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LAVORI MORTALI PER PICCOLE MANI

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2006 16:01
12/07/2006 14:59
 
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Oltre 120 milioni di bambini nel mondo sono sfruttati in lavori gravosi e disumani. Anche molte imprese italiane trasferitesi all'esterno (Albania, Romania, Polonia, Tailandia, India, ecc.) usano manodopera minorile per lavori massacranti e malpagati. Il lavoro minorile è anche la faccia sporca del processo di delocalizzazione: il trasferimento delle imprese dei Paesi ricchi ai Paesi poveri.
Ma non si tratta di una fenomeno solo circoscritto ai Paesi in via di sviluppo o del Terzo Mondo, bensì attraversa anche gli stessi Paesi ricchi. 800 casi accertati nel 2000 di sfruttamento del lavoro dei bambini al di sotto dell'età richiesta, adibiti a mansioni lavorative faticose, usuranti e nocive in diverse regioni italiane.
Il mercato del lavoro della canna da zucchero nelle 14 aziende che lo producono nella regione di Rio de Janeiro è in mano ai bambini lavoratori. In questo settore lavorano circa 6 mila bambini dai 7 ai 14 anni, con una media di 14 ore al giorno. Il 40% circa degli incidenti accadono proprio ai bambini. Per i lavori che fanno, le aziende li pagano con una somma ridicola: appena 14 dollari la settimana.
I bambini che lavorano nelle piantagioni per la lavorazione della fibra d'agave, nella regione più povera del Brasile, il nordest, vengono remunerati ancora meno: circa 3 dollari la settimana. L'agave è una pianta dura, abrasiva che si può trasformare in una fibra resistente, usata per produrre materassi. Troviamo bambini che hanno problemi agli occhi o che hanno perso le dita. I bambini che si occupano di mettere le foglie di agave nelle macchine per la frantumazione, rischiano di subire amputazioni alle mani ed alle braccia.
A tuttoggi non esiste nel mondo un sistema di monitoraggio indipendente che garantisca il non impiego di bambini nella fabbricazione dei prodotti che tutti noi utilizziamo. In Italia e nel resto del mondo, nonostante la Convenzione 138 che fissa l'età minima lavorativa al termine della scuola dell'obbligo, sono oltre 120 milioni di bambini che lavorano a tempo pieno.
Per combattere efficacemente il lavoro minorile i governi devono assumere contemporaneamente una serie di iniziative:

1. lottare contro la povertà nelle famiglie, affinché queste non abbiano più bisogno di far lavorare i loro figli e garantire la scuola obbligatoria e gratuita (spendendo in 10 anni circa 25 miliardi di dollari - meno di quanto gli americani spendono in birra e gli europei in vino in 2 anni, secondo i calcoli del rapporto Unicef 1993 - si potrebbero fornire tutte le comunità rurali e povere di acqua potabile, sanità ed istruzione di base);

2. penalizzare severamente le imprese che ricorrono al lavoro minorile;

3. aiutare i bambini che già lavorano a recuperare i loro diritti.

Un'altra proposta concreta per l'Italia, ma allargabile anche ad altri Paesi, potrebbe essere quella che il Ministero del Commercio certifichi che i prodotti importati sono esenti da impiego e sfruttamento di manodopera minorile
Sono trascorsi oramai 7 anni dall'assassinio del piccolo bambino sindacalista pachistano di 12 anni, Iqbal Masih, che aveva osato ribellarsi alla sua condizione di semi schiavitù come tessitore di tappeti, denunciando i suoi sfruttatori e divenendo sindacalista dei bambini lavoratori. Un personaggio troppo scomodo per chi sul lavoro dei bambini si è arricchito: Iqbal rimase vittima di un colpo di fucile il cui autore è ancora sconosciuto. Iqbal ripeteva spesso nei suoi interventi pubblici che: "nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che dovrebbe tenere in mano sono penne e matite."
13/07/2006 16:01
 
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Chi uccide un bambino spegne il sorriso di una fata
Ricordiamo Iqbal Masih, il bambino sindacalista ucciso il giorno di Pasqua di 11 anni fa.




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