Ma forse tutto deve ancora cominciare...

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contaminata
00domenica 3 settembre 2006 22:28

Come quando si entra in una grande libreria
e si perdono ore e ore tra scaffali pieni di copertine colorate
alla ricerca di un titolo, una trama, un autore conosciuto,
o semplicemente di una piccola parola
che colpisca improvvisamente il nostro sguardo
così da non poter resistere a prendere in mano quel libro,
toccarlo, annusarlo,
e leggerne la trama già ansiosi di sfogliarne ogni singola pagina.

Ma forse tutto deve ancora cominciare...

Come quando la mattina si percorre a piedi lo stesso tratto di strada
per andare nello stesso luogo di lavoro, tra gli stessi colleghi,
gli stessi sguardi spenti, annoiati, incattiviti da giornate tutte uguali,
dentro lo stesso portone che porta addosso i segni di un tempo indefinito …
Ed una nuvola nasconde inaspettatamente il sole cocente
concedendo un attimo di ristoro alla calura della pelle
così che un pensiero di spensieratezza ci fa credere in una giornata diversa.

Ma forse tutto deve ancora cominciare...

Come quando si ascolta per l’ennesima volta una melodia
e ci si accorge di una nota di violino sfuggita per tanto tempo
alla nostra pur sempre vigile attenzione
e un entusiasmo incontrollabile,
come il gridolìo felice di un bambino,ci pervade l’anima
e ci fa sentire gli unici fortunati possessori di un tesoro nascosto
a tutto il resto del mondo.

Ed è, forse, perché tutto deve sempre cominciare
che sentiamo come se nulla dovesse mai finire.

E così le maree raccolgono nei loro scrigni
le orme che i nostri piedi, ogni anno, abbandonano sulla sabbia
sapendo che torneremo a raccoglierli l‘estate prossima.
E già l’inverno ci osserva, seppure ancora da lontano,
con il suo occhio di gelo
con già l’ansia di avvolgere le nostre malinconie nel suo grigio mantello.
E così ci attendono le città, i tetti, le strade, il caos rumoroso delle auto …
i nostri sogni , le delusioni ed i cuscini umidi di tristezza.

E come quella profonda crepa alla parete
che non ci decidiamo mai di riparare
e che sarà la prima, al nostro ritorno, a sorriderci
ed a gridarci il suo silenzioso bentornato...

Rosy
chicom
00lunedì 4 settembre 2006 16:48

uaz, bella poesia, con una profonda verità

è vero, è vero, la prima a sorriderci è sempre la vekkia cara crepa mai sistemata [SM=g27828]

[SM=x629218]

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