I codici di Leonardo..

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Keko01
00lunedì 20 febbraio 2006 23:58
Da un disegno di Leonardo spunta lo schizzo di un pattinatore sul ghiaccio

Quando ancora un paio d'anni fa, si pensò di allestire un a grande mostra d'arte in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino, la prima idea fu per Leonardo . Torino, si sa, possiede la maggiore collezione di disegni leonardeschi: si trattava di imbastire un di scorso visivo collegato alla neve e, possibilmente, alle gare che sulla neve si sarebbero svolte. Del progetto fu incaricato il più autorevole studioso leonardesco, Carlo Pedretti. Il risultato è la mostra che s'è aperta l'altro giorno alla Biblioteca Reale (fino al 19 marzo).

Ai grandi media la mostra è passata, almeno finora, pressoché inosservata. Due, sostanzialmente, i motivi. Il primo è che la ventina di disegni autografi esposti fanno parte, quasi tutti, del fondo leonardesco dello stesso Palazzo Reale: invece di restare chiusi nei depositi, come in genere tutti i fogli preziosi che soffrono per l'esposizione alla luce, ora vengono visti direttamente per poco più di un mese. Il secondo è che in tutto il repertorio leonardesco non s'è trovata una linea tematica inerente al proposito iniziale (la neve, le gare). Si aggiunge poi il fatto che la gente vuole i dipinti, vuole il colore: non si accontenta, cioè, dei piccoli, spesso poco decifrabili segni di un "genio" apparentemente poco chiaro come Leonardo . Lo stesso catalogo, pur ben stampato da Electa, non si di scosta dalla solita concezione editoriale.

Eppure c'è qualcosa che incuriosisce e, in fondo, non è lontano dallo scopo prefissosi da gli studiosi. Pedretti è partito da uno dei soliti "indovinelli" che Leonardo inserisce nei suoi codici. Nel "Codice sul volo degli uccelli" si legge questa frase enigmatica: «Porterassi neve di state ne' lochi caldi , tolta dall'alte cime de' monti, e si lascerà cadere nelle feste delle piazze nel tempo della state». Detto che "state" sta per "estate", la perplessità non diminuisce. Nel suo mirabile saggio del 1975 Luigi Firpo allude all'impiego industriale di un elicottero ante litteram.

Molto più semplicemente, e senza portare il pensiero leonardesco alle esasperazioni oggi consuete. Pedretti osserva che «in estate la neve, presa dalle alte cime dei monti e portata nei luoghi caldi della pianura, non è più neve ma acqua, cioè quella dei fiumi, la stessa che alimenta le fontane delle piazze, festose ristoro ai tempi estivi».

Tutto qua? Pedretti non s'è lasciato ingannare da l titolo del Codice, che parla del "Volo degli uccelli". Siamo ben lontani dalla "profezia" degli elicotteri. Semmai l'allusione potrebbe riferirsi al deltaplano d'oggi, in quanto il «corpo stesso del pilota, per Leonardo , è parte del dispositivo di manovra, e come tale è impiegato a spostare opportunamente il centro di gravità dello strumento simulando per quanto possibile quello che il volatile fa nelle sue evoluzioni». Ma anche qui siamo lontani dal discorso di partenza. Il difetto degli studiosi di Leonardo è solitamente proprio quello di forzare il pensiero del maestro.

Un esito invece positivo (si potrebbe anche dire: clamorosamente positivo) si ha quando Pedretti ci indica un minuscolo schizzo di pattinatore nel Codice Foster III. Nessun o fino ad oggi aveva notato che si tratta proprio di un pattinatore su ghiaccio. Leonardo lo illustra in uno dei suoi tipici indovinelli: «Definiscimi perché uno che struscii sopra il diaccio non cade». Perché? Cadrà «se le parti (i pattini) non torneranno equidi stanti al loro centro». Qui il discorso di Leonardo potrebbe farsi complesso; ma ci aiutano due segni uncinati che girano attorno al piede del pattinatore.

Se si vuol tornare - come è anche giusto che sia - ai significati artistici della mostra, possono bastare anche pochi di segni autografi leonardeschi. Un o sopra tutti: "Il ritratto di fanciulla" (Biblioteca Reale). È databile attorno al 1485 e appare chiaramente riferito al capolavoro pittorico della "Vergine delle rocce". Un commento: uno solo. È quello di Bernard Berenson: «Il più bel di segno del mondo». Al confronto il celeberrimo autoritratto, esposto a fianco, conferma tutte le perplessità non soltanto sulla sua autografia (ahinoi) ma anche sulla sua qualità.
(dal Gazzettino 19.2)


keko [SM=x629148]

loshrike
00mercoledì 22 febbraio 2006 21:34
Ai grandi media sono fin troppe le cose interessanti che passano inosservate.. ci consola il sapere che dopo un grande fratello 6 ci sarà senza dubbio un 7.. ma vaff..

Losh [SM=x629229]
Keko01
00giovedì 23 febbraio 2006 09:24
Re:

Scritto da: loshrike 22/02/2006 21.34
Ai grandi media sono fin troppe le cose interessanti che passano inosservate.. ci consola il sapere che dopo un grande fratello 6 ci sarà senza dubbio un 7.. ma vaff..

Losh [SM=x629229]




Quoto fratello.... [SM=x629229]

Keko
loshrike
00venerdì 24 febbraio 2006 21:44
Ecco quello che adoro di questo forum.. trovo persone che usano ancora il cervello per pensare e non il c...

Losh [SM=x629234]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:23.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com