I fumetti hanno da sempre una doppia vita: cultori e gli appassionati li considerano alla stessa stregua di opere letterarie; per i lettori occasionali e per certi tipi di pubblici, invece, sono e rimangono soltanto dei divertenti quanto innocui passatempi poco impegnativi.
Una recente ricerca, però, sembra avvalorare una nuova tesi: i fumetti sarebbero un'ottima risorsa per capire e interpretare la realtà e - oltretutto - non sarebbero così innocui come li si dipinge.
I fumetti, e in particolare quelli che narrano le gesta dei supereroi, sarebbero uno specchio della società in cui sono stati creati. E sarebbero stati usati anche come mezzo di propaganda e di sottile manipolazione dell'opinione pubblica.
L'affascinante ipotesi è stata avanzata in uno studio pubblicato nell'ultimo numero di Political Psychology, pubblicazione della International Society Political Psychology, un'associazione statunitense che analizza le interrelazioni tra i processi politici e quelli psicologici.
Specchio delle mie trame. La ricerca ha evidenziato l'esistenza di analogie tra certe tematiche presenti nei fumetti e le problematiche presenti nella realtà. È risultato oltremodo chiaro che in situazioni di crisi economica, instabilità politica e periodi bellici i supereroi abbiano molto di più da fare, e le paure e il sentimento di minaccia provocato dalla instabilità sociale sono riflessi totalmente nelle vicende raccontate dalle strisce.
I comics, quindi, si animano di episodi di violenza piuttosto crudi a cui i supereroi devono porre rimedio.
Che storia! I fumetti raggiungono la loro maturazione e identità come mezzo espressivo attorno al 1917. A partire da questi anni, soprattutto negli Stati Uniti, il genere vive un periodo d'oro. Nascono personaggi storici come Braccio di Ferro, Felix the Cat, Topolino (e a seguire tutta la banda disneyana), Betty Boop e Buck Rogers. A questa schiera di fumetti “familiari”, si contrappone il filone dei supereroi, che nascono tra gli anni trenta e quaranta.
Personaggi quali Flash Gordon, l'Uomo Mascherato, Superman, Mandrake e Prince Valiant vengono alla luce proprio a cavallo tra i due conflitti mondiali.
Con l'entrata in guerra degli Stati Uniti, i fumetti diventano anche strumento di propaganda, dando modo ai loro autori di prendere posizione. Si sviluppa un genere definibile "ultrapatriottico" (Captain Marvel) che simboleggia la cosiddetta "Justice Society of America”.
(fonteFocus)
Keko