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A.M.I.C.A TERRORE TELEMATICO -ROMANZO NO PROFIT.

Ultimo Aggiornamento: 06/01/2007 19:06
06/01/2007 19:04
 
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A.M.I.C.A. Terrore telematico
di Antonio de Lieto Vollaro

Recensore:
Ricevuto:
Recensito il:
Marco Roberto Capelli
02-09-2005

Rec.pubblicata
PB16

Anno 2003 - TATA AMICA
- 223 pp.



Lo definirei un solido romanzo di avventura per ragazzi, questo di Antonio de Lieto Vollaro. Ed, ovviamente, quando si parla di ragazzi, si intende per tutti quelli che sono ancora ragazzi...dentro. D’altra parte, il romanzo di avventura ha in Italia una degnissima tradizione che va da Salgari(ovviamente) e Motta fino ai più recenti lavori dell'ingiustamente dimenticato (avremo occasione di riparlarne) Gianni Padoan. E proprio in questa tradizione avventuroso/fantascientifica si inserisce il romanzo di Vollaro: trama robusta, personaggi rapidamente tratteggiati - adamantini nella loro semplicità - che si cacciano in situazioni disperate per poi uscirne, rocambolescamente, incolumi. Anche se i terroristi islamici hanno preso il posto dei perfidi thugs o degli inglesi, usurpatori del Borneo – i tempi sono cambiati, si sa - anche se dalle premesse fantapolitiche, si passa, nel finale, alla fantascienza più classica, rimane, comunque, l'eterna lotta del bene contro il male, pura, senza esitazioni ma non priva di un certo senso dello humor e di una buona dose di umanità che ne smussano gli spigoli e ne stemperano gli eccessi. Le invenzioni fantastiche e lo sviluppo incalzante della trama fanno passare in secondo piano qualche ingenuità nei dialoghi(che restano comunque ad un livello superiore rispetto a quello di molti film d'azione americani...) o l'utilizzo di alcuni stereotipi peraltro tipici del genere. Il risultato finale è, comunque, una lettura scorrevole e piacevole, una ventata di aria fresca in un panorama stantio e sovraccaricato da un eccesso di produzioni sperimentali spesso senzané capo né coda. Un libro che merita l'acquisto anche perchè, va ricordato, De Lieto Vollaro, con estrema generosità, ha deciso di donare i diritti d'autore relativi a questo romanzo all'UNICEF, affinchè siano utilizzati per l'assistenza ai bambini dei paesi più poveri. E iniziative come questa, converrete con me, meritano di essere sostenute!
[SM=x629197]

la copertina del libro può essere direttamente visionata sul sito:
WWW.TATAAMICA.ORG

(Marco Roberto Capelli)

Presidente associazione onlus
T.A.T.A. A.M.I.C.A-www.tataamica.org.
Tutti i bambini del mondo sono nostri bambini!
06/01/2007 19:06
 
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Nota dell'autore.
[SM=x629234] Nota dell’Autore

