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Chi era San Babila?

Ultimo Aggiornamento: 05/07/2006 09:58
05/07/2006 09:58
 
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Lo scopriamo subito... [SM=g27822]

San Babila Vescovo

Vescovo di Antiochia negli anni Quaranta del III secolo, San Babila morì martire «in prigione ad Antiochia dopo la sua confessione», durante la persecuzione dell’imperatore Decio verso l’anno 250.
Viene rappresentato martirizzato con tre fanciulli.

Non abbiamo molte notizie al riguardo..

Per i tre fanciulli possiamo raccogliere soltanto i loro nomi e l’età di ciascuno, così come ci sono stati conservati dalla tradizione siriaca nel martirologio di Rabban Sliba del XIII secolo; sono Barbado (12 anni), Apollonio (9 anni) e Urbano (7 anni).

Per San Babila la nostra fonte principale è san Giovanni Crisostomo: nativo di Antiochia e collaboratore del vescovo Melezio (+ 381) e soprattutto del suo successore Flaviano (+ 404) sino al 398 quando divenne vescovo di Costantinopoli, il Crisostomo poté raccogliere le voci che circolavano nella comunità antiochena riguardo al santo vescovo. Ci racconta così, nel lungo discorso Su san Babila contro Giuliano e i gentili scritto verosimilmente negli ultimi mesi del 378 o nei primi dell’anno seguente, un episodio rivelatore della fortezza e della franchezza di parola di san Babila.

Un imperatore cristiano dei tempi antichi, ricorda il Crisostomo senza impegnarsi a ricercarne o a rivelarne il nome, aveva ricevuto come ostaggio da un re barbaro il figlio, quale segno della pace raggiunta fra i due e con la promessa che l’avrebbe trattato con affetto come un proprio figlio; invece lo uccise e, reo di un sì grave delitto, osò presentarsi all’assemblea per partecipare alla divina liturgia. Ma il vescovo di quel luogo, san Babila appunto, gli vietò l’accesso al tempio sacro e lo scacciò; venne però arrestato e quindi condannato a morte.

Il martire, prima di essere condotto al supplizio, chiese di essere sepolto insieme con le catene che avevano accompagnato la sua prigionia.

È invece ben documentata la sorte delle sue reliquie: il testimone principale al riguardo è ancora san Giovanni Crisostomo, nei due scritti principali riguardanti san Babila.

Le sue spoglie, sepolte originariamente nel cimitero di Antiochia che si trovava fuori città, extra portam Daphniticam, a metà del IV secolo vennero trasferite dal Cesare Gallo (35 1-354) proprio nel vicino sobborgo di Dafne.

Si trattò di un avvenimento assai singolare, perché costituisce il primo caso di traslazione di reliquie di cui ci sia giunta sicura testimonianza. Con questa decisione Gallo intendeva stroncare il culto pagano ad Apollo, che a Dafne aveva un antico tempio, sostituendogli il culto cristiano per san Babila, e voleva così liberare quel luogo dalla corruzione che vi regnava. Infatti, quando di lì a una decina d’anni, nell’agosto del 362 l’imperatore Giuliano venne a Dafne, trovò il tempio del dio in condizioni pietose e il suo oracolo ormai silenzioso; per ridar vita al culto pagano e per «purificare» i dintorni del tempio, Giuliano impose allora di ritrasferire i resti del martire lontano da Dafne: Giovanni Crisostomo e le altre fonti cristiane assicurano che il trasporto delle reliquie al cimitero di Antiochia, donde erano state raccolte alcuni anni prima, si trasformò in una grande manifestazione di fede e in una processione trionfale in onore del Santo.

Ma non fu questa l’ultima traslazione: nel 379-380 il vescovo Melezio fece costruire di fronte ad Antiochia, al di là del fiume Oronte, un martyrion in onore di san Babila: in esso le sue reliquie vennero definitivamente trasferite e accanto ad esse fu pure tumulato, nel 381, lo stesso Melezio.


Il culto di san Babila e dei tre fanciulli, diffuso precocemente in Occidente, giunse anche a Milano. La presenza di questa memoria liturgica di origine siriaca in ambito milanese - attestata già negli antichi messali ambrosiani del IX secolo e nella chiesa stessa di San Babila di cui si hanno testimonianze certe a partire dal secolo XI - deve essere collocata fra i numerosi segni, noti e ampiamente studiati, del profondo influsso orientale sulla liturgia e sulla vita della Chiesa di Milano.


La commemorazione di san Babila e dei tre fanciulli fissata al 4 settembre nel Sinassario e negli altri libri liturgici della Chiesa greca, è invece attestata al 24 gennaio, come si è visto, sia in san Giovanni Crisostomo, sia negli antichi Martirologi siriaco e geronimiano; allo stesso giorno è conservata anche nel Martirologio romano.


A Milano la data del 24 gennaio è attestata a partire dai messali del IX secolo sino ai nostri tempi. Oggi tuttavia, dopo la riforma liturgica attuata dal concilio ecumenico Vaticano II, per lasciare spazio il 24 gennaio alla commemorazione di san Francesco di Sales, la memoria di san Babila e dei tre fanciulli è stata anticipata al giorno precedente, 23 gennaio.


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<p><font class='xsmall'>[<i>Modificato da @Ljuba@ 05/07/2006&nbsp;10.00</i>]</font></p>
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