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Tosca

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2006 23:30
15/12/2006 22:38
 
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gran maestro
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vabbè, stasera mi è venuta la toscamania, e allora ve la sciroppate anke voi, a seguire di tutto un po' comprese le battute [SM=g27828]


Personaggi

Floria Tosca (soprano)

Mario Cavaradossi (tenore)

Scarpia (baritono)

Spoletta (tenore)

Cesare Angelotti (basso)

Sciarrone (basso)

Un carceriere (basso)

Il sagrestano (baritono)

Un pastore (soprano)

L’opera venne rappresentata per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma il 14 gennaio 1900

Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa



L’antefatto

Il 15 febbraio 1798 le truppe napoleoniche occupano Roma e costringono il Papa alla fuga. Lo stesso giorno viene proclamata la repubblica. L’avanzata dell’esercito francese prosegue verso Sud e, dopo una berve guerra, anche il re di Napoli Ferdinando IV di Borbone è obbligato all’esilio. Anche nella città partenopea viene instaurato un nuovo regime repubblicano. Ma sia a Roma che a Napoli l’esperienza della repubblica ha durata breve. L’esercito borbonico alleato con quello austriaco passa ben presto al contrattacco e riesce ad abbattere i governi provvisori degli insorti. Nelle due città vengono così instaurati durissimi regimi di polizia. A Roma il comando viene affidato al Barone Vitellio Scarpia, che il 27 settembre 1799 fa arrestare e rinchiudere in prigione l’ex console della Repubblica romana Angelotti.



Riassunto dell’opera

Atto I (chiesa di Sant'Andrea della Valle). Un giovane uomo vestito da prigioniero, Cesare Angelotti, entra correndo nella chiesa deserta. Egli è in cerca di una chiave, che sua sorella ha nascosto per lui ai piedi di una statua della Madonna; con questa potrà aprire la cappella Attavanti dove intende nascondersi dalla polizia che lo insegue. Non appena Angelotti scompare nella cappella, arriva il sacrestano. Il prete è sicuro di aver sentito il pittore Cavaradossi tornare, ma quando guarda verso le impalcature, dove il pittore è solito lavorare, non trova nessuno. Saltando su di esse si rende anche conto che il cesto con il cibo e il vino è stato lasciato intatto. Suona l’Angelus e il sacrestano si inginocchia a pregare. Cavaradossi entra e sale sull’impalcatura per continuare il suo lavoro sul dipinto di Maria Maddalena. Quando il sacrestano vede il dipinto ne rimane molto sorpreso notando la somiglianza della Maddalena con una giovane donna, che nei giorni precedenti era solita venire a pregare in chiesa. Cavaradossi ne ha approfittato per osservarla di nascosto e per usarla come modella per il suo dipinto.

Cavaradossi chiede al sacrestano di passargli i pennelli. Dopo poco interrompe il suo lavoro e tira fuori dalla tasca un medaglione. In esso c’è il ritratto di una donna che il pittore paragona con quello di Maria Maddalena. Mentre la Maddalena ha gli occhi celesti e i capelli biondi, la donna raffigurata nel medaglione ha gli occhi scuri e i capelli bruni. Si tratta di Floria Tosca, una famosa cantante d’opera romana e amante di Cavaradossi ("Recondita armonia di bellezze diverse! E’ bruna Floria l’ardente amante mia"). Alla domanda del sacrestano Cavaradossi risponde che non ha toccato il cibo nel cesto perché lui non aveva fame. Il sacrestano guarda con rabbia il cesto prima di andarsene. Non appena lascia la chiesa, Angelotti esce dal suo nascondiglio convinto che non ci sia più nessuno.

Angelotti è spaventato dalla presenza del pittore, ma si tranquillizza quando capisce che si tratta di un amico. Per essere sicuro di non essere interrotti da nessuno, Cavaradossi corre verso l’entrata della chiesa per chiudere a chiave il portone. Dopo aver appreso che Angelotti è appena scappato dalle prigioni di Castel Sant’Angelo, si mette subito al servizio del fuggitivo. Proprio in questo momento si sente la voce di Tosca. Cavaradossi dice ad Angelotti di nascondersi, mentre lui cerca di mandarla via. Spinge Angelotti verso la cappella e gli da’ il cesto con il cibo e il vino.

Non sentendo risposta, Tosca grida ancora una volta con tono arrabbiato il nome del pittore. Cavaradossi apre il portone della chiesa e la donna con fare sospettoso si precipita dentro domandando se era una donna la persona con cui stava parlando. Cavaradossi con non pochi sforzi riesce a convincere Tosca che non stava parlando con nessuno. Lei gli da’ allora appuntamento all’uscita del teatro dopo lo spettacolo, quando insieme potranno finalmente andare nella villa di lui per la notte. Cavaradossi mostra un’aria distratta perché i suoi pensieri sono ancora rivolti all’amico Cavaradossi. Tosca fraintende questo atteggiamento e ne è preoccupata. Il pittore fa del suo meglio per rassicurarla e insiste perché se ne vada. Mentre sta per lasciare la chiesa, Tosca volge il suo sguardo verso il ritratto e vi riconosce le sembianze della giovane marchesa Attananti. Ciò non fa che accrescere i suoi sospetti. "Quale occhio al mondo può star paro all’ardente occhio tuo nero?". Con queste parole Cavaradossi le risponde cercando di rassicurarla e di convincerla della sua devozione.

Una volta che Tosca se ne è andata, Cavaradossi spiega ad Angelotti che nonostante egli si fidi di Tosca, lei deve sapere il meno possibile riguardo all’incontro tra i due. Gli chiede poi quale sia il suo piano di fuga. Angelotti spiega che sua sorella gli ha lasciato alcuni vestiti da donna in chiesa e che con quelli lui potrà fuggire da Roma nell’oscurità della notte. Aggiunge poi che la donna ha fatto ciò per salvarlo dalle grinfie del perfido Barone Scarpia (il dispotico capo della polizia) responsabile della sua reclusione nelle prigioni di Castel Sant’Angelo. Cavaradossi afferma di avere un piano migliore per mettere in salvo l’amico. Non c’è alcun bisogno di travestirsi da donna. Lui gli darà le indicazioni necessarie per raggiungere attraverso un sentiero deserto la sua villa, dove potrà nascondersi in una stanza segreta a cui si accede da un pozzo nel giardino. A questo punto si sente un colpo di cannone. E’ il segnale che la fuga di Angelotti è stata scoperta e che Scarpia non tarderà ad arrivare fino alla chiesa. I due uomini se ne vanno in tutta fretta. Il sacrestano ritorna con buone notizie. Egli è seguito da altri preti e da giovani cantanti nel coro della chiesa, tutti ansiosi di sapere che cosa abbia da dire. Gli è stato riferito che Napoleone è stato sconfitto in battaglia, che ci sarà una grande festa a Palazzo Farnese per celebrare l’evento e che per l’occasione la cantante Floria Tosca si esibirà in una nuova cantata.

Le scene di gioia per la notizia della sconfitta di Napoleone sono interrotte dall’arrivo di Scarpia seguito dal suo scagnozzo Spoletta e da altri poliziotti. Scarpia congeda tutti tranne il sacrestano ordinando di prepararsi per il Te Deum. Spiega al prete che un prigioniero è scappato dalle prigioni di Castel Sant’Angelo e si è rifugiato in questa chiesa. Chiede dove sia la Cappella Attavanti e dirigendosi verso di essa trova il cancello semi aperto. Guardando dentro trova un ventaglio e subito si rende conto dell’errore commesso nell’aver fatto sparare il cannone avvertendo così il fuggiasco dell’imminente arrivo della polizia. Vedendo lo stemma della famiglia Attavanti sul ventaglio, Scarpia capisce il ruolo della sorella di Angelotti nella fuga del prigioniero e guardando il ritratto di Maria Maddalena con le sembianze della donna chiede chi sia stato a dipingerlo. Il nome di Cavaradossi non gli è certo nuovo. Il pittore è infatti un personaggio sospetto, un rivoluzionario, nonché amante di Tosca. Quando uno degli agenti di Scarpia trova il cesto del cibo vuoto, che il sacrestano dice essere di Cavaradossi, non è difficile per Scarpia intuire che il pittore è stato complice nella fuga di Angelotti.

Tosca ritorna in chiesa è si mostra sorpresa di non vedere Cavaradossi al lavoro. Non può fare a meno di pensare che il suo amante l’abbia ingannata. Scarpia le si avvicina e insinua che Cavaradossi le è infedele. Indica il ritratto di Maria Maddalena e mostra il ventaglio dicendole di averlo trovato sulle impalcature, dove senza dubbio è stato lasciato dai due amanti in fuga. Vedendo lo stemma della famiglia Attavanti sul ventaglio, Tosca viene assalita dall’angoscia.

Tosca spiega a Scarpia di essere tornata per dire a Cavaradossi che non potrà incontrarlo questa sera perché dovrà partecipare alla grande festa a Palazzo Farnese. Non si immaginava certo di venire a sapere che il suo compagno ha una relazione con un’altra donna. Senza dubbio i due saranno nella villa di lui adesso. La sua rabbia cresce, la donna si precipita fuori dalla chiesa minacciando di andare fino alla villa per cogliere i due amanti sul fatto.

Scarpia ordina al suo scagnozzo di seguire la donna e di tornare poi a Palazzo Farnese per informarlo. Quando il Te Deum inizia il barone si inginocchia e comincia a pregare. Esulta per l’imminente vittoria: non solo farà giustiziare Cavaradossi, ma riuscirà anche ad impadronirsi di Tosca.



Atto II (Palazzo Farnese). Scarpia sta cenando, mentre aspetta con ansia notizie di Cavaradossi e Angelotti. Chiama un suo scagnozzo, Sciarrone, e gli chiede se Tosca è già a palazzo. Da una finestra lasciata aperta è possibile sentire il suono dell’orchestra nel cortile, che sta già suonando nella festa data dalla regina per celebrare la sconfitta di Napoleone. Tosca,che sarà l’attrazione principale della serata, non è ancora arrivata. Scarpia affida a Sciarrone una lettera per la cantante.

Sarà il suo amore per Cavaradossi a portarla da lui. E la conquista della donna sarà per Scarpia ancora più vera in quanto realizzata contro il suo volere. Una volta che l’avrà conquistata la ripudierà. Entra Spoletta che riferisce al padrone di aver seguito Tosca ma di non aver trovato alcuna traccia di Angelotti. In compenso Cavaradossi è stato arrestato.

Scarpia ordina che Cavaradossi venga portato da lui. Una volta davanti a Scarpia il pittore, nonostante le minacce di tortura, nega di sapere dove si trova Angelotti. All’improvviso compare sulla scena Tosca che corre verso il suo amante. Cavaradossi tenta di avvertirla di non dire nulla ma subito viene trascinato in una stanza vicina per essere torturato. Lasciata sola con Scarpia, Tosca riesce a non cadere nel tranello del barone, che tenta di farla parlare affinché dica dove è nascosto Angelotti. Le descrive le torture a cui Cavaradossi viene sottoposto e l’orrore che sconvolge Tosca viene acuito dalle urla del suo amante. Tosca disperata prega Scarpia di fermare le torture, ma la voce del pittore finisce per rassicurarla.

