Incroci II° Atto..

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loshrike
00mercoledì 21 dicembre 2005 18:49
Non mi muovo, so perfettamente che non servirebbe a nulla, il conducente è morto sul colpo mentre il passeggero seduto al suo fianco, probabilmente una donna, è ancora viva, praticamente illesa è stata sbalzata fuori dall’auto e ora giace priva di sensi ad un centinaio di metri da me. Ecco la mia cliente, ora ne ho la matematica certezza, tra pochi minuti aprirà gli occhi confusa e la prima cosa che vedrà sarà il sottoscritto. Getto un’ultima occhiata alle onde che increspano pigramente la superficie del mare e mi dirigo verso la ragazza. Sembra quasi dormire. Ha poche piccolissime escoriazioni sul viso, quasi quasi faccio fatica a credere che sia reduce da un incidente mortale. Questo fatto mi stupisce ogni volta. Nella maggior parte dei casi in cui sono coinvolto il mio “cliente” è sempre reduce da qualche esperienza che per molti esseri umani potrebbe, o forse è meglio dire dovrebbe, essere mortale ed invece si ritrovano praticamente illesi e pronti a credere a qualsiasi cosa uno sconosciuto, quale io sono, sia pronto a raccontargli. Parecchie volte nel corso della mia lunga carriera ho cercato di trovare una spiegazione a questo mio “dono”, alcune volte ho persino cercato di cambiare il corso degli eventi, magari cercando di allontanarmi non appena quella sensazione particolare si presenta, ogni volta tutti i miei tentativi si sono mostrati vani. Un dolore che non saprei definire mi costringe ad essere presente e non mi permette di declinare l’invito che “qualcuno” o “qualcosa” mi ha fatto. La ragazza sta aprendo gli occhi e come spesso capita in questi casi mi sorride, credo che sostanzialmente il mio viso ispiri fiducia, poi una smorfia le compare sul viso e mi dice: “Salve straniero.. mi sento veramente di merda cosa è successo?”. Linguaggio forbito. “Credo che tu e il tuo amico abbiate fatto l’ultimo botto di capodanno e di sicuro tu sei quella che se l’è cavata meglio.” Ho una sensazione strana questa volta qualcosa sembra non andare per il verso giusto, non tutti i pezzi del puzzle hanno trovato la giusta collocazione, la cosa mi preoccupa. “Io mi chiamo.. che nome preferisci? Scegli tu non credo abbia una grande importanza..”. Sorrido poco convinto: “Non ho preferenze e nemmeno te l’ho chiesto.. fai tu”. La osservo mentre un sorriso obliquo le contorce il volto e la sento rispondere: “Ok. Partiamo dallo stronzo che guidava la macchina si chiamava Edo, cocainomane, figlio di papà e allo stesso tempo figlio di madre ignota.. se capisci il termine..”. Mi studia un secondo e riprende: “ Io sono… diciamo Clara.. si Clara mi piace.. e sono qui per un semplice motivo. Tu hai bisogno di me!”. Sorrido di nuovo ma senza alcuna emozione o almeno così credo fino al momento in cui uno strano pensiero comincia a farsi strada nella mia mente. Il cuore inizia ad accelerare i battiti, dunque anche se mi è sempre parso impossibile questa volta tocca a me, dunque oltre a me c’è qualcun altro con il mio stesso identico dono. Trattengo a lungo il respiro guardandola negli occhi e cercando allo stesso tempo di sondarle l’anima, non ho paura, tutti i muscoli del mio corpo sembrano aver improvvisamente smesso di funzionare solo il cervello sembra in balia della tempesta che mi sta travolgendo. Una ridda di immagini, volti, persone, sentimenti, angosce, dolore, rabbia e paura e poi ancora gioia, felicità e non so più che altro mi travolge lasciandomi completamente svuotato, insensibile a tutto, incredibilmente inerme. Clara non ha mosso un muscolo ma leggo nei suoi occhi la comprensione, lei è già passata attraverso tutto questo, lei è oltre… dove di preciso non saprei dirlo ma… è ancora umana? “Da quanto tempo…” le parole faticano ad uscire ho la bocca completamente secca. “Cosa vuoi sapere?” mi chiede, “.. da quanto tempo sono al mondo? Da quanto tempo so di non avere una vita? Da quanto tempo conosco la data e l’ora del nostro incontro? …sono qui, questo ti deve bastare, sono qui per portarti ad un incrocio… quello che succederà non mi è dato saperlo e nemmeno lo voglio sapere. La vita, la mia, la tua o dovrei solo dire la nostra è ed è sempre stata molto molto lunga… abbiamo vissuto per essere qui oggi e forse avremo le nostre risposte.” Non voglio risposte, non sono ancora pronto, nonostante i decenni passati a cercare di comprendere, a cercare di dare un senso alla mia vita… ora ho paura, non voglio sapere, voglio saziarmi ancora di tramonti, voglio vedere l’alba di un nuovo anno.. di centinaia di altri anni… io sono vivo. Focalizzo nella mente il mio incrocio, sono certo che lei capirà, voglio mettere fine a questa storia, spero una sola cosa: che questa non sia la mia fine. Clara accenna un sorriso: “Bene hai deciso… chiudi gli occhi..” Non faccio nemmeno in tempo a farlo e già mi trovo sotto un cielo carico di nubi, il temporale si avvicina e presto pesanti gocce di pioggia cominceranno a cadere, la macchina è là… parcheggiata sotto un albero. Dalla