lo lancio a Ivonne che cercando di prenderlo al volo lascia scivolare a terra l’asciugamano. Rido di gusto e lei raccogliendo al volo l’asciugamano me lo lancia correndo in bagno. Penso che sia arrivato il momento di fare un buon caffè.


Loshrike... continua..
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Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)
23/12/2004 00:23
 
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di questo racconto
mi piace molto l'efficacia narrativa che soprattutto nei dialoghi riesce a essere diretta quotidiana pur rimanendo sempre letteraria.
credo che ecco mettere afuoco la quotidianità così non sia facile, certo è che le quotidianità delle tue storie son preziose :)
Bravo Losh...ma senti hai in asciugamano rosso indiano tu!?[SM=g27828]
eri
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La vera autenticità non sta nell'essere come si è ma riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi. (P.Almodovar)
25/12/2004 20:36
 
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L'odore di caffè
L'odore di caffè risvegliò i suoi occhi da un lungo torpore.
Da quanto stava dormendo? Da una notte, da una settimana, da una vita.
La luce grigia filtrava indiscreta dalla finestra, allungò la mano dall'altra parte del letto per accorgersi senza scusanti che era vuoto e notevolemnte freddo.
Non ricordava nemmeno che giorno fosse, anzi si.
Era il 24 dicembre 2004, la vigilia.
A volte gli capitava di svegliarsi e nemmeno rammentare la città, la stanza, la data in cui stava vivendo.
Quella notte era stata intensa e breve.
Ne avrebbe portato l'odore a lungo sul suo corpo.
Si stiracchiò lentamente, senza avere il coraggio di aprire decisamente gli occhi.
Sapeva che un senso di vertigine e di vuoto l'avrebbe colto improvvisamente, si sarebbe smarrito per poi indossare il gelo sul volto e proseguire come se niente fosse accaduto.
Tra poche ore il volo lo avrebbe riportato a casa, nella sua dimora, vicino al suo albero, fra le voci dei suoi cari.
C'è stato un attimo in cui tutto davvero sembrava vero, palpabile, accaduto.
Invece era di quella stessa sostanza dei sogni tanto cara a Shakespeare.
tirò un lungo sospiro e accese la sua prima sigaretta.
Il telefonino era crudelmente chiuso, all'apice del proprio egoismo.
Silenzio, intorno, solo rumore dentro.
Gli occhi aperti adesso erano desolati.
L'altra metà del letto non era mai stata scaldata.
Forse aveva esagerato con i bicchieri o semplicemente con la sua immaginazione.
Ivonne poi non c'era mai stata. Non era esistita.
Cosa era Ivonne?
Una passante, intravista alla fermata del metrò, memorizzata il tempo di una sosta, e sognata desiderata plasmata agognata scolpita a sua immagine.
Era il delirio di una solitudine o la messa in scena di una prova con se stessi?
Si ricordò di Ivonne, di averla incontrata alla fermata del metrò che le chiedeva " Che ore sono ". Lui si prese i suoi occhi e dietro vi incise pazientemente le sue rimozioni fino a farla divenire la proiezione di ciò che non era.
Certo, veramente l’aveva sfiorata, odorata e vissuta, sebbene per un attimo davvero breve che già è tempo, ma poi la noncuranza l’aveva allontanata, appassita, come un giorno che muore prima di iniziare.
Ivonne non era mai stata alla festa, nel letto, nella doccia.
Ivonne esisteva nell'altrove a lui precluso. Eppure ne aveva bisogno lui di vederla fra la sue scacchiere, di crederci, che davvero lei ci fosse.
Non si chiese se infondo lei aveva bisogno di lui, non rientrava fra le matrici delle sue domande.
Forse l'avrebbe ricordata a lungo, o forse rapidamente sorpassata, ma non sapeva come l'avrebbe ricordata.
Forse per sempre avrebbe ignorato il volto di lei perso tra la folla che lo chiamva sussurrando e non avrebbe mai saputo la giusta importanza delle cose che albergavano nel cuore di Ivonne.
Forse avrebbe continuato come prima, pensando alla facile rinunciabilità di un corpo non vissuto.
Si alzò, guardando la città piena di traffico. La segretaria gli ricordò l'orario di imbarco.
Non si voltò sul letto spoglio nè si guardò allo specchio.
Attraversò rapido sul taxi tutta la città, come uno spettatore sbagliato nel film giusto.
Senza dirsi arrivederci, finì il suo viaggio con Ivonne.Alla fermata dell'autobus restava un vuoto, un'orma senza essenza, che dentro di sè senza sorridere sapeva benissimo a chi appartenesse. Non si maledisse, non si emozionò, passò quasi algido fra le luci di natale vestendo nuovamente a festa il vuoto che da sempre lo tormentava.
Si poteva avere nostalgia di ciò che non era stato? Gli sarebbero mancati i sogni così profondi e respirati con Ivonne?
Vide una vecchia locandina appesa nel bar di Fiumicino: " In ogni strada in ogni città di questo paese c'è un "nessuno" che sogna di diventare "qualcuno". E' un uomo solitario e dimenticato che deve disperatamente provare di essere vivo".
E tirando su l'ultimo sorso di caffè decise che indubbiamente quello era il senso della sua non storia con Ivonne, e sparì, oltre le nuvole, come gli aveva promesso che mai avrebbe fatto.

