Ancora una festa III° parte...

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loshrike
00venerdì 17 dicembre 2004 13:23
Poi fu il deliro. Un delirio appassionato, prima feroce poi via via sempre più languido, intenso bruciante, alla fine solo l’oblio. Mi svegliai confuso, cercai l'orologio, ricordai di averlo slacciato ma proprio non riuscivo a ricordare dove fosse finito. Cercai di sforzare lo sguardo per cercare di penetrare il buio che mi circondava e alla fine ad un passo dal letto vidi i lieve bagliore verdognolo delle lancette fosforescenti dell’orologio. Cercai di arrivarci senza uscire dal letto, una strana sensazione mi impediva di abbandonare il calore del corpo di Ivonne. Un vuoto pauroso mi attendeva fuori dal quel letto, o forse il vuoto era solo dentro me, ed io non avevo nessuna intenzione di sperimentarlo, non ora. Riuscii ad afferrare l'orologio e quasi rovinai a terra, guardai l’ora le lancette segnavano le 4.17, cercai con una mano il contatto con il corpo di Ivonne, volevo scaldarmi, il freddo l’avevo dentro, la sfiorai piano per paura che svanisse, per paura di rendermi conto che il mio era solo il sogno di un pazzo. Ivonne si mosse appena, sembrava quasi che assorbisse ed interpretasse le mie emozioni, riflettendole a me purificate, ancora più intense. Cosa avevo letto nei suoi occhi? E cosa aveva letto lei nei miei? Forse una solitudine così profonda e dolorosa che ci costringeva ogni giorno ad indossare quella maschera che con un solo sguardo si era dissolta. La stessa profonda solitudine sinonimo di due vite o meglio due anime segnate da troppe cicatrici, troppe ferite non completamente rimarginate che periodicamente stillavano gocce di rosso sangue rubino. Gli occhi di Ivonne, le labbra, la curva dei fianchi, tutto di lei mi sembrava conosciuto da tempo. Chi sei Ivonne e chi sono io? Quanti fantasmi ti affollano il cuore e quanti affollano il mio. Le lacrime. le tue e le mie lacrime, mischiate e non ancora asciugate. Da quanto tempo non piangevi Ivonne? Io posso dirtelo, se vuoi saperlo, io non piangevo da anni. Troppo abituati a stringere i denti e bestemmiare sottovoce, noi, troppo abituati ad attaccare,noi, prima ancora di cominciare a difenderci. Troppo in fretta cresciuti entrambi Ivonne. Scommetto che come è successo a me è stato tuo padre a farti piangere l’ultima volta. Scommetto che come me hai giurato che a nessuno avresti più permesso di vedere le tue lacrime. Siamo forti noi due, non abbiamo bisogno di niente e di nessuno, troviamo sempre un modo per restare a galla, un modo per vivere, mai per sopravvivere perchè per noi sopravvivere significa aver perso in partenza. Quanti pensieri e emozioni dimenticate sei riuscita a portare a galla Ivonne. Ascolto ogni tuo lento respiro e non riesco a trattenermi da baciarti piano sulla schiena. Non vorrei svegliarti ma in fondo ho bisogno dei tuoi occhi, ho bisogno di sentire le tue parole, ho bisogno ancora dei tuoi baci incandescenti. Svegliati Ivonne i miei baci ti accarezzano, le mie mani sfiorano i tuoi fianchi e io so perfettamente che non stai dormendo. Ho freddo Ivonne un freddo che viene da dentro e che solo tu sei riuscita a cancellare, un freddo che spesso ha attanagliato anche te. In un altro letto in molti diversi letti quel freddo c’è rimasto dentro. Ci hanno usati e gettati come una scatola vuota dentro e noi abbiamo fatto la stessa cosa usando e gettando via. A noi il freddo ha concesso un’unica tregua. Noi due. Sospiri e lentamente la tua mano cerca la mia, ti volti e mi baci, senza parlare, con un dito segui le rughe che mi solcano il viso, il contorno degli occhi, delle labbra, cerco di parlarti ma un’altro bacio me lo impedisce. "Quanti anni hai?" mi chiedi e subito aggiungi: "Non importa non dirmelo lo so già". Ricambio i tuoi baci e ancora mi accendi, non mi sazio di te, ancora voglio sentire i tuoi sospiri, ancora voglio che tu senta i miei. Ti alzi su un gomito inchiodandomi al letto e con una sola mossa sei sopra me. I tuoi riccioli neri cadono scompostamente sul mio viso mentre i tuoi fianchi danzano lievi sui miei. Placata la furia iniziale ora godiamo di ogni istante. Ogni piccola spinta è una scossa che ci percorre la colonna vertebrale lasciandoci inquieti assetati d’amore, assetati di tutto quello che ci stiamo dando. Ti accarezzo la schiena, le mie mani scorrono sul tuo corpo quasi fosse uno strumento da suonare con calma, con molta attenzione per poter trarre le note più belle, intense e profonde che entrambi abbiamo mai suonato. Lento sale l’orgasmo, i movimenti si fanno più decisi, siamo pronti tu ed io pronti a fonderci in una cosa sola assaporando ogni istante colmando i rispettivi vuoti e cancellando il freddo che non riesce più a spaventarci. Sfiniti ci abbandoniamo in un abbraccio senza tempo. La tua testa sul mio petto ad ascoltare i battiti impazziti del mio cuore che da troppo tempo non batteva così per una donna. Sento anche il tuo; Ivonne, martellare furioso sembra dire: siamo vivi!. Aspiro il profumo dei tuoi capelli accarezzandoti la testa intrecciando le mie dita nei tuoi ricci. "Perchè Ivonne?" mi escono spontanee queste parole: "perchè sei arrivata solo ora? Dove sei stata tutto questo tempo? Dove sono stato io?". Ivonne piange, sento le sue lacrime sulla mia pelle ma so perfettamente che non sono lacrime amare, come le stesse lacrime che mi solcano le guance sono lacrime di gioia, di felicità per troppo tempo negata ed esplosa nell’istante di uno sguardo. "non lasciarmi ma, non ora che ti ho incontrato, promettimi che non mi lascerai mai più sola.." Ecco finalmente la tua voce Ivonne, un sussurro che mi scuote la mente, sei vulnerabile ora mi stai dando le chiavi della tua esistenza e sai benissimo di avere già in mano la mia. "Dimmi solo che l'alba non ci troverà cambiati" sussurro, " dimmi che avremo altre notti perchè io ho una vita intera da raccontarti e una vita che voglio ascoltare, la tua". Il chiarore dell’alba inizia ad illuminare la stanza, vedo le curve del tuo corpo e quasi nello stesso istante ti alzi e mi guardi come se volessi imprimerti in mente il mio volto. Indugi un attimo con lo sguardo sul mio petto e con il dito segui i contorni di una macchia di pelle più chiara che ho dalla nascita, poi, esplode il tuo sorriso. Ti guardo stupito e vedo che anche tu hai lo stesso tipo di macchia. Mi guardi e dici:" Li chiamano segni natali. Sono una sorta di marchio che permette a due persone che si sono conosciute in un’altra vita di riconoscersi perchè il destino li ha uniti, la morte li ha separati ma l’amore che trascende anche la morte alla fine li riunirà". Sei seria Ivonne, capisco che non stai scherzando, capisco che è veramente come tu dici. Ti stringo forte e ti sento rabbrividire."Era destino, Ivonne, era destino".

