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In giro per...Roma

Ultimo Aggiornamento: 19/07/2006 22:43
12/07/2006 14:10
 
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imbrattatele
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grazie dei viaggi nell'antica e nuova Roma.
Bellissime e interessanti le foto.
Le descrizioni sono esaurienti, particolari e piacevoli.

E' un'opportunità fantastica del forum !!!

Grazie, io adoro Roma, ci sono stato spesso, per lavoro, ma anche per piacere.
A Roma ho i miei zii preferiti (anche perchè oramai gli unici), lui è regista, non noto perchè poco commerciale, anche se ha partecipato alla sezione principale di Cannes. E' ultramodesto, ora insegna cinematografia a Padova.
Lelahel
12/07/2006 15:16
 
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Bè, fa piacere sapere che i nostri post siano apprezzati [SM=g27817]
Ovviamente, foto, ricordi di viaggio, esperienze varie, sono sempre ben accette, località che per noi hanno significato magari qualcosa sono sempre ben accette. Credo sia questo lo spirito del forum...di pubblicazioni, e siti sterili e nozionistici, ce ne sono a iosa. [SM=g27823] [SM=x629188]

Finisco Villa Torlonia..

CASINA DELLE CIVETTEIl

Il primo nucleo della Casina, un rustico chalet dai rozzi paramenti in tufo, risale al 1840, su progetto del noto architetto veneto G. Jappelli, per volere di Alessandro Torlonia. Tra il 1908 ed il 1914 Giovanni Torlonia jr., nipote di Alessandro, fece ampliare e trasformare l'edificio, in forme medievaleggianti, prima dall'architetto E. Gennari e poi da V. Venuti. Nel 1917-20 l'abitazione subì un'ultima trasformazione, su progetto dell'architetto V. Fasolo, che conferì al complesso quell'aspetto tipicamente liberty che ancora oggi lo caratterizza. La Casina delle Civette ospita il Museo della Vetrata Artistica.



IL CASINO DEI PRINCIPI
Tra il 1835 e il 1840, per volere di Alessandro Torlonia, Giovan Battista Caretti ristrutturò l'edificio conferendogli un aspetto neocinquecentesco, ricco di decorazioni esterne e interne.
Il Casino fu usato dal principe Alessandro Torlonia, nel corso dei fastosi eventi mondani organizzati nella Villa,come dipendenza del Palazzo principale, al quale era collegato da una galleria sotterranea
Il Casino dei Principi è oggi adibito a sede museale ed ospita parte della ricca collezione di sculture dei Torlonia.



IL TEATRO
La costruzione del Teatro venne affidata nel 1840 da Alessandro Torlonia all'architetto Quintiliano Raimondi che nella progettazione dell'edificio sfruttò la pendenza del terreno collocando la facciata principale del teatro verso sud, configurata come un ampio portico ad esedra scandito da nicchie con statue e chiuso da vetrate sotto le quali è organizzata una serra.
Ricchissimo è l'apparato decorativo degli interni, realizzato con pitture ad olio e a tempera su muro, sculture in gesso, mosaici pavimentali e stucchi.
Spiccano le decorazioni dei due appartamenti laterali opera di Costantino Brumidi (1844-45) e le sculture di un folto gruppo di allievi di Bertel Thorwaldsen.
Le decorazioni furono terminate solo nel 1874 e le rappresentazioni teatrali note furono pochissime, di cui l'ultima nel 1905. Attualmente in fase di restauro



SERRA, GROTTA E LA TORRE MORESCA

La Serra, la Grotta e la Torre Moresca, costruite tra il 1839 e 1840 su progetto di Giuseppe Jappelli, sono state ideate in un progetto unitario che guarda alle pittoresche progettazioni dei giardini all'inglese ma anche a citazioni "ariostesche".

