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Pre-Raffaeliti

Ultimo Aggiornamento: 30/09/2006 10:40
25/07/2006 16:52
 
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Questo e il movimento artistico che amo piu di altri. Inizio con il mio preferito, Dante Gabriel Rossetti.












I preraffaeliti sono un movimento artistico nato nel 1848 ad opera di alcuni pittori inglesi contrari all'arte del periodo.
Essi infatti consideravano l'arte inglese desueta ed artificiosa e si proponevano di ritornare ad uno stile più semplice ed alla rappresentazione della natura quale essa è.
Questi artisti si ispiravano prevalentemente ai pittori anteriori a grande Raffaello, da qui il nome "Preraffaelliti".



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[Modificato da ::Red:: 25/07/2006 16.55]

25/07/2006 18:26
 
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Corrente pittorica molto interessante, questo gruppo di artisti inglesi che decidono di rifarsi all’epoca tardo-medioevale, allo stile tardo gotico e primo rinascimentale del Trecento e del Quattrocento, che trovava in Raffaello l’esponente più tipico.

Complimenti ottima la tua segnalazione.....

Da approfondire con calma e interesse......


Kekus [SM=g27811]
25/07/2006 18:28
 
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Quattro parole quattro sui preRafaeliti, gruppo di pochi artisti dalle idee tanto chiare quanto falsamente antiche (opinione del tutto personale)
Riporto qui sotto un breve riassunto della loro storia.
Personalmente non trovo nelle loro opere nulla che si possa definire nuovo nell'epoca in cui essi hanno lavorato.
Diciamo un dipingere nostalgico, spesso utilizzando mera tecnica e ripetitività di forme.
ciauu
ul


Londra, 1848. Sette artisti si uniscono per contrastare il forte accademismo e la progressiva banalizzazione della pittura vittoriana che vede in Raffaello un punto limite da imitare e impossibile da superare, se non con il recupero del senso etico primitivo e l’utilizzo di elementi storici e arcaizzanti. Questo stile pittorico, all’apparenza antico, in realtà sposa anche la fotografia lavorando preferibilmente da scatti e non dal vero, servendosi di amici e parenti come modelli.


Proserpina (con poesia), 1874, Dante Gabriel Rossetti.
Londra, Tate Gallery.

