Basquiat, il ragazzo ribelle che prese a pugni l'arte
La verità? Nel caso di Jean-Michel Basquiat, il James Dean della pittura, sembra a portata di mano. Era geniale. Era bellissimo, amava la musica e la moda di Armani, le donne e Charlie Parker. Amava Jimi Hendrix, Alfred Hitchcock, Keith Haring, Andy Warhol. Amava New York e l'eroina, amava Haiti e la pittura. Julian Schnabel, l'artista che gli fu amico, gli ha dedicato un film nel 2000. Ma Basquiat lo si è visto, ventenne e in carne e ossa, interpretare se stesso in New York Beat (1980-81): artista di strada, poeta di immagini in libertà, pittore di versi, ragazzo notturno e nottambulo.
Il suo funerale al Green-Wood Cemetery di Brooklyn, il 17 agosto dell'88, è stato raccontato come fosse una diretta televisiva.
da "Il Venerdì di Repubblica" , 04/01/02/C]
La tela del quadro come il muro della città, il muro come un block-notes per appunti interiori gridati alla metropoli. Jean-Michel Basquiat, artista nero erede della Pop Art, nei pochi anni della sua vita e della sua esuberante produzione è diventato anche un mito, oltre che uno degli artisti più significativi (e quotati) nella New York degli anni 80, insieme a Keith Haring. Una figura fascinosa e «maledetta», tanto da essere paragonato a James Dine
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