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In viaggio per Agrigento

Ultimo Aggiornamento: 02/07/2006 16:00
05/03/2006 14:56
 
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Bé, è carinissima, questa città, ricca di storia, arte, e calore..non trovate?

Volevo farvi vedere la Chiesa del S. Spirito.

E' un'antica abbazia, fondata verso la fine del XIII sec., ma assai manomessa.

Conserva il portale gotico e resti di un rosone.

Nell'interno settecentesco, (un bel mix insomma...), ci sono fantasiosi stucchi, quasi sicuramente opera di Giacomo Serpotta, e una Madonna di scuola gaginesca (il Gagini è un artista siciliano) sul lato sinistro.

Sulla destra della chiesta è l'ingresso all'ex Monastero, che serba notevoli resti dell'originaria architettura: il chiostro, sul quale si aprono vari portali gotici; la sala Capitolare, con uno spplendido portale fiancheggiato da bifore e l'interno a grandi arcate ogivali; la cappella, dalle volte a costoloni; l'antico refettorio, ora Biblioteca Comunale, ad arcate gotice; la grande aula del dormitorio al piano superiore.


una bella foto dell'abbazia.


questo è il portale gotico.

Un bacione
Ljuba
05/03/2006 20:44
 
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Grazie Lju, per questo tuo intervento. Sinceramente conosco poco della Sicilia, ho visitato Catania e parte della costa sud-orientale, posti incantevoli e gente molto cordiale.

Dell’altra parte dell’isola non conosco molto... non è tutto vero quello che dico perché ho fatto amicizia con una ragazza di Palermo unica per la sua simpatia e bontà.




Keko [SM=x629186]
06/03/2006 22:33
 
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gran maestro
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La Sicilia è una terra bellissima e ricca di storia.. ci sono stato diverse volte ma non ho mai avuto il piacere di visitarla con calma..

Losh [SM=g27811]
_____________________________________________
Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)
05/05/2006 13:59
 
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Chiesa del Purgatorio
Una splendida chiesa.

Domina Piazza del Purgatorio, un allargamento della via Atenea.

Fastoso e splendido monumento del barocco, eretto nella seconda metà del 700, concepito per accogliere le solenni cerimonie liturgiche e le folle dei fedeli che ascoltano i predicatori.

La facciata è a due ordini coronati da timpano, elegantemente scandita verticalmente da una serie di pilastri, presenta un'alternanza di elementi funzionali e decorativi di notevole effetto scenografico.

L'interno, che sa dare un'immediata e vibrante impressione di fasto pergli stucchi, gli ori, le pitture, rivela con immediatezza che siamo di fronte a una chiesa a "sala di predicazione" destinata ad essere ambiente e commento per le immagini che la completano.

Il perimetro interno lungo mt.39 e largo mt.9 è concluso e sottolineato dagli stucchi decorativi del Serpotta (1656- 1732). Sono otto statue che rappresentano le virtù: l'Amore, la Semplicità, la Carità, la Prudenza, la Giustizia, la Religione, la Fortezza, la Mansuetudine.


La cupola è decorata da un immenso e vorticoso affresco di Michele Narbone. Il Presbiterio, al centro, mostra le Anime del Purgatorio. La navata genera quattro cappelle nelle quali si ammirano la Deposizione e il Crocefisso.





testo tratto dal libro "Agrigento, visita al centro storico" di Giuseppe Di Giovanni. Per gentile concessione dell'autore
05/05/2006 14:36
 
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I Templi di Agrigento

Tempio della Concordia
Tempio della ConcordiaIl tempio della Concordia è sicuramente uno dei meglio conservati fra gli antichi templi dorici del classico periodo edificatorio della Grecia. Trentaquattro colonne doriche scanalate, tutte in tufo conchiliaceo, ciascuna di quattro pezzi, si ergono sullo stereobata primitivo, tredici per ogni lato longitudinale, sei davanti e sei dietro, col pronao e l'epistodomo, formando quello che i Greci chiamavano Hexastilos Peripteros. La lunghezza totale del tempio con la gradinata è di metri 42,12, la larghezza di 19,69 metri, l'altezza di 11 metri. Fu detto della Concordia perché si trovò nei suoi dintorni una epigrafe dalla quale si ricava che questo tempio fu edificato a spese dei Lilibetani in onore della concordia degli agrigentini, sotto il proconsolato di M. Aterio Candido e Lucio Cornelio Marcello propretore. Gregorio II agrigentino, vescovo della Diocesi, nel V secolo lo ridusse a Chiesa Cattedrale dedicandolo agli apostoli Pietro e Paolo. Nel 1748 il tempio fu restaurato per la prima volta.