Occorre dimenticare la storia, mirare all’anima di chi ha tradito la verità per la bellezza. Un processo simile a quello intrapreso da William Blake in epoca pre-romantica con la sua arte visionaria.
Se Raffaello disprezza la semplicità della verità, questi pittori ne vanno alla ricerca e trovano le fonti di massima ispirazione nel Medioevo e nella letteratura; che vengono travestiti e rivisitati per fuggire il proprio tempo.
Partendo da questo presupposto, Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt, John Everett Millais, Thomas Woolner, James Collinson, Frederick George Stephens e William Michael Rossetti ritengono indispensabile creare delle regole precise che li costringano a tornare alla bellezza e luminosità del colore primitivo.
Nasce così la confraternita dei Preraffaelliti (The Pre-Raphaelite Brotherhood) che si prefigge quattro regole fondamentali:
1. Avere idee genuine da esprimere.
2. Studiare attentamente la Natura per dar loro vita.
3. Simpatizzare per tutto ciò che è diretto, serio e sentito nell’arte; a discapito di ciò che è convenzionale e studiato meccanicamente.
4. Produrre quadri e sculture di alto livello.
Il colore è steso sulla tela bianca ancora umida, a sottolineare la differenza con lo spessore della pennellata che imperversa alla Royal Academy. I preraffaelliti percepiscono che la semplicità è altrove, da ricercarsi nel passato.
La confraternita trova in Dante Gabriel Rossetti il proprio epicentro e nella sua ossessione per l’omonimo poeta (ereditata dal padre italiano, insegnante di letteratura a Lontra) e l’amata Beatrice, un’icona che incorpora tutta la tradizione medievale ed è pregna di significati simbolico-letterari. Non è un caso se Dante Gabriel non riuscirà mai a decidersi tra poesia e pittura, prova ne siano i dipinti molto spesso accompagnati da versi, come nel caso di “Proserpina” - oggi alla Tate Britain - in assoluto il quadro di maggior valore della corrente.
Dato l’immenso estro del giovane, l’ambiente scolastico gli appare da subito stretto; presagio della profonda apprensione che proverà in età adulta per l’intero mondo accademico. Allontanatosi dalla Royal Academy che accusa di indifferenza e poca passione, scrive una lettera colma di ammirazione per le sue opere al pittore di ispirazione nazarena, Ford Madox Brown (illustratore esemplare di momenti di vita sociale come l’ovale: “Addio all’Inghilterra”), il quale dapprima si crede vittima di uno scherzo, poi lo accetta di buon grado come suo allievo.
La permanenza nel suo studio non lo soddisfa, quindi si trasferisce da William Holman Hunt che più di tutti saprà tenere fede ai princìpi fondamentali della confraternita.
Partendo da questi presupposti ai quali si aggiunge l’inizio della collaborazione con il pittore destinato a diventare il più famoso dei preraffaelliti, nonché il responsabile morale della rottura del gruppo, cinque anni dopo: John Everett Millais; si decide all’unanimità di firmare tutte le tele con l’acronimo: PRB, uno dei primi quadri a portare questa sigla è “Ecce Ancilla Domini” di Rossetti, che suscita aspre critiche a causa dell’espressione della Vergine Maria (per la quale ha posato la sorella Christina) troppo dimessa e umana e dell’uso esasperato del bianco, che ne mettono profondamente in dubbio l’abilità tecnica, indiscutibile oggi ma totalmente incompresa a metà ‘800.
Nel 1849 Elizabeth Siddal (la quale diventerà, in seguito, anche un’ottima pittrice), una modista, posa per “La Dodicesima Notte” di Walter Dervell. La sofferenza dei suoi occhi e l’aria perennemente emaciata incantano Dante Gabriel Rossetti al primo sguardo, dando vita ad una storia sentimentale ed artistica destinata a sopravvivere anche dopo la morte di entrambi.
Il volto di Elizabeth è quello di quasi tutti i dipinti della prima parte della carriera di Dante che la identifica completamente con l’amore ultraterreno del poeta fiorentino per Beatrice; proprio in quegli anni lavora alla traduzione inglese della “Vita Nuova” e prosegue nel redigere le sue poesie.


La testa funesta (dal ciclo di Perseo), 1875-98,
Edward Burne Jones. Stoccarda, Staatsgalerie.

