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La storia .....

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2007 20:04
06/04/2006 09:23
 
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Il concetto di restauro risale al XVIII secolo,tuttavia, fin dall'antichità, abbiamo notizia di interventi fatti su opere d'arte con risultati talvolta simili a quelli del retauro,sebbene in modo non conforme alle norme attuali .Spesso, però si è trattato di adattamenti o arrangiamenti che non hanno tenuto conto del valore estetico e dell'originalita delle opere ma hanno contribuito ad aprire la strada verso gli attuali principi di restauro.
continua...

[Modificato da Ahamiah 06/04/2006 9.30]

[Modificato da Ahamiah 06/04/2006 23.45]

06/04/2006 14:01
 
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Caspita sono brevi i tuoi post......mi fai rimanere col fiato sospeso!!!



Frank [SM=g27823]
06/04/2006 14:23
 
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scusa..hai ragione ma ho poco tempo eehhehe
ti prometto che il prossimo vi ridurrà così
07/04/2006 13:52
 
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.....
L'ANTICHITA'CLASSICA
Più che del restauro vero e proprio(abbiamo alcune testimonianze)gli antichi greci e romani si preoccupavano soprattutto della conservazione delle opere d'arte.
Si hanno notizie di interventi su opere d'arte danneggiate a causa di furti o guerre: ad Atene, alla famosa statua crisolefantina di Athena Parthenos,furono rimesse le lamine d'oro del rivestimento che erano state rubate durante la guerra peloponnesiaca.
Da Plinio e Vitruvio (Naturalis Historia,libro XXXV, e De Architectura libro II)sappiamo che venivano eseguite asportazioni di affreschi e che alcune pitture murali così staccate, furono portate da Sparta a Roma.
Talvolta venivano eseguiti anche veri e propri restauri pittorici;Plinio infatti ricorda (ed è un esempio di onestà professionale) che un ignoto pittore ,incaricato da Nerone di restaurare la celebre "Anadiomene" di Apelle, rifiutò l'incarico perchè non si sentiva all'altezza dell'antico maestro.
Era prassi frequente sia la rimozione e il ripristino della ganonis sulle statue che l'assemblaggio dei frammenti di vasi fittili con graffe metalliche.
Nel complesso si può dire che nell'antichità classica gli interventi sulle opera d'arte miravano a "riparare il danno subito più in relazizone al soggetto dell'opera che al suo valore artistico".....
07/04/2006 14:26
 
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Il discorso si fa via via sempre più interessante.. attendiamo le prossime puntate..

losh [SM=g27828]
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Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)
07/04/2006 23:53
 
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Molto interessante grazie.. [SM=g27811]

alla prossima....si spera presto!!


keko [SM=g27823]
08/04/2006 21:48
 
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IL MEDIOEVO

Nell'alto medioevo, soprattutto a causa delle invasioni barbariche, gli su opera d'arte furono essenzialmente di carattere ditruttivo e a questi talvolta il reimpiego o la manipolazione dei materiali di spoglio.
Nell'impero romano d'Oriente molte distruzioni e rifacimenti di opere d'arte furono dovuti all'Iconoclastia,iniziata dall'imperatore Leone III nel 726 e terminata nell'843.Questa "eresia" sosteneva un culto strettamente aniconico per cui molte raffigurazioni di Cristo,della Vergine e dei Santi furono distrutte per essere sostituite con semplici croci o motivi ornamentali.Dopo la fine dell'Iconoclastia furono ripristinate le decorazioni figurative.Nel basso medioevo i primi interventi di "restauro" su opere d'arte ebbero carattere devozionale: si trattava cioè di rifacimenti che intendevano conservare ed eventualmente aggiornare al nuovo gusto le pie immagini.La famosa Madonna orvietana di Coppo di Marcovaldo(1260), venne ampiamente ridipinta(da un seguace di Duccio alla fine del duecento) già pochi decenni dopo la sua esecuzione.A Siena sono state trovate ricevute del XIV secolo x lavori di manutenzione su statue e tavole dipinte, in tale periodo vennero anche effettuate alcune riparazioni agli affreschi del camposanto di Pisa, A Firenze invece,a partire dal 1310/20 (quando cominciò a diffondersi lo stile giottesco) spesso,anzichè esser rimesse a nuovo,le vecchie immagini vennero sostituite con pitture nuove.Parecchie opere furono rovinate in seguito a tumulti popolari o a rivolgimenti politici come l'affresco del "Buongoverno" del Lorenzetti (palazzo comunale di Siena)danneggiato dai tumulti idel 1368, o la pala dipinta dalla bottega del Ghirlandaio nella chiesa di S.Domenico a Rimini,dove gli offerenti,appartenenti alla famiglia Malatesta, furono accuratamente cancellati dopo la cacciata di quest'ultimi dalla città,come del resto avevano già fatto i bizzantini nel VI sec.d.C. quando impadronitisi nuovamente di Ravenna, cancellarono dai mosaici di Sant'Apollinare Nuovo i personaggi della corte teodoriciana ivi raffigurati, sostituendoli con due vedute di città.
09/04/2006 14:57
 