Erika


[Modificato da erikaluna 25/12/2004 20.43]

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La vera autenticità non sta nell'essere come si è ma riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi. (P.Almodovar)
27/12/2004 21:02
 
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Siete bravi a scrivere così, io ho provato a scrivere un raccontino, ma dopo 100 correzioni e 100 prese in giro dell'uomo cattivo continua a non piacermi.
Aiutooo, come posso cominciare per non consumare carta e basta?
Ciao
Sally
Sally
28/12/2004 17:03
 
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Un consiglio..
.. a Sally.
Leggi attentamente tutti i racconti di questa cartella e ti fai un'idea di come si scrive...
Se l'uomo cattivo rompe.. eliminalo psicologicamente.. se rompe ancora eliminalo fisicamente..
Avrai pur letto qualche libro in vita tua..
Ultima cosa non usaqre la carta se non vuoi sprecarla.. scrivi sul Pc..
Non devi scrivere un romanzo e non devi imitare nessuno scrivi quello che senti e non pensarci più..

Inserisci il tutto e qualcuno ti dirà cosa devi cambiare..

Non è poi così impossibile.. zuccherino[SM=g27822]

Jhonny.. wrote..[SM=g27820]
28/12/2004 19:11
 
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Sally, ma vuoi proprio un consiglio? [SM=g27824]

uno chalet in montagna, un caminetto acceso, un PC portatile (per nn consumare la carta[SM=g27823] ) e un pelo pelo d'ispirazione giusta, mmm, credo possa funzionare

ciao, ehm, zuccherino [SM=g27838]

ul

PS io mi porterei anche l'uomo "leggermente" cattivo
28/12/2004 20:45
 
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Bella l'idea dello chalet col caminetto, con la neve, con il fuocherello, e con l'uomo cattivo [SM=g27827]
Ma il PC a cosa serve? [SM=g27823]
Se c'è la neve, se c'è il fuocherello, eh eh

Scelgo il consiglio di ul[SM=g27836]

Sally
Sally
28/12/2004 20:56
 
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Ehi..
Manco per qualke giorno e trasformate il mio racconto in una chat?? [SM=g27828]
Diavolo di un Jhonny ti è bastato poco per incominciare a tampinare tutti.. eheh

Erika: ho letto il tuo post a commento e sinceramente, pur apprezzando il racconto in se stesso, non riesco a capire se reclami un finale del genere per il tuo personaggio o se vuoi dirmi che è ora di chiudere i battenti su Ivonne...
Se così fosse il finale forse potrebe essere questo dico potrebbe perchè lo vedo troppo sbrigativo.. un voler recidere definitivamente senza alcun appello...
Attendo lumi..

Loshrike
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28/12/2004 21:02
 
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Dimenticavo..
Sempre per te Erika..
La locandina del film Taxi Driver è bellissima e questo segna un punto, anzi migliaia di punti, a tuo favore..
DeNiro è il mio attore preferito e tu.. non dimentichi mai nulla.
Avrò visto quel film non so quante volte, come tutti i film di DeNiro, il film resta a mio avviso un precursore di altri bellissimi film quali: Rambo (solo il primo), Nato il 4 luglio e molti altri che anni dopo parlarono della tragedia dei reduci del Vietnam..

Grazie.. un bacio.

Losh
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01/01/2005 22:50
 
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T'illumino d'immenso

Caro Loshrike, visto che Erika non te lo dice ci penso io: non ne vuole più. Basta con Ivonne, basta con la doccia e pure con tutta quella roba che le hai lanciato addosso (non si fa così caro il mio "sentimentale congenito"). Libera il personaggio che le hai rapito e lasciala vivere in pace con le proprie mutande.

Buon Anno



"Quando qualcuno te lo mette in quel posto meglio non muoversi... l'altro potrebbe anche godere" (W. Churchill)
01/01/2005 22:53
 
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per Sally


Cara Sally,
dopo "100 correzioni e 100 prese in giro" penso sia giusto dare retta all'uomo cattivo: lascia perdere e trovati un'occupazione seria.

Buon Anno

"Quando qualcuno te lo mette in quel posto meglio non muoversi... l'altro potrebbe anche godere" (W. Churchill)
01/01/2005 22:55
 
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Mmm..
Caro il mio Valerio..
forse hai ragione tu.. mutande comprese..
Ma preferisco sia lei a dirmelo..
Per non sbagliare..[SM=g27828]

Ciao.. e non esagerare..[SM=g27816]

Losh

P.s... in un altro forum questo racconto mi è costato una sonora bannata..

Indovina??
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03/01/2005 21:09
 
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Anvedi, abbiamo pure er moderatore con li precedenti penali. [SM=g27828]


"'no spettro s'aggira pe l'europa:è lo spettro der Comunismo". (Karl Marx)
05/01/2005 22:42
 
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Si..
.. precedenti penali a parte è stata ovviamente colpa mia nel non aver ben letto il regolamento..

Comunque poi sono stato gentilmente perdonato e riabilitato.. eheh

Ciao baffone..

Losh
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05/01/2005 23:02
 
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Il pentitismo è roba da checche

"Quando qualcuno te lo mette in quel posto meglio non muoversi... l'altro potrebbe anche godere" (W. Churchill)
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