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SPIRITISMO E CONTATTI CON L’ALDILA’

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2006 10:15
17/09/2006 17:23
 
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Esperienze di pre–morte
Cosa accade nei soggetti che raggiungono la soglia della morte a causa di un incidente o di una malattia e che fortunatamente riescono a tornare? L'esperienza di pre-morte (Near-Death Experience) è una sensazione particolarmente intensa e carica di emozioni che alcuni soggetti vivono nel momento in cui sentono di esseri in prossimità della morte. Tale sensazione è accompagnata da visioni in genere costituite da una luce in fondo a un tunnel, sensazioni di benessere e soprattutto dalla l'impressione di abbandonare il proprio corpo e di osservarlo da un'altra prospettiva. Alcuni pazienti, usciti da una situazione di coma, affermano di avere osservato sé stessi da un angolo della sala di ospedale mentre i medici operavano su di loro; altri raccontano di avere visto il proprio corpo giacente per terra mentre veniva soccorso dopo esser stati coinvolti in un incidente automobilistico.
Questa esperienza rappresenta per molti una delle prove dell'esistenza sia di un'anima in grado di rendersi autonoma, che di un al di là verso il quale quest'anima cerca di dirigersi.
Cosa accade realmente a queste persone? Vi sono esperienze simili in situazioni diverse da quelle in prossimità della morte che ne possano spiegare la fisiologia?
Situazioni del tutto simili a quelle appena descritte sono riportate in numerose altre occasioni e spiegabili mediante i normali processi neurofisiologici e psicologici. La visione del tunnel, per esempio, è prodotta da un naturale meccanismo neuropatologico in cui viene a trovarsi il cervello dopo un minor apporto di ossigeno, come può accadere in un trauma cranico, che inibisce l'attività delle cellule nervose; ne consegue quindi un restringimento del campo visivo dando così la sensazione di vedere attraverso un tunnel.
Anche la sensazione di abbandonare il proprio corpo e vedere quest'ultimo da un'altra prospettiva (autoscopia) non è un'esclusiva dell'esperienza di pre-morte. Situazioni identiche vengono descritte da diversi soggetti ogni qual volta si trovano in particolari stati di affaticamento o in situazioni altamente emotive. Tale meccanismo è noto in psicopatologia come "depersonalizzazione somatopsichica" e appartiene alla sfera dei disturbi dissociativi. In situazioni di grande stress emotivo - un incidente stradale, la prossimità di un'operazione chirurgica, il timore immediato di dover morire o addirittura una brutta notizia - un individuo può allucinre il proprio corpo come se si trovasse in un'altra zona e viverlo come distaccato da sé, proprio per alleviare l'angoscia di quella situazione. La credenza in una vita oltre la morte fa sì che il soggetto, una volta tornato in sé, ricostruisca il suo ricordo aggiungendo involontariamente elementi e immagini che appartengono esclusivamente alla sua fantasia. Pur essendo straordinariamente suggestiva, l'NDE sembra dunque appartenere a quelle esperienze ritenute insolite dai più ma inquadrabili nell'ambito dei naturali processi psicofisiologici.

[Armando De Vincentiis]
17/09/2006 17:25
 
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Xenoglossia
Parlare lingue sconosciute?

