Quella del venditore ambulante è stata la più antica forma di commercio, ma le botteghe dove si effettuavano la vendita giornaliera degli alimenti esistevano già nella Roma antica.
Con il declino dell’Impero e l’imporsi dell’economia feudale si affermò la tendenza a produrre ed elaborare autonomamente le materie prime alimentari, con il conseguente decadimento della bottega.
Intorno al XIII sec. con il rifiorire dell’economia cittadina, si moltiplicarono soprattutto gli spacci associati a laboratori artigiani, come panifici, rosticcerie, pasticcerie, spezierie e macellerie.
Nelle città medievali e rinascimentali le rivendite erano collocate al piano terra degli edifici dove ai piani superiori risiedevano le famiglie dei commercianti.
Nelle vie, le botteghe si susseguivano affiancate le une alle altre, e a volte c’erano delle tettoie che prolungavano direttamente sulla strada l’esposizione delle merci.
Sono frequenti nei dipinti dell’epoca, particolarmente ad opera di fiamminghi, le immagini di botteghe così costruite, nelle quali l’esposizione e l’abbondanza delle merci richiamavano soprattutto l’idea dei piaceri terreni legati ai sensi e alle insidie in essi contenute.
L’anomalo teatro di una scena di genere era la macelleria, dove le carcasse degli animali sottolineavano l’ambiente popolare e un provocatorio materialismo.
Le associazioni di più botteghe in un percorso coperto, rappresentarono un punto di passaggio fondamentale di quel processo che culminerà nell’Ottocento con la nascita del negozio cittadino moderno, completamente chiuso, dotato di vetrine ampie e luminose con vista dall’esterno della merce esposta.
Significato
Sollecitazione sensuale, ricchezza.
Iconografia
Il soggetto si afferma nel ‘600 sia presso i pittori italiani che fiamminghi come parte della scena di genere.
Il fornaio - Job Berckheyde (1681)