Tosca continua a sostenere di non sapere nulla, ma quando le torture ricominciano la donna si convince che il destino di Cavaradossi dipende ora solo da lei. Alla fine non riesce più a resistere. Nonostante i disperati richiami di Cavaradossi affinché non parli, Tosca rivela il nascondiglio di Angelotti, "Nel pozzo … nel giardino".

Scarpia ordina che la tortura cessi. Cavaradossi viene riportato nella stanza e Tosca lo assicura di non aver detto nulla. Ma la bugia viene svelata quando Scarpia grida a Spoletta il luogo del nascondiglio di Angelotti e gli ordina di andarlo a prelevare. Cavaradossi si volta allora verso Tosca accusandola di tradimento. Sciarrone irrompe annunciando che la presunta sconfitta di Napoleone si trattava in realtà di una vittoria. Cavaradossi trova la forza di alzarsi e volgendosi minacciosamente verso Scarpia gli predicce che presto sarà lui ad avere qualcosa di cui temere. Scarpia ordina che venga portato via e preparato per l’esecuzione. Scarpia e Tosca rimangono ancora una volta da soli. Scarpia la invita a condividere la cena con lui e le suggerisce un modo per salvare il suo amante.

Per salvare la vita del suo amante Tosca deve rassegnarsi a soddisfare la bramosa passione che il barone nutre nei suoi confronti. Tosca rimane inorridita da queste parole e urla a Scarpia tutto il suo odio. Ma Scarpia subito le ricorda che il suo amante è prossimo alla morte, a meno che lei non si decida ad accettare. Disperata Tosca chiede a se stessa cosa abbia mai fatto per meritare tutto questo ("Vissi d’arte, vissi d’amore, mai male non feci ad anima viva").

Inginocchiata di fronte a Scarpia Tosca lo prega di essere clemente. Arriva intanto Spoletta, il quale annuncia che Angelotti si è suicidato e che tutto è pronto per l’esecuzione di Cavaradossi. Tosca si convince allora che l’unico modo di salvargli la vita è di cedere alle lusinghe di Scarpia e così annuncia al barone la sua disponibilità a concedersi a lui. A questo punto Scarpia ordina di preparare per Cavaradossi una falsa esecuzione e Spoletta lascia la stanza per eseguire le direttive del padrone. Tosca richiede a Scarpia un salvacondotto per lei e l’amante che gli permetta di lasciare il paese. Scarpia si siede alla sua scrivania e comincia a scrivere la lettera.

Mentre Scarpia scrive, Tosca nota sulla scrivania un coltello affilato. Senza distogliere lo sguardo da Scarpia la donna riesce ad afferrare il coltello e a nasconderlo dietro di sé. Dopo aver finito la lettera Scarpia si alza e si dirige verso Tosca ma invece di ricevere la sua sospirata ricompensa viene dalla donna pugnalato al petto. Scarpia muore all’istante. Tosca gli toglie di mano il salvacondotto e prima di lasciare la stanza prende due candele dalla scrivania e un crocifisso dal muro; posiziona le candele ai due lati della testa del morto e il crocifisso sul suo petto.



Atto III (Castel Sant'Angelo). Dalla sua cella Cavaradossi chiede al carceriere di permettergli di scrivere poche righe alla donna amata. Il carceriere acconsente ma non appena il pittore inizia a scrivere viene assalito dai ricordi della donna e si dispera. Quando Tosca arriva l’uomo è in lacrime. Gli mostra il salvacondotto e gli spiega le circostanze che hanno portato alla morte di Scarpia.

Cavaradossi ammira il coraggio e la forza della donna. Tosca gli spiega come avverrà la falsa esecuzione e tutti e due provano sollievo sapendosi presto liberi insieme. Prima che Cavaradossi venga portato via Tosca gli ricorda di recitare bene la sua parte.

Tosca guarda con apprensione Cavaradossi mentre viene preparato per l’esecuzione. Vengono sparati dei colpi e l’uomo cade a terra. Sul suo corpo viene gettato un mantello. Tosca allora aspetta fino a quando Spoletta e gli altri soldati si allontanano sussurando a Cavaradossi di non muoversi.

Quando tutti se ne sono andati Tosca chiama Cavaradossi e gli dice di alzarsi. Vedendo che l’amante non si muove toglie il mantello e con orrore scopre che in realtà Scarpia l’aveva ingannata ordinando una vera esecuzione. Si sentono voci dire che Scarpia è stato ucciso e che Tosca non deve fuggire. Spoletta corre verso di lei ma la donna riesce a respingerlo e si precipita verso il parapetto. Si getta nel vuoto dandosi così la morte.

15/12/2006 22:38
 
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Tosca

Atto primo

La Chiesa di Sant'Andrea della Valle.
A destra la Cappella Attavanti. A sinistra un impalcato; su di esso un gran quadro coperto da tela. Attrezzi vari da pittore. Un paniere.

SCENA 1.

Angelotti
(vestito da prigioniero, lacero, sfatto, tremante dalla paura, entra ansante, quasi correndo. Dà una rapida occhiata intorno.)
Ah! Finalmente!
Nel terror mio stolto
Vedea ceffi di sbirro in ogni volto.
(torna a guardare attentamente intorno a sé con più calma a riconoscere il luogo. Dà un sospiro di sollievo vedendo la colonna con la pila dell'acqua santa e la Madonna)
La pila... la colonna...
"A piè della Madonna"
mi scrisse mia sorella...
(vi si avvicina, cerca ai piedi della Madonna e ne ritira, con un soffocato grido di gioia, una chiave)
Ecco la chiave!... ed ecco la Cappella!
(addita la Cappella Attavanti, febbrilmente introduce la chiave nella serratura, apre la cancellata, penetra nella Cappella, richiude... e scompare).

SCENA 2.

Sagrestano
(appare dal fondo: va da destra a sinistra, accudendo al governo della chiesa: avrà in mano un mazzo di pennelli)
E sempre lava!... Ogni pennello è sozzo
peggio d'un collarin d'uno scagnozzo.
Signor pittore... Tò!...
(guarda verso l'impalcato dove sta il quadro, e vedendolo deserto, esclama sorpreso:)
Nessuno! - Avrei giurato
che fosse ritornato
il Cavalier Cavaradossi.
(depone i pennelli, sale sull'impalcato, guarda dentro il paniere, e dice:)
No, sbaglio. - Il paniere è intatto.
(scende dall'impalcato. Suona l'Angelus. Il Sagrestano si inginocchia e prega sommesso:)
Angelus Domini nuntiavit Mariae,
Et concepit de Spiritu Sancto.
Ecce ancilla Domini,
Fiat mihi secundum verbum tuum.
Et Verbum caro factum est,
Et habitavit in nobis...



SCENA 3.


Cavaradossi - Sagrestano.

Cavaradossi
(dalla porta laterale, vedendo il Sagrestano in ginocchio)
Che fai?

Sagrestano (alzandosi)
Recito l'Angelus.
(Cavaradossi sale sull' impalcato e scopre il quadro. È una Maria Maddalena a grandi occhi azzurri con una gran pioggia di capelli dorati. Il pittore vi sta dinanzi muto attentamente osservando.)
(Il Sagrestano, volgendosi verso Cavaradossi e per dirigergli la parola, vede il quadro scoperto e dà un grido di meraviglia)
Sante ampolle! Il suo ritratto!

Cavaradossi (volgendosi al Sagrestano)
Di chi?

Sagrestano
Di quell'ignota
che i dì passati a pregar qui venìa...
(con untuosa attitudine accennando verso la Madonna dalla quale Angelotti trasse la chiave)
Tutta devota - e pia.

Cavaradossi (sorridendo)
È vero. E tanto ell'era
infervorata nella sua preghiera
ch'io ne pinsi, non visto, il bel sembiante.

Sagrestano (scandalizzato)
(Fuori, Satana, fuori!)

Cavaradossi (al Sagrestano)
Dammi i colori!
(Il Sagrestano eseguisce. Cavaradossi dipinge con rapidità e si sofferma spesso a riguardare il proprio lavoro: il Sagrestano va e viene, portando una catinella entro la quale continua a lavare i pennelli.)
(A un tratto Cavaradossi si ristà di dipingere; leva di tasca un medaglione contenente una miniatura e gli occhi suoi vanno dal medaglione al quadro).
Recondita armonia
di bellezze diverse!...
È bruna Floria,
l'ardente amante mia...

Sagrestano
(a mezza voce, come brontolando)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
(s'allontana per prendere l'acqua onde pulire i pennelli)

Cavaradossi
E te, beltade ignota,
cinta di chiome bionde!
Tu azzurro hai l'occhio,
Tosca ha l'occhio nero!

Sagrestano
(ritornando dal fondo e sempre scandalizzato:)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
(riprende a lavare i pennelli)

Cavaradossi
L'arte nel suo mistero
le diverse bellezze insiem confonde;
ma nel ritrar costei
il mio solo pensiero, Tosca, sei tu!
(continua a dipingere)

Sagrestano
Queste diverse gonne
che fanno concorrenza alle Madonne
mandan tanfo d'Inferno.
(asciuga i pennelli lavati, non senza continuare a borbottare)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
Ma con quei cani di volterriani
nemici del santissimo governo
non s'ha da metter voce!...
(pone la catinella sotto l'impalcato ed i pennelli li colloca in un vaso, presso al pittore)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
(accennando a Cavaradossi)
Già sono impenitenti tutti quanti!
Facciam piuttosto il segno della croce.
(eseguisce)
(a Cavaradossi)
Eccellenza, vado?

Cavaradossi
Fa il tuo piacere!
(continua a dipingere)

Sagrestano (indicando il cesto)
Pieno è il paniere...
Fa penitenza?

Cavaradossi
Fame non ho.

Sagrestano
(con ironia, stropicciandosi le mani)
Ah!... Mi rincresce!...
(ma non può trattenere un gesto di gioia e uno sguardo di avidità verso il cesto che prende ponendolo un po' in disparte)
(fiuta due prese di tabacco)
Badi, quand'esce chiuda.

Cavaradossi (dipingendo)
Va!...

Sagrestano
Vo!
(s'allontana per il fondo)
(Cavaradossi, volgendo le spalle alla Cappella, lavora. Angelotti, credendo deserta la chiesa, appare dietro la cancellata e introduce la chiave per aprire).



SCENA 4.


Cavaradossi - Angelotti.

Cavaradossi
(al cigolìo della serratura si volta)
Gente là dentro!!...
(al movimento fatto da Cavaradossi, Angelotti, atterrito, si arresta come per rifugiarsi ancora nella Cappella - ma - alzati gli occhi, un grido di gioia, che egli soffoca tosto timoroso, erompe dal suo petto. Egli ha riconosciuto il pittore e gli stende le braccia come ad un aiuto insperato)

Angelotti
Voi? Cavaradossi!
Vi manda Iddio!
(Cavaradossi non riconosce Angelotti e rimane attonito sull'impalcato)
(Angelotti si avvicina di più onde farsi riconoscere)
Non mi ravvisate?
(con tristezza)
Il carcere m'ha dunque assai mutato!

Cavaradossi
(riconoscendolo, depone rapido tavolozza e pennelli e scende dall'impalcato verso Angelotti, guardandosi cauto intorno)
Angelotti! Il Console
della spenta repubblica romana!
(corre a chiudere la porta a destra)

Angelotti (con mistero)
(andando incontro a Cavaradossi)
Fuggii pur ora da Castel Sant'Angelo!...

