La parola significa "pavimento di pietra".
Il corrispettivo nome ebraico Gabbatà, significa forse "luogo sopraelevato".
Il nome lo troviamo nel Vangelo (Giovanni 19,13), e qui sono ricordati i fatti evangelici riguardanti il processo di Gesù davanti a Pilato e la sua condanna a morte.
Era, in pratica, il cortile antistante il Pretorio di Pilato.
In esso i Giudei potevano entrare e sostare, mentre non potevano entrare nel "Pretorio", perchè, essendo questo la residenza ufficiale del rappresentante di Roma, e quindi di un "pagano", si sarebbero "contaminati", contraendo l'impurità legale che proveniva appunto dal contatto con un ambiente pagano.
Eccolo qua. Processo, flagellazione, coronazione di spine, condanna, caricato della croce. Tutta la passione, cominciò qui.
Questo lastricato - nel convento delle Suore di Sion - ben conservato, porta ancora su alcune pietre i segni dei militari e dei loro giochi, uno dei quali è detto "gioco del re", come appunto è riferito nel Vangelo, un gioco dove il condannato era preso in giro come re e ... incoronato... di spine. Qui è l’autentico luogo della "via dolorosa", cioè flagellazione e incoronazione di spine.
Eccone la foto.