Troppo in vanità scartai
poco ciò che gli anni risparmiarono
e quando a cavalcioni
sulla linea del tramonto
tutti quei volti usati
a pagine sfogliate e mai lette
si chiusero per sempre
nell’archivio del tempo
non rimase che leggere me stesso
ma col cuore analfabeta
gli occhi ripassavano i ricordi
-Qualche figura ad attendermi
per compagnia fino al dirupo
cercò di fermare le immagini
ma l’anima vagabonda
ignara del declino vagava
coi fantasmi che mai scelsi
e così fino al nulla imbalsamato
-Oh! voi che leggete
fermatevi al primo sorriso
che vi dà luce al cuore
e non divertitevi a sgranare
un rosario di bocche sorridenti,
a ogni salto di dito
un grugno sarà vernice nera
a segnarvi invisibile nell’oblio
nel quadro del dolore
da appendere alla fine
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Da:Sorrisi Pignorati
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