Cavaradossi (generosamente)
Disponete di me!

voce di Tosca
Mario!
(alla voce di Tosca, Cavaradossi fa un rapido cenno ad Angelotti di tacere)

Cavaradossi
Celatevi!
È una donna... gelosa.
Un breve istante e la rimando.

voce di Tosca
Mario!

Cavaradossi
(verso la porta da dove viene la voce di Tosca)
Eccomi!

Angelotti
(colto da un accesso di debolezza si appoggia all'impalcato e dice dolorosamente:)
Sono stremo di forze,
più non reggo...

Cavaradossi
(rapidissimo, sale sull'impalcato, ne discende col paniere e lo dà ad Angelotti)
In questo panier v'è cibo e vino!

Angelotti
Grazie!

Cavaradossi
(incoraggiando Angelotti, lo spinge verso la Cappella)
Presto!
(Angelotti entra nella Cappella.)

SCENA 5.


Cavaradossi - Tosca.

voce di Tosca
(chiamando ripetutamente stizzita)
Mario!

Cavaradossi
(fingendosi calmo apre a Tosca)
Son qui!

Tosca
(entra con una specie di violenza, allontana bruscamente Mario che vuole abbracciarla e guarda sospettosa intorno a sé)
Perché chiuso?

Cavaradossi
(con simulata indifferenza)
Lo vuole il Sagrestano...

Tosca
A chi parlavi?

Cavaradossi
A te!

Tosca
Altre parole bisbigliavi. Ov'è?...

Cavaradossi
Chi?

Tosca
Colei!... Quella donna!...
Ho udito i lesti
passi ed un fruscio di vesti...

Cavaradossi
Sogni!

Tosca
Lo neghi?

Cavaradossi
Lo nego e t'amo!
(fa per baciarla)

Tosca (con dolce rimprovero)
Oh! Innanzi alla Madonna...
No, Mario mio,
lascia pria che la preghi, che l'infiori...
(si avvicina lentamente alla Madonna, dispone con arte, intorno ad essa, i fiori che ha portato con sé, si inginocchia e prega con molta devozione, segnandosi, poi s'alza)
(a Cavaradossi, che intanto si è avviato per riprendere il lavoro)
Ora stammi a sentir - stasera canto,
ma è spettacolo breve. - Tu m'aspetti
sull'uscio della scena
e alla tua villa andiam soli, soletti.

Cavaradossi (che fu sempre soprapensieri)
Stasera!

Tosca
È luna piena
e il notturno effluvio floreal
inebria il cor! - Non sei contento?
(si siede sulla gradinata presso a Cavaradossi)

Cavaradossi
(ancora un po' distratto e peritoso)
Tanto!

Tosca (colpita da quell'accento)
Tornalo a dir!

Cavaradossi
Tanto!

Tosca (stizzita)
Lo dici male:
Non la sospiri la nostra casetta
che tutta ascosa nel verde ci aspetta?
Nido a noi sacro, ignoto al mondo inter,
pien d'amore e di mister?
Al tuo fianco sentire
per le silenziose
stellate ombre, salir
le voci delle cose!...
Dai boschi e dai roveti,
dall'arse erbe, dall'imo
dei franti sepolcreti
odorosi di timo,
la notte escon bisbigli
di minuscoli amori
e perfidi consigli
che ammolliscono i cuori.
Fiorite, o campi immensi, palpitate
aure marine nel lunare albor,
piovete voluttà, volte stellate!
Arde a Tosca folle amor!
(reclinando la testa sulla spalla di Cavaradossi)

Cavaradossi (vinto, ma vigilante)
Mi avvinci nei tuoi lacci
mia sirena, mia sirena, verrò!
(guarda verso la parte d'onde uscì Angelotti)
Or lasciami al lavoro.

Tosca (sorpresa)
Mi discacci?

Cavaradossi
Urge l'opra, lo sai!

Tosca (stizzita, alzandosi)
Vado! Vado!
(s'allontana un poco da Cavaradossi, poi voltandosi per guardarlo, vede il quadro, ed agitatissima ritorna verso Cavaradossi)
Chi è quella
donna bionda lassù?

Cavaradossi (calmo)
La Maddalena.
Ti piace?

Tosca
È troppo bella!

Cavaradossi
(ridendo ed inchinandosi)
Prezioso elogio!

Tosca (sospettosa)
Ridi?
Quegli occhi cilestrini già li vidi...

Cavaradossi (con indifferenza)
Ce n'è tanti pel mondo!...

Tosca (cercando di ricordare)
Aspetta... Aspetta...
(sale sull'impalcato)
(trionfante)
È l'Attavanti!...

Cavaradossi (ridendo)
Brava!...

Tosca (vinta dalla gelosia)
La vedi? T'ama?
(piangendo)
Tu l'ami?...

Cavaradossi
(procura di calmarla)
Fu puro caso...

Tosca
(non ascoltandolo, con ira gelosa)
Quei passi e quel bisbiglio...
Ah! Qui stava pur ora!

Cavaradossi
Vien via!

Tosca
Ah, la civetta!
(minacciosa)
A me, a me!

Cavaradossi (serio)
La vidi ieri, ma fu puro caso...
A pregar qui venne...
Non visto la ritrassi.

Tosca
Giura!

Cavaradossi (serio)
Giuro!

Tosca
(sempre con gli occhi rivolti al quadro)
Come mi guarda fisso!

Cavaradossi
(la spinge dolcemente a scendere dalla gradinata. Essa discende all'indietro tenendo alto le sue mani in quelle di Cavaradossi. Tosca scendendo ha sempre la faccia verso il quadro cui Mario dà le spalle)
Vien via!

Tosca
Di me beffarda, ride.
(sono scesi)

Cavaradossi
Follia!
(la tiene presso di sé fissandola in viso)
Tosca (con dolce rimprovero)
Ah, quegli occhi!...

Cavaradossi
Quale occhio al mondo
può star di paro
all'ardente occhio tuo nero?
È qui che l'esser mio s'affisa intero.
Occhio all'amor soave, all'ira fiero!
Qual altro al mondo può star di paro
all'occhio tuo nero!...

Tosca
(rapita, appoggiando la testa alla spalla di Cavaradossi)
Oh, come la sai bene
l'arte di farti amare!
(maliziosamente)
Ma... falle gli occhi neri!...

Cavaradossi (teneramente)
Mia gelosa!

Tosca
Sì, lo sento... ti tormento
senza posa.

Cavaradossi
Mia gelosa!

Tosca
Certa sono - del perdono
se tu guardi al mio dolor!

Cavaradossi
Mia Tosca idolatrata,
ogni cosa in te mi piace;
l'ira audace
e lo spasimo d'amor!

Tosca
Dilla ancora
la parola che consola...
Dilla ancora!

Cavaradossi
Mia vita, amante inquieta,
dirò sempre: "Floria, t'amo!"
Ah ! l'alma acquieta,
sempre "t'amo!" ti dirò!

Tosca
(sciogliendosi, paurosa d'esser vinta)
Dio! quante peccata!
M'hai tutta spettinata!

Cavaradossi
Or va, lasciami!

Tosca
Tu fino a stassera
stai fermo al lavoro. E mi prometti:
sia caso o fortuna,
sia treccia bionda o bruna,
a pregar non verrà donna nessuna!

Cavaradossi
Lo giuro, amore!... Va!

Tosca
Quanto m'affretti!

Cavaradossi
(con dolce rimprovero vedendo rispuntare la gelosia)
Ancora?

Tosca
(cadendo nelle sue braccia e porgendogli la guancia)
No - perdona!...

Cavaradossi (scherzoso)
Davanti alla Madonna?

Tosca
(accennando alla Madonna)
È tanto buona!
(si baciano. Avviandosi ad uscire e guardando ancora il quadro, maliziosamente gli dice:)
Ma falle gli occhi neri!...
(fugge rapidamente)
(Cavaradossi rimane commosso e pensieroso)





Atto secondo

La camera di Scarpia al piano superiore del Palazzo Farnese. Tavola imbandita. Un'ampia finestra verso il cortile del Palazzo. È notte.

SCENA 1.

Scarpia
(è seduto alla tavola e vi cena. Interrompe a tratti la cena per riflettere. Guarda l'orologio: è smanioso e pensieroso)
Tosca è un buon falco!...
Certo a quest'ora
i miei segugi le due prede azzannano!
Doman sul palco
vedrà l'aurora
Angelotti e il bel Mario al laccio
pendere.
(suona - entra Sciarrone)
Tosca è a palazzo?...

Sciarrone
Un ciambellan ne uscia
pur ora in traccia...

Scarpia (accenna la finestra)
Apri. - Tarda è la notte...
(dal piano inferiore - ove la Regina di Napoli, Maria Carolina, dà una grande festa in onore di Melas - si ode il suonare di un'orchestra)
Alla cantata ancor manca la Diva,
e strimpellan gavotte.
(a Sciarrone)
Tu attenderai la Tosca in sull'entrata;
le dirai ch'io l'aspetto
finita la cantata...
(Sciarrone fa per andarsene)
O meglio...
(si alza e va a scrivere in fretta un biglietto)
Le darai questo biglietto.
(Sciarrone esce)
(torna alla tavola e mescendosi da bere dice:)
Ella verrà... per amor del suo Mario!
Per amor del suo Mario... al piacer mio
s'arrenderà. Tal dei profondi amori,
è la profonda miseria. Ha più forte
sapore la conquista violenta
che il mellifluo consenso. Io di sospiri
e di lattiginose albe lunari
poco mi appago. Non so trarre accordi
di chitarra, né oroscopo di fior
(sdegnosamente)
né far l'occhio di pesce,
o tubar come tortora!
(s'alza, ma non si allontana dalla tavola)
Bramo. - La cosa bramata
perseguo, me ne sazio e via la getto...
volto a nuova esca. Dio creò diverse
beltà e vini diversi... Io vo' gustar
quanto più posso dell'opra divina!
(beve)

Sciarrone
(entrando)
Spoletta è giunto.

Scarpia
(eccitatissimo, gridando)
Entri. In buon punto!
(Sciarrone esce per chiamare Spoletta, che accompagna nella sala, rimanendo poi presso la porta del fondo)



SCENA 2.


Scarpia - Spoletta - Sciarrone.

Scarpia
(si siede e tutt'occupato a cenare, interroga intanto Spoletta senza guardarlo)
O galantuomo, come andò la caccia?...

Spoletta
(avanzandosi un poco ed impaurito)
(Sant'Ignazio m'aiuta!)
Della signora seguimmo la traccia.
Giunti a un'erma villetta
tra le fratte perduta...
ella v'entrò. N'escì sola ben presto.
Allor scavalco lesto
il muro del giardin coi miei cagnotti
e piombo in casa...

Scarpia
Quel bravo Spoletta!

Spoletta (esitando)
Fiuto!... razzolo!... frugo!...

Scarpia
(si avvede dell'indecisione di Spoletta e si leva ritto, pallido d'ira, le ciglia corrugate)
Ah! L'Angelotti?...

Spoletta
Non s'è trovato.

Scarpia (furente)
Ah cane! Ah traditore!
Ceffo di basilisco,
(gridando)
alle forche!

