E' diventata Cavaliere.
Cav. Carla Accardi.
E ride
E' buffa tanta onorificenza in un paese che ancora non le ha dedicato una mostra antologica alla Galleria Nazionale. - Anche se adesso me la chiedessero non la farei più. è troppo tardi - dice.
Eppure la Accardi è davvero un caso raro nel panorama dell’arte italiana. Unica pittrice negli anni Cinquanta a far parte del radicalissimo gruppo Forma 1, litigava con Renato Guttuso, Palmiro Togliatti e tutto il realismo socialista dichiarandosi ’marxista e formalistà a un tempo.
Sola donna presente alla Royal Academy nella grande mostra sul nostro Novecento organizzata negli anni Ottanta da Norman Rosenthal.
E una delle due sole artiste (insieme a Marisa Merz) invitate a rappresentare la ’Italian Metamorphosis’ al Guggenheim di New York nella rassegna sugli anni d’oro dell’avanguardia italiana firmata da Germano Celant.
Ammettiamolo, artisti e critici italiani sono un po’ misogini. Lei non lo ammette e ride.
Eppure la sua storia è davvero unica.
Una ragazza siciliana, minuta e molto graziosa, che a 21 anni, nel 1944, lascia Palermo per andare da sola a studiare arte a Firenze.
- La mia famiglia era particolare: mia madre anticlericale, mio padre un ingegnere colto come sanno essere solo i professionisti di provincia. Aveva preso tutti i miei primi quadri e li aveva appesi alle pareti. Una donna per riuscire deve avere un padre che crede in lei. -
Soprattutto, che le trasmette entusiasmo.
Perchè Carla Accardi è un’entusiasta.
Una straordinaria miscela di grande disciplina e voglia di sperimentare.
ciauu
ul