Il mistero della Natività..

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loshrike
00mercoledì 13 luglio 2005 11:56
Saverio Lodato per “l’Unità”

Non ha ancora raggiunto il primato di quarantadue anni di latitanza, come Bernardo Provenzano. Ma con i suoi trentasei anni di irreperibilità, la “Natività” del Caravaggio, trafugata a Palermo in una notte d'inverno del 1969, viene definita, dai carabinieri che si occupano del caso, un autentico equivalente del Padrino, sotto il profilo artistico, s'intende; ma non per ciò meno appetibile, meno ricercato, meno misterioso. Il lettore deve essere avvertito che siamo nel campo aperto delle leggende.


(“Natività” del Caravaggio)


Avvolta dalla leggenda la vita turbolenta del Caravaggio, avvolta dalla leggenda e contraddittoriamente documentate la sua presenza e la sua produzione artistica in Sicilia, persino discussa la causa della sua morte sulla spiaggia di Porto Ercole, dove era giunto alla notizia che il Papa lo aveva finalmente perdonato di tutti i suoi delitti.

Di certo c'è, però, che fra il 1609 e il 1610, Caravaggio, dopo essere evaso dal carcere di La Valletta, a Malta, è in Sicilia che si era rifugiato; un periodo artistico intensissimo, seppur breve, che lo vedrà seminare opere d'arte fra Messina, Siracusa e Palermo.

E qui, nel capoluogo siciliano, ultima tappa di Sicilia prima di imbarcarsi sul postale per Napoli, aveva accettato di lavorare per la Compagnia di San Francesco. E qui, nell'oratorio di San Lorenzo, a cui si accede dalla Basilica di San Francesco e nel cuore del centro storico cittadino, la sua “Natività” riposò indisturbata sino alla notte del 17 ottobre 1969.

360 anni dopo, infatti, la tela dell'autore maledetto per antonomasia - 2 metri e 68 centimetri per un metro e novantasette - , si involò per mano di mafia. Da allora, un doppio carico di leggenda è venuto ad abbattersi sulla “Natività”. Chi fu? Come? Perché? Va detto che ai tempi, l'opera, come tutte le opere d'arte che si rispettano, non era esposta al pubblico. Che l'oratorio era quasi sempre chiuso, che l'allarme scattò con undici ore di ritardo, che nessuno nel quartiere vide nulla, sentì nulla, o comunque riferì nulla di particolarmente significativo agli investigatori.

Leggende ne fiorirono tante. Ma un antefatto curioso è indiscutibile: qualche giorno prima del furto, una trasmissione televisiva, segnalando il ben di Dio artistico nascosto in Italia al pubblico, proprio di quella “Natività” caravaggesca, con tanto di domicilio, aveva fatto clamorosa menzione. Insomma, qualcuno aprì gli occhi (e la porta dell’oratorio) o su commissione (come alcuni credono), o più semplicemente perché un'occasione del genere fa l'uomo ladro (come credono altri). Fatto sta che la tela, tagliata con affilatissimo coltello lungo i bordi della cornice, portata a mano o con più comodo furgoncino, quella notte - notte di diluvio universale - cambiò casa per sempre.

Si dice - la seconda ipotesi parrebbe la più plausibile - che a mettere a segno il colpaccio furono due ladruncoli fai da te, e che la mafia, quando esplose l'affaire, aprì un inchiesta nel quartiere e scoperta velocemente la loro identità si fece consegnare gentilmente la refurtiva. Ma anche per Cosa Nostra, se la ricostruzione è fondata, , detto il Caravaggio, si rivelò essere, caratterialmente parlando, la brutta bestia che era stato da vivo.

È sempre stata una tela talmente conosciuta e fotografata da non essere facilmente svendibile al mercato nero dell’antiquariato clandestino. Quando ancora c'era la lira, il suo valore veniva approssimativamente stimato fra i sessanta e i cento miliardi. Essendo ingombrante, i mafiosi non trovavano mai il luogo ideale per nasconderla.

Chi, indagando, ha seguito le sue tracce, si dice convinto che innanzitutto venne parcheggiata in un appartamento in via Archirafi, alle spalle della Stazione centrale, proprio nei giorni in cui quell’appartamento era dimora di un latitante; poi spostata in una fabbrica di ghiaccio a Ponte dei Mille, alle porte di Brancaccio, una delle borgate più mafiose della città; quindi, dopo essere stata chiusa in una cassa d'acciaio, prudenzialmente trasferita, in un nascondiglio super segreto dove giacerebbe tutt'ora.