La Serra Moresca, oggi in grave stato di abbandono, venne realizzata ad imitazione degli elementi architettonici delle moschee di Cordova e dell'Alhambra di Granada. Le decorazioni furono realizzate dal pittore Giacomo Caneva, che si ispirò al libro di James Canavah Murphy, The Arabian Antiquities of Spain. A breve inizieranno i lavori di restauro. (fig.1)
La Grotta, edificata a ridosso della Serra Moresca, è stata in gran parte demolita nel 1908. All'interno si trovavano due piccoli laghi, stalattiti e stalagmiti artificiali ricoperte di muschi e altre piante si appoggiavano alle pareti. L'ampiezza del luogo era tale che era possibile girare al suo interno anche in carrozza.
La Torre Moresca, di cui oggi rimangono poco più delle sole strutture murarie, è addossata alla struttura della Serra.
L'accesso era dalla Grotta, percorrendo una grande scala elicoidale che immetteva in tre piccoli ambienti scalati su tre piani: uno stanzino al primo piano, una cucina al secondo e una piccola e raffinatissima sala da pranzo al terzo con ricchissime decorazioni moresche. A breve inizieranno i lavori di restauro. (fig.2)





VILLINO MEDIOEVALE E LIMONAIA
La Limonaia venne commissionata da Alessandro Torlonia all'architetto Quintiliano Raimondi intorno al 1840 come edificio preposto al ricovero degli agrumi e come serra di fiori.
Nel 1906 la facciata ovest della Limonaia venne inglobata nella nuova costruzione del Villino Medievale, progettato dall'Architetto Enrico Gennari e concepito come edificio di residenza di Giulio Borghese Torlonia, marito dell'unica figlia di Alessandro.. Il villino, di grandi dimensioni, non conserva sale particolarmente decorate tranne una al primo piano con gli stemmi della città e dei suoi rioni.
Di un certo interesse è anche la scalea di raccordo tra l'edificio della Limonaia e il Villino Medievale abbellito da una fontana rustica.


VILLINO ROSSO
Situato all'angolo tra via Siracusa e via Spallanzani, fu probabilmente realizzato nel 1920 come residenza dell'amministratore dei Torlonia e prende il nome dal suo colore. I prospetti esterni sono decorati, secondo lo stile eclettico di quegli anni, con colonnine, archetti e bugnati di stile neo medioevale e neorinascimentale. Attualmente è sede dell'Accademia delle Scienze detta dei XL.



Ecco zio Keko...bel giro, vero?
Ci riposiamo? [SM=x629188]

12/07/2006 16:59
 
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imbrattatele
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San Paolo Fuori Le Mura.
Bellissimo tour, Ljuba, questi posti non li conoscevo...