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Devo dire al "Capo" che ha un fiuto eccezionale per reclutare i moderatori, complimenti Elj sei preparatissima [SM=g27811]



Keko [SM=g27824]
09/04/2006 17:17
 
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Ach!! Uno non fa in tempo a esprimere un desiderio che subito si avvera..

losh [SM=x629128]
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Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)
09/04/2006 23:04
 
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IL RINASCIMENTO

Nel XV e nel XVI secolo sulle opere d'arte dei secoli precedenti furono attuati alcuni interventi caratteristici quali la "sagomature" dei crocefissi e soprattutto la "riquadratura" dei polittici, per cui l'antica carpenteria veniva sostituita da nuove cornici conformi al gusto rinascimentale. E'questo il caso dell'"Incoronazione Baroncelli" di Giotto per la quale il Ghirlandaio disegnò una nuova cornice, e del polittico di S.Domenico a Fiesole (opera del Beato Angelico)che fu nel 1501 da Lorenzo di Credi.
Gli affreschi rovinati,venivano di solito sostiuiti con nuove pitture (se non erano imbiancati per motivi igenici) ma talvolta venivano rifatti, solo perchè non rispondevano più al gusto dell'epoca. Così ad esempio, gli affreschi dell'Orcagna nella cappella maggiore di Santa Maria Novella (a Firenze) durono coperti da quelli del Ghirlandaio.
Vi furono però anche esempi di veri e propri restauri: è questo il caso del di Ambrogio Lorenzetti, restaurato nel 1518 da Gerolamo di Benvenuto e del del XIV sec.nella torre dell'Aquila (a Trento),che fu restaurato dal Fogolino nel 1534.Si hanno notizie che nel 1474 ci fù il primo stacco a massello di notevoli proporzioni poichè la "Resurrezione " di Piero della Francesca, nel palazzo comunale di Borgo San Sepolcro, venne trasportata dalla parete ove si trovara a quella di fronte.I restauri più numerosi e importanti dell'epoca riguardarono però le statue antiche.Furono spesso effettuati da famosi scultori dell'epoca quali: Donatello,Verrocchio,Cellini e Giacomo della Porta..per citarne solo alcuni.
Il restauro più famoso è indubbiamente quello del Laocoonte (scoperto nel 1506) per il quale furono interpellati, fra gli altri,Jacopo Sansovino e Baccio Bandinelli, che proposero di rifare il braccio mancante del Sacerdote ripiegato com'era in origine; tuttavia ebbe fortuna la soluzione del Montorsoli (col braccio proteso) che, anzichè proporre la soluzione filologica, interpretò l'opera più conforme al gusto dell'epoca.
Il Vasari considerava leciti i restauri sulle statue antiche,mentre era contrario al restauro degli affreschi e dei dipinti.Sembra che anche il grande Tiziano non fosse favorevole ai restauri pittorici poichè, secondo quanto racconta l'Aretino,criticò i ritocchi eseguiti da Sebastiano del Piombo sugli affreschi di Raffaello nelle logge vaticane......
10/04/2006 08:46
 
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....... [SM=g27811]


Il "Cane" aveva ragione......"ea toxa xe forte"!!