La scelta dei luoghi, però, in vicende di mafia che si rispettano, non è mai dettata dal caso. All'epoca del furto, la cupola mafiosa era guidata da un triunvirato: Stefano Bontate, Gaetano Badalamenti, Totò Riina. Un Totò Riina non ancora pronto per l’assalto finale alla vecchia mafia, rappresentata, appunto, da Bontate e Badalamenti. Ciò spiega quanto si è sempre detto - e in questo dovrebbe esserci del vero - : che a essere coinvolta fu la vecchia mafia. L'appartamento di via Archirafi ospitava un latitante che apparteneva alla cordata dei Bontate. La fabbrica di ghiaccio era dei Vernengo, famiglia a suo tempo legatissima ai Bontate. E Francesco Marino Mannoia, pentito storico insieme a Buscetta, anch'egli fedelissimo del Bontate, della “Natività” del Caravaggio parlò a Giovanni Falcone.

Per dire cosa? Dichiarò d'avere avuto magna pars nel furto, di averlo realizzato su richiesta di Pippo Calò, ai tempi “cassiere” di Cosa Nostra, di avere preso parte a un trattativa con un non meglio identificato collezionista milanese. Ma che l'opera era ormai talmente in cattivo stato da aver perso qualsiasi valore commerciale (il collezionista proruppe in lacrime), al punto che Vernengo (fabbrica di ghiaccio), ne decise la definitiva distruzione.

Secondo gli investigatori, anche se non per malafede, il pentito avrebbe confuso un quadro per un altro (parecchie le tele trafugate in Sicilia dalla mafia negli ultimi decenni). E chi sarebbe il famoso latitante che in via Archirafi, convisse con la tela? Top secret. Più noto, invece, il nome di Gerlando Alberti, soprannominato “‘u paccarè” (uomo saggio, di rispetto), arrestato dalla polizia il 25 agosto 1980, nell'hotel Riva Smeralda, insieme a tre chimici marsigliesi insieme ai quali si stava recando in un laboratorio a raffinare eroina. Condannato più volte all'ergastolo, Alberti, che non si è mai pentito, ormai è vecchio e malato. Pare che sull’argomento ne sappia parecchio.

Comunque sia, a ondate ricorrenti, si riaccendono i riflettori. Noi stessi ve ne stiamo parlando sull'onda della recente lettura di un gustoso libro (Il muro di Vetro, scritto da Giuseppe Quatriglio, firma storica del Giornale di Sicilia, Flaccovio editore, euro 8) che trae spunto dalla cronaca per raccontare la storia romanzata di un etnologo veneziano il quale, venuto a Palermo su richiesta della sua Università, si aggiudica in affitto l'appartamento sequestrato a un latitante. E lì, in un nascondiglio segreto, salta fuori un «misterioso involucro... ».

Le leggende, attorno al quadro, rimangono. A provare di dipanarle, ancorandosi a pochi fatti certi, c'è il tenente colonnello Ferdinando Musella, comandante del reparto operativo dei carabinieri che si occupa a tempo pieno di attività di contrasto al traffico illecito di opere d'arte. Musella fa notare che il reato ormai è caduto in prescrizione e chi sa, a questo punto, potrebbe finalmente parlare e riconsegnare ciò che resta della tela ai suoi legittimi proprietari, i siciliani. Ma su quali basi poggia la certezza che la “Natività” non sia mai andata distrutta?

Il certificato di esistenza in vita della tela è dato da riscontri e testimonianze che si fermano al 1981. Sino a quella data, Cosa Nostra ne era in possesso. Sino a quella data esistono le prove dei suoi tentativi di venderla sottobanco. E dopo? Da quel momento, Gerlando Alberti, che ne sarebbe diventato il depositario per conto dei boss, diventa ergastolano definitivo. Attenzione: gli investigatori, in questo caso, affermano che non di prove, ma di indizi si tratta. Ma perché mai il padrino dovrebbe portarsi la tela nell'aldilà?

Ai misteri se ne aggiungono altri. Voci di mafia dicono che anni fa, prima della sua cattura, Alberti, nello stesso nascondiglio occultò 2 milioni di dollari. Se qualcuno dei familiari, in questo quarto di secolo, ha avuto le giuste coordinate per recuperare il tesoro, perché, il vecchio Padrino, tranquillo ormai su questo punto, non si decide, quantomeno, a restituire un inservibile Caravaggio? La leggenda continua.

