In fila dal barbiere chirurgo di noia,
seduti sul marciapiede grasso di raucedini
e gomme Americane cimeli di parole vuote,
impiegati Statali sonnecchianti
stanchi di ponti al calendario
hanno con rammarico disertato il lavoro
e assoldato Rumeni e Bulgari
con cinghie e ventagli a parare mosche
che puntano dritto agli occhi
a volerli accecare su un pentimento,
parlano di politica mentre su un tavolo
un giornale sportivo mosso dall'aria
delle cinghiate tenta invano di sfogliarsi
per calamitare sguardi su nuovi discorsi
e fermare invettive sul mal governo
Spezza la calura una sirena della finanza
raggela l'atmosfera oziosa
dipinge panico sui volti desti
e come gregge punto al calpestio d'alveare
entrano nel salone a nascondersi dietro una rivista
o al bagno a simulare una pisciata
Gong dal campanile
a scacciare il pericolo,
si prende il trono il sole
e sul mezzogiorno brucia le ombre
ma una tenda ricostruisce la scena
bagnata da aperitivi chimici
e resa trasognante dal fumo di sigarette
Nell'aria odori di zuppe e arrosti
accelerano le forbici
nervose fanno qualche fosso nei capelli
tra risate e bestemmie
che promettono di pacificarsi al pomeriggio
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Da:Poesie Cialtrone
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