Singolare l’aneddoto che vede la Siddal posare per uno dei dipinti più famosi di metà ‘800, quello dell’ “Ophelia” di Millais, il quale la fa rimanere un mese immersa in una vasca da bagno riscaldata da lampade, causandole gravi problemi polmonari.
Quasi dieci anni dopo averla conosciuta, Rossetti accetta di sposarla nel 1860.
L’unione subisce un duro colpo due anni dopo, quando Elizabeth da alla luce una figlia nata morta, compromettendo la propria salute psico-fisica per sempre, fino alla tragedia finale che la vede assumere una dose letale di laudano. Il senso di colpa perseguiterà Rossetti per sempre e gli farà prendere la decisione di seppellire tutte le poesie scritte fino ad allora nella tomba di lei, e di dipinge un ritratto postumo - dal titolo “Beata Beatrix” - come segno perenne del suo amore.
Da questo momento non espone più in pubblico e vende quasi esclusivamente a collezionisti.
Gli ultimi anni ’50 segnano anche la fine del matrimonio di John Ruskin e la moglie Effie che più tardi convolerà a seconde nozze con Millais. John Ruskin - oltre a una carriera di acquerellista di tutto rispetto - è da considerarsi come l’artefice del successo della confraternita; sua è infatti la lettera al Times in cui tesse le loro lodi facendo sì che la critica riveda la propria posizione.
La vita di John Millais prende una direzione diametralmente opposta a quella di Rossetti, la popolarità dei suoi dipinti d’ispirazione sentimentale è immensa e gli consente di diventare un Associato della Royal Academy; nel 1896 ne diventa presidente e incoraggia l’apertura della National Portrait Galley e la Tate Gallery, allontanandosi definitivamente dal gruppo.
Gli anni ’70 sono quelli “dell’arte per l’arte”, di una pittura più estetica e simbolista che può inizialmente far pensare alle miriadi di elementi decorativi che troviamo nelle femmes fatales di Klimt; in realtà il mondo simbolico - soprattutto nelle tele di Rossetti - è un rifugio che lo sta lentamente avvolgendo e che richiederebbe di annientarlo se non sopraggiungesse Jane Barden, futura moglie di William Morris, l’unico preraffaellita che troverà il proprio spazio nelle arti applicate. Amore platonico ed intensissimo che durerà tutta la vita e che darà il volto ai ritratti vittoriani più noti.
“Astarte Syriaca”, “La Pia de’ Tolomei”, “La Donna della Finestra”; in tutti ritroviamo Jane, una donna che lettere e testi di fine secolo ci rimandano come fra le più belle dell’epoca.
Il secondo periodo rossettiano, pur rimanendo fedele all’uso del colore, è lontano dai concetti di verità e purezza iniziali, con donne dalle lunghissime chiome, dall’aria lontana e dominatrice, dalla sensualità complessa. Dante Gabriel torna altresì alla poesia con la raccolta intitolata: “Nuptial Sleep”, accortosi che i testi essenziali sono quelli che giacciono con Elizabeth Siddal, ne fa riesumare il corpo e lascia di questo momento una descrizione romantica che vede la moglie – a suo dire – ancora intatta con i capelli di una lucentezza inalterata.
Siamo giunti all’inizio degli anni ’80, e il 9 aprile 1882 gran parte dello spirito preraffaellita muore insieme a Dante Gabriel Rossetti.
Concludiamo passando ai seguaci della confraternita, di cui si ha traccia fino agli anni ’20 del ‘900 con gli esperimenti riusciti di pittura di paesaggio con “Il Gregge Smarrito” di Hunt fra tutti, in cui ogni particolare visibile alla luce del sole viene fissato sulla tela. Passando per i capolavori tardo-romantici di Arthur Hughes, dove il paesaggio accentua o cela elementi determinanti del dipinto, come in “Amore d’Aprile”.
Ma il personaggio più rappresentativo è senza dubbio Edward Burne-Jones; da considerarsi come il più importante artista britannico a cavallo tra ‘800 e ‘900. Se l’amore per il medioevo condiviso con Morris è la componente fondamentale che lo porta a dipingere “Il Ciclo di Perseo” e “La Serie della Rosa Selvatica”; Burne-Jones è il primo preraffaellita a rimanere colpito dai maestri rinascimentali, elemento classico che risulta evidente nella raffigurazione dei corpi. Così come non possiamo definire totalmente preraffelliti nemmeno i lavori di John William Waterhouse, Lawrence Alma-Tadema e Frederick Leighton poiché già orientati verso uno stile più classico.
I dipinti dei preraffaelliti sono esposti a Londra, Birmingham, Liverpool ed in alcune collezioni americane. Il museo di riferimento per la collezione più ampia (acquisita negli anni ’60) è la Tate Gallery di Londra.
La bibliografia italiana è scarsa ma per i caratteri generali del movimento rimandiamo a: “I Preraffaelliti” di Maria Teresa Benedetti, edito da Giunti e “I Preraffaelliti” a cura di Gabriele Crepaldi, edito da Leonardo Arte. Sempre di Maria Teresa Benedetti, è una monografia dedicata a Dante Gabriel Rossetti edita da Charta. Di recente pubblicazione un libro biografico di Marisa Volpi, “Fuoco Inglese”, edito da Medusa.

fonte www.artandjobmagazine.com
30/09/2006 10:40
 
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Raffaello, colse dalla pittura d'allora la femminilità, che lui stesso possedeva e la uso ingraziandosi a piene mani l'ambiente...
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