Spoletta
(tremante, cerca di scongiurare la collera di Scarpia)
Gesù!
(timidamente)
C'era il pittor...

Scarpia
(interrompendolo)
Cavaradossi?

Spoletta
(accenna di sì, ed aggiunge pronto:)
Ei sa dove l'altro s'asconde...
Ogni suo gesto,
ogni accento tradìa
tal beffarda ironia,
ch'io lo trassi in arresto!

Scarpia
(con sospiro di soddisfazione)
Meno male!

Spoletta
(accenna all'anticamera)
Egli è là.
(Scarpia passeggia meditando: ad un tratto si arresta: dall'aperta finestra odesi la Cantata eseguita dai Cori nella sala della Regina)

Tosca e Coro interno
Sale, ascende l'uman cantico,
Varca spazi, varca cieli,
Per ignoti soli empirei,
Profetati dai Vangeli,
A te giunge o re dei re,
Questo canto voli a te.
A te quest'inno voli
Sommo Iddio della vittoria.
Dio che fosti innanzi ai secoli
Alle cantiche degli angeli
Quest'inno di gloria
Or voli a te!
Sale, ascende l'uman cantico,
Varca spazi, varca cieli,
A te giunge o re dei re.

Scarpia
(dunque Tosca è tornata - è là sotto di lui... gli balena un'idea e subito dice a Spoletta:)
Introducete il Cavaliere.
(Spoletta esce)
(a Sciarrone)
A me
Roberti e il Giudice del Fisco.
(Sciarrone esce. Scarpia siede di nuovo a tavola.)





SCENA 3.

Spoletta e quattro sbirri introducono Mario Cavaradossi. Poi Roberti, esecutore di Giustizia, il Giudice del Fisco con uno Scrivano e Sciarrone.

Cavaradossi
(altero, avanzandosi con impeto)
Tal violenza!...

Scarpia (con studiata cortesia)
Cavalier, vi piaccia accomodarvi...

Cavaradossi
Vo' saper...

Scarpia
(accennando una sedia al lato opposto della tavola)
Sedete...

Cavaradossi
(rifiutando)
Aspetto.

Scarpia
E sia!
(guarda fisso Cavaradossi, prima di interrogarlo)
V'è noto che un prigione...
(odesi la voce di Tosca che prende parte alla Cantata)

Cavaradossi (commosso)
La sua voce!...

Scarpia
(che si era interrotto all'udire la voce di Tosca, riprende)
... v'è noto che un prigione
oggi è fuggito da Castel Sant'Angelo?

Cavaradossi
Ignoro.

Scarpia
Eppur, si pretende che voi
l'abbiate accolto in Sant'Andrea,
provvisto
di cibo e di vesti...

Cavaradossi (risoluto)
Menzogna!

Scarpia
(continuando a mantenersi calmo)
... e guidato
ad un vostro podere suburbano...

Cavaradossi
Nego. - Le prove?

Scarpia (mellifluo)
Un suddito fedele...

Cavaradossi
Al fatto. Chi mi accusa?
(ironico)
I vostri sbirri invan frugâr la villa.

Scarpia
Segno che è ben celato.

Cavaradossi
Sospetti di spia!

Spoletta (offeso, interviene)
Alle nostre ricerche egli rideva...

Cavaradossi
E rido ancor!

Scarpia
(terribile, alzandosi)
Questo è luogo di lacrime!
(minaccioso)
Badate!
(nervosissimo)
Or basta! Rispondete!
(irritato e disturbato dalle voci della Cantata va a chiudere la finestra: poi si rivolge imperioso a Cavaradossi:)
Dov'è Angelotti?

Cavaradossi
Non lo so.

Scarpia
Negate avergli dato cibo?

Cavaradossi
Nego!

Scarpia
E vesti?

Cavaradossi
Nego!

Scarpia
E asilo nella villa?
E che là sia nascosto?

Cavaradossi (con forza)
Nego! nego!

Scarpia
(quasi paternamente, ritornando calmo)
Via, Cavaliere, riflettete: saggia
non è cotesta ostinatezza vostra.
Angoscia grande, pronta confessione
eviterà! Io vi consiglio, dite:
dov'è dunque Angelotti?

Cavaradossi
Non lo so.

Scarpia
Ancor,
l'ultima volta: dov'è?

Cavaradossi
Nol so!

Spoletta
(O bei tratti di corda!)









SCENA 4.

Tosca, entra affannosa.

Scarpia (vedendo Tosca)
(Eccola!)

Tosca
(vede Cavaradossi e corre ad abbracciarlo)
Mario?! tu qui?

Cavaradossi (sommessamente)
(Di quanto là vedesti, taci, o m'uccidi!)
(Tosca accenna che ha capito)

Scarpia (con solennità)
Mario Cavaradossi,
qual testimone il Giudice vi aspetta.
(a Roberti)
Pria le forme ordinarie... Indi... ai miei cenni...
(Fa cenno a Sciarrone di aprire l'uscio che dà alla camera della tortura. Il Giudice vi entra e gli altri lo seguono, rimanendo Tosca e Scarpia. Spoletta si ritira presso alla porta in fondo alla sala)
(Sciarrone chiude l'uscio. Tosca fa un atto di grande sorpresa: Scarpia, studiatamente gentile, la rassicura)

Scarpia (con galanteria)
Ed or fra noi da buoni amici.
Via quell'aria sgomentata...
(accenna a Tosca di sedere)

Tosca
(siede con calma studiata)
Sgomento alcun non ho...

Scarpia
La storia del ventaglio?
(passa dietro al canapè sul quale è seduta Tosca e vi si appoggia, parlando sempre con galanteria)

Tosca (con simulata indifferenza)
Fu sciocca gelosia...

Scarpia
L'Attavanti non era dunque alla villa?

Tosca
No: egli era solo.

Scarpia
Solo?
(indagando con malizia)
Ne siete ben sicura?

Tosca
Nulla sfugge ai gelosi. Solo! solo!
(con insistenza stizzosa)

Scarpia
(prende una sedia, la porta di fronte a Tosca, vi si siede e la guarda fissamente)
Davver?!

Tosca (irritata)
Solo, sì!

Scarpia
Quanto fuoco!
Par che abbiate paura di tradirvi.
(rivolgendosi verso l'uscio della camera della tortura chiamando)
Sciarrone, che dice il Cavalier?

Sciarrone
(apparendo) sul limitare dell'uscio
Nega.

Scarpia
(a voce più alta verso l'uscio aperto)
Insistiamo.
(Sciarrone rientra nella camera della tortura, chiudendone l'uscio)

Tosca (ridendo)
Oh, è inutil!

Scarpia
(serissimo, si alza e passeggia)
Lo vedremo, signora.

Tosca
(lentamente, con sorriso ironico)
Dunque, per compiacervi, si dovrebbe
mentir?

Scarpia
No, ma il vero potrebbe abbreviargli
un'ora assai penosa...

Tosca (sorpresa)
Un'ora penosa? Che vuol dir?
Che avviene in quella stanza?

Scarpia
È forza che si adempia
la legge.

Tosca
Oh! Dio!... Che avvien?!!

Scarpia
(con espressione di ferocia e con forza crescente)
Legato mani e piè
il vostro amante ha un cerchio uncinato
alle tempia,
che ad ogni niego ne sprizza sangue
senza mercè!

Tosca
(balza in piedi)
Non è ver, non è ver!
Sogghigno di demone...
(ascolta con grande ansietà, le mani nervosamente avvinghiate alla spalliera del canapè)

La voce di Cavaradossi
Ahimè! (gemito prolungato)

Tosca
Un gemito? Pietà, pietà!

Scarpia
Sta in voi di salvarlo.

Tosca
Ebben... ma cessate!

Scarpia
(va presso all'uscio)
Sciarrone,
sciogliete!

Sciarrone
(si presenta sul limitare)
Tutto?

Scarpia
Tutto.
(Sciarrone entra di nuovo nella camera della tortura, chiudendo)
(a Tosca)
Ed or la verità...

Tosca
Ch'io lo veda!

Scarpia
No!

Tosca
(riesce ad avvicinarsi all'uscio)
Mario!

La voce di Cavaradossi (dolorosamente)
Tosca!

Tosca
Ti fanno male
ancor?

La voce di Cavaradossi
No - Coraggio! - Taci! - Sprezzo il dolor!

Scarpia
(avvicinandosi a Tosca)
Orsù, Tosca, parlate.

Tosca
(rinfrancata dalle parole di Cavaradossi)
Non so nulla!

Scarpia
Non vale
quella prova? Roberti, ripigliamo...
(fa per avvicinarsi all'uscio)

Tosca
(si mette fra l'uscio e Scarpia, per impedire che dia l'ordine)
No! Fermate!

Scarpia
Voi parlerete?

Tosca
No... mostro!
Lo strazi... l'uccidi!

Scarpia
Lo strazia quel vostro
silenzio assai più.

Tosca
Tu ridi...
all'orrida pena?

Scarpia (con entusiasmo)
Mai Tosca alla scena
più tragica fu!
(Tosca, inorridita, si allontana da Scarpia che, preso da subitaneo senso di ferocia, si rivolge a Spoletta)

Scarpia (gridando)
Aprite le porte
che n'oda i lamenti!
(Spoletta apre l'uscio e sta ritto sulla soglia)

La voce di Cavaradossi
Vi sfido!

Scarpia
(gridando a Roberti)
Più forte! Più forte!

La voce di Cavaradossi
Vi sfido!

Scarpia (a Tosca)
Parlate...

Tosca
Che dire?

Scarpia
Su, via!

Tosca
Ah! non so nulla!
(disperata)
dovrei mentir?

Scarpia (insistendo)
Dite dov'è Angelotti? parlate
su, via, dove celato sta?

Tosca
No! - Ah! Più non posso! - Che orror!
Cessate il martîr! È troppo il soffrir!

La voce di Cavaradossi
Ahimè!

Tosca
(si rivolge ancora supplichevole a Scarpia, il quale fa cenno a Spoletta di lasciare avvicinare Tosca: questa va presso all'uscio aperto ed esterrefatta alla vista dell'orribile scena, si rivolge a Cavaradossi col massimo dolore:)
Mario, consenti
ch'io parli?

La voce di Cavaradossi (spezzata)
No, no.

Tosca (con insistenza)
Ascolta, non posso più...

La voce di Cavaradossi
Stolta, che sai?... che puoi dir?...

Scarpia
(irritatissimo per le parole di Cavaradossi e temendo che da queste Tosca sia ancora incoraggiata a tacere, grida terribile a Spoletta:)
Ma fatelo tacere!
(Spoletta entra nella camera della tortura e n'esce poco dopo, mentre Tosca, vinta dalla terribile commozione, cade prostrata sul canapè e con voce singhiozzante si rivolge a Scarpia che sta impassibile e silenzioso.)

Tosca
Che v'ho fatto in vita mia?
Son io che così torturate!...
Torturate l'anima...
(scoppia in singhiozzi, mormorando:)
Sì, l'anima mi torturate!