Keko [SM=x629242]
15/04/2006 15:56
 
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RIFORMA E CONTRORIFORMA

Durante la Riforma protestante, nei paesi del centro Europa e in Inghilterra all'epoca di Cromwell (1640-1660 ca)molte opere d'arte
raffiguranti i Santi e la Vergine furono distrutte, ma per fortuna alcune delle più importanti furono salvate dall'ira del popolo perchè vennero acquistate da privati o ricoverate in palazzi pubblici.Nel 1556,ad esempio,il famoso polittico dell'"Angelo Mistico" a Gand (dei Van Eyck) fu salvato portandolo nel palazzo municipale.La Controriforma,che ebbe la sua massima espressione nel famoso Concilio di Trento(1545-1563)promosse una notevole fioritura artistica ma ebbe un atteggiamento diffidende e vincolante nei confronti dell'arte.In quest'epoca infatti l'arte ritornò ad essere l'"ancella della religione" (come nel medioevo)e per questo motivo nelle Instructiones fabricae et supelectis ecclesiasticae (Milano 1572) San Carlo Borromeo (1538-1584)raccomandò la massima collaborazione fra sacerdoti e artisti e chiese.Anche il cardinale Federico Borromeo (1564-1625)lasciò istruzioni nel De pictura sacra ove criticò l'uso di molti signori di conservare pitture lascive o di soggetto profano nei loro palazzi. Sant'Ignazio,negli Esercizi Spirituali, raccomadò di servirsi si tutti i cinque sensi,e non solo dell'intelletto,per comprendere le verità della fede ed anche S.Filippo Neri attribuì grande importanza alla musica e alla pittura,specialmente a quei tipi di musica e pittura che potevano fare presa immediata sul sentimento dei fedeli, quali la musica di Palestrina e la pittura del Barocci.Secondo tale ottica,le opere d'arte non venivano considerate "cose in sè ma segni di cose"(cardinale Paleotti, Discorso intorno alle immagini sacre e profane Bologna 1582) e poichè era il contenuto e non la forma quello che importava, ad una copia poteva essere attribuito lo stesso valore dell'originale ed ogni ritocco era giudicato legittimo.
15/04/2006 17:52
 
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Sei brava [SM=g27811]
Grazie!!!


Keko [SM=x629188]



PS.Alla fine salvo e conservo posso? [SM=x629148]
15/04/2006 18:13
 
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Certamente [SM=g27823] [SM=g27819]
16/04/2006 09:49
 
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Adesso trovo la "polpa" prima era solo osso.......


Complimenti!!!!!



Frank [SM=g27811]
16/04/2006 18:11
 
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IL SEICENTO

Nel seicento troviamo un'evoluzione nei metodi di restauro in gran parte dovuta alla pratica sempre più etesa di "racconciare" i quadri per le gallerie private e per il commercio antiquario,ma si trattava sempre di restauri poco corretti.
Infatti furono criticati da quasi tutti gli scrittori che a quell'epoca di occupavano di cose d'arte come il Baglioni,il Mancini, il Malvasia e il Baldinucci che, nel suo Vocabolario toscano delle arti del disegno (Firenze 1681) dedicò una voce al restauro e criticò ferocemente gli interventi grossolani eseguiti nella sua epoca.Fece eccezione il Bellori che approvò incondizionatamente i restauri del Maratta poichè in essi sono rispettati i principi del restauro moderno.Per il Maratta e il Bellori, conservare le pitture di Raffaello o dei Caracci significava garantire alle generazioni future l'insegnamento dei sommi maestri della pittura.
Il primo intervento del Maratta fu sugli affreschi di Annibale Caracci nella Galleria di Palazzo Farnese a Roma (nel 1693)dove praticò un consolidamento dell'edificio(arch.Carlo Fontana) e degli intonaci che furono fissati con dei chiodi a T e pasta di gesso. Il secondo intervento, sugli affreschi di Raffaello nella loggia della "Farnesina",oltre al fissaggio degli intonaci,comportò delle ridipinture e la ricostruzione ex novo delle parti perdute(queste furono elencate affinchè in futuro non venissero confuse con quelle originali). Per questi ritocchi, il Maratta si servì di colori all'acquarello (legati con gomma arabica). Il terzo intervento fu eseguito, fra il 1702 e il 1703, nelle "Stanze" di Raffaello in Vaticano.Come detto, gli interventi di restauro del 600 furono dovuti al fiorire del mercato antiquario.Uno dei centri più attivi di questo mercato fu Venezia poichè i quadri veneti del '500 erano fra i più richiesti dai mercanti d'arte.Per questo a Venezia si diffuse l'abitudine di adattare,ridipingere o falsificare i quadri per renderli commerciabili.Il pittore Pietro Muttoni ad esempio era famoso per la sua abilità nel dipingere more antiquo,specialmente alla maniera del Giorgione e venne chiamato "Pietro Vecchia".Egli non era solo abilissimo nel fare copie degli antichi maestri ma anche nel fare patine artificiali.Era diffusa la pratica di racconciare i quadri per le grandi collezioni che si andavano a formare in tutt'Europa.Il costruirsi di questa collezzioni oltre a incrementare il commercio delle opere d'arte,implicava tutta una serie di interventi per adattare le opere all'ambiente dove venivano esposte.Nella sistemazione di Versailles, voluta da Luigi XIV, furono ingranditi o tagliati molti quadri per adattarli all'arredamento, come pure nella Galleria Palatina di Firenze (ingrandimento della "Pala Dei" del Rosso Fiorentino)
Tuttavia la manipolazione (a volte fonte di danni) fece progredire la tecnica del restauro.Nella prima metà del 600 il medico di Carlo I d'Inghilterra, De Mayerne,diede alcune ricette e consigli per la manutenzione dei quadri.Purtroppo fra questi consigli c'era anche il cosidetto Beverone che era una miscela di olii siccativi e resine da spennellare sul retro delle tele.Queste sostanze, in un primo momento restituivano sì ai quadri parte della brillantezza ma in seguito annerivano e deturpavano il dipinto stesso.
Alla fine del 600 si diffuse la pratica della foderatura, necessaria anche per gli ingrandimenti delle tele.Per quanto riguarda il restauro delle statue sappiamo che vi si cimentarono tutti i più grandi scultori dell'epoca (Bernini, Algardi,Dequesnoy..)ma con scarsa attenzione filologica alle parti originali che venivano ricomposte in fantasiosi pastiches.

