Figlio secondogenito, Enrico divenne principe ereditario alla morte del fratello maggiore, e re d'Inghilterra e d'Irlanda nel 1509. Dapprima paladino della fede cattolica, nonché fautore di una politica di equilibrio europeo, si dimostrò col tempo un monarca autoritario, tanto da meritarsi gli appellativi di "Grasso Sanguinario" o "Principe Nero".
Ruppe i rapporti con la Chiesa di Roma, per il rifiuto di Papa Clemente VII d’annullare il suo matrimonio con Caterina d'Aragona, colpevole di non avergli saputo dare un erede maschio. Nacque così la Chiesa d'Inghilterra, che lo riconobbe capo supremo e ne benedì le nozze, prima con Anna Bolena (1533), e poi con altre quattro donne. Se dalla terza consorte ottenne il desiderato erede maschio, Edoardo VI destinato peraltro ad una breve vita, fu invece sua figlia Elisabetta I che segnò la storia d’Inghilterra.
Enrico VIII non è rimasto famoso solo per aver fatto giustiziare due moglie e illustri esponenti cattolici, ma anche perché era amante della buona tavola. Per il suo piacere importava vini dalla Toscana, tacchini dall’America (sconosciuti allora in Inghilterra), e aveva al suo servizio un sacerdote incaricato d’ingrassare fagiani. Sembra amasse così tanto gli arrosti, che arrivò a nominare "baron" una sella di bue per il suo sapore sublime.
La circostanza farebbe supporre che questo specifico taglio di carne preparato arrosto (al forno o allo spiedo), tutt’oggi si chiami "baron" grazie ad Enrico VIII.