Arteterapia, cenni
L’
Arteterapia si è finora sviluppata come una tecnica essenzialmente riabilitativa o di sostegno rivolta principalmente agli psicotici od ai minorati, fisici o psichici che fossero, intesa a ridurre gli handicap psicofisici ed a migliorare le capacità relazionali e di socializzazione dell’individuo affetto da una patologia più che nevrotica: essa è stata solitamente praticata da esperti dei più svariati campi - musicisti, artisti, scrittori, drammaturghi, maestri di scuola - restando al di qua o andando al di là della psicoterapia stricto sensu - l’unica che qui ci interessi - praticata da uno psicoterapeuta, o meglio ancóra da uno specialista in Arteterapia.
Essa è stata sempre priva in Italia sia di un impianto teorico compiutamente definito che la legittimasse scientificamente, sia di una qualsivoglia istituzionalizzazione che ne precisasse i cómpiti e gli obiettivi, ne chiarisse le caratteristiche precipue (anche contrastivamente rispetto alle altre scuole psicoterapeutiche) e ne stabilisse i limiti, fissando nel contempo una deontologia professionale.
Fissiamo in ’
ART’ la sigla abbreviativa della disciplina che qui intendiano proporre sotto il nome di ’Arteterapia’, intesa come una nuova scuola psicoterapeutica contrassegnata da tre caratterisitche fondamentali e sue specifiche: l’uso dell’arte e delle sue tecniche come strumento terapeutico (nelle forme della poiesiterapia, dell’iconoterapia e dello psicodramma creativo); l’approccio integrato con il training autogeno (TA) nella sua formulazione classica; la costituzione eclettica, che le permette di attingere, sia sul piano teorico che su quello propriamente terapeutico, a diverse altre scuole, segnatamente alla Psicoanalisi, alla Psicologia analitica, alla Psicologia della Gestalt ed all’Analisi Transazionale (AT).
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