17/04/2006 10:38
 
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Io continuo con il ........taglia/incolla.....



keko [SM=x629188]
22/04/2006 16:21
 
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IL SETTECENTO

Nel '700 vi furono numerose testimonianze scritte sugli interventi di restauro soprattutto a partire dalle seconda metà sel secolo, grazie all'illuminiscmo che promosse un nuovo interesse per le operazioni tecniche.
In Italia sono interessanti a questo riguardo due lettere, scritte nel 1756, dall'abate Luigi Crespi all'Algrotti, "Il saggio sulla pittura" dell'Algarotti stesso (1762) e l'introduzione alle "Pitture notabili di Bergamo" di Andrea Pasta (1775), che sottolineo l'importanza di una costante manutenzione delle opere d'arte.
Il Crespi criticò i restauri del Maratta alla "Farnesina"e più o meno, tutti gli interventi di pulitura e ritocco, sia sui quadi che sugli affreschi.Anche l'Algarotti era contrario ai restauri di cui paventava soprattutto le spatinature e le ridipinture eccessive poichè, da vero illuminista, temeva che il valore didattico dei quadri , andasse perduto in seguito al rifacimento.
All'inizio del '700, Antonio Contri, mise a punto,per l'asportazione degli affreschi, la tecnica dello strappo che sostituì lo stacco a massello, difficile e laborioso.
Risale anche al '700 la tecnica del trasporto della pellicola pittoria da tavola a tela.Questa tecnica ebbe gran seguito e suscitò moltissimo interesse, soprattutto in Francia poichè venne inserita nella polemica fra arti meccaniche e arti liberali portata avanti dall'Encyclopedie.Gli stessi Gesuiti seguirono, nei "Memoires de Trèvois, i lavori del restauratore Robert Picault.Egli divenne famoso grazie al trasporto (da tavola a tela)della "Carità" di Andrea del Sarto attuato nel 1750 che venne esposto a Versaille accanto alla vecchia tavola.Questo suscitò grande entusiasmo tanto che, nel 1751 gli venne richiesto di attuare la stessa operazione anche sul "Grand St.Michel" di Raffaello .Succedette a Picault, J.Louis Hacquin che nel 1777 trasportò la "Sacra famiglia di Francesco I" e nel 1802 la "Madonna di Foligno" di Raffaello.Dietro a questi interventi v'era un'estetica che mirava alla conservazione dell'immagine ma trascurava completamente le caratteristiche materiche dell'opera d'arte.I quadri trasportati venivano infatti, gravemente spatinati durante l'operazione di cartonnage e quindi,per ridare unità alla superficie pittorica,venivano coperti con spesse vernici brune che davano a tutti il medesimo tono ambrato,Durante il trasporto la superficie perdeva spesso l'aspetto liscio e compatto poichè vi rimaneva impressa la trama della tela.Anche i sistemi di pulitura dell'epoca erano piuttosto "pericolosi".(alcuni usavano sfregarli con una spazzola ruvida ed acqua saponata)
Nel 1787, Filippo Haeckert (pittore di vedute alla corte di Napoli) scrisse una "Lettera sull'uso della vernica nella pittura" dove consigliava di verniciare i quadri con la chiara di uovo perchè meno soggetta ad alterarsi della vernice a base di olio di lino. (si cominciavano a notare i primi danni prodotti dagli olii siccativi e dalle vernici grasse)
Nel corso del '700 la professionalità del restauratore venne distinta da quella del pittore.
......
Il più grande restauratore fu indubbiamente Pietro Edwards che visse e lavorò a Venezia dove,già da anni,il problema della conservazione delle opere d'arte era particolarmente sentito.Nel 1773 venne istituito un il quale doveva preparare un elenco di opere da vincolare,che non avrebberoo potuto essere rimosse o restaurate senza il permesso delle autorità competenti.
Edwards nacque a Loreto nel 1744 da genitori inglesi, era pittore lui stesso e alalievodi Gaspare Diziani.Organizzò un efficiente laboratorio di restauro nel refettorio della chiesa di San Giovanni e Paolo e,nel 1786 compilò una relazione sul lavoro svolto negli ultimi otto anni nella quale esaminò le cause di degrado dele opere d'arte,abbozzò un piano pratico per la loro salvaguardia e illustrò le norme da eseguire nel restauro.Nel suo laboratorio le operazioni di restauro eranoorganizzate così:l'ispettore pubblicava un elenco di quadri da restaurare dividendoli in tre classi d'intervento:
a) quella dei quadri dell'estremo bisogno (da pagare 20 lire al piede quadrato)
b) quella dei quadri del grave bisogno (14 lire al piede quadrato)
c) quella dei quadri del minore bisogno (8 lire al piede quadrato)
Edwards si era garantito l'esclusiva dei migliori restauratori di Venezia: Hiuseppe Bertani,Nicolò Baldassini e Giuseppe Diziani.Tutti i quadri dovevano rimanere nel laboratorio e nessuno poteva trarne copia.Egli compilò poi un elenco con i doveri dell'ispettore e dei restauratori in cui è detto (anticipando uno dei criteri fondamentali del restauro moderno) che tutti i materiali impiegati devono essere reversibili.L'Edwards infine, ebbe un ruolo fondamentale per la conservazione delle opere d'arte venezia nel tragico momento della caduta della Repubblica e dell'occupazizone francese, poichè spettò a lui decidere quali opere destinare all'"Accademia" e alle collezioni di Stato (salvandole così dlla dispersione e dl degrado).Uno dei suoi ultimi scritti (1819)intitolato" Progetto per una scuola di restauro delle pitture"mostra come egli avesse individuato nella formazione professionale uno dei problemi fondamentali del restauro.