Spoletta
(brontolando in attitudine di preghiera)
Judex ergo, cum sedebit,
Quidquid latet apparebit,
Nil inultum remanebit.
(Scarpia, profittando dell'accasciamento di Tosca, va presso la camera della tortura e fa cenno di ricominciare il supplizio - un grido orribile si fa udire - Tosca si alza di scatto e subito con voce soffocata dice rapidamente a Scarpia:)

Tosca
Nel pozzo... nel giardino...

Scarpia
Là è Angelotti?...

Tosca (soffocato)
Sì.

Scarpia
(forte, verso la camera della tortura)
Basta, Roberti.

Sciarrone
(che ha aperto l'uscio)
E svenuto!

Tosca (a Scarpia)
Assassino!
Voglio vederlo.

Scarpia
Portatelo qui!...
(Sciarrone rientra e subito appare Cavaradossi svenuto, portato dai sbirri che lo depongono sul canapè. Tosca corre a lui, ma l'orrore della vista dell'amante insanguinato è così forte, ch'essa sgomentata si copre il volto per non vederlo - poi, vergognosa di questa sua debolezza, si inginocchia presso di lui, baciandolo e piangendo. Sciarrone, il Giudice, Roberti, lo Scrivano escono dal fondo, mentre, ad un cenno di Scarpia, Spoletta ed i sbirri si fermano)

Cavaradossi (riavendosi)
Floria!

Tosca (coprendolo di baci)
Amore...

Cavaradossi
Sei tu?

Tosca (caldamente)
Quanto hai penato
anima mia!.. Ma il giusto
Iddio lo punirà!

Cavaradossi
Tosca, hai parlato?

Tosca
No, amor...

Cavaradossi
Davvero?...

Scarpia
(a Spoletta con autorità)
Nel pozzo
del giardino. - Va, Spoletta!
(Spoletta esce: Cavaradossi, che ha udito, si leva minaccioso contro Tosca; poi le forze l'abbandonano e si lascia cadere sul canapè, esclamando con rimprovero pieno di amarezza verso Tosca:)

Cavaradossi
M'hai tradito!

Tosca (supplichevole)
Mario!

Cavaradossi
(respingendo Tosca che si abbraccia stretta a lui)
Maledetta!
(Sciarrone, a un tratto, irrompe tutto affannoso)

Sciarrone
Eccellenza! quali nuove!...

Scarpia (sorpreso)
Che vuol dir quell'aria afflitta?

Sciarrone
Un messaggio di sconfitta...

Scarpia
Che sconfitta? Come? Dove?

Sciarrone
A Marengo...

Scarpia (impazientito, gridando)
Tartaruga!

Sciarrone
Bonaparte è vincitor!

Scarpia
Melas...

Sciarrone
No! Melas è in fuga!...
(Cavaradossi, che con ansia crescente ha udito le parole di Sciarrone, trova nel proprio entusiasmo la forza di alzarsi minaccioso in faccia a Scarpia)

Cavaradossi
Vittoria! Vittoria!
L'alba vindice appar
che fa gli empi tremar!
Libertà sorge, crollan tirannidi!
Del sofferto martîr
me vedrai qui gioir...
Il tuo cor trema, o Scarpia, carnefice!
(Tosca, disperatamente aggrappandosi a Cavaradossi, tenta, con parole interrotte, di farlo tacere)

Tosca
Mario, taci, pietà di me!

Scarpia
(fissa cinicamente Cavaradossi)
Braveggia, urla! - T'affretta
a palesarmi il fondo
dell'alma ria!
Va! - Moribondo,
il capestro t'aspetta!
(ed irritato per le parole di Cavaradossi, grida ai sbirri:)
Portatemelo via!
(Sciarrone ed i sbirri s'impossessano di Cavaradossi e lo trascinano verso la porta - Tosca con un supremo sforzo tenta di tenersi stretta a Cavaradossi, ma invano: essa è brutalmente respinta)

Tosca
Mario... con te...
(i sbirri conducono via Cavaradossi; li segue Sciarrone: Tosca si avventa per seguir Cavaradossi, ma Scarpia si colloca innanzi la porta e la chiude, respingendo Tosca)

Scarpia
Voi no!









SCENA 5.

Tosca - Scarpia.

Tosca (come un gemito)
Salvatelo!

Scarpia
Io?... Voi!
(si avvicina alla tavola, vede la sua cena lasciata a mezzo e ritorna calmo e sorridente)
La povera mia cena fu interrotta.
(vede Tosca abbattuta, immobile, ancora presso la porta)
Così accasciata?... Via, mia bella
signora, sedete qui. - Volete che
cerchiamo insieme il modo di salvarlo?
(Tosca si scuote e lo guarda: Scarpia sorride sempre e si siede, accennando in pari tempo di sedere a Tosca)
E allor... sedete... e favelliamo.
(forbisce un bicchiere col tovagliolo, quindi lo guarda a traverso la luce del candelabro)
E intanto
un sorso. È vin di Spagna...
(riempie il bicchiere e lo porge a Tosca)
Un sorso
(con gentilezza)
per rincorarvi.

Tosca
(siede in faccia a Scarpia, guardandolo fissamente. Appoggiando i gomiti sul tavolo, colle mani si sorregge il viso, e coll'accento del più profondo disprezzo chiede a Scarpia:)
Quanto?

Scarpia
(imperturbabile, versandosi da bere)
Quanto?

Tosca
Il prezzo!...

Scarpia (ride)
Già - Mi dicon venal, ma a donna bella
(insinuante e con intenzione)
non mi vendo a prezzo di moneta.
Se la giurata fede
devo tradir... ne voglio altra mercede.
Quest'ora io l'attendeva!
Già mi struggea
l'amor della diva!
Ma poc'anzi ti mirai
qual non ti vidi mai!
(eccitatissimo, si alza)
Quel tuo pianto era lava
ai sensi miei e il tuo sguardo
che odio in me dardeggiava,
mie brame inferociva!...
Agil qual leopardo
ti avvinghiasti all'amante;
Ah! In quell'istante
t'ho giurata mia!...
Mia!
(si avvicina, stendendo le braccia verso Tosca: questa, che aveva ascoltato immobile, impietrita, le lascive parole di Scarpia, s'alza di scatto e si rifugia dietro il canapè)

Tosca
Ah!

Scarpia
(quasi inseguendola)
Sì, t'avrò!...

Tosca
(inorridita corre alla finestra)
Piuttosto giù mi avvento!

Scarpia (freddamente)
In pegno
il Mario tuo mi resta!...

Tosca
Ah! miserabile...
l'orribile mercato!
(le balena l'idea di recarsi presso la Regina e corre verso la porta)

Scarpia
(che ne indovina il pensiero, si tira in disparte)
Violenza non ti farò. Sei libera.
Va pure.
(Tosca con un grido di gioia fa per uscire: Scarpia con un gesto e ridendo ironicamente la trattiene)
Ma è fallace speranza... la Regina
farebbe grazia ad un cadavere!
(Tosca retrocede spaventata, e fissando Scarpia si lascia cadere sul canapè: poi stacca gli occhi da Scarpia con un gesto di supremo disgusto e di odio)
Come tu m'odi!
(con accento convinto e con compiacenza)

Tosca
(con tutto l'odio e il disprezzo)
Ah! Dio!...

Scarpia (avvicinandosele)
Così ti voglio!

Tosca (esasperata)
Non toccarmi, demonio!
T'odio, t'odio, abbietto, vile!
(fugge da Scarpia inorridita)

Scarpia
Che importa?!
(avvicinandosele ancor più)
Spasimi d'ira... spasimi d'amore!

Tosca
Vile!

Scarpia
(cerca di afferrarla)
Mia!

Tosca
(si ripara dietro la tavola)
Vile!

Scarpia (inseguendola)
Mia!

Tosca
Aiuto!
(un lontano rullo di tamburi a poco a poco s'avvicina, poi si dilegua lontano)

Scarpia (fermandosi)
Odi?
È il tamburo. S'avvia. Guida la scorta
ultima ai condannati. Il tempo passa!
(Tosca, dopo aver ascoltato con ansia terribile, si allontana dalla finestra e si appoggia, estenuata, al canapè)
Sai... quale oscura opra laggiù si
compia?
Là... si drizza un patibolo!...
(Tosca fa un movimento di disperazione e di spavento)
Al tuo Mario,
per tuo voler, non resta che un'ora di vita.
(freddamente si appoggia ad un angolo della tavola, continuando a guardare Tosca)
(Tosca affranta dal dolore si lascia cadere sul canapè)
(Freddamente Scarpia va ad appoggiarsi ad un angolo della tavola, si versa del caffè e lo assorbe mentre continua a guardare Tosca)

Tosca
(nel massimo dolore)
Vissi d'arte, vissi d'amore,
non feci mai male ad anima viva!...
Con man furtiva
quante miserie conobbi, aiutai...
Sempre con fe' sincera,
la mia preghiera
ai santi tabernacoli salì.
Sempre con fe' sincera
diedi fiori agli altar.
(alzandosi)
Nell'ora del dolore
perché, perché Signore,
perché me ne rimuneri così?
Diedi gioielli
della Madonna al manto,
e diedi il canto
agli astri, al ciel, che ne ridean più belli.
Nell'ora del dolore,
perché, perché Signore,
perché me ne rimuneri così?
(singhiozzando)

Scarpia
(avvicinandosi di nuovo a Tosca)
Risolvi!

Tosca
Mi vuoi supplice ai tuoi piedi!
(inginocchiandosi innanzi a Scarpia)
Vedi, (singhiozza)
le man giunte io stendo a te!
(alzando le mani giunte)
Ecco... vedi...
(con accento disperato)
e mercè d'un tuo detto,
vinta, aspetto... (avvilita)

Scarpia
Sei troppo bella, Tosca, e troppo
amante.
Cedo. - A misero prezzo
tu, a me una vita, io, a te chieggo un istante!

Tosca
(alzandosi, con un senso di gran disprezzo)
Va! - Va! - Mi fai ribrezzo!
(bussano alla porta)

Scarpia
Chi è là?

Spoletta
(entrando tutto frettoloso e trafelato)
Eccellenza, l'Angelotti al nostro
giungere si uccise.

Scarpia
Ebbene, lo si appenda
morto alle forche! E l'altro prigionier?

Spoletta
Il Cavalier Cavaradossi?
È tutto pronto, Eccellenza!

Tosca
(Dio m'assista!)
Scarpia (a Spoletta)
Aspetta.
(piano a Tosca)
Ebbene?
(Tosca accenna di sì col capo e dalla vergogna piangendo affonda la testa fra i cuscini del canapè)
(a Spoletta)
Odi...

Tosca
(interrompendo subito Scarpia)
Ma libero all'istante lo voglio!

Scarpia (a Tosca)
Occorre simular. Non posso
far grazia aperta. Bisogna che tutti
abbian per morto il cavalier.
(accenna a Spoletta)
Quest'uomo fido provvederà.

Tosca
Chi mi assicura?

Scarpia
L'ordin ch'io gli darò voi qui presente.
(a Spoletta)
Spoletta: chiudi.
(Spoletta frettolosamente chiude la porta, poi ritorna presso Scarpia)
Ho mutato d'avviso...
Il prigionier sia fucilato.
(Tosca scatta atterrita)
Attendi...
(fissa con intenzione Spoletta che accenna replicatamente col capo di indovinare il pensiero di Scarpia)
Come facemmo col Conte Palmieri...

Spoletta
Un'uccisione...

