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Nadia IV

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2011 21:48
15/02/2011 21:48
 
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sublime maestro
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“Possiamo fingere? Non credo di essere in grado di riuscire a farlo guardandoti negli occhi e nemmeno credo che tu lo possa fare senza che io me ne accorga; tu cosa vuoi sentirti dire? Che ti ho amato dal primo momento in cui ti sei avvicinata e mi hai parlato? E io stesso cosa voglio sentirmi dire? Le stesse identiche parole?” Per un attimo ho creduto di averle urlato in faccia tutte queste mie domande ma mi accorgo di averle solamente sussurrate. Nadia mi volta le spalle ma la sua voce non ha un tremito quando dice: “Ricordi quando ti ho detto che l’amore non esiste? Certo che te lo ricordi perché tu stesso mi hai confessato di non credere assolutamente nell’amore eppure tutti e due abbiamo capito una sola e identica cosa non è vero? Io ti amo e tu mi ami. Non cerco spiegazioni e ti odio non per quello che sei ma per avermi fatto tutto questo.” Tace e io le voglio dire la stessa cosa ma ancora una volta non me ne lascia il tempo, si alza dal letto e senza incontrare il mio sguardo prende un asciugamano e apre la porta della camera nel chiuderla la sento dire: “Vestiti, vattene e non tornare; i tuoi soldi non li voglio, non tornare… per favore”. La porta sbatte. Mi alzo dal letto e comincio a vestirmi lentamente troppe sensazioni mi affollano la mente e non riesco a pensare, la camera è opprimente e nonostante le luci soffuse mi ritrovo a strizzare gli occhi cercando di mettere a fuoco ogni dettaglio voglio imprimerla nella memoria e ricordare ogni istante di questa ultima ora. Ho la gola secca e il cuore sembra perdere qualche battito ad ogni istante che passa e ogni muscolo del mio corpo sembra dotato di volontà propria e non vuole rispondere ai comandi che il cervello impartisce. Capisco una sola cosa ed è la scelta piu’ sbagliata che io possa mai fare. Mi siedo sul letto e aspetto che Nadia torni, non ho la minima idea di cosa possa succedere ma sono certo che lei stessa sta provando quello che provo io. Il mostro tace, attende, i secondi diventano minuti mentre analizzo ogni piu’ piccolo dettaglio di quanto è successo e cerco di trovare una spiegazione logica ad un qualcosa che di logico non ha proprio nulla, non c’è razionalità nei sentimenti, mai mi sarei aspettato di tornare ancora una volta a soffrire per amore. Ecco finalmente l’ho detto, Amore, questo sentimento tanto sopravvalutato e vituperato allo stesso tempo, questa parola che racchiude in sé mille significati e mille sfumature diverse, questo concetto cosi tipicamente umano nel cui nome si compiono le piu’ assurde follie. Scendo dal letto, forse è meglio se mi vesto in fretta e me ne vado, i miei vestiti sono ammucchiati in un angolo della stanza, vicino alla finestra. Mi accorgo che fuori è scesa la notte e mi chiedo quanto tempo sia passato… “in fondo che importanza ha”. Guardo le luci della città che si stende otto piani piu’ in basso ancora non mi sono abituato alla bellezza della notte e continuo a pensare alle altre vite che pulsano dietro quelle piccole lucine, questo gioco pero’ questa sera non mi diverte; ilmio mondo si è coagulato dalla parte sbagliata del vetro e l’unica cosa che conta è il “qui e l’adesso”. Devo andarmene ma me ne sto immobile aspettando il succedersi degli eventi e sia quel che sia… la porta si apre, non mi volto, mi aspetto mille reazioni ma quello che accade non ha alcun senso… o sono talmente stupido da non avere ancora capito che in nessun caso sarei uscito da quella stanza senza un segno indelebile nell’anima. Vorrei dire qualcosa per dissipare almeno un poco il gelo che sembra avere invaso la stanza ma non ho il coraggio di girarmi e guardarla negli occhi, non voglio la sua pietà ne tantomeno uno sguardo sferzante. Nadia mi si avvicina e le sue mani si posano sulle mie spalle, vorrebbe che mi voltassi ma non posso farlo non voglio che legga nei miei occhi la confusione e la paura che mi attanagliano, lei allunga le mani sul mio petto e cerca i bottoni della camicia, li slaccia ad uno ad uno molto lentamente quindi mi fa scivolare la camicia dalle spalle e mi abbraccia, ci mette tutta la sua forza e sento i battiti del suo cuore contro la mia schiena. “Ho provato anche io certe emozioni e a volte in questa stanza lascio la parte peggiore di me e porto via quello che resta, un senso di vuoto, fino alla volta successiva quando spero che quelle carezze siano tenerezza e non solo sesso”. Le sue parole mi bruciano sulla pelle quasi le avesse incise a fuoco sulla mia schiena, voglio voltarmi ma è lei che ora non vuole, continua a stringermi e il suo respiro caldo viene improvvisamente rotto da singhiozzi violenti che le scuotono il corpo. Sciolgo lentamente le sue braccia che non oppongono piu’ resistenza, ora sono io che voglio guardarla negli occhi, non mi importa piu’ nulla voglio solo che sappia tutto di me ed io voglio sapere tutto di lei perché sono sicuro che entrambi abbiamo sofferto troppo per le piu’ svariate ragioni ma non è questo il momento di fuggire e nascondersi per soffrire in silenzio ancora una volta. “Mi ero appena truccata… guarda che disastro e guarda che disastro sei tu” vorrebbe accennare un sorriso ma non ci riesce, il rimmel le ha solcato le guance e le lacrime in piccole gocce nerastre si coagulano sulla mia guancia creando macchie che viste nel riflesso del vetro della finestra sembrano prendere vita. Sembriamo due attori lasciati a se stessi che hanno dimenticato la loro parte ed ora non hanno la minima idea di cosa possa accadere, non ci sono registi, non ci sono suggeritori né altre comparse purtroppo questo è il film della nostra vita e nessuno dei due si è mai preoccupate di seguire il copione anche perché a noi nessuno lo ha mai consegnato. Ancora una volta ci tocca improvvisare ma almeno in questo frangente non siamo piu’ soli, ora siamo in due.

Losh [SM=x629171]

P.s. Un grazie speciale ad un'amica che involontariamente mi ha molto aiutato.. [SM=g27822]
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Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)
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