[Modificato da Ahamiah 22/04/2006 16.42]

28/04/2006 14:44
 
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L'OTTOCENTO

L'occupazione napoleonica provocò la chiusura di chiese e conventi con la requisizione di un gran numero di opere d'arte non solo a Venezia ma più o meno in tutta Italia, dove in questi anni, andarono perdute,distrutte o vendute moltissime opere d'arte:confiscate per musei francesi o vendute a privati o mercanti d'arte,soprattutto stranieri.
A molti polittici veniva sostituita la carpenteri aoriginale (si veda il trittico Tacoli-Canacci nella Pinacoteca di Parma) o venivano smembrati per ricavarne dei "quadri di gabinetto" che erano ricercatissimi dagli amatori.
Dopo la caduta di Napoleone la Francia dovette restituire le opere rubate,ma serbò quelle dimenticate o disperse fuori Parigi.
Fra coloro che s'impegnarono maggiormente per ottenere la restituzione delle opere bisogna ricordare Antonio Canova.
Nella prima merà dell'800 le teorie del restauro furono influenzate dal Romanticismo che portò più cautela negli interventi di pulitura e un maggior rispetto dell'originalità dell'opera.Fra i isostenitori di questa nuova tendenza vanno annoverati importanti artisti fra cui: Goya,Goethe,Delacroix e Ruskin.Uno degli episodi più significativi di questa nuova sensibilità fu la "querelle"scatenata nel 1846 dalle eccessive puliture su alcuni importanti dipinti della National Gallery di Londra (fra cui La Guerra e La Pace di Rubens) In seguito a questa polemica il direttore della Galleria (Charles E.Eastlake) fu costretto a dimettersi come aveva dovuto fare anche Villot (capo restauratore del Louvre).Eastlake, fu poi reintegrato ,ove rimase fino alla sua morte, sia per la sua attività di direttore -fu molto attivo sul mercato antiquariale,riuscendo ad assicurare al museo moltissime opere d'arte (si pensi solo ai 22 dipinti della collezione Lombardi-Baldi)- che come studioso (personaggio più emblematico del mondo artistico dell'800)pubblico infatti nel 1859 il volume "Methods and materials of the old school and masters" checostituisce uno degli studi più importanti prodotti dal rinnovato interesse per le tecniche artistiche che caratterizzò il XIX sec.
insieme a quello della Merrifield "Original treatises dating from the XII to the XVIII centuries on the art of paiting."
Fondamentali furono le nuove nozioni di chimica e soprattutto la scoperta dei raggi X e della fotografia.
.....