Scarpia
... simulata!... Come
avvenne del Palmieri!
Hai ben compreso?

Spoletta
Ho ben compreso.

Scarpia
Va.

Tosca
(che ha ascoltato avidamente, interviene)
Voglio avvertirlo io stessa.

Scarpia
E sia.
(a Spoletta, indicando Tosca)
Le darai passo. Bada:
all'ora quarta...
(marcando intenzionalmente)

Spoletta
(con intenzione)
Sì. Come Palmieri...
(esce)
(Scarpia, ritto presso la porta, ascolta Spoletta allontanarsi, poi trasformato nel viso e nei gesti si avvicina con grande passione a Tosca)

Scarpia
Io tenni la promessa...

Tosca (arrestandolo)
Non ancora.
Voglio un salvacondotto onde fuggir
dallo Stato con lui.

Scarpia (con galanteria)
Partir dunque volete?

Tosca
(con accento convinto)
Sì, per sempre!

Scarpia
Si adempia il voler vostro.
(va allo scrittoio; si mette a scrivere, interrompendosi per domandare a Tosca:)
E qual via scegliete?
(Mentre Scarpia scrive, Tosca si è avvicinata alla tavola e con la mano tremante prende il bicchiere di vino di Spagna versato da Scarpia, ma nel portare il bicchiere alle labbra, scorge sulla tavola un coltello affilato ed a punta; dà un'occhiata a Scarpia che in quel momento è occupato a scrivere - e con infinite precauzioni cerca d'impossessarsi del coltello, rispondendo alle domande di Scarpia ch'essa sorveglia attentamente)

Tosca
La più breve!

Scarpia
Civitavecchia?

Tosca
Sì.
(Finalmente ha potuto prendere il coltello, che dissimula dietro di sé appoggiandosi alla tavola e sempre sorvegliando Scarpia. Questi ha finito di scrivere il salvacondotto, vi mette il sigillo, ripiega il foglio: quindi aprendo le braccia si avvicina a Tosca per avvincerla a sé)

Scarpia
Tosca, finalmente mia!...
(ma l'accento voluttuoso si cambia in un grido terribile - Tosca lo ha colpito in pieno petto)
(gridando)
Maledetta!

Tosca (gridando)
Questo è il bacio di Tosca!

Scarpia (con voce strozza)
Aiuto! muoio!
(Scarpia stende il braccio verso Tosca avvicinandosi barcollante in atto di aiuto. Tosca lo sfugge ma ad un tratto si trova presa fra Scarpia e la tavola e, vedendo che sta per essere toccata da lui, lo respinge inorridita. Scarpia cade)
Soccorso! Muoio!

Tosca
(con odio a Scarpia)
Ti soffoca il sangue?
(Scarpia si dibatte inutilmente e cerca di rialzarsi, aggrappandosi al canapè)
È ucciso da una donna!
M'hai assai torturata!...
Odi tu ancora? Parla!... Guardami!...
Son Tosca!... O Scarpia!

Scarpia
(fa un ultimo sforzo, poi cade riverso)
(soffocato)
Soccorso, aiuto!
(rantolando)
Muoio!

Tosca
(piegandosi sul viso di Scarpia)
Muori dannato! Muori, Muori!
(Scarpia rimane rigido)
È morto! Or gli perdono!
(senza togliere lo sguardo dal cadavere di Scarpia, va al tavolo, prende una bottiglia d'acqua e inzuppando un tovagliolo si lava le dita, poi si ravvia i capelli guardandosi allo specchio e quindi cerca il salvacondotto sullo scrittoio; non trovandolo; lo cerca ancora, finalmente vede il salvacondotto nella mano raggrinzita di Scarpia. Solleva il braccio di Scarpia, che poi lascia cadere inerte, dopo aver tolto il salvacondotto che nasconde in petto.)
E avanti a lui tremava tutta Roma!
(si avvia per uscire, ma si pente, va a prendere le due candele che sono sulla mensola a sinistra e le accende al candelabro sulla tavola spegnendo poi questo. Colloca una candela accesa a destra della testa di Scarpia. Mette l'altra candela a sinistra . Cerca di nuovo intorno e vedendo un crocefisso va a staccarlo dalla parete e portandolo religiosamente si inginocchia per posarlo sul petto di Scarpia. Si alza e con grande precauzione esce, richiudendo dietro a sé la porta)









SCENA 6.

Cavaradossi - Angelotti.
(Appena uscita Tosca, Cavaradossi sta ascoltandone i passi allontanarsi, poi con precauzione socchiude l'uscio e guarda fuori. Visto tutto tranquillo, corre alla Cappella. Angelotti appare subito dietro la cancellata)

Cavaradossi
(aprendo la cancellata ad Angelotti, che naturalmente ha dovuto udire il dialogo precedente)
È buona la mia Tosca, ma credente
al confessor nulla tiene celato, ond'io mi tacqui.
È cosa più prudente.

Angelotti
Siam soli?

Cavaradossi
Sì. Qual è il vostro disegno?...

Angelotti
A norma degli eventi, uscir di Stato
o star celato in Roma... Mia sorella...

Cavaradossi
L'Attavanti?

Angelotti
Sì... ascose un muliebre
abbigliamento là sotto l'altare...
Vesti, velo, ventaglio...
(si guarda intorno con paura)
Appena imbruni
indosserò quei panni...

Cavaradossi
Or comprendo!
Quel fare circospetto
e il pregante fervore
in giovin donna e bella
m'avean messo in sospetto
di qualche occulto amor!
Or comprendo!
Era amor di sorella!

Angelotti
Tutto ella ha osato
onde sottrarmi a Scarpia, scellerato!

Cavaradossi
Scarpia?! Bigotto satiro che affina
colle devote pratiche
la foia libertina
e strumento al lascivo talento
(con forza crescente)
fa il confessore e il boia!
La vita mi costasse, vi salverò!
Ma indugiar fino a notte è mal sicuro...

Angelotti
Temo del sole!...

Cavaradossi
(indicando)
La cappella mette
a un orto mal chiuso, poi c'è un canneto
che va lungi pei campi a una mia villa.

Angelotti
M'è nota...

Cavaradossi
Ecco la chiave... - innanzi sera
io vi raggiungo, - portate con voi
le vesti femminili...

Angelotti
(raccoglie in fascio le vestimenta sotto l'altare)
Ch'io le indossi?

Cavaradossi
Per or non monta, il sentier è deserto...

Angelotti
(per uscire)
Addio!

Cavaradossi
(accorrendo verso Angelotti)
Se urgesse il periglio, correte
al pozzo del giardin. L'acqua è nel fondo,
ma a mezzo della canna, un picciol varco
guida ad un antro oscuro,
rifugio impenetrabile e sicuro!
(un colpo di cannone; i due si guardano agitatissimi)

Angelotti
Il cannon del castello!...

Cavaradossi
Fu scoperta la fuga!
Or Scarpia i suoi sbirri sguinzaglia!

Angelotti
Addio!

Cavaradossi
(con subita risoluzione)
Con voi verrò! Staremo all'erta!

Angelotti
Odo qualcun!

Cavaradossi (con entusiasmo)
Se ci assalgon, battaglia!
(escono rapidamente dalla Cappella.)







SCENA 7.

Sagrestano - Allievi e Cantori della Cappella - Chierici - Confratelli.

Sagrestano
(entra correndo, tutto scalmanato, gridando:)
Sommo giubilo, Eccellenza!...
(guarda verso l'impalcato e rimane sorpreso di non trovarvi neppure questa volta il pittore)
Non c'è più! Ne son dolente!...
Chi contrista un miscredente
si guadagna un'indulgenza!
(accorrono da ogni parte chierici, confratelli, allievi e cantori della Cappella. Tutti costoro entrano tumultuosamente)
Tutta qui la cantoria!
Presto !...
(altri allievi entrano in ritardo e alla fine si radunano tutti)

Allievi
(colla massima confusione)
Dove?

Sagrestano
(spinge alcuni chierici)
In sagrestia...

Alcuni
Ma che avvenne?

Sagrestano
Nol sapete?
(affannoso)
Bonaparte... scellerato...
Bonaparte...

Altri Allievi
(si avvicinano al sagrestano e lo attorniano, mentre accorrono altri che si uniscono ai primi)
Ebben? Che fu?

Sagrestano
Fu spennato, sfracellato,
è piombato a Belzebù!

Allievi, Cantori, ecc.
Chi lo dice?
- È sogno!
- È fola!

Sagrestano
È veridica parola;
or ne giunse la notizia!

Coro
Si festeggi la vittoria!

Sagrestano
E questa sera
gran fiaccolata
veglia di gala a Palazzo Farnese,
ed un'apposita
nuova cantata
con Floria Tosca!...
E nelle chiese
inni al Signore!
Or via a vestirvi,
non più clamor!
Via... via... in sagrestia!

Tutti
(ridendo e gridando gioiosamente, senza badare al Sagrestano che inutilmente li spinge a urtoni verso la sagrestia)
Doppio soldo... Te Deum... Gloria!
Viva il Re!... Si festeggi la vittoria!







SCENA 8.

Scarpia - Sagrestano - Cantori - Allievi, ecc.
Spoletta - Sbirri.
(Le loro grida e le loro risa sono al colmo, allorché una voce ironica tronca bruscamente quella gazzarra volgare di canti e risa. È Scarpia: dietro a lui Spoletta e alcuni sbirri)

Scarpia
(con grande autorità)
Un tal baccano in chiesa! Bel rispetto!

Sagrestano
(balbettando impaurito)
Eccellenza! il gran giubilo...

Scarpia
Apprestate per il te Deum.
(tutti s'allontanano mogi; anche il Sagrestano fa per cavarsela, ma Scarpia bruscamente lo trattiene)
Tu resta!

Sagrestano (impaurito)
Non mi muovo!

Scarpia (a Spoletta)
E tu va, fruga ogni angolo,
raccogli ogni traccia

Spoletta
Sta bene!
(fa cenno a due sbirri di seguirlo)

Scarpia
(ad altri sbirri che eseguiscono)
Occhio alle porte,
senza dar sospetti!
(al Sagrestano)
Ora a te! Pesa
le tue risposte. Un prigionier di Stato
fuggì pur ora da Castel Sant'Angelo...
(energico)
S'è rifugiato qui...

Sagrestano
Misericordia!

Scarpia
Forse c'è ancora.
Dov'è la Cappella degli Attavanti?

Sagrestano
Eccola.
(va al cancello e lo vede socchiuso)
Aperta! Arcangeli!
È un'altra chiave!

Scarpia
Buon indizio... Entriamo.
(entrano nella Cappella, poi ritornano: Scarpia, assai contrariato, ha fra le mani un ventaglio chiuso che agita nervosamente)
(fra sé)
Fu grave sbaglio
quel colpo di cannone! Il mariolo
spiccato ha il volo, ma lasciò una preda...
preziosa... un ventaglio.
(agitandolo in aria)
Qual complice il misfatto preparò?
(resta alquanto pensieroso, poi guarda attentamente il ventaglio; ad un tratto egli vi scorge uno stemma, e vivamente esclama:)
La marchesa Attavanti!...
Il suo stemma!...
(guarda intorno, scrutando ogni angolo della chiesa: i suoi occhi si arrestano sull'impalcato, sugli arnesi del pittore, sul quadro... e il noto viso dell'Attavanti gli appare riprodotto nel volto della santa)
Il suo ritratto!
(al sagrestano)
Chi fe' quelle pitture?