mia posizione non riesco a intravedere gli occupanti, anzi non vedo nemmeno se effettivamente dentro c’è qualcuno. Ecco il mio incrocio… io sono in quell’auto ma non ho coscienza di me stesso… sono troppo piccolo. Mi sono sempre chiesto cosa provassero in prima persona tutti quelli che attraverso me sono arrivati ad una situazione del genere, tutti quelli che sono arrivati ad un incrocio. Sono sempre stato con loro ma la mia visione è sempre stata falsata, quasi come un sogno e la personale certezza di esserne l’attore protagonista. Clara sta provando tutto questo, anche se non la vedo è qui, io percepisco gli odori, le voci, alcuni pensieri della gente che mi circonda e… l’odore della pioggia; lei non lo può fare. Mi avvicino all’auto ma percepisco qualcosa di sbagliato, non sono i pensieri di un neonato quelli che “sento”, no… questo schema mentale lo conosco.. o così mi pare. Continuo ad avvicinarmi mentre una portiera si apre, un dolore atroce mi trafigge il cervello, mi piego sulle ginocchia con la vista annebbiata… alzo lo sguardo: Clara! Il buio mi avvolge mentre scivolo nell’incoscienza vedo il mio incrocio dissolversi rapido. Ora sono qui, navigo in questo nulla che pare cullarmi dolcemente, non ho bisogni fisici, non provo nulla tranne una remota consapevolezza che tarda a concretizzarsi. Cerco di afferrare l’esiguo bagliore che vedo come un piccolissimo punto all’orizzonte ma il mio corpo non risponde. Improvvisamente una luce accecante e una voce monotona infrangono la mia pace. “Prigioniero 120870, sequenza di risveglio terminata. Resta immobile. La capacità motoria tornerà nel giro di qualche minuto. A breve anche le capacità intellettive torneranno normali. Hai esattamente 60 minuti per presentarti alla Commissione. La pena è stata scontata.” A mano a mano che la sensibilità del mio corpo si stabilizza cerco di guardarmi intorno, mi trovo in una vasca di deprivazione sensoriale, in un’immensa stanza asettica in cui file e file di bare come la mia sono ordinatamente allineate. Inizio a ricordare, frammenti di immagini, frammenti di vita. Nel giro di 60 minuti sono seduto davanti alla Commissione, gli unici esseri umani che ho incontrato dal mio risveglio, tre uomini e una donna di età indecifrabile. “Prigioniero 120870 la tua rieducazione può considerarsi riuscita. La pena è stata interamente scontata, hai passato 45 anni della tua vita in una “bara” non sono sicuro che tu abbia recuperato interamente la memoria, ci vuole tempo e pazienza, ma siamo certi che capirai l’importanza del traguardo che hai raggiunto. Hai qualche domanda prima che la sentenza venga registrata agli atti?. Avrei avuto mille domande da fare, la mia memoria mi appare come un arcipelago di isole estremamente frammentate, ma una sola mi sembrava estremamente importante: “Perché sono stato condannato?”. La donna che fino a quel momento non aveva proferito parola disse: “Sicuramente ricorda l’ultima immagine della sua rieducazione… la macchina, la portiera che si apre e una donna che scende..” Annuii. La donna proseguì: “Lei è stato condannato per comportamento antisociale, i test hanno chiaramente dimostrato una personalità dissociata unita ad una congenita schizofrenia. In un mondo, il suo di 45 anni fa, dove 30 milioni di persone ogni giorni morivano di fame e malattie, abitato da circa 25 miliardi di persone con un tasso percentuale annuo di incremento spaventoso, lei si è reso responsabile di aver a tutti i costi voluto generare un figlio nonostante lo stato glielo avesse espressamente vietato. Ha deliberatamente evitato di farsi sterilizzare assassinando due medici e un infermiere. Tramite poi la sua posizione nelle forze di sicurezza ha cercato una possibile candidata e l’ha contagiata con la sua follia. La scena che ricorda riguarda il l’incontro che avrebbe dovuto consumare il reato, per sua fortuna siamo intervenuti in tempo e sia lei che la ragazza siete stati arrestati e processati immediatamente.” Fece una breve pausa e poi aggiunse: “Inutile aggiungere che non appena riavrà il completo ricordo di quanto avvenuto la sua rieducazione le impedirà di reiterare il reato… e poi la ragazza ormai avrà il doppio dei suoi anni… sempre che la riconosca…” Istantaneamente i ricordi e il dolore di una vita dimenticata mi tornano alla mente, un conato di vomito mi squassa lo stomaco e la testa comincia a pulsare. Non do loro nemmeno il tempo di battere le ciglia, un condizionamento dovuto ad anni di disciplina militare prende il sopravvento, il tempo si cristallizza, quattro cadaveri giacciono sul pavimento ad uno ho appena spezzato il collo. Due battiti del cuore ed è di nuovo notte. Notte… un’altra notte in questa stanza squallida… un’altra puttana senza nome con cui cerco di annientare la solitudine… un’altra notte in cui vivo, in cui mi sento vivo e il mio dono mi pesa un po’ meno; già perché voi non lo sapete ma io ho un dono, non so se ci siano altri come me, io non ne ho mai incontrati, ma io posso dare la possibilità ad una persona di cambiare una scelta del passato e….