Esistono davvero persone capaci di parlare lingue a loro sconosciute? Sì, secondo alcuni parapsicologi. La spiegazione di questo discusso fenomeno, noto come "xenoglossia", risiederebbe nel fatto che una "entità" sopravvissuta alla morte riuscirebbe a esprimersi, in una lingua appresa in un'altra vita, attraverso la reincarnazione o la possessione temporanea di un corpo "preso a prestito".
Casi di questo tipo sono estremamente rari e di questi solo pochi sono stati studiati in maniera rigorosa, tale da escludere altre possibili spiegazioni. Lo studioso americano Ian Stevenson sostiene che alcuni dei casi da lui studiati possono spiegarsi solo avanzando ipotesi di tipo paranormale; tuttavia, un esame dettagliato di questi casi ha portato a concludere che le persone oggetto dei suoi studi non sembravano conoscere veramente la lingua in questione, ma sembravano piuttosto conoscere un numero limitato di parole di quella lingua e utilizzavano sempre queste per rispondere, in modo stereotipato, alle domande degli studiosi.
Un caso noto è quello di un americano che parlava un eccellente russo, sebbene sosteneva di non averlo mai studiato. Indagini hanno dimostrato che i genitori vivevano accanto a un insegnante di russo, le cui lezioni erano chiaramente udibili dalla culla del bambino. Il linguaggio era dunque stato acquisito con mezzi normali dall'uomo, ma le circostanze erano state del tutto dimenticate.
Sebbene in questi casi le persone possono aver imparato parole e frasi in un'altra lingua senza ricordarsi come ciò sia avvenuto, in altri ci si trova di fronte a falsificazioni più o meno coscienti. E' il caso, per esempio, di quei medium, santoni o veggenti che affermano di parlare lingue misteriose, come un oscuro "dialetto tibetano", il "sanscrito" o "l'aramico", ma perdono questa abilità, o non sono più in grado di dimostrarla, quando si trovano di fronte un autentico esperto in queste lingue. Altri ancora, poi, si limitano a simulare l'accento della lingua straniera continuando però a parlare la propria lingua madre.
22/11/2006 10:15
 
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art friend
imbrattatele
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LA PRE-MORTE, Introduzione e sviluppo
dal libro"la vita oltre la vita" di Raymond Moody

Le circostanze che accompagnano l'immediata vicinanza con la morte sono assai diverse tra loro, e diverse le persone che hanno consosciuto tali esperienze, ma è stupefacente la somiglianza delle esperienze di pre-morte in quanto tali.
L'analugia dei diversi resoconti è infatti tale da permettere l'individuazione di circa quindici elementi comuni. Ed è sulla base di questi elementi che ho tracciato la ricostruzione di un'esperienza di pre-morte breve, teoricamente "ideale" o "completa" , nella quale sono racchiusi tutti gli elementi comuni nell'ordine nel quale abitualmente si presentano.

Un uomo sta morendo e , nel momento in cui ha raggiunto l'acmel della sofferenza fisica, sente dalle parole del dottore di essere clinicamente morto. Avverte allora un rumore sgradevole, come un tintinnio o un ronzio, e contemporaneamente sente di muoversi con estrema rapidità lungo una galleria buia. giunto al termine, avverte improvvisamente di essere uscito dal proprio corpo ma di trovarsi ancora nell'ambiente in cui si trovava prima e vede in lontananza il suo stesso corpo, come se egli fosse soltanto uno spettatore. Da quella posizione privilegiata osserva il tentativo di rianimazione e prova un senso di sconvolgimento emotivo.
Dopo breve tempo, si riprende e si abitua alla sua strana condizione. Avverte di avere ancora un "corpo", ma di una natura assai diversa e dotato di poteri assai diversi da quelli del corpo fisico che ha lasciato dietro di sè. Cominciano allora ad accadere altre cose. Altri individui gli si fanno vicino per aiutarlo. scorge gli spiriti di parenti e amici già morti e gli appare uno spirito di amore come egli non ha consciuto mai: un'essere di luce. questo gli rivolge, senza parole, una domanda che lo esorta a valutare la propria vita, e lo aiuta mostrandogli, come in un playback, gli avvenimenti più importanti della sua esistenza. A un trappo si trova vicino a una bariera, o a un confine, che sembra rappresentare la divisione tra la vita terrena e l'altra vita. E tuttavia sente di dover tornare sulla terra, sente che non è ancora giunto per lui il momento della morte. Tenta di opporsi perchè è ormai affascinato dall'altra vita e non vuole tornare in questa. E' sopraffatto da intensi sentimenti di gioia, amore e pace. Tuttavia si riunisce in qualche modo al suo corpo fisico e torna alla vita terrena.
Più tardi tenta di riferire ad altri la sua esperienza, ma gli riesce difficile farlo. Non trova parole umane capaci di descrivere quegli episodi non terreni. Scopre inoltre che gli altri non lo prendono sul serio e rinuncia a parlare. Ma l'esperienza conosciuta segna la sua esistenza, in particolare le sue opinioni sulla morte e il suo rapporto con la vita.



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isaefrenk
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