Tempio di Giunone
Tempio di GiunoneIl tempio di Giunone Lacinia è il più distante dalla città. Il tempio conteneva un magnifico capolavoro d'arte: il famoso quadro di Giunone, del grande artista Zeusi, che per realizzarlo si ispirò alle bellezze di cinque vergini akragantine. Al tempio e al quadro è legata la triste vicenda della morte di Gellia, il quale, temendo che il quadro di Zeusi potesse finire in mano ai suoi nemici, appiccò il fuoco al tempio e si buttò in mezzo alle fiamme portando con sé il quadro per non sopravvivere a tanta perdita.



Tempio di Cerere
Si ritiene che il tempio di Cerere sia stato uno dei più antichi di Agrigento, e fu proprio durante una delle feste celebrate in onore della dea che Falaride si impadronì della città divenendone tiranno. Oggi il tempio offre allo sguardo dei visitatori solo muri esterni.


Tempio di Castore e Polluce
Tempio di Castore e PolluceInnalzato nel 1834 dalla Commissione delle antichità di Sicilia, voluta dal regime borbonico. Lo scultore Villareale e gli architetti fratelli Cavallaro ne rilevarono la pianta e ne rialzarono tre colonne, ma appurarono che erano ben 34. Nel 1842 è stata rialzata una quarta colonna. Per gli agrigentini, questo è rimasto il Tempio delle "tre colonne", che è passato poi a raffigurare la città di Agrigento e, spesso, anche l'intera Sicilia.

Gli Arcosoli dei Templi
Lungo le mura meridionali della Città dei Templi, nel tratto che va dal Tempio della Concordia a quello di Giunone, il turista s'imbatte dinanzi ad una parete rocciosa in cui si presentano numerosi sepolcri entro arcosoli, sovrapposti in più ordini o in piccole camere ipogeiche. Per diversi anni gli arcosoli della Valle dei TEmpli hanno suscitato la curiosità anche dei diversi studiosi che li hanno ritenuti di origine greca o romana.


Tempio di Ercole
Tempio di ErcoleE' uno dei più antichi templi dorici della Sicilia. Nel 1922 il capitano Sir Alessandro Hardcastle finanziò e seguì i lavori per rialzare otto colonne sul lato sud-ovest del tempio. Questo tempio misurava in lunghezza 73,42 metri e in larghezza 27,56 metri, con colonne alte più di dieci metri. Era un peripteroexastilo-hipetras, cioè a colonnati e scoperto, come quasi tutti i primitivi templi dorici.

Tempio di Giove Olimpico
Il tempio di Giove Olimpico, è da tempo, un cumulo immane di semicolonne, capitelli, triglifi e altro, ma fu uno dei templi greci più ammirati e certamente uno dei più colossali. E' l'unico dei templi di Agrigento di cui sappiamo con sicurezza il nome. Fu iniziato dopo la grande vittoria d'Imera (480 a.C.) e vi lavorò un gran numero di prigionieri cartaginesi.


Tempio di Esculapio
Tempio di EsculapioQui si riproduce la stessa cella del tempio della Concordia, mancante del portico, ma con l'aggiunta di due colonne impegnate a metà della parte occidentale. Il tempio di Esculapio era notissimo nell'antichità e Cicerone, nel quarto libro delle Verrine, ce lo rammenta col nome di "famosissimum fanum". Esso vantava una bellissima statua di Apollo, capolavoro del celeberrimo scultore greco Mirone. Il famigerato ladro pubblico Verre tentò di rubarla, e perciò gli Agrigentini furono obbligati, da allora in poi, a far custodire i loro templi, notte e giorno, da guardie. Soltanto così poté essere salvata dai cittadini anche la statua di Ercole.


Tempio di Vulcano
Tempio di VulcanoIl tempio di Vulcano ad Agrigento è stato costruito sul ciglio estremo del costone roccioso della suggestiva valle dell'antico fiume Hypsas. Il tempio, dedicato al culto di Vulcano, dio del fuoco, risale alla seconda metà del secolo V a.C.



Che dire...parlano le foto
Io ci sono stata nel lontano 1992, mia figlia aveva 15 anni, beh, lei era estasiata,entrata in un'altra dimensione....ed io stanchissima , accaldata e stanca ehehehhe (cosa vuol dire amare l'arte!) Ora, però non farei a meno dell'arte,me ne sono innamorata anch'io [SM=g27822] [SM=g27822]
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05/05/2006 14:53
 
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[SM=x629186]

Eli, sono stupende.

STUPENDE.

Senza parole.