Loshrike... fine.

P.s. ... dedicato alla ..luna che come scriveva Heinlein... è severa maestra..

[Modificato da loshrike 21/12/2005 18.59]

chicom
00giovedì 22 dicembre 2005 12:07

beh, a me è piaciuto davvero, e nn è una sviolinata [SM=g27828]

può tranquillamente essere inserito nei racconti brevi di urania senza sfigurare in alcun modo, anzi, ne ho letti di ben peggiori [SM=g27824]

complimenti losh, come scrittore hai il mio placet [SM=g27828]

ndr,
quando sono arrivato alla frase
Linguaggio forbito
è scappato un sorriso,
poi ho continuato a leggere il tutto fino alla fine, senza annoiarmi nella maniera più assoluta

l'unica cosa ke cambierei è il nome di Clara, boh, nn so perkè [SM=g27833]

ciao ciao
chicom [SM=g27822]

loshrike
00lunedì 2 gennaio 2006 17:36
Re:

Scritto da: chicom 22/12/2005 12.07

beh, a me è piaciuto davvero, e nn è una sviolinata [SM=g27828]

può tranquillamente essere inserito nei racconti brevi di urania senza sfigurare in alcun modo, anzi, ne ho letti di ben peggiori [SM=g27824]

complimenti losh, come scrittore hai il mio placet [SM=g27828]

ndr,
quando sono arrivato alla frase
Linguaggio forbito
è scappato un sorriso,
poi ho continuato a leggere il tutto fino alla fine, senza annoiarmi nella maniera più assoluta

l'unica cosa ke cambierei è il nome di Clara, boh, nn so perkè [SM=g27833]

ciao ciao
chicom [SM=g27822]




Troppo.. troppo buono..
Suggerisci un nome per la dolce fanciulla.. non convince molto nemmeno me..

Losh [SM=x629220]
Ahamiah
00giovedì 22 giugno 2006 16:47
Avrei avuto mille domande da fare, la mia memoria mi appare come un arcipelago di isole estremamente frammentate, ma una sola mi sembrava estremamente importante......

Istantaneamente i ricordi e il dolore di una vita dimenticata mi tornano alla mente,
bei passaggi...(il nome..forse Chiara ?)

come sempre i tuoi racconti sono favolosi e riescono a farti diventare " protagonista "..bravo

[SM=x629188]

[Modificato da Ahamiah 22/06/2006 16.48]

sole281
00giovedì 22 giugno 2006 17:59
[SM=x629244]
Sai tu.... [SM=g27821]
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