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Fate gli artisti, non fate le vittime!

Ultimo Aggiornamento: 19/07/2006 22:26
19/07/2006 22:13
 
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Non si tratta di illudersi, come nella favola di PollyAnna, che il mondo sia tutto bello e meraviglioso...
Certamente esiste il dolore, esiste la guerra e la cattiveria umana è reale quanto la sua bontà. Ma se non vogliamo rischiare di perderci nel buco nero dell’angoscia, se non vogliamo rischiare di scivolare lungo il viscido sentiero della depressione, allora dobbiamo rimboccarci le maniche e – faticosamente, con amore e disciplina –imparare a creare. Detto altrimenti: imparare a fare gli artisti della vita.

Così come l’artista plasma la materia (il marmo, le note, immagini o colori), così l’artista della vita deve imparare a plasmare il proprio dolore, a lavorare sulla propria angoscia esistenziale. La materia da sagomare in questo caso sono le nostre vecchie abitudini, i nostri piccoli piaceri negativi a cui non vogliamo rinunciare, il nostro orgoglio, il cinismo, l’egocentrismo, la critica e il giudizio, la competizione a tutti i costi, il bisogno di potere sull’altro e il possesso. Si tratta di materiali che sono molto rigidi, cristallizzati dentro il nostro animo, davvero poco disponibili ad essere plasmati.
La prima difficoltà è generata dalla presunzione di esserne immuni, come se si trattasse di argomenti che non ci riguardano direttamente. La seconda difficoltà risiede nel fatto che – anche quando ci armiamo della migliore disposizione d’animo per sradicare le cause del nostro stesso male – esso sfugge alla nostra sorveglianza. È come se il meccanismo scattasse automaticamente, quasi fuori controllo. Capita così che ce ne accorgiamo sempre un attimo dopo: ascoltiamo le nostre parole solo dopo averle pronunciate, osserviamo e riflettiamo sulle nostre azioni solo dopo averle compiute, quasi fossimo soltanto spettatori piuttosto che attori. L’obiettivo dell’artista della vita – come dice Antonio Mercurio – è quello di creare “bellezza” a partire dalla propria esistenza e per la propria esistenza e di quella degli altri. L’artista della vita deve digerire bocconi spinosi.
19/07/2006 22:14
 
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Solo per fare qualche esempio: accettare l’imperfezione, accettare di sentirsi all’interno di un viaggio che è un cammino di conoscenza, accogliere il buio della notte con lo stesso amore come si accoglie la luce del sole, accettare che senza disciplina e senza tanti errori è difficile imparare davvero.

Imparare a creare bellezza è l’unica speranza per l’uomo del terzo millennio.

La tecnologia ci aveva illuso che avrebbe risolto tutti i mali del mondo. Ha migliorato sì la nostra quotidianità, ma ha tradito le attese e ci ha lasciati altrettanto vuoti, ancora sgomenti di fronte al mistero della vita e del cosmo. Imparare a creare bellezza significa non rimanere immobili di fronte al dolore, non essere complici dell’angoscia, della bruttezza. È come se avessimo ricevuto un’educazione che dice: “se non sei perfetto, allora non sei degno di amore”. Questo messaggio non è conservato nei nostri ricordi, nella nostra memoria consapevole, ma è inciso nel nostro inconscio, in una sorta di memoria cellulare. Viviamo condizionati da questo falso pensiero, senza neppure sapere di averlo. Bisogna invece cominciare a credere in se stessi fino in fondo, ad amarci e ad accoglierci a partire proprio dalle nostre imperfezioni. Sono queste che ci impediscono di essere omologati, di essere tutti uguali, di godere della ricchezza infinita del creato. Per ognuno di noi esiste un sentiero per uscire dal bosco nero dei nostri antichi dolori.