E' una città fantastica.

Mmmm, mi scappa.........di prendere la valigia e partire.

Che facciamo? [SM=x629181]
05/05/2006 15:12
 
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Se decidi..fai un fischio arrivo e partiamo !!!!!!!!!!
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17/05/2006 09:16
 
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In attesa del viaggio vero, accontentiamoci di quello virtuale.. [SM=x629130]

Le meraviglie di Agrigento, non sono finite qui.

Questa città è veramente, oltre alla Valle dei Templi, uno scrigno infinito...

Conosciamo insieme i suoi Santuari.

Vediamo il più antico luogo sacro di Agrigento, sulla valle del fiume Akragas, un luoto adibito a culto indigeno, a cui si sovrappose quello greco.

Il santuario delle divinità ctonie
I primi segni documentati della religiosità dell’antica Akragas si trovano nella parte occidentale della Collina dei Templi ad ovest del Tempio di Zeus. Tale zona si articola in quattro settori.

Il primo settore è di pertinenza del santuario di Zeus, mentre gli altri tre si riferiscono alla triplice di aree sacrali contigue al santuario arcaico delle divinità ctonie che si sviluppa da Ovest verso Est,
scandendo verosimilmente i tre momenti del culto delle Tesmophorie (feste in onore di Demetra). La testimonianza cultuale più arcaica è costituita da una testina di divinità con alto polos, di fabbrica rodia o cretese, che risale al VII sec. a.C., e che è stato verosimilmente interpretato come reliquia portata dai coloni Geloi al momento della fondazione di Akragas, ritrovata proprio all'estrema punta occidentale della Collina dei Templi, sede di un santuario che corrisponde al quarto settore dell'area sacra ad ovest del tempio di Giove.

Santuario rupestre di S. Biagio

Dal terrazzo del tempio di Demetra, attraverso una scalinata incavata nella roccia, si giunge al sottostante santuario rupestre di S. Biagio (VI-V sec. a.C.), monumento che per la singolarità della sua struttura e l'oscurità della sua funzione suscita notevole interesse.

Nella parete a picco dello scosceso crinale della Rupe Atenea si aprono due grotte, distanti poco più di due metri l'una dall'altra. Si tratta di due cunicoli di larghezza varia (da m. 1.70 a m. 3.50), che si addentrano quasi parallelamente per un tratto di m. 8 per poi congiungersi mediante uno stretto corridoio e per divergere nuovamente l'uno verso Nord-Ovest, l'altro verso Sud-Est. Le grotte furono trovate piene di busti e di statuette fittili di divinità femminili (Kore-Persefone), collocati nelle nicchie, nelle sporgenze e negli anfratti naturali delle pareti di roccia ma anche vasetti, databili dalla prima metà del V sec. alla fine del IV sec. a.C.

Nella stessa parete di roccia, a m.. 3.50 circa dalla grande grotta, è stato trovato lo sbocco di una galleria larga m. 1 ed alta m. 2 circa, percorsa da un acquedotto che raccoglieva l'acqua di una sorgente, convogliandola verso l'esterno.

L'interno era diviso in due piani, dei quali quello superiore era di passaggio alle grotte, mentre quello inferiore serviva per la raccolta dell'acqua proveniente dalla galleria-acquedotto attraverso un grande foro praticato nell'angolo di Nord-Ovest.

Al santuario si accedeva attraverso un cortile limitato da un muro di peribolo con pilastri sulla fronte, al cui interno c’era un sistema di vasche comunicanti.



(tempio di Demetra, con l'attuale...chiesa di San Biagio, medioevale)

Altre immagini dei Santuari Ctoni.





Piccole note..

Il termine "ctonio" deriva dall'espressione greca chthonia, che significa "della Terra". La mitologia greca contempla almeno tre personaggi con questo nome, tutti correlati in qualche modo con la divinità Demetra.

Chi era sta Demetra? [SM=g27828]

Demetra è una figura della mitologia greca, figlia di Crono e di Rea.

Era la dea della terra coltivata e fertile, in particolare divinità del grano "dalle mani piene di spighe e di papaveri".
La dea veniva venerata in tutta la Grecia e le sue feste venivano celebrate in un'atmosfera di fervore e di gioia.
Due volte l'anno si tenevano ad Eleusi, presso Atene, i suoi misteri, celebrati in segretezza all'interno del tempio. L'onore nel parteciparvi era così grande che nessuno degli iniziati infranse mai il voto del silenzio.