Sagrestano
(ancor più invaso dalla paura)
Il cavalier
Cavaradossi...

Scarpia
Lui!
(uno degli sbirri che seguì Scarpia, torna dalla Cappella portando il paniere che Cavaradossi diede ad Angelotti)

Sagrestano
(vedendolo)
Numi! Il paniere!

Scarpia
(seguitando le sue riflessioni)
Lui! L'amante di Tosca!
Un uom sospetto!
Un volterrian!

Sagrestano
(che avrà esaminato il paniere, con gran sorpresa esclama:)
Vuoto?... Vuoto!...

Scarpia
Che hai detto?
(vede lo sbirro col paniere)
Che fu?...

Sagrestano
(prendendo il paniere)
Si ritrovò nella Cappella
questo panier.

Scarpia
Tu lo conosci?

Sagrestano
Certo!
(è esitante e pauroso)
È il cesto del pittor... ma... nondimeno...

Scarpia
Sputa quello che sai.

Sagrestano
(sempre più impaurito e quasi piangendo gli mostra il paniere vuoto)
Io lo lasciai ripieno
di cibo prelibato...
Il pranzo del pittor!...

Scarpia
(attento, inquirente per scoprir terreno)
Avrà pranzato!

Sagrestano
Nella Cappella?
(facendo cenno di no colla mano)
Non ne avea la chiave
né contava pranzar... disse egli stesso.
Onde l'avea già messo...
al riparo.
(mostra dove aveva riposto il paniere e ve lo lascia)
(impressionato dal severo e silente contegno di Scarpia)
(Libera me Domine!)
(pausa)
Scarpia
(Or tutto è chiaro...
la provvista - del sacrista
d'Angelotti fu la preda!)
(scorgendo Tosca che entra nervosissima)
Tosca? Che non mi veda.
(appena vista entrare Tosca, si è abilmente nascosto dietro la colonna ov'è la pila dell'acqua benedetta, facendo imperioso cenno di rimanere al Sagrestano; il quale, tremante, imbarazzato, si reca vicino al palco del pittore)
(Per ridurre un geloso allo sbaraglio
Jago ebbe un fazzoletto... ed io un ventaglio!...)







SCENA 9.

Tosca - Scarpia - Sagrestano

Tosca
(Va dritta all'impalcato, ma non trovandovi Cavaradossi, sempre in grande agitazione va a cercarlo nella navata principale della chiesa)
Mario?! Mario?!

Sagrestano
(che si trova ai piedi dell'impalco, avvicinandosi a Tosca)
Il pittor Cavaradossi?
Chi sa dove sia?
Svanì, sgattaiolò
per sua stregoneria.
(se la svigna)

Tosca
Ingannata? No!... no!...
Tradirmi egli non può!
(quasi piangendo)

Scarpia
(ha girato la colonna e si presenta a Tosca, sorpresa del suo subito apparire. Intinge le dita nella pila e le offre l'acqua benedetta; fuori suonano le campane che invitano alla chiesa)
Tosca gentile la mano mia
la vostra aspetta, piccola manina,
non per galanteria
ma per offrirvi l'acqua benedetta.

Tosca
(tocca le dita di Scarpia e si fa il segno della croce)
Grazie, signor!

Scarpia
Un nobile
esempio è il vostro. Al cielo
piena di santo zelo
attingete dell'arte il magistero
che la fede ravviva!

Tosca
(distratta e pensosa)
Bontà vostra...
(cominciano ad entrare in chiesa ed a recarsi verso il fondo alcuni popolani)

Scarpia
Le pie donne son rare...
Voi calcate la scena...
(con intenzione)
E in chiesa ci venite per pregar...

Tosca (sorpresa)
Che intendete?...

Scarpia
E non fate come certe sfrontate
che han di Maddalena
(indica il ritratto)
viso e costumi...
(con intenzione marcata)
e vi trescan d'amore!

Tosca (scatta pronta)
Che? D'amore? Le prove!

Scarpia (mostrandole il ventaglio)
È arnese da pittore questo?

Tosca (lo afferra)
Un ventaglio? Dove stava?
(entrano alcuni contadini)

Scarpia
Là su quel palco. Qualcun venne
certo a sturbar gli amanti
ed essa nel fuggir perdé le penne!...

Tosca
(esaminando il ventaglio)
La corona! Lo stemma! È l'Attavanti!
Presago sospetto!...

Scarpia
(Ho sortito l'effetto!)

Tosca
(con grande sentimento, trattenendo a stento le lagrime, dimentica del luogo e di Scarpia)
Ed io venivo a lui tutta dogliosa
per dirgli: invan stasera,
il ciel s'infosca...
l'innamorata Tosca
è prigioniera... dei regali tripudi.
(entra un gruppo di pastori e ciociare)

Scarpia
(Già il veleno l'ha rosa!)
(mellifluo a Tosca)
O che v'offende,
dolce signora?...
Una ribelle
lagrima scende
sovra le belle
guancie e le irrora;
dolce signora,
che mai v'accora?

Tosca
Nulla!
(vari Nobili Signori accompagnano alcune donne)

Scarpia (con marcata intenzione)
Darei la vita
per asciugar quel pianto.

Tosca (non ascoltandolo)
Io qui mi struggo e intanto
d'altra in braccio le mie smanie deride!

Scarpia
(Morde il veleno!)
(entrano alcuni borghesi alla spicciolata)

Tosca (con grande amarezza)
Dove son? Potessi
coglierli, i traditori!
(sempre più crucciosa)
Oh qual sospetto!
Ai doppi amori
è la villa ricetto!
(con immenso dolore)
Traditor!
Oh mio bel nido insozzato di fango!
(con pronta risoluzione)
Vi piomberò inattesa!
(rivolta al quadro, minacciosa)
Tu non l'avrai stasera. Giuro!

Scarpia
(scandalizzato, quasi rimproverandola)
In chiesa!

Tosca
Dio mi perdona... Egli vede ch'io piango!
(piange dirottamente; Scarpia la sorregge accompagnandola all'uscita, fingendo di rassicurarla)
(appena uscita Tosca, la chiesa poco a poco va sempre più popolandosi. La folla si raggruppa nel fondo, in attesa del Cardinale; alcuni inginocchiati pregano)
Scarpia
(dopo aver accompagnato Tosca, ritorna presso la colonna e fa un cenno: subito si presenta Spoletta)
Tre sbirri... Una carrozza...
Presto!... seguila
dovunque vada!... non visto!... provvedi!

Spoletta
Sta bene! Il convegno?

Scarpia
Palazzo Farnese!
(Spoletta parte rapidamente con tre sbirri)
(con un sorriso sardonico)
Va, Tosca! Nel tuo cuor s'annida Scarpia!...
È Scarpia che scioglie a volo
il falco della tua gelosia.
Quanta promessa nel tuo pronto sospetto!
(esce il corteggio che accompagna il Cardinale all'altare maggiore: i soldati svizzeri fanno far largo alla folla, che si dispone su due ali)
(Scarpia s'inchina e prega al passaggio del Cardinale)
(il Cardinale benedice la folla che reverente s'inchina)

Capitolo
Adjutorum nostrum in nomine Domini

Folla
Qui fecit coelum et terram

Capitolo
Sit nomen Domini benedictum

Folla
Et hoc nunc et usquem in saeculum.

Scarpia (con ferocia)
A doppia mira
tendo il voler, né il capo del ribelle
è la più preziosa. Ah di quegli occhi
vittoriosi veder la fiamma
(con passione erotica)
illanguidir con spasimo d'amor,
fra le mie braccia...
(ferocemente)
L'uno al capestro,
l'altra fra le mie braccia...
(resta immobile guardando nel vuoto)
(Tutta la folla è rivolta verso l'altare maggiore; alcuni s'inginocchiano)

Folla
Te Deum laudamus:
Te Dominum confitemur!

Scarpia
(riavendosi come da un sogno)
Tosca, mi fai dimenticare Iddio!
(s'inginocchia e prega con entusiasmo religioso)

Tutti
Te aeternum Patrem
omnis terra veneratur!





Atto terzo





SCENA 1.

La piattaforma di Castel Sant'Angelo.
A sinistra, una casamatta: vi è collocata una tavola, sulla quale stanno una lampada, un grosso registro e l'occorrente per scrivere: una panca, una sedia. Su di una parete della casamatta un crocifisso: davanti a questo è appesa una lampada. A destra, L'apertura di una piccola scala per la quale si ascende alla piattaforma. Nel fondo il Vaticano e San Pietro.

(Notte - Cielo sereno, scintillante di stelle)
(Si odono, lontane, le campanelle d'un armento: di mano in mano vanno sempre più affievolendosi)

La voce di un Pastore
Io de' sospiri.
Ve ne rimanno tanti
Pe' quante foje
Ne smoveno li venti.

Tu me disprezzi.
Io me ci accoro,
Lampene d'oro
Me fai morir!

(la luce incerta e grigia che precede l'alba: le campane delle chiese suonano mattutino)
(Un Carceriere con una lanterna sale dalla scala, va alla casamatta e vi accende la lampada sospesa davanti al crocifisso, poi quella sulla tavola. Poi va in fondo alla piattaforma e guarda giù nel cortile sottostante per vedere se giunge il picchetto dei soldati, col condannato. Si incontra con una sentinella che percorre tutt'all'intorno la piattaforma e scambiate colla stessa alcune parole, ritorna alla casamatta, siede ed aspetta mezzo assonnato. Più tardi un picchetto, comandato da un Sergente di guardia, sale sulla piattaforma accompagnando Cavaradossi: il picchetto si arresta e il Sergente conduce Cavaradossi nella casamatta, consegnando un foglio al Carceriere. - Il Carceriere esamina il foglio, apre il registro e vi scrive mentre interroga:)









SCENA 2.

Il Carceriere - Cavaradossi - un Sergente - Soldati

Carceriere
Mario Cavaradossi?
(Cavaradossi china il capo, assentendo. Il Carceriere porge la penna al Sergente)
A voi.
(Il Sergente firma il registro, poi parte coi soldati, scendendo per la scala)
Vi resta un'ora...
Un sacerdote i vostri cenni attende.

Cavaradossi
No! Ma un'ultima grazia
io vi richiedo...

Carceriere
Se posso...

Cavaradossi
Io lascio al mondo
una persona cara. Consentite
ch'io le scriva un sol motto.
(togliendosi dal dito un anello)
Unico resto di mia ricchezza è
questo anel!...
Se promettete di consegnarle il mio
ultimo addio,
esso è vostro...

Carceriere
(tituba un poco, poi accetta e facendo cenno a Cavaradossi di sedere alla tavola, va a sedere sulla panca)
Scrivete...

