Sorridevano le rose questa mattina all'alba…
solo perché tu eri passato di qui,
silenzioso,
a portare loro essenziali parole imbevute di rugiada,
rinfrescanti gocce del tuo avvolgente e pacato mare.
Sei ritornato da un lungo viaggio
perché questo nostro racconto dell'anima
non potesse morire tra le ultime grida di un inverno
che insieme alla tua assenza
ha lasciato sul mio cuore una lunga orma di gelo.
Ho tenuto chiuse in un cassetto
tutte le cose che non ho potuto dirti,
tutti i ricordi di questo infinito tempo…
le lacrime, il riso, i contorni… e la speranza
di poter salutare ancora, con te, il risveglio della notte.
Ho il ricordo di mille ore fredde da raccontarti,
di amarezze, speranze e pacchetti scartati alla luce del camino.
Sono restata qui , in questo angolo,
con ancora addosso il profumo di quei dolci racconti,
insieme alla mia musica, agli assoli e a tutti i sogni fatti con loro.
Sei tornato accompagnato dal primo raggio di sole,
come se tu conoscessi questa mia eterna malinconia,
da cui nessun esorcismo potrebbe mai liberarmi
ma che trova pace in una infinita storia scritta a quattro mani
tra due anime che ancora sorridono in una antica taverna.
Non tutto appartiene ad un dolore senza fine,
anche se spesso le tenebre giungono ad ottenebrarci l'anima,
e nonostante tutto, ancora e sempre continuiamo ad inseguire il futuro
e a raggiungere l'altro lato del marciapiede
per accorgerci che un'altra notte ci ha liberati
perché potessimo vedere l'alba di un nuovo giorno.
E sarà sempre il cuore ad indicarci la via
per trovare il fragile senso di questo nostro esistere.
Rosy