Persefone era la figlia.
La leggenda narra che Persefone venne rapita da Ade, dio dell'oltretomba, che la portò negli inferi per sposarla ancora fanciulla. Demetra si infuriò e per ripicca, non fece più crescere le messi. Intervenne Zeus che ottenne un accordo tra Ade e Demetra: Persefone avrebbe trascorso con Ade negli Inferi i mesi invernali e con la madre il resto dell'anno sulla Terra; Demetra allora accoglieva con gioia il periodico ritorno di Persefone sulla Terra, facendo rifiorire la natura in Primavera ed in Estate.


22/05/2006 14:05
 
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Il quartiere ellenistico romano
Nel cuore dell’antica Akragas, a non molta distanza dal Museo Archeologico, i suggestivi ruderi delle sontuose abitazioni d’età ellenistico-romana, oltre a costituire una eccezionale testimonianza dell’edilizia privata agrigentina, documentano parte del tessuto urbano e viario in questo settore della città.

Sovrapposto al precedente impianto della seconda metà del VI sec. a.C., il quartiere ellenistico-romano riflette, infatti, il rigoroso schema ippodameo in cui plateiai e stenopoí (vie principali e secondarie) si incrociano ortogonalmente fino a costituire una fitta trama di isolati regolari,

Probabilmente dotate di un secondo piano, le abitazioni erano, servite da un complesso sistema di cisterne e pozzi, che ne assicuravano l’approvvigionamento idrico, nonché da una adeguata rete fognaria.
La prosperità, di cui Agrigento dovette godere in questo particolare periodo, è leggibile non solo attraverso le ricercate tipologie abitative, destinate ad un ceto certamente elitario, ma soprattutto grazie alle delicate pareti affrescate (I-II stile) e alle ricche pavimentazioni musive che alcuni ambienti di questo quartiere ci hanno restituite.
Gli eleganti mosaici, da cui alcune case prendono il nome, sono diversi sia per tecnica che per stile: si va dai tipi più semplici in opus signinum o tessellatum («in cocciopesto con inserzione di tessere in marmo», come l’emblema proveniente dalla Casa della Gazzella) d’epoca ellenistica, sino ai complessi geometrici ed alle rappresentazioni fitomorfe e zoomorfe (case «del Mosaico a rombi», «delle Afroditi», «delle svastiche», «del Maestro astrattista») dei primi secoli dell’Impero.
Pare, insomma, che solo il tempo abbia dato ragione al celebre filosofo Empedocle quando affermava che “gli Agrigentini fabbricavano come se non dovessero morire mai”.





foto e articolo di Maria Elena Sammartano, scritto per Arkeomania.

14/06/2006 20:59
 
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Ipogeo Giacatello
Dalla statale, parte una strada campestre, che conduce a questo ipogeo, un vasto ambiente sotterraneo, scavato nella roccia.

Ha la forma quadrangolare (m. 19x19 circa), con sette file di sette pilastri, ciascuna atta a sorreggere il soffitto. Al suo interno sbocca, da Nord, un acquedotto, mentre dall’angolo di Sud-Est si diparte un corridoio tortuoso, che sbocca nel vicino torrente di S. Leone (antico Hypsas).

L'originale funzione del monumento come cisterna è testimoniata dall'intonaco idraulico che ne riveste le parti e dall'acquedotto che sbocca da Nord al suo interno. All'epoca successiva, forse romana, è databile il tortuoso canale di scolo delle acque che si diparte dall'angolo di Sud-Est e sbocca nel vicino torrente di S. Leone (antico Hypsas). L'ipotesi di riutilizzo della struttura per attività connesse alla lavorazione e/o alla conservazione del grano è supportata dal rinvenimento, al suo interno, di una macina in pietra lavica. L’interpretazione del monumento non è sicura: potrebbe, trattarsi di un cisternone, o di un ninfeo ma anche di un deposito granario d’età romana (tale ipotesi sarebbe supportata dal rinvenimento, al suo interno, di una macina in pietra lavica).




[SM=g27822]
02/07/2006 16:00
 
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La Chiesa di San Nicola


Il luogo era stato sede di un santuario greco, poi ellenistico e infine romano.

I Normanni vi eresero una chiesa intitolata a San Nicola.
La chiesa attuale risale ai Cistercensi, che la costruirono nel secolo XIII nelle forme romano-gotiche che vediamo ora.
Tipico, il portale ogivale.

L'interno è a una navata fiancheggiata da arcate cieche e coperta d avolta.

Nella seconda cappella si trova il famoso sarcofago greco del museo Diocesano, con la figurazione del mito di Fedra.
Dal piazzale della chiesa, vista stupenda dei templi. Dietro S. Nicola, si accede al museo Archeologico.

Ed ecco altre foto..





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