Io torno alla Capitale per parlare della Basilica di San Paolo Fuori le Mura.
Edificata da Costantino sulla tomba dell'apostolo Paolo, la chiesa si conservò nelle forme originarie fino al 15 luglio 1823, data dell'incendio che la distrusse per essere riconsacrata nel 1854.
L'impianto dell'attuale San Paolo presenta all'esterno un grandioso quadriportico che precede la facciata principale (verso il Tevere) con 146 colonne di granito a delimitare uno spazio dominato dalla satua dell'Apostolo Paolo, opera di Pietro Canonica.
La fronte, emergente dal quadriportico, propone una ricca decorazione musiva sia nel timpano (con la raffigurazione del Redentore fra i Santi Pietro e Paolo), che nel fregio (con un Agnus Dei su una collina simbolicamente elevantesi fra le due città sante di Gerusalemme e di Betlemme) e nei quattro grandi Simboli dei Profeti, che si alternano alle tre finestre di facciata.
Parimenti sontuoso, l'interno propone una suddivisione in ben cinque navate separate da ottanta colonne in granito di Baveno; un fregio ininterrotto corre lungo la crociera e le navate laterali con le Effigi dei 263 Papi successori di San Pietro.
Infine alle pareti vi è la ritmica alternanza di lesene corinzie e grandi finestre con lastre in alabastro (sostitutive delle verrate dipinte distrutte in uno scoppio del 1892).
Il soffitto è a lacunari con grandi riquadri dorati che si disegnano sul fondo bianco.
Due imponenti stature dei Santi San Pietro e Paolo sorvegliano il transetto sopraelevato ed a questo livello si inserisce il sontuoso arco trionfale, detto di Galla Placidia, che risale al tempo di Leone Magno, ad inquadrare l'abside già decorata da mosaici risalenti al V secolo e sostituiti da Onorio III nel XIII secolo per mano di artisti veneti che si dice appositamente inviati al Pontefice dal Doge di Venezia; essi riproducono un Cristo benedicente fra i santiPietro, Paolo, Andrea e Luca, mentre Onorio, di proporzioni significamente assai ridotte, bacia il piede del Salvatore.
Il Redentore campeggiava anche sul fondo d'oro del mosaico dell'arco trionfale, questa volta affiancato da due Angeli adoranti e dal Simboli degli Evangelisti, a dominare la sottoposta duplice teoria di Dodici Seniori offerenti definita lateralmente dalle figure leggermente sfalsate dei Santi Pietro e Paolo su fondo turchino.
Dell'arredo architettonico della Basilica fa poi parte il Tabernacolo che Arnolfo di Cambio eseguì nel 1285 con la collaborazione di un "Petro" identificato da alcuni con Pietro Cavallini, autore ugualmente presunto dei mosaici (oggi solo resti) che decorano la fronte posteriore del sopra ricordato arco di trionfo e che avevano la loro collocazione originaria all'esterno dell'edificio della Basilica:
Sotto il prezioso ombrello del Tabernacolo arnolfiano si trova l'altare sovrapposto all'arca che custodisce la Tomba di San Paolo, con l'immancabile "fenestrella confessionis" da cui si scorge l'epigrafe incisa sulla pietra <Paulo Apostolo Mart.>, risalente al IV secolo.









Ariel.



















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19/07/2006 22:43
 
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apprendista
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Pantheon.
La prima costruzione fu realizzata da M. Vipsanio Agrippa, il fedele collaboratoredi Augusto, nel 27 a.C. in età traianea, il tempio fu completante rifatto da adriano tra il 118 ed il 128, nella forma che vediamo ancora oggi.
L'iscrizione che si legge sull'architrave , M(arcus) Agrippa L(uci) f(ilius) co(n)s(ul) tertium fecit, è stata dunque collocata da Adriano, il quale non appose mai il suo nome su alcuno dei monumenti da lui edificati.
La ricostruzione adrinae modificò profondamente l'edificio primitivo: la facciata venne rivolta verso nord, il pronao attuale occupò l'area dell'antico tempio e lagrande rotonda venne a coincidere con l'area scoperta antistante.
Il grande portico colonnato tutt'oggi ha una facciata composta da otto colonne di granito grigio; in corrispondenza della prima, terza, sesta ed ottava di esse si dispongono in profondità altre due colonne di granito rosso, che formano così tre navate; quella centrale, più larga, conduce all'ingresso; le laterali si concludono con due grandi nicchie, destinate ad ospitare le statue di Augusto e di Agrippa.
Il timpano era decorato da un'acquila con corona in bronzo.
Anche il soffitto del pronao era ornato in bronzo, ma esso fu fatto asportare da Papa UrbanoVIII Barberini (da ciò la celebre pasquinata "quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini).
Dietro il pronao è una massiccia costruzione laterizia, che lo collega alla rotonda.
Essa è un gigantesco cilindro costituito da un muro spesso 6 metri, diviso in tre settori sovrapposti, sottolineati esternamente dalle cornici. La muratura si va alleggerendo via via che sale verso l'alto, ed anche lo spessore delle pareti, attraversate in vari punti da volte di mattoni, non è pieno.
La rotonda è alta esattamente quanto il diametro (mt. 43,30), così che la cupola che si eleva su di essa, risulta perfettamente emisferica.

Ariel. [SM=x629140]




















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