Loshrike... continua..

Visto il grande successo delle puntate precedenti, di comune accordo con Erika e ascoltando i suoi consigli, ovviamente Erika è la mia prima lettrice e prima critica, ecco dunque il terzo atto e per come vedo le cose... penso che andremo avanti. Questa storia sembra proprio non avere un finale...

Grazie ancora a Erika, per aver creato Ivonne e per avermela "prestata", per la paziente lettura e per molto altro ancora...

Loshrike.
Antonellat
00domenica 19 dicembre 2004 21:43


andate a braccetto che noi vi seguiamo erika e losh ognuno con la propria penna ognuno con il proprio sguardo, ma Ivonne ha mille sfumature ed un unico cuore, il vostro.

complimenti losh

Anto
erikaluna
00domenica 19 dicembre 2004 21:45
wow
che bel commento anto[SM=g27838]

Beh losh a te il commento un lo metto per evitare conflitti di interesse[SM=g27822]
Eri[SM=g27828]
loshrike
00domenica 19 dicembre 2004 22:06
WWoooWWW..
.. concordo con erika.. commento bellissimo, di quelli che ti piace rileggere...

Grazie anto..

losh
loshrike
00domenica 19 dicembre 2004 22:14
Erika...
..eheh d'accordo con te.. evitiamo i conflitti d'interesse..

Ciao
Losh
Sally-73
00martedì 21 dicembre 2004 18:18
ehi, sono la seconda lettrice[SM=g27823]
Loshino (possochiamrti così vero?) sei proprio bravissimo, e proprio una bella storia, con un mucchio di trovate interessanti.
Sei uno scrittore nato Loshino, magari hai il segno del destino della scrittura[SM=g27823]

Un grande bacione dalla tua seconda lettrice[SM=g27838]

ciaooooooo
Sally

loshrike
00martedì 21 dicembre 2004 22:19
Sally...
Con te mi sembra di ripetermi nei ringraziamenti e non vorrei sembrare banale nel rispondere sempre le stesse cose..
Ti ringrazio per queste tue parole che ovviamente non posso che apprezzare ma se continui così va a finire che mi credo veramente un grande scrittore..

Senza offesa Sally ma Loshino proprio non mi piace..
Il personaggio da cui ho preso il mio nick si rivolterebbe nella tomba leggendo questo diminutivo.. e a me dispiace..

Spero che tu non te la prenda per questa banalità.. e torno a ringraziarti per la pazienza che hai nel leggere i miei scarabocchi..
Ciao

Loshrike.
Sally-73
00martedì 21 dicembre 2004 22:32
E va bene, uffa, non ti chiamo loshino[SM=g27813]
Non volevo mica offenderti sai, io non so da cosa venga fuori il tuo nick.
Ciao Loshrike
Sally
loshrike
00mercoledì 22 dicembre 2004 17:16
Non..
.. mi offendo tanto facilmente..
Lo Shrike è il personaggio di un libro di fantascienza di Dan Simmons.. il suo appellativo era: Il Signore del dolore.. per motivi di spazio non starò a raccontarti tutta la storia.. sarebbe troppo lunga.. e ti potresti addormentare..

Ciao

losh
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