Cavaradossi
(rimane alquanto pensieroso, quindi si mette a scrivere... ma dopo tracciate alcune linee è invaso dalle rimembranze, e si arresta dallo scrivere)
(pensando)
E lucevan le stelle...
ed olezzava la terra...
stridea l'uscio dell'orto...
e un passo sfiorava la rena...
Entrava ella, fragrante,
mi cadea fra le braccia...
Oh! dolci baci, o languide carezze,
mentr'io fremente
le belle forme disciogliea dai veli!
Svanì per sempre il sogno mio d'amore...
L'ora è fuggita...
E muoio disperato!
E non ho amato mai tanto la vita!...
(scoppia in singhiozzi, coprendosi il volto colle mani)
(Dalla scala viene Spoletta, accompagnato dal Sergente e seguito da Tosca: il Sergente porta una lanterna - Spoletta accenna a Tosca ove trovasi Cavaradossi, poi chiama a sé il Carceriere: con questi e col Sergente ridiscende, non senza aver prima dato ad una sentinella, che sta in fondo, l'ordine di sorvegliare il prigioniero).





SCENA 3.

Tosca - Cavaradossi
(Tosca che in questo frattempo è rimasta agitatissima, vede Cavaradossi che piange: si slancia presso a lui, e non potendo parlare per la grande emozione gli solleva con le due mani la testa, presentandogli in pari tempo il salvacondotto: Cavaradossi, alla vista di Tosca, balza in piedi sorpreso, legge il foglio che gli presenta Tosca)

Cavaradossi (legge)
Franchigia a Floria Tosca...
... e al cavaliere che l'accompagna.

Tosca
(leggendo insieme a lui con voce affannosa e convulsa)
... e al cavaliere che l'accompagna.
(a Cavaradossi con un grido d'esultanza)
Sei libero!

Cavaradossi
(guarda il foglio; ne vede la firma)
(guardando Tosca con intenzione)
Scarpia!...
Scarpia che cede? La prima
sua grazia è questa...

Tosca
E l'ultima!
(riprende il salvacondotto e lo ripone in una borsa)

Cavaradossi
Che dici?

Tosca (scattando)
Il tuo sangue o il mio amore
volea... Fur vani scongiuri e pianti.
Invan, pazza d'orror,
alla Madonna mi volsi e ai Santi...
L'empio mostro dicea: già nei
cieli il patibol le braccia leva!
Rullavano i tamburi...
Rideva, l'empio mostro... rideva...
già la sua preda pronto a ghermir!
"Sei mia!" - Sì. - Alla sua brama
mi promisi. Lì presso
luccicava una lama...
Ei scrisse il foglio liberator,
venne all'orrendo amplesso...
Io quella lama gli piantai nel cor.

Cavaradossi
Tu!?... di tua man l'uccidesti? - tu pia,
tu benigna, - e per me!

Tosca
N'ebbi le man
tutte lorde di sangue!

Cavaradossi
(prendendo amorosamente fra le sue le mani di Tosca)
O dolci mani mansuete e pure,
o mani elette a bell'opre e pietose,
a carezzar fanciulli, a coglier rose,
a pregar, giunte, per le sventure,
dunque in voi, fatte dall'amor secure,
giustizia le sue sacre armi depose?
Voi deste morte, o man vittoriose,
o dolci mani mansuete e pure!...

Tosca
(svincolando le mani)
Senti... l'ora è vicina; io già raccolsi
(mostrando la borsa)
oro e gioielli... una vettura è pronta.
Ma prima... ridi amor... prima sarai
fucilato - per finta - ad armi scariche...
Simulato supplizio. Al colpo... cadi.
I soldati sen vanno... - e noi siam salvi!
Poscia a Civitavecchia... una tartana...
e via pel mar!

Cavaradossi
Liberi!

Tosca
Chi si duole
in terra più? Senti effluvi di rose?!...
Non ti par che le cose
aspettan tutte innamorate il sole?...

Cavaradossi
(colla più tenera commozione)
Amaro sol per te m'era morire,
da te la vita prende ogni splendore,
all'esser mio la gioia ed il desire
nascon di te, come di fiamma ardore.
Io folgorare i cieli e scolorire
vedrò nell'occhio tuo rivelatore,
e la beltà delle cose più mire
avrà sol da te voce e colore.

Tosca
Amor che seppe a te vita serbare,
ci sarà guida in terra, e in mar
nocchier...
e vago farà il mondo riguardare.
Finché congiunti alle celesti sfere
dileguerem, siccome alte sul mare
a sol cadente,
(fissando come in una visione)
nuvole leggere!...
(rimangono commossi, silenziosi: poi Tosca, chiamata dalla realtà delle cose, si guarda attorno inquieta)
E non giungono...
(si volge a Cavaradossi con premurosa tenerezza)
Bada!... al colpo egli è mestiere
che tu subito cada...

Cavaradossi (triste)
Non temere
che cadrò sul momento - e al naturale.

Tosca (insistendo)
Ma stammi attento - di non farti male!
Con scenica scienza
io saprei la movenza...

Cavaradossi
(la interrompe, attirandola a sé)
Parlami ancora come dianzi parlavi,
è così dolce il suon della tua voce!

Tosca
(si abbandona quasi estasiata, quindi poco a poco accalorandosi)
Uniti ed esulanti
diffonderem pel mondo i nostri amori,
armonie di colori...

Cavaradossi
(esaltandosi)
Armonie di canti diffonderem!

Tosca e Cavaradossi
(con grande entusiasmo)
Trionfal, di nova speme
l'anima freme in celestial
crescente ardor.
Ed in armonico vol
già l'anima va
all'estasi d'amor.

Tosca
Gli occhi ti chiuderò con mille baci
e mille ti dirò nomi d'amor.





SCENA ULTIMA

(Frattanto dalla scaletta è salito un drappello di soldati: lo comanda un Ufficiale, il quale schiera i soldati nel fondo: seguono Spoletta, il Sergente, il Carceriere. - Spoletta dà le necessarie istruzioni. Il cielo si fa più luminoso; è l'alba: suonano le 4 del mattino.
Il Carceriere si avvicina a Cavaradossi e togliendosi il berretto gli indica l'Ufficiale)

Carceriere
L'ora!

Cavaradossi
Son pronto.
(il carceriere prende il registro dei condannati e scende per la scaletta)

Tosca
(a Cavaradossi, con voce bassissima e ridendo di soppiatto)
Tieni a mente... al primo colpo... giù...

Cavaradossi
(sottovoce, ridendo esso pure)
Giù.

Tosca
Non rialzarti innanzi
ch'io ti chiami.

Cavaradossi
No, amore!

Tosca
E cadi bene.

Cavaradossi (sorridendo)
Come la Tosca in teatro.

Tosca
(vedendo sorridere Cavaradossi)
Non ridere...

Cavaradossi (serio)
Così?

Tosca
Così.
(Cavaradossi segue l' Ufficiale dopo aver salutato Tosca, la quale si colloca a sinistra, nella casamatta, in modo però da poter spiare quanto succede sulla piattaforma. Essa vede l'Ufficiale ed il Sergente che conducono Cavaradossi presso il muro di faccia a lei; il Sergente vuol porre la benda agli occhi di Cavaradossi: questi, sorridendo, rifiuta. - Tali lugubri preparativi stancano la pazienza di Tosca.)

Tosca
Com'è lunga l'attesa!
Perché indugiano ancor?... Già sorge il sole...
Perché indugiano ancora?... è una commedia,
lo so... ma questa angoscia eterna pare!...
(l'Ufficiale e il Sergente dispongono il plotone dei soldati, impartendo gli ordini relativi)
Ecco!... Apprestano l'armi...
Com'è bello il mio Mario!
(vedendo l'Ufficiale che sta per abbassare la sciabola, si porta le mani agli orecchi per non udire la detonazione; poi fa cenno con la testa a Cavaradossi di cadere, dicendo:)
Là! Muori!
(vedendolo a terra gli invia colle mani un bacio)
Ecco un artista!
(il Sergente si avvicina al caduto e lo osserva attentamente: Spoletta pure si è avvicinato; allontana il Sergente impedendogli di dare il colpo di grazia, quindi copre Cavaradossi con un mantello. L'Ufficiale allinea i soldati: il Sergente ritira la sentinella che sta in fondo, poi tutti, preceduti da Spoletta, scendono la scala. Tosca è agitatissima: essa sorveglia questi movimenti temendo che Cavaradossi, per impazienza, si muova o parli prima del momento opportuno.)
(a voce repressa verso Cavaradossi)
O Mario, non ti muovere...
S'avviano... taci! Vanno... scendono.
(vista deserta la piattaforma, va ad ascoltare presso l'imbocco della scaletta: vi si arresta trepidante, affannosa, parendole ad un tratto che i soldati anziché allontanarsi, ritornino sulla piattaforma - di nuovo si rivolge a Cavaradossi con voce bassa)
Ancora non ti muovere...
(ascolta - si sono tutti allontanati, va al prospetto e cautamente sporgendosi, osserva di sotto - corre verso Cavaradossi)
Mario, su presto!
Andiamo!... Su!...
(si china per aiutare Cavaradossi a rialzarsi: a un tratto dà un grido soffocato di terrore, di sorpresa e si guarda le mani colle quali ha sollevato il mantello)
Ah!
(si inginocchia, toglie rapidamente il mantello e balza in piedi livida, atterrita)
Morto! Morto!
(con incomposte parole, con sospiri, singhiozzi si butta sul corpo di Cavaradossi, quasi non credendo all'orribil destino)
O Mario... morto... tu.. così... Finire
così!! Così?... povera Floria tua!
(intanto dal cortile al disotto del parapetto e su dalla piccola scala arrivano prima confuse, poi sempre più vicine le voci di Sciarrone, di Spoletta e di alcuni soldati)

Voci confuse
Ah!...

La voce di Sciarrone
Vi dico pugnalato!

Voci confuse
Scarpia?

La voce di Sciarrone
Scarpia.

La voce di Spoletta
La donna è Tosca!

Varie Voci più vicine
Che non sfugga!

La voce di Spoletta e Sciarrone
(più vicine)
Attenti
agli sbocchi delle scale!
(Spoletta apparisce dalla scala, mentre Sciarrone dietro a lui gli grida additando Tosca:)

Sciarrone
È lei!

Spoletta
(gettandosi su Tosca)
Ah! Tosca, pagherai
ben cara la sua vita!...
(Tosca balza in piedi e invece di sfuggire Spoletta, lo respinge violentemente, rispondendogli:)

Tosca
Colla mia!
(all'urto inaspettato Spoletta dà addietro e Tosca rapida gli sfugge, passa avanti a Sciarrone ancora sulla scala e correndo al parapetto si getta nel vuoto gridando:)
O Scarpia, avanti a Dio!
(Sciarrone ed alcuni soldati, saliti confusamente, corrono al parapetto e guardano giù. Spoletta rimane esterrefatto, allibito.)

FINE


15/12/2006 23:04
 
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ma che hai fumato??????
[SM=x629179] [SM=x629172]
15/12/2006 23:29
 
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qualche dubbio mi era venuto.....adesso ho la conferma.....TU SEI FUORI COME UN BALCONE....ANZI COME UNA TERRAZZA!!!!!!!! [SM=x629146] [SM=x629220] [SM=x629173] [SM=x629173] [SM=x629165]
15/12/2006 23:30
 
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apprendista
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Complimenti Chic... [SM=g27811]

La Tosca mi piace molto, anche se la mia preferita rimane sempre Madame Butterfly...

"Un bel dì vedremo.... levarsi un fil di fumo...."

Sei un grande... dopo il cinema ora le opere!!!


Ariel. [SM=x629140]
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