Losh[SM=g27833]
ulululante
00venerdì 15 luglio 2005 17:05
A proposito di misteri sulla Natività, cosa notate in questa tela? Cosa manca? E perchè manca?
Per aiutarvi ricordo solo che è “un grande capolavoro" (per di più in condizioni smaglianti perché restaurato da poco, sigh.
Aveva toni bruni molto caldi; bellissimo nel verde malachite, tipico dei dipinti meridionali del Caravaggio a Malta e in Sicilia.
I capelli di san Giuseppe, che è di spalle sulla destra, sono dipinti con un pennello molto morbido, luccicanti di bianco, quasi veri.
San Lorenzo, sulla sinistra, è ricoperto di una dalmatica di un giallo quasi oro: anche questo personaggio è fatto in punta di pennello. Le mani sono particolarmente curate: un’ ombratura che dà l’impressione del nero nelle unghie”.
Però qualcosa manca [SM=g27833][SM=g27828][SM=g27833]
Aspetto, prendetelo come un quiz art, eh eh
ciauuuu
ul


bentuestu
00venerdì 15 luglio 2005 21:25
Ahio'!

Su burrincu.:rid2:
ulululante
00sabato 16 luglio 2005 01:07
Bravo bentustu, non c’è l’asino. Caravaggio ha dipinto solo il bue perché secondo la profezia di Isaia il bue è il simbolo di Cristo, vittima sacrificale per la salvezza dell’Uomo.
Naturalmente sapevi anche quasto [SM=g27828]
ciauu
ul
loshrike
00lunedì 18 luglio 2005 17:45
Uhm..
.. questa cartella pullula di esperti.. e dire che vi volevo impressionare... me meschino..

Losh[SM=x629223]
ulululante
00martedì 19 luglio 2005 23:25
Ma no Losh, hai dato l'avvio ad una discussione interessante[SM=g27828]
ciauu
ul
loshrike
00giovedì 21 luglio 2005 17:43
Grazie Lupastro.. la tua comprensione e il tuo apprezzamento mi fanno felice...

Losh:cafe:
chicom
00venerdì 22 luglio 2005 11:17

losh, segui il consiglio del saggio chicom [SM=g27824]

io glisso [SM=g27828]




loshrike
00venerdì 22 luglio 2005 12:21
Re:

Scritto da: chicom 22/07/2005 11.17

losh, segui il consiglio del saggio chicom [SM=g27824]

io glisso [SM=g27828]







[SM=x629223] .. tu credi che sarebbe meglio glissare??
Allora facciamo un goccetto alla salute del lupo..[SM=x629151]

Losh[SM=x629232]
ulululante
00venerdì 22 luglio 2005 14:50
Studiate lavativi invece di bere e gozzovigliare
[SM=x629222]
ul
loshrike
00venerdì 22 luglio 2005 16:24
Re:

Scritto da: ulululante 22/07/2005 14.50
Studiate lavativi invece di bere e gozzovigliare
[SM=x629222]
ul



Giuro.. giuro ..
E' Chicom che mi porta sulla cattiva strada..[SM=x629126]

Losh[SM=x629181]
ulululante
00venerdì 22 luglio 2005 23:37
Ma cosa mi tocca vedere [SM=g27825] Adesso cominciano anche a palleggiarsi le responsabilità per la loro poca voglia di studiare [SM=g27825]
Lavativi dateci dentro!
[SM=x629131]
ciauu
chicom
00lunedì 25 luglio 2005 15:12
Re: Re:

Scritto da: loshrike 22/07/2005 16.24


Giuro.. giuro ..
E' Chicom che mi porta sulla cattiva strada..[SM=x629126]

Losh[SM=x629181]



spia [SM=x629131] [SM=x629131]
loshrike
00lunedì 25 luglio 2005 21:18
[SM=x629146] .. giuro che mi metto d'impegno... e riporterò Chicom sulla retta via.. se riesco a evitare di prendere un sacco di legnate...

Losh[SM=x629148]
ulululante
00giovedì 28 luglio 2005 00:38
Eh eh, sbaglio o un utente del forum si è preso della spia [SM=g27828]
loshrike
00giovedì 28 luglio 2005 09:27
Quel Chicom lì....[SM=x629147]
.. e non aggiungo altro...

Losh[SM=x629131]
chicom
00giovedì 28 luglio 2005 10:46

ecco, mi becco da spia e mi si tirano pure i pomodori, ma dove andremo a finire [SM=x629126]

loshrike
00giovedì 28 luglio 2005 14:09
[SM=x629171] [SM=x629171]

Losh:rid1:
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