Nei primi anni del secolo,vennero attuati alcuni interventi di restauro su importanti monumenti antichi come, ad esempio, il Colosseo di cui, nel 1807, fu restaurato dallo Stern il lato a levante del cerchio esterno e, nel 1826, dal Valadier quello a nord.Gli stessi artisti eseguirono il restauro dell'Arco di Tito che ancora oggi può essere considerato un restauro esemplare anche perchè (come per il Colosseo, per facilitarne il riconoscimento delle parti aggiunte) furono usati materiali diversi da quelli originali: in mattoni per il Colosseo (che è in travertino) e in travertino per l'Arco di Tito (che è in marmo)
Nel 1824 fu restaurato e pulito il Giudizio Universale di Michelangelo a cura di Vincenzo Camuccini che diresse fra l'altro il restauro di molti mosaici paleocristiani, fra cui quelli della volta anulare di Santa Costanza (1834-40)
In questo periodo divennero famosi Pellegrino e Domenico Succi che nel 1826 strapparono l'affresco di Melozzo da Forlì nella Biblioteca Vaticana. Altro famoso "estrattista" di quell'epoca è Pietro Palmaroli che nel 1811 taccò la Deposizione di Daniele da Volterra a Trinità dei Monti.
Nell'800 furono stampati i primi manuali di restauro: il primo fu quello del tedesco Koster (1827),cui seguirono quello del torinese Lorenzo Bedotti,pubblicato a Parigi nel 1837 e quello di Horsin Déon nel 1851,Infine uscirono nel 1866 i primi due manuali di restauro in itlaiano: quello di
Ulisse Forni e quello del Secco-Suardo.Vi erano due correnti di interpretazione del restauro: reintegro non riconoscibile e superfici perfettamente piane da una parte e il restauro "filologico"dove il reintegro doveva essere visibile permettendo così di studiare i modi originali del pittore nelle parti supestiti.Importanti restauri furono fatti dal Botti (sotto la supervisione del Cavalcaselle) agli affreschi di Giotto nella Basilica superiore di Assisi (1873) e alla cappella degli Scrovegni a Padova (1871).Nel 1844-99 ci furono interventi sulla Chieda di Santa Maria in Cosmedin che venne completamente ripulita, dentro e fuori,eliminando la bella facciata settecentesca del Sardi per riportarla al presunto aspetto paleocristiano.
Ricordiamo infine le opposte teorie sul restauro architettonico di Eugène Viollet-le-Duc (1814-1879) e di John Ruskin (1819-1900)
John Ruskin,sociologo,scrittore e critico d'arte inglese su, come Viollet-le-Duc, uno studioso e difensore dello stile gotico, ma considerav il problema del restauro un'ottica completamente diversa, più da letterato che da tecnico.A differenza di Viollet-le-Duc, che credeva possibile porre rimedio ai danni del tempo dall'uomo.
Ruskin sosteneva che un edificio,come un essere vivente,è soggetto ad un'evitabile fine che non può essere evitata ma solo rimandata di qualche tempo con una limitata e accorta manutenzione.Egli si scagliava inoltre contro i restauri di ripristino e di completamento,ribadendo che le opere appartengono all'artista e non è lecito ad alcuno travisare lo spirito che l'autore ha voluto dare.Il Ruskin, riteneva che il degrato del tempo conferisse agli edifici un particolare fascino e scrisse: "un edificio appare nel suo fiore dopo quattro o cinque secoli dalla sua costruzione"






[Modificato da Ahamiah 30/04/2006 17.36]

21/02/2007 00:12
 
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Mio Signore, io purtoppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,
ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?
In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,
dove regna il "capitale", oggi più spietatamente,
riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero
al "potere" dare scacco e salvare il mondo intero ?





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