L e f i t t e d e l S o n n o
Caduto l'Astro fu dal cielo
e nuovamente muoio partorendo
disgrazie del Passato.
Ritornar nel dormire
fermando battiti stentati
e calpestando pensieri, fiori marci
soliti nell'accompagnarmi
in grotte del mio color di Dolore.
Nulla di speranze mi precede
se non un carro funebre
di quei sogni andati verso
notti più peste delle ceneri
d'un eterno fuoco;
e soffiano e soffiano
i miei occhi rosi dal rosso
di quelle spade infernali,
ma nulla possono se non lagrimar;
le fiammelle gelano i miei anni
e sul ponte del mondo,
in pendenza, su oscuri pianeti
getto le mie grida stanche
ed echi rombano fin l'orecchio di Dio,
che al suon di queste
ossessionanti litanie, tuona!
Tuona contro me!
E m'acceca! M'acceca per confondere
gli orizzonti ove voglio tuffare
le città distrutte del mio loco.
La pendenza resa sempre più
all'oscurità; pesa la gravità
d'un'Anima, pesa il corpo,
logoro di Tempo.