Ci vuole forza, fiducia ed arte: bisogna provare senza mai perdere la speranza, altrimenti perderemmo veramente noi stessi. Non è facile, ma si può fare.
19/07/2006 22:24
 
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L'arte terapeuta aiuta ad accogliere, legittimare, rispecchiare, amplificare i messaggi dell'altro con parole, disegni, proposte. Ciò avviene cogliendo non solo ciò che è bello, gradevole allo sguardo, ma ciò che risulta comunicativo, significativo. Un po’ come nel linguaggio dei neonati "mmm" diventa "mamma", allo stesso modo lo scarabocchio del bambino acquista significato perché c'è qualcuno che chiede "cos'è?". Lo stesso processo avviene nei laboratori di arteterapia: qualcuno chiede "cos'è?".

In questo contesto, quindi, il senso estetico è diverso da quello classico, la lettura dell'opera è affidata alla relazione con il paziente, e l'uso dei materiali è più libero che tecnico.

L'arte, perche' ?

La grande arte, quella di artisti celebri di ogni campo e corrente (pittura, scultura,ma anche fotografia, video, pubblicità, ecc) è sicuramente portatrice di messaggi, di significati che precorrono i tempi, riesce a far condividere emozioni fertili ad un pubblico sensibile e ricettivo; lo stesso fenomeno si riproduce in ognuno di noi, nel momento in cui mettiamo in comunicazione il nostro mondo interiore con il mondo esterno.
19/07/2006 22:26
 
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Arte, creatività' e benessere
L'Arte-terapia va ad utilizzare le potenzialità, che ognuno possiede, di elaborare il proprio vissuto e di trasmetterlo creativamente ad altri: ove educare sta per e-ducere, ovvero portare fuori e nella pratica riabilitativa portare fuori dal buio verso una maggiore conoscenza.

Come dunque le arteterapie inducono gradualmente modificazioni positive e benessere?

Le tecniche legate all’arteterapia hanno la funzione di porre in migliore comunicazione soma e psiche, corpo e mente. Offrendo al paziente strumenti di espressione e/o di realizzazione plastica il counsellor o il terapeuta facilitano in lui l'emergere delle emozioni, desideri, aggressività, paure così da finalizzarle ad una evoluzione più fattiva per l'utente stesso.

I due "cervelli"

Il linguaggio analogico che deriva dall'attività dell'emisfero destro (non verbale: linguaggio analogico), sovrindende alla fantasia, alla creatività, all'intuizione, alla percezione visiva, olfattiva, alla comunicazione e ai segnali corporei: tutta questa ricchezza, un vero patrimonio presente in ognuno di noi quasi non è utilizzato da una larga maggioranza di persone o lo è solo inconsciamente; riappropriarsene rendendolo più consapevole può essere un valido sostegno nelle prove quotidiane che la vita ci pone.

Tutte queste nostre capacità poco esplorate vengono infatti comunemente utilizzate nell'arte-terapia: così attraverso un disegno contatteremo meglio la nostra voglia di emergere, oppure con la creta faciliteremo a noi stessi una regressione e una graduale riappropriazione della tenerezza, mentre con l'ausilio della musica è possibile accedere più facilmente a sentimenti ed emozioni rimosse, la danzaterapia ci può far comunicare col corpo al di là delle barriere del linguaggio e delle convenzioni e ancora con la poesia riusciremo a integrare cuore e ragione sperimentando inoltre lo stare in un gruppo con sostegno emotivo reciproco, calore e partecipazione pur conservando ognuno la propria preziosa individualità e andando ad arricchire il patrimonio comune del gruppo stesso con le nostre parti più belle liberamente espresse. Benessere è essere se stessi, star bene nella propria pelle e questo si può imparare ad ogni età; l'arte - terapia viene anche utilizzata per handicap gravi e per psicopatologie strutturando un lavoro di equipe ove trovino spazio e si coordino rafforzandosi a vicenda le varie competenze e professionalità: lo psichiatra e/o lo psicologo ma anche l'arte-terapeuta e l'infermiere o il psicomotricista.
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