18/07/2006 11:56 |
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a sistematica ricerca ed esaltazione del segno-colore connota da oltre mezzo secolo la personalità artistica di Carla Accardi (Trapani 1924) , fra i massimi esponenti dell’astrattismo italiano. Dal 1946 a Roma, la giovane siciliana si impose presto all’attenzione dei maggiori critici come uno dei protagonisti del gruppo "Forma" (1947), con Sanfilippo (suo marito), Dorazio, Perilli, Consagra, Turcato. Negli anni Cinquanta, nel clima di cultura informale, propose serie libere di segni bianchi su fondi neri. Negli anni Sessanta, segnati anche dalla militanza femminista e dal sodalizio con la giovane studiosa Carla Lonzi, la conquista del colore luminescente: nel 1964, una sua personale alla Biennale di Venezia la impone all’attenzione internazionale. Un lavoro in progress la porta a superare la superficie piana della pittura: inventa forme spaziali fatte di fogli di silicofoil sui quali si svolgono trasparenti i tracciati del colore. Un rapporto fra opera e spazio che sfocia negli anni Settanta nelle "Tende", vere e proprie strutture abitabili e percorribili. Altri materiali vengono sperimentati negli anni Ottanta: tele grezze da cui trapelano stesure cromatiche di varia intensità. Altre importanti mostre nel mondo consacrano l’energia intrisa di luce mediterranea del suo lavoro.
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