La Clinica degli Orrori, Commento.

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loshrike
00sabato 3 giugno 2006 23:37
Qualche tempo fa, leggiucchiando a destra e sinistra in attesa di non so bene cosa, mi capito di leggere alcuni stralci di un intervista al grande scrittore E. Heingway. L’articolo trattava dell’arte dello scrivere e in base a questo assunto si raccontava un aneddoto riguardante un aspirante scrittore che chiedeva al Maestro come si potesse diventare un grande scrittore. Pare che Hemingway dopo averci pensato alcuni istanti rispose all’incirca in questa maniera: “ Se ti svegli la mattina e appena apri gli occhi il tuo unico desiderio è scrivere e se continuando nella giornata non riesci a pensare ad altro probabilmente questo è il sintomo che tu abbia veramente qualcosa da raccontare”. Pur non avendo nulla da obbiettare e al contrario condividendo in toto la dichiarazione di un così grande scrittore mi sono soffermato però su un pensiero che oserei definire sacrilego. come molti sapranno Hemingway morì suicida, se non sbaglio si impiccò, questo, ho pensato, forse è successo perché ad un certo punto della sua vita, magari un una mattina come tante altre, Hmingway si è svegliato e si è scoperto mancante di questo desiderio irrefrenabile. Il Maestro non aveva più nulla da raccontare e la sua vita gli sarà sembrata così vuota, così insignificane che forse ha deciso che veramente non valesse più la pena di viverla. Ora sicuramente qualche ben pensante si sarà strappando i capelli dalla rabbia chiedendosi chi sia il somaro che ha potuto solo immaginare una simile spiegazione; voglio allora rilanciare. In quella mattina il nostro povero Hemingway si è accorto che l’insopprimibile desiderio di raccontare non gli avrebbe mai dato tregua, non ci sarebbe mai stata una giornata di calma apparente nella sua vita anzi la vita stessa è così piena di gioia e doppiamente pregna di dolore che non sarebbe mai potuto succedere in una sola vita umana di avere il tempo necessario per raccontare tutto. Allora perché non mettere fine a questo immenso dolore. Personalmente non mi ritengo un grande scrittore anzi per dirla tutta non mi ritengo nemmeno uno scrittore, ma più propriamente un giullare che pur cercando di trovare il lato divertente della vita non può fare a meno di leggervi tra le righe tutto il dolore e la rabbia che essa si porta dietro. L’articolo citato non arrivava ad alcuna conclusione anche per il semplice motivo che lo scopo dell’autore era di riuscire a tener desta l’attenzione del lettore per qualche minuto ma se ci si riflette sopra si capisce che pochi avrebbero avuto la voglia di leggere un simile articolo. Io stesso se non fossi stato obbligato dal cercare di ingannare l’attesa in uno studio dentistico forse nemmeno mi sarei soffermato a leggerlo. A questo punto entrano però in gioco altri fattori, per esempio, nel mio caso inizio, con le riflessioni che sopra ho esposto, a pensare. Partendo da un articolo scialbo e scritto anche in maniera molto superficiale per una serie di alchimie cerebrali inizio a postulare nuove ipotesi sulle cause che hanno portato Hemingway all’insano gesto e si sa quando la mente inizia a divagare non ci sono freni ne schemi tanto meno fili logici che leghino il tutto anzi si arriva quasi a dimenticare l’iniziale idea di partenza e ci si ritrova a pensare a qualche assurdità che inconsciamente rinvanghiamo continuamente ma che nella reale vita di tutti i giorni non riusciamo o non vogliamo affrontare. Ora se vi siete persi del tutto credendo che io sia completamente matto avete perfettamente ragione ma se avrete la pazienza di leggermi ancora per qualche riga forse un flebile raggio di comprensione diraderà l’oblio della vostra mente. Dunque mancando da troppo tempo e volendomi rimettere in pari con tutte le cose scritte e lette ho iniziato a leggere tutto ciò che mi sembrava interessante, nella mia personale sala delle priorità ci sono i racconti ed è lì che sono andato subito a parare. C’erano dei complimenti riguardo ad un mio racconto, gongolavo sono preda dei complimenti, poi il titolo di un racconto ha catalizzato la mia attenzione. La clinica degli orrori. Non vado matto per i racconti horror ma essendo il primo del genere ho deciso di dare un’occhiata. Mi sono sentito uno stupido. Non tanto per essermi sbagliato ma per l’umanità che ho letto in quelle poche righe, il dolore che solo chi ha provato può capire e la candida naturalezza con cui Francesca raccontava una pagina della sua vita. Ammiro la forza di chi riesce a parlare di simili situazioni senza veli, senza falsa modestia ma con la naturalezza di aver vissuto un incubo ed essere riusciti a guardare il baratro così a lungo da aver perfettamente capito di averlo dentro ma di riuscire allo stesso tempo giorno dopo giorno a ritornare indietro, un passo alla volta, molto lentamente e magari scivolando ma senza mai arrivare a quel breve sprazzo di vivida follia che ha portato uno scrittore del calibro di Hemingway a togliersi la vita. Ecco perché ho parlato ed ho voluto ricordare Hemingway, perché ai miei occhi il grande scrittore è stato così fragile in definitiva, il baratro che ha così a lungo contemplato dentro di se lo ha avvolto e alla fine l’ha voluto con se. Ecco perché ho voluto dare un senso alla sua follia, non per lui o per chissà chi altro ma per me stesso, perchè la mia follia abbia un senso ed un nome dato che comunque ci convivo da tempo e non ho mai avuto la lucidità di metterla nero su bianco e quindi esorcizzarla; se mi rendo conto di essere folle poi tanto folle non posso essere… non vi pare?
Ho notato che nessuno ha commentato e questo mi è molto spiaciuto perché Francesca ha avuto parole bellissimi e ha raccontato la sua vita e forse dovremmo anche noi riflettere un paio di minuti su ciò che siamo o ciò che abbiamo. Non voglio sembrare patetico e non voglio giudicare ne tanto meno condannare nessuno ma se avete letto fino a questo punto non siete persone superficiali dunque a voi l’onore o l’onere di dire quello che pensate… io le mie conclusioni le ho già tratte.

