Lo sciabordio
in certi posti di mare
è riluttanza di onde a non finire più in là
e dolore il rumore d'impatto,
sperano vento che cambi destino
toccare terra dove la gente sorride
e il progresso è di tutti
Fari e castelli
occhi e custodie di umori malvagi
oppressi da cielo che non vuole specchiarsi
vede alle spalle maquillage di volti
preparati al dolore affinchè paiono
già colpiti e li scansi
I vicoli, canne d'organo
inzaccherate d'addii
suonano il saluto degli avi
fuggiti di notte eludendo miserie
plagiate dal sonno
Rondini i turisti
portano novità già lette
confondono tradizioni e tristezze
elogiano immobilismi imprigionati
e pesci impigliati in emisferi lontani
Gusci di noci le barche
svuotate di sogni
galleggiano alla mercè d'abbocchi
sempre rari tra plastica e olio
rilucenti al sole malato
che incarognito brucia teste pelate
indotte a cappelli in speranza di vento
per scoperchiare pensieri fumanti
Si raccontano storie prive d'eroi
di guerra tra stenti e lunario
uccisero poesie innocenti
e i bambini a scuola studiarono crampi,
alcuni li capirono e adulti migrarono
Su letto di sabbia incollata da sputi
scheletri preganti
sciancate tamerici
rosicchiate da salsedine
si nutrono della libertà dei gabbiani
Qualche croce fatta di gesti
appare sonnolente nell'acqua
a foschi ricordi
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Da:Destini E Presagi
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