Peggy Guggenheim

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Keko01
00lunedì 10 aprile 2006 09:28
"Ogni ora del giorno è un miracolo di luce. D’estate all’alba il sole che sorge produce sull’acqua un effetto magico così delicato che quasi ti spezza il cuore. Col passare delle ore la luce diventa sempre più viola finché avvolge la città in una nebbia diamantina. Poi comincia lentamente a calare, nel magico tramonto, il capolavoro del giorno".(Peggy Guggenheim, Una Vita per l’Arte)


Peggy Guggenheim nacque nel 1898 a New York, da una famiglia di origine svizzera: il bisnonno Simon era emigrato nel 1847 a Filadelfia. Nel 1912 il padre di Peggy morì a bordo del Titanic, lasciando a moglie e figlia parte delle ricchezze della famiglia Guggenheim. Nel 1938 Peggy progettò l'apertura di un museo di arte contemporanea a Londra. Non riuscì nell'impresa, riunì comunque, tra il 1939 ed il 1941, più di 170 opere d'arte moderna gran parte delle quali è tuttora presente nella sua collezione.

Peggy Guggenheim inizia ad appassionarsi all’arte negli anni ’20 quando si trova a Parigi dove frequenta artisti e scrittori. All’inizio si trattò probabilmente di un gioco ma poi subentrò la passione, trasferitasi a Londra nel 1938 apre la sua prima galleria d’arte "Guggenheim Jeune", ove vennero esposte opere di Kandisky, Rene Magritte, Max Ernst, ecc.
A causa della guerra fu costretta a ritornare negli Stati Uniti, dove apre un altro museo "Art of this Century". Nell'ottobre 1942 inaugurò a New York una galleria-museo, chiamata "Art of This Century". L'inaugurazione fu l'occasione per un gesto simbolico: Peggy indossò un orecchino creato da Alexander Calder ed uno creato da Tanguy per dimostrare la propria imparzialità tra l'arte astratta e surrealista.

Amante degli uomini e della dolce vita, Peggy, dopo un amore bruciato con la tentacolare Grande Mela e un approccio fugace con la Ville Lumière, approda a Venezia nel 1946. A quei tempi la collezione era già completa. Questo perché la posizione di Peggy Guggenheim, nella storia del collezionismo, si basa su due periodi brevi di intensi acquisti: dal 1938 al 1940 tra Inghilterra e Francia e dal 1941 al 1946 in America. Già allora aveva scoperto dove si riuniva la conventicola degli artisti veneziani. Sede dei loro incontri era il ristorante all’Angelo in Calle Larga San Marco. Lì si delineò nella mente della Guggenheim, in modo sempre più vivido, il desiderio di portare la sua collezione a Venezia. Solo che per fare questo era necessaria una cornice adeguata. Tornò a Venezia nel 1947 quando riprese la ricerca di un posto dove andare a vivere, mobilitando quante più persone possibili: dai camerieri alle contesse, che perplesse, utilizzavano i salotti per la pratica del passaparola. Affittò così l’ultimo piano di una residenza signorile sul Canal Grande; si trattava di Palazzo Barbaro.

Nello stesso anno espone le sue opere alla Biennale di Venezia, allora decide di comprare casa ed acquista il Palazzo Venier dei Leoni, qui trascorse il resto della sua vita. Tre volte alla settimana apriva al pubblico la sua casa per far vedere la sua collezione. Cercò anche di aprire un museo e prese accordi con il Comune di Venezia ma per problemi burocratici rinunciò e decise di lasciare le sue opere alla Solomon R. Guggenheim Fondation di New York, a patto però che la collezione restasse a Venezia.

Questo palazzo settecentesco mai terminato si affaccia sul Canal Grande nel tratto tra la Chiesa di Santa Maria della Salute e l’Accademia.
Dal 1949 fino alla morte fu la dimora di Peggy Guggenheim.

Ci sono differenti opere che rappresentano le varie correnti pittoriche: cubismo, futurismo, dadaismo, astrattismo e surrealismo.

Tra gli autori più famosi troviamo: Pablo Picasso, Georges Braque, Paul Klee, Vasily Kandinsky, Marc Chagall, Giorgio De Chirico, Salvador Dalì, Joan Miró, Jason Pollock, ecc.
La Collezione è costituita principalmente dalle opere di proprietà della famosa collezionista americana Peggy Guggenheim; poi si sono aggiunte altre importanti collezioni private (la collezione di Gianni Mattioli e la Collezione Raymond and Patsy Kasher Sculture di Dallas).


Palazzo Venier dei Leoni
"Senza una collezione, il collezionista cessa di esistere", diceva Peggy Guggenheim, nipote d’arte. Basti pensare all’imponente collezione newyorkese ospitata nel sacello di Frank Llyod Wright al numero 1071 della Fifth Avenue, sarcasticamente paragonato, dall’arguta Peggy, a un "claustrofobico garage". O al Guggenheim di Bilbao che si estende su una superficie di trentaduemila e cinquecento metri quadrati. A quello di Berlino o all’Hermitage di Las Vegas. Imponenti realizzazioni architettoniche che accolgono strutturate raccolte di pezzi straordinari.
La collezione veneziana è tutta diversa: piccola, accogliente, proposta nella cornice domestica di un palazzo settecentesco che sorge a Venezia, appunto, non lontano da dove il Canal Grande sbocca nel canale di San Marco. L’amore della Guggenheim per la città lacustre nasce da un viaggio, una sorta di educazione sentimentale, compiuto in giovane età: sarà quella l’occasione per vedere, nella vociante realtà veneziana, la risposta al caos delle metropoli americane. Nel meraviglioso palazzo sulla riva destra del Canal grande si fermerà la corsa dell’americana errante alla ricerca di un’identità che il sangue giudeo delle sue vene reclamava.
Nel 1970 muore e da allora la sua casa è stata trasformata in museo.





Keko [SM=x629160]


Ahamiah
00lunedì 10 aprile 2006 09:36
Grazie, sempre tutto interessante...

Peggy Guggenheim



loshrike
00venerdì 14 aprile 2006 22:22
Mi associo anch'io ai complimenti e ai ringraziamenti per i uoi interventi sempre interessanti e precisi.

Losh
littlevalan
00giovedì 20 aprile 2006 12:59
mi è venuto un dubbio!!!

ma non è che i Guggenheim Museum hanno il suo nome apposta??

[Modificato da littlevalan 20/04/2006 13.01]

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