Cosa spinge un trentenne...a restare con i genitoi?

Volevo proprio sapere la vostra opinione

Perchè stamattina, mi sono "subita", anche se piacevolmente, le lamentele di una signora 60enne, in gamba, attiva, simpatica, che....non sopportava più la presenza del figlio in casa.

A me ha dato l'impressione invece, che le facesse piacere


Non sarà la presenza di genitori iperprotettivi a frenare i pargoli?
Voi che ne pensate??



Da bambino volevo un cane. Ma i miei erano poveri. Così mi comprarono una formica. (Woody Allen)

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Scritto da: @Ljuba@ 24/04/2006 16.08
A me ha dato l'impressione invece, che le facesse piacere


Non sarà la presenza di genitori iperprotettivi a frenare i pargoli?

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Le mamme si lamentano del figlio a 30 a casa e poi piangono quando và a vivere da solo!

credo che la presenza di genitori iperprotettivi abbia un duplice risvolto: o spingono i figli a "scappare" oppure a cullarsi fra le braccia dei genitori

credo che ci sia un'altro aspetto da osservare, quello del lavoro che spesso è precario e non ti dà garanzie...
come puoi fare progetti, prendere impegni, con un lavoro che x 3 mesi c'è, gli tre no!

contaminata :angelino:

[Modificato da contaminata 24/04/2006 17.49]

Ma cosa volete che spinga un trentenne a vivere con i genitori?
Solo due cose, la mancanza di un'entrata economica adeguata allo spicco del volo e la troppo bella vita dell'albergo "dai miei"

Pur essendo molto protettiva con i miei figli, sarei felicissima di vederli spiccare il volo da soli, ma nella società di oggi come fanno? Il lavoro, la casa...sono grossi problemi che frenerebbero chiunque.Per fortuna che ci sono i genitori...e non ascoltiamo quelli che si lamentano...forse non hanno altro di cui parlare

Che cosa spinge i giovani a restare in famiglia? Secondo me, proprio la mancanza di qualcosa che li spinga ad andarsene. Qualche decennio fa, i giovani chiamavano i genitori "matusa", graziosa abbreviazione di Matusalemme, quel tizio che, secondo la bibbia, visse quasi mille anni... Tra genitori e figli c'era un frattura ideologica, un abisso generazionale. La voglia di indipendenza, di libertà, di disporre finalmente di se stessi, del proprio corpo, della propria sessualità, spingeva i ragazzi, anche a prezzo di sacrifici, a lasciare la famiglia il più presto possibile. Oggi le idee sono sostanzialmente le stesse, o, per meglio dire, genitori e figli soffrono della medesima mancanza d'idee e nuotano nel medesimo conformismo. Inoltre il mondo esterno si è fatto più minaccioso e dunque la famiglia rappresenta per tutti, genitori e figli, un rifugio, che magari non sarà un granché, ma è comunque meglio di niente. Le aspre contese che separavano un tempo le generazioni si sono stemperate in una melassa dolcificata, magari confortevole, ma intrisa di una banalità senza confronti. Basta guardare le nostre amate TV. I buoni sentimenti si sprecano. La religione poi si è infilata dappertutto. Se il Papa si gratta un orecchio, lo dicono al telegiornale. I preti e i frati, fateci caso, tutti buoni, generosi e intelligenti, riempiono le fiction e i palinsesti... Ma ce ne fosse uno pedofilo, ce ne fosse...
E'arrivata l'epoca trionfale dei bravi ragazzi, dei bravi genitori, delle buone famiglie. Anche l'economia dà una mano. Senza la pensione dei nonni e senza le loro prestazioni di baby-sitter, il più delle volte non si andrebbe avanti.
Insomma a me pare una stupefacente meraviglia, quasi una nemesi della storia. La famiglia patriarcale, sconfitta, solo pochi anni fa, dalla società industriale, si vede adesso costretta a ricompattarsi per la mancanza di soldi e di prospettive, inatteso frutto avvelenato della società post-industriale...
Che sia alle porte una nuova età dell'oro? Speriamo...

Pio

Bè, la tua analisi è davvero profonda, ulisse...complimenti


Nei paesi Nord europei, questo non accade. I pargoli a 18 anni...sloggiano.
Però, in questi paesi, è altissimo il numero di coloro che vanno a convivere in giovane età, perchè comunque i giovincelli tendono presto a ricreare quel calore familiare...da cui si sono distaccati.

A me personalmente, non dispiacerebbe che i miei figli se ne andassero a 18 anni......basta che mi abitino vicino

A quel punto, direi loro: vabbè, ma se dovete pagare l'affitto, e abitare vicino,(e portarmi il bucato...da lavare ) tanto vale che restiate qua

(Beccata!)

Smack Ljuba



Con le donne sono sempre stato un disastro, fin da bambino. Quando si giocava al dottore a me facevano guidare l'ambulanza.

Grazie per l'apprezzamento della mia analisi, che in realtà non è altro che un'infilata di pensieri in libertà. Sinceri, s'intende. Quello che dici è verissimo e trovo del tutto logico e perfino confortante che i giovincelli nord-europei tentino, convivendo, di ricreare un loro calore naturale... Naturalmente anche la concezione di famiglia varia secondo tempi,luoghi e circostanze, ma l'idea che, magari sulla scorta di immagini stereotipate e su basi terribilmente fragili, quei ragazzi vogliano comunque creare qualcosa insieme, è per me quasi commovente. Certo i tempi sono cambiati: se mia madre fosse andata da suo padre a dirgli che attendeva un figlio da un tizio, con cui non intendeva sposarsi, probabilmente da quel colloquio non sarebbe uscita viva. Oggi invece io mi trovo ad essere felice che mia figlia, per sua libera scelta, sia in procinto di rendermi nonno, senza avere alcun matrimonio in vista, per lo meno a breve scadenza.
Comunque, Ljuba, avevo già fatto, al mio ingresso in questo forum, un apprezzamento sul tuo pseudonimo, evocatore di caldi affetti e di cuore gentile. Confermo la prima impressione e smack anche a te.

Pio

Grazie





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