"Lo sforzo.....

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Keko01
00lunedì 21 agosto 2006 11:20
....sia con te!!"

Ho visto salite che voi umani non potreste immaginare... mountain bike in fiamme al largo delle vette del Salzkammergut. E ho visto i raggi della bici balenare nel buio vicino alle porte del Dachstein. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di salire...




Quest’anno ho deciso di far riposare la bici da corsa e sono passato alla mountain bike, che per i non addetti ai lavori sembra la "chiave magica" per scalare le salite più impervie, mentre in realtà ti fa "sputare" anche l’anima.

Considerato il mio discreto allenamento sono partito ad affrontare subito i percorsi più impegnativi. Ovviamente, uno in particolar modo è stato in assoluto il più difficile abbia mai fatto.

Partenza da S.Gilgen, paese natale della mamma di Mozart, situato sulla riva del lago di Wolfgangsee. La salita si presenta subito ostica ma l’entusiasmo e la strada asfaltata mi fanno partire alla grande. Dopo un paio di "tornanti alla tedesca" mi trovo già ai 600 m. di altitudine. La strada, inizialmente asfalta, si trasforma in strada bianca e molto dissestata, la pendenza aumenta e i tornanti si trasformano in minacciose rampe.

In quei momenti mi viene da pensare se la cosa mi sia stata ordinata dal medico e se non sia meglio decidere di ritornare indietro: pensieri cattivi che per fortuna spariscono alla vista del paesaggio, una bevuta dalla borraccia mi alzo sui pedali e ritorno in sintonia con il mio "calvario".

Giunto ad un bivio, di fronte a me la strada sembra un muro e un cartello indica il rifugio di Zwolferhorn quota 1470 m. A destra l’indicazione di S.Gilgen......sono tentato di voltare la bici e scendere ma la sorte vuole che in quel preciso momento arrivi un "avversario". Il teutonico ciclista mi saluta e con fare baldanzoso affronta la "salita mortale". A quel punto non posso certo tirarmi indietro e salgo con lui facendogli capire che la gamba italica non cede a simili difficoltà. Un paio di strappi successivi, rallento per cercare di capire quanto manca all’arrivo leggendo un piccolo cartello di legno scritto con caratteri gotici incisi a fuoco e subito "l’avversario", alzatosi dal sellino, affonda un paio di pedalate facendomi mangiare anche la polvere.

La reazione è istintiva, inserisco un rapporto molto più duro che mi permetta di recuperare la distanza, i muscoli delle gambe sembrano quasi di legno ma non importa. Dovevo riacciuffare Franz e alzandomi anch’io sul sellino, per sentire meno i grossi sassi che un po’ alla volta sostituivano la piccola ghiaia, mi riavvicino a lui e lo supero.
Franz entra in crisi e, questa mia azione, mi permette di guadagnare abbastanza distanza: mi sentivo orgoglioso.

Questo mio eroico gesto ebbe però delle conseguenze, a breve distanza. Dovetti fermarmi per un crampo al polpaccio e lui sorpassandomi mi disse, in italiano, "tutto bene amico? Serve aiuto?" in silenzio muovendo solo la testa, come cenno di risposta, continuai la mia salita.

Bisogna credere nel destino perché, dopo un paio di curve, mi ritrovai Franz seduto su un tronco mentre leggeva la piantina del percorso e subito gli dissi: "tutto bene amico?" "ya danke" mi rispose il biondo germanico e, come Don Camillo in bici quando supera Peppone, gli "sparai" un sorriso a 32 denti e via.

Ormai avevo quasi dato tutto, le gambe giravano solo per forza d’inerzia, il sole a quota 1000 m. picchia forte e quindi, decisi per una sosta poichè il sentiero era diventato una minacciosa mulattiera di sassi grossi come meloni. Cominciai a mangiare delle zollette di zucchero e della marmellata, poi la decisione per il rientro.

La sorte non poteva essere nemica peggiore perché, in quel momento, arrivò l’amico Franz. Con fare sereno gli chiesi: "quanti chilometri ancora?" e lui m risponde: "non conosco questo percorso è la prima volta che lo faccio credo che ancora ci siano solo 200 m. di salita"......

Convinto dal tedesco, continuai la fatica in parte a piedi per la difficoltà di salire tra i sassi e in parte in bici anche perché camminare con le scarpe con i tacchetti era di una difficoltà enorme.

Non ho più rivisto Franz, per sua fortuna, perché credendo ai suoi "solo 200 m." arrivai a quota 1475 con altri tre chilometri di percorso da alta montagna.

La vista era meravigliosa sotto di me il Wolfgangsee e attorno, con le sue vette, il Salzkammergut. Era una visione che mi ripagava di tutte le mie fatiche.....

Grazie Franz mi hai stimolato per arrivare alla vetta.....



Keko








ulululante
00lunedì 21 agosto 2006 11:24
Mai credere ai Franz tedeschi, lo sapevo e me ne hai dato conferma [SM=g27828]
E così sei anche un grande scalatore, bravo.
Belle le foto della bici, ma quelle del ciclista si vedono male [SM=g27824]
ciauuu
ul
=ahamiah=
00lunedì 21 agosto 2006 12:12
la mia risposta è dall'altra parte ehheheh
cque Bravo...non avevo dubbi [SM=g27822] [SM=x629185]
loshrike
00lunedì 21 agosto 2006 21:58
Bravo, poliedrico e preciso come sempre senza perdere la consueta ironia che come sempre apprezzo molto.. i miei complimenti sinceri.

Losh
chicom
00martedì 22 agosto 2006 00:00

eh eh, i soliti 200 metri [SM=g27828]

e ki nn ci è passato, il bello è ke poi perfidamente se qualcun altro ci fa la stessa domanda diamo la stessa risposta [SM=g27824]

Nina§
00martedì 22 agosto 2006 22:42
Una bella avventura davvero!
Un ben tornato a te e... alla tua "gamba italica"!!!
Keko01
00martedì 22 agosto 2006 22:49
Re:

Scritto da: Nina§ 22/08/2006 22.42
Una bella avventura davvero!
Un ben tornato a te e... alla tua "gamba italica"!!!




Grazie del bentornato sei gentile!!

Keko [SM=x629188]
riana.F
00mercoledì 6 settembre 2006 22:47
però...
Niente male questo ciclista... I tedeschi non ce so abituati epoi noi italiani abbiamo di più lo spirito della conmpetizione e del sacrificio! [SM=x629174]
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