Ehi Anto, ho letto il tuo racconto
Carlo e Maria, assomiglia a uno dei miei (abbastanza simile) che volevo provare a buttare giù, potremmo fare addirittura un parallelo.
Ma attenzione, avviso al lettore,
i miei racconti sono un po’ strani, portano il lettore ora a pensare ora a sorridere, sono un po’ incasinati, un po’ come me, senza capo ne coda, facilmente indecifrabili.
Che poi cosa voglia dire "facilmente indecifrabile" è tutto un programma
.
I miei personaggi, Arturo e Luciana, non sono però proprio come i tuoi, sono un po’ diversi, altrimenti sarebbe la stessa storia…
..... innanzitutto Arturo il pigiama (quando lo usa) non lo mette sotto il cuscino, ma lo infila, ben piegato, nel cassetto dei biscotti in cucina, dice che così alla sera ha una fragranza particolare, specialmente quando Luciana fa la torta alle mele della val di Non.
La torta alle mele della famosa valle sembra abbinarsi perfettamente al pigiama di Arturo, anche se non si è mai capito se il famoso e perfetto abbinamento sia legato al tipo di aroma della torta o alla provenienza delle mele.
E poi a casa Artsana (ignobile mix tra Arturo e Luciana) non ci sono specchi su cui specchiarsi osservando....
Gli unici specchi che ci sono hanno delle griglie colorate, a seconda della griglia che ti capita puoi vedere la giornata in maniera diversa, c’è chi la vede buia, chi la vede allegra, chi la vede spiritosa, e chi la vede interlocutoria… ach… è la peggior vista o quasi (c’è ad esempio anche la terribile griglia della rassegnazione, brrrrrrrrr).
Arturo spesso becca lo spicchio interlocutorio, due palle, domande esistenziali a nastro, del tipo.... maaaa cosa riempie una vita, cosa la rende diversa dal semplice vivere, qual è l’ingrediente magico che la trasforma ogni giorno in una voglia di assaporarne ogni istante, quando puoi vedere il futuro semplicemente più magico man mano che macini il tuo presente, quando sei davvero tu che scegli come lanciare i dadi della felicità?
E allora Arturo comincia a non capire, pensa a cosa rispondere a sto specchio (il pensiero di venderlo è sempre presente) e gli vengono in mente le cose più assurde, che so, Mazzini ad esempio, “Pensiero e azione”, famoso motto, ma il binomio non è poi così scontato, il pensiero a volte va oltre ogni modo di agire, poi si resta al palo, lo si vede volare, …ach…, non è la risposta giusta, …ach.. magari lo è ...ach...forse un acchiappa sogni, naaa, bisogna saperlo usare, altrimenti non serve, e Arturo di saperlo usare bene, beh, ne ha da imparare.....
Arturo alla fine riesce sempre a distogliere lo sguardo da quello specchio quando arriva il momento di azione e non di pensiero, ormai è un esperto nel farlo, sono parecchi giorni, forse parecchie settimane che non riesce a dire davanti allo specchio –fico, ho beccato uno spicchio che mi fa sprintare!-
Arturo non sa rispondersi, capita tante volte, come se vivesse in una sfera di vetro e la domanda fosse –ehi, dai, cos’è un angolo?-
Forse è un po’ pollo e non sa che basterebbe girarlo sto c….. di specchio, magari dall’altra parte c’è la risposta giusta, oppure non c’è nulla, oppure c’è un kit per la risposta fai da te, probabilmente la migliore.
Per ora Arturo cammina lungo il bordo, uscendo piano e salutando Trik&Trak, il suo cane, un animaletto che non si può certo definire fortunato, agli amici dice sempre:
"Guarda ho un cane incredibile! Pensa che quando l'Inter perde non mangia per una settimana! Quando pareggia sta buono lì in un angolino per giorni."
Peccato che Arturo non sappia come si comporterebbe Trik&Trak se l’Inter vincesse, beh, è solo da 13 anni che ce l'ha...
Eeee già, Arturo non sa mai immaginare quanto può succedere di fronte alle novità (tipo Inter che vince ad es.) e allora resta nel fotogramma che divide il passo del nuovo, dello stravagante, del cambiamento rispetto al fotogramma della staticità del quotidiano e ripetitivo modo di essere poco se stessi.
E andiamo, su, piccola spintarella, dai, altrimenti torna il “sogno”, discretamente strano, discretamente particolare, discretamente.............
Arturo e Luciana sono in una sala cinematografica, soli.
La macchina da presa legge il film della loro vita.
E’ un film lungo, un misto di commedia, drammaticità, comicità, tragedia…
Ma si inceppa troppo spesso, ormai la pellicola è logora e non può fermarsi e ripartire che per poco,
Fatalmente la bobina sembra distruggersi, dividendo forse per sempre il nastro in pezzi diversi, alcuni saranno conservati perché indimenticabili e non più riproducibili, altri saranno gettati, altri ancora non saranno invece mai visti, nemmeno per la prima volta e…
… e non si saprà mai se sarebbero stati i migliori anni della loro vita......
......
Ach, che risveglio, dove sono i pezzi, bisogna trovarli, maledizione a quel pezzo da museo, ancora con la lampada a carburo, arghhh, dove sono i pezzi, li voglio tutti, tutti.
Era meglio il sogno del nano, altra mazzata notturna
.......
Due nani, di cui uno piccolissimo, sono amici per la pelle, finche' quello piu' basso muore.
Disperato, l'amico va a porgere l'estremo saluto dalla signora che gli affittava la camera: "Cosa faro' adesso, senza di lui ?".
La signora, continuando cinicamente a lavare i piatti gli risponde: "Va la, va la: tutto passa".
E il nano: "E' in camera sua per l'ultimo saluto, vero ?"
La signora: "Vai pure, ma mi raccomando chiudi la porta!".
Il nano va, torna dopo alcuni minuti ancora piu' triste; fa per andarsene quando si rivolge ancora alla signora, che continua imperterrita a lavare: "Signora, posso andare di nuovo a rivederlo ?". "Si', ma mi raccomando, chiudi la porta".
E il nano: "Ma signora, perche' mi domanda sempre di chiudere la porta ?". "Perche' e' la terza volta che il gatto me lo porta in cucina ...."
...........
Brrr, che sogno
Continua
anzi
continua?
PS: Ho visto animali in Via di Estinzione cambiare indirizzo
ciao ciao
chicom