Sono un uomo comune lontano dal mondo della cultura e della letteratura e pertanto ancora più felice di essere stato, almeno per una volta, autore anch’io.
Dedico questo libro, in particolar modo, alla mia cara amica Rosy, la cui forza nel lottare fino alla fine contro una delle più gravi forme leucemiche ha insegnato a me ed a mia moglie quanto l’uomo sia piccolo ma possa, nello stesso tempo, essere grande nell’affrontare qualcosa che non conosce se non quando c’è dentro fino al collo.
Lo dedico ad Antonio, un ragazzo di vent’anni, fratello di una compagnia di scuola di mia figlia, scomparso anch’egli a causa dello stesso male.
Così come ho ideato e scritto, nel mio piccolo, pensando ai tanti altri bambini e persone aggredite ferocemente da tutti quei mali ritenuti finora incurabili.
Spero che la morale del libro possa essere profetica e, per quanto sia difficile immaginare un “mondo perfetto”, auspico la scomparsa di ogni violenza e malvagità presenti in esso così come la soluzione pratica a tutte le patologie virali e genetiche.
Mi sto prodigando affinché A.M.I.C.A. diventi una realtà e non semplicemente il titolo di un romanzo “per ragazzi”; il suo obiettivo primario è mirato alla copertura completa dell’assistenza sanitaria verso tutti quei bambini poveri, orfani o vittime di guerra che necessitano di interventi chirurgici urgenti e non hanno nessuno ad assisterli.
Il secondo passo sarebbe quello di crescere fino a divenire un’associazione seria ed autorevole capace di collaborare con tutte le altre associazioni no profit operanti nel panorama sociale ed umanitario.
Mi auguro che il senso vero di questo libro possa essere raccolto specialmente da persone illustri ed influenti che vogliano identificarsi anche loro quali “cavalieri” dell’A.M.I.C.A. per farla crescere sempre più donando al mondo una realtà che non sia fantascienza.
Infine, ma non in ultimo, dedico questo lavoro, alla memoria di mio padre scomparso prematuramente a causa di un tumore al colon. Sono certo che sia stato lui, grande maestro di vita, a spingermi nell’avventura dello scrivere.
Una nota ancora, per concludere, la rivolgo alle vittime di attacchi terroristici di qualunque nazione o religione d’appartenenza senza per questo voler scadere nel qualunquismo.
Colpire i civili è sempre stato un atto criminoso e vigliacco, soprattutto non giustifica mai nessuna causa ma ne inasprisce gli assurdi effetti.
Ogni volta che ciò accade ne rimango scosso, scioccato. Come tanti tra noi.
Condanno ogni atto che vada a ledere la dignità ed il diritto alla vita del prossimo.
In particolar modo penso ai bambini, spesso dimenticati, che rappresentano il futuro di noi tutti. Ricordo ai lettori che “per ogni bambino che nasce noi adulti diventiamo subito debitori nei suoi confronti poiché gli prospettiamo violenze e soprusi e non certo l’amore in cui dovrebbero crescere e di cui dovrebbero nutrirsi. Dobbiamo noi tutti, sentirci obbligati, di sdebitarci aiutandoli al meglio delle nostre possibilità”.
Quale Autore di questo libro dichiaro che il ricavato della mia percentuale sui proventi della vendita dello stesso e delle eventuali future edizioni sarà destinata all’associazione:T.A.T.A-A.M.I.C.A. e ai progetti di prima necessità, dell’UNICEF italiana, affinché le stesse possano perseguire con successo il proprio obiettivo di pubblica utilità.

L’Autore
Antonio de Lieto Vollaro
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* Nota storica autentica dalla quale è stato tratto il romanzo:

Durante la guerra fredda tra la Russia e l'America e durante la guerra del Vietnam, il mondo ha più volte rasentato il rischio della catastrofe nucleare, e solo le mani di chissà quali angeli hanno impedito la distruzione in massa del genere umano in una manciata di secon-di. La campagna per il disarmo dell’intero pianeta e contro il razzismo e le persecuzioni, fu sollevata dal professor Albert Einstein, insieme ad altri sette premi nobel. Nel 1939, ap-poggiò le richieste di Fermi e Szilard nella loro richiesta scritta di finanziamenti inviata al pre-sidente Roosevelt, convinto che l’uranio poteva essere utilizzato quale importante fonte d’energia per il bene dell’intera dell’umanità. Roosevelt, colto dal timore che fosse Hitler per primo a costruire la bomba atomica, dopo aver ricevuto la notizia che gli scienziati tedeschi Hahn e Strassman avevano scoperto la scissione nucleare, pressò lo scienziato tedesco af-finché affrettasse i suoi studi e precedesse i nazisti nella costruzione della prima bomba a-tomica. Improvvisamente, nell’aprile del 1945, Roosevelt morì per una emorragia cerebrale, succedendogli Truman, il quale non si limitò solo ad ordinare la costruzione, ma il 2 agosto del 1945, nel deserto di Los Alamos, fece eseguire lo scoppio sperimentale della prima bom-ba atomica. Truman, pur essendo Il Giappone in ginocchio e ormai incapace di qualsiasi re-azione, tre giorni dopo l’esperimento, diede l’ordine impulsivo di far sganciare i due ordigni nucleari su Hiroshima e Nagasaki, ponendo fine alla guerra, ma anche alla dignità umana e al rispetto per ogni diritto alla vita stessa, distruggendo due intere città e mietendo centinaia di migliaia di vittime innocenti che non avevano mai dichiarato guerra a nessuno. Proprio Harry Truman aveva in precedenza fatto un’affermazione ingannevole ed in evidente contra-sto con le sue azioni ed i suoi pensieri successivi:
“Il mio pacifismo è un sentimento istintivo, un sentimento che mi domina perché l'assassinio dell'uomo m'ispira disgusto. Il mio atteggiamento non deriva da qualche teoria intellettuale ma si fonda sulla mia reale avversione per ogni specie di crudeltà e odio.”
Ecco perché Einstein, fino alla sua morte, non dimenticò mai quella lettera e non si stancò di ripetere: “Se avessi saputo non avrei mai scritto quella lettera al Presidente.”
Per la stessa ragione, nel 1955 alcuni mesi prima della sua morte, insieme al filosofo inglese Bertrand Russel e ad altri colleghi del tempo, concepì un manifesto per sensibilizzare gli scienziati del mondo intero riguardo i pericoli reali di una guerra nucleare. E’ dal contenuto di quel manifesto e dal suo testamento spirituale che si riuscì a sensibilizzare anche la co-scienza di molti potenti della Terra nell’impiegare le proprie risorse in un senso costruttivo per l'umanità, e non distruttivo, riuscendo nella sua campagna contro le armi nucleari e il razzismo, con le sue persecuzioni.

