Emanuele Filiberto I fu capitano generale dell’esercito spagnolo, e trasferì da Chambery a Torino la capitale del suo ducato.
Secondo una tesi, questo Savoia potrebbe essere stato il primo a far conoscere in Italia la cioccolata .
Infatti, a metà Cinquecento egli avrebbe ricevuto del cacao dall'imperatore Carlo V , come dono per la vittoria di San Quintino sui francesi.
Poi, i matrimoni dei Savoia con le Infante di Spagna e le principesse francesi, che portavano al loro seguito cuochi, pasticceri e cortigiani, fecero di Torino una delle capitali europee della lavorazione del cioccolato.
Nel 1678 la bevanda degli dei divenne di uso pubblico, quando Antonio Arri ebbe il “grazioso” permesso reale di: "vendere pubblicamente la cioccolata in bevanda per anni sei prossimi dalla data della presente".
Ma torniamo a parlare di Emanuele Filiberto I, questa la descrizione che ne fece un cronista:
“Dormiva non più di sei ore sulle ventiquattro, dividendo l'orario della giornata in modo da non stare in ozio neppure un'ora e non sentiva né sole, né caldo, né freddo.
Cavaliere ardito ed elegante, poteva giocare, quattro e sei ore alla palla o al pallamaglio, sotto al sole senza sudare per gran fatica che facesse. Poteva cacciare il cervo per cinquanta e più miglia e darsi poi a spaccar la legna e giocar ancora al quadrello, per poi ripigliar fresco fresco il cammino”.
La sua mensa sobria nei cibi, era apparecchiata splendidamente con ricchi lini e prezioso vasellame proveniente da tutta Europa.
In un suo celebre editto ordinò che:
"nelli convitti o banchetti, nelli piatti no se gli ha da mettere più di un capone per piatto, tre pernici oppure tre pollastri o piccioni, secondo la stagione".
In privato Emanuele Filiberto amava consumare i pasti con la moglie, i due ordinavano cibi diversi e se li scambiavano con reciproca cortesia.