Loshrike
sole281
00sabato 3 giugno 2006 23:46
Avevi smesso di scrivere perchè non ho letto un solo commento,ho pensato che il mio racconto fosse insignificante,mntre la mia intenzione iniziale era quella di poter in qualche modo aiutare...E' vero,è difficilissimo e dolorosissimo ritornare indietro..ed ora piango...piango per ciò che hai capito piangoper ciò che è stato...
Ma è bastato a farmi capire che non devo smettere di scrivere...
posso solo dirti che mai pazzo è statopiu' sano di te...e semplicemnete grazie!
Ahamiah
00sabato 3 giugno 2006 23:54
Grr..
io che ti avevo detto???
Lo sai perchè (te lo avevo spiegato)
non mettevo nulla ..parecchie cose le
sapevo ma volevo tu raccontassi ed aspetto
[SM=x629186] [SM=x629187] tvb
loshrike
00domenica 4 giugno 2006 00:08
Re:

Scritto da: sole281 03/06/2006 23.46
Avevo smesso di scrivere perchè non ho letto un solo commento,ho pensato che il mio racconto fosse insignificante,mntre la mia intenzione iniziale era quella di poter in qualche modo aiutare...E' vero,è difficilissimo e dolorosissimo ritornare indietro..ed ora piango...piango per ciò che hai capito piangoper ciò che è stato...
Ma è bastato a farmi capire che non devo smettere di scrivere...
posso solo dirti che mai pazzo è statopiu' sano di te...e semplicemnete grazie!



Non smettere dimscrivere, sarebbe veramente un peccato non poter leggere quanto ancora hai da racontare...

Losh [SM=g27828]
hahaiah.52
00domenica 4 giugno 2006 02:13
:poeta: ha ragione los...non devi smettere di raccontare...io in parte conoscevo gia' la tua storia...ma e' sempre suggestivo poterla rivivere con le tue parole scritte qua. [SM=x629187] [SM=x629188] [SM=x629186]
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