Nella tragica situazione che si pone all'umanità, pensiamo che gli scienziati dovrebbero riunirsi per valutare i pericoli che sono sorti come risultato dello sviluppo delle armi di distru-zione di massa e discutere una deliberazione nello spirito del documento in essere. In que-st'occasione noi non parliamo come membri di questa o quella nazione, continente o fede, ma come esseri umani, appartenenti alla specie Uomo, della quale è in dubbio la continuità dell'esistenza(...). Dobbiamo imparare a pensare in un modo nuovo. Dobbiamo imparare a chiederci non quali passi possono essere fatti per dare la vittoria militare al gruppo che prefe-riamo, perché tali passi non esistono più; la domanda che dobbiamo porci è : quali passi debbono essere fatti per evitare una contesa militare la cui conclusione sarebbe disastrosa per tutte le parti? (...).
Non c’è dubbio che in una guerra con bombe H, diverse grandi città verrebbero rase al suolo. Ma questo sarebbe uno dei disastri minori da fronteggiare(...). Oggi noi sappiamo, specialmente dopo il test di Bikini, che le bombe nucleari possono distribuire gradualmente distruzione sopra un'area molto più grande di quanto si fosse supposto. Oggi si può costrui-re una bomba che sarà 2500 volte più potente di quella che distrusse Hiroshima. Questa bomba, se esplodesse vicino al suolo o sottacqua, invierebbe particelle radioattive nell'atmo-sfera. Nessuno sa per quale grande estensione queste particelle radioattive mortali potreb-bero diffondersi, ma le autorità più qualificate sono unanimi nell'affermare che una guerra con le bombe H potrebbe molto probabilmente segnare la fine della razza umana. Il termine "genere umano" suona vago e astratto. La gente pare rendersi conto poco, nella sua im-maginazione, che il pericolo è vicino a loro, ai loro figli e nipoti, e non riguarda solo una mi-steriosa ‘umanità’ vagamente concepita. Qualsiasi accordo di non usare la bomba H, rag-giunto in tempo di pace, non sarebbe più considerato vincolante in tempo di guerra e ambedue le parti si metterebbero al lavoro per costruire nuove bombe H non appena la guer-ra scoppiasse. Sebbene un accordo per rinunciare alle armi nucleari, come parte di una ridu-zione degli armamenti non permetterebbe una soluzione definitiva, esso risulterebbe utile per alcuni scopi importanti. Primo: ogni accordo fra l’Est e l'Ovest è rivolto verso il bene, in quanto tende a diminuire la tensione; secondo: diminuirebbe il timore di un attacco improvvi-so, stile Pearl Harbour. Abbiamo di fronte a noi, se lo scegliamo, un progresso continuo di felicità, conoscenza e saggezza. Sceglieremo invece la morte, solo perché non possiamo dimenticare i nostri litigi? Ci appelliamo agli esseri umani: ricordate la vostra umanità e di-menticate il resto (...). Invitiamo attraverso questo appello gli scienziati di tutto il mondo e tut-ta l'umanità a sottoscrivere la seguente deliberazione:
In previsione del fatto che in qualsiasi futura guerra mondiale verranno sicuramente impiega-te le armi nucleari,(....) esortiamo i governi del mondo a rendersi conto, e a riconoscere pubblicamente, che i loro scopi non possono essere favoriti da una guerra mondiale. Di con-seguenza, li esortiamo a trovare mezzi pacifici per la sistemazione di tutti gli argomenti di contesa tra loro.

Ecco i nomi illustri che hanno partecipato alla realizzazione del messaggio significativo e profondo di questo manifesto:

Il filosofo inglese Bertrand Russel e i premi nobel: Albert Einstein, Max Born, Percy W. Bri-dgman, Lenon Infeld, J.F. Joliot-Cruise, H.J. Muller, Linus Pauling, Cecil F. Powell, J.Rotblat, e infine il giapponese Hideki Yukawa.

Presidente associazione onlus
T.A.T.A. A.M.I.C.A-www.tataamica.org.
Tutti i bambini del mondo sono nostri bambini!
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