Riaprono i Giardini Regina Versailles

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Ahamiah
00mercoledì 24 maggio 2006 13:52

Corrisponde con l'uscita del film 'Maria Antonietta' (ANSA) - PARIGI, 23 MAG -
Dopo 3 anni di restauri e 3 milioni di euro, i primi di luglio riapriranno i giardini di Maria Antonietta alla reggia di Versailles.La riapertura dei giardini, considerati "i piu' belli di Francia", corrisponde con l'uscita del film 'Maria Antonietta' di Sofia Coppola. I visitatori potranno riscoprire la tenuta cosi' com'era alle origini. Riapre anche il teatro della Regina, con i suoi stucchi e i suoi ori, le cui visite fino ad ora erano state limitate per la fragilita' del luogo.



La reggia di Versailles (che i Francesi chiamano più semplicemente Chateau de Versailles) è un'antica residenza reale. La città di Versailles, nata dalla diffidenza del giovane Luigi XIV verso la capitale e i suoi cittadini, temuti e considerati difficili da tenere sotto controllo, dopo l'episodio della Fronda, costituisce oggi un comune autonomo situato nell'attuale dipartimento delle Yvelines, in Francia.

Origini e storia

* 1038: prima menzione di Versailles in una carta dell'Abbazia Saint-Père di Chartres. Uno dei firmatari è Hugo de Versaillis. Nel X secolo dei monaci dissodano i terreni (il dipartimento è ancora oggi occupato da quanto rimane della foresta antica) e fondano la chiesa e il priorato di Saint-Julien.
* 1429: due signori di Versailles, Guy e Pierre de Versailles, sono implicati nella vicenda di Giovanna d'Arco. Pierre era a Bourges, quando la Pulzella fu processata; Guy, canonico di Tours, partecipò al processo.
Alla fine della Guerra dei cent'anni, nel 1453, il piccolo borgo si presentava devastato, le case abbandonate, il castello in rovina. La proprietà fu acquistata dalla famiglia de Soisy.
* 1472: un documento riporta il nome del piccolo borgo di Versaille-aux-bourg-de-Galie. I signori di Versailles dipendevano direttamente dal re. Il loro modesto castello, che dominava la chiesa e il villaggio, si ergeva sulla pendice meridionale della collina sulla quale sarà costruita la futura reggia.
* 1475: Gilles de Versailles, signore di Versailles, cede all'abate di Saint-Germain i propri diritti sul Trianon. L'atto di vendita costituisce la prima menzione del nome. Il villaggio fu poi acquistato, per distruggerlo, da Luigi XI, con l'obiettivo di costruire su queste nuove terre del dominio reale una residenza di diporto, che gli consentisse di sottrarsi con la famiglia al protocollo troppo pesante di Parigi. Il Trianon è il primo capriccio reale realizzato a Versailles e, come più tardi Marly, resterà un luogo di relax, lontano dall'etichetta e dalle fatiche del potere.
* 1561: la proprietà passa a Martial de Loménie, segretario delle Finanze di Carlo IX (il mandante della Notte di San Bartolomeo), che la ingrandisce fino a 150 ettari.
De Loménie fu assassinato nel 1572, appunto durante la Notte di san Bartolomeo: si disse che fosse stato strangolato per ordine della regina Caterina de' Medici, che voleva che la proprietà passasse al Conte di Retz; della notizia non si hanno prove, ma non è inverosimile.
È un fatto che nel 1573 Albert de Gondi (baron de Marly), conte di Retz, uno dei Fiorentini che supportavano la fortuna di Caterina in Francia, diveniva proprietario della signoria e del castello di Versailles per 35.000 lire dell'epoca (equivalenti in potere d'acquisto a circa 700.000 euro attuali).
Anche con i nuovi signori, il castello continua ad essere frequentato, per caccia e per diporto, dai re di Francia.



Versailles nell'Ancien régime
Luigi XIII e il "castello vecchio"


Nel 1623 Luigi XIII, padre di Luigi XIV, fece costruire in cima ad una collina in mezzo a foreste e paludi, su un terreno acquistato dalla famiglia de Soisy, una modesta residenza di mattoni, pietra e ardesia. Era una costruzione rustica e puramente utilitaria, anche se costituiva il suo luogo di caccia preferito, che per la disposizione dei suoi padiglioni e per i fossati da cui era circondata ricordava ancora certe costruzioni feudali. In questa modesta residenza Luigi XIII riceveva di quando in quando sua madre Maria de' Medici e sua moglie Anna d'Austria, ma le dame non vi si fermavano mai a dormire.

Il primo "castello" di Versailles sorgeva in fondo all'attuale cortile di marmo. Il corpo di fabbrica principale misurava 24 metri di lunghezza per 6 di profondità (144 metri quadrati!), ed aveva due ali basse ai lati. L'appartamento del re comprendeva una piccola galleria dove era sistemato un quadro che rappresenava l'assedio della Rochelle; seguivano quattro stanze i cui muri erano ricoperti di arazzi. La camera del re