Il gabbiano Jonathan di Bach

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marill
00martedì 24 gennaio 2006 17:42
Non so scrivere racconti, solo pensieri su canzoni che ascolto oppure riflessioni su libri che leggo. Ci tenevo però ad inserire qualcosa in questo forum che, mi piace tantissimo.
Inserisco delle riflessioni su di un piccolo libricino che ha un grande valore secondo me. Le avevo già inserite altrove, forse sono già state lette.

Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. Una questione di stomaco dunque, ma al gabbiano Jonathan, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Questo suo desiderio lo pagò scoprendo che in questo modo, non era facile avere amici. E l'amicizia è fondamentale: è ciò che fa la differenza nella vita, che dà sapore e colore alle giornate.
Anche l'uomo da sempre ha portato dentro di se il desiderio di poter volare, di poter dominare il cielo ed esserne padrone. Applicando regole d'ingegneria è finalmente riuscito nel suo intento. Ha saputo arrivare in punti della terra altrimenti inarrivabili, ma con questo "volo" di conquiste materali, non sempre è coinciso per se e per il suo cuore qualcosa di diverso che non fosse come per "lo stomaco" del gabbiano.

Come il gabbiano che ogni giorno imparava cose nuove, così dovrebbe essere l'uomo che tende al volo come "libertà"

"...Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza, ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi! Impareremo a volare...."

Jonathan segue il suo istinto: vola. Mentre vola libero sempre più lontano, comprende che il suo compito è donare agli altri gabbiani le conoscenze, i pensieri e tutto ciò che impara con i suoi voli e durante i viaggi. Capisce che è importante DARE AMORE ai suoi simili.

La similitudine è d'obbligo: Jonathan come uno di noi. Una persona che vuole essere diverso dalla massa, come dice qualcuno "gelatinosa". Il termine dà proprio l'idea di quanto l'uomo segue e si uniforma al pensiero di tanti, quello che i mass media impongono.

Una persona che sa distinguersi, che va per la sua strada con le proprie idee è considerato un "diverso", uno sfigato come dicono i ragazzi d'oggi.

Il gabbiano soffriva per la solitudine in cui si ritrovava per amore della libertà. Così come nessun uomo è un'isola e non può vivere in solitudine. Vivere contento è una situazione che allunga la vita che la rende viva, mentre la noia e le banalità rendono la vita breve ed insipida.

Volare, conoscere, imparare e vivere per cambiare il mondo. Avere una meta per il volo permette di trovare ciò che va bene alla crescita, permette di trovare la gioia dentro di noi e non attorno a noi.

Jonathan a differenza dell'uomo, s'è ricordato dei suoi simili che non vivevano per un volo diverso ed ha pensato a loro, ha fatto capire la diversità del suo pensiero, aiutandoli a superare i falsi limiti e quindi, ha insegnato loro anche l'amore.

Ma cos’è veramente questa tanto desiderata libertà?

Forse, la dobbiamo cercare dentro noi stessi. Quando comprendiamo che non possiamo essere radicati per sempre alle nostre convinzioni, nei nostri pre-concetti: un concetto che ci formiamo prima del pensiero. Oppure ancora, la libertà sarà quando noi capiremo l'importanza del donare agli altri...... forse....
Domande, e poi ancora domande..L'importante è farci sempre delle domande, avere sempre dentro al cuore la voglia di domandare, solo allora saremo vivi.

La mattina al mare sulla spiaggia ritroviamo le impronte dei gabbiani che volando volando, si sono fermati per riposare. Quelle impronte ci fanno pensare alla continua ricerca, al senso della vita.....forse anch'io nella vita sono riuscita a lasciare delle impronte...le mie impronte: i miei figli.

"Al vero gabbiano Jonathan che vive nel profondo di tutti noi."
"Come può uno scoglio arginare il mare anche se non voglio torno già a volare"....


MARILLA






loshrike
00mercoledì 25 gennaio 2006 11:36
In definitiva è un racconto e se devo essere sincero mi è piaciuto. Io penso ch tu abbia detto na bugia dicendo di non saper scrivere racconti.. quello che ho letto è anche ben scritto e a mio modesto parere non manca proprio di nulla.

Losh [SM=g27811]
Keko01
00mercoledì 25 gennaio 2006 14:01
L’uomo perso nell’infinito labirinto dell’egoismo e della malvagità, assuefatto a questa globalizzazione che detta le regole dei consumi e dei comportamenti, vive una vita di soli valori materiali.
Il tuo gabbiano Jonathan va preso ad esempio, non è il solito racconto, nel suo "volo" si ritrovano i veri valori della vita.
Mi piace quello che hai scritto! :clap2:

[SM=g27811]

Keko
marill
00mercoledì 25 gennaio 2006 14:17
Grazie ad entrambi....mi piace riportare all'attenzione questo piccolo libro: è un manuale di vita vera pur nella sua semplicità

MARILLA

p.s. Io non dico mai bugie: la mamma non vuole!!!

loshrike
00mercoledì 25 gennaio 2006 16:39
Re:

Scritto da: marill 25/01/2006 14.17
Grazie ad entrambi....mi piace riportare all'attenzione questo piccolo libro: è un manuale di vita vera pur nella sua semplicità

MARILLA

p.s. Io non dico mai bugie: la mamma non vuole!!!




Merita di essere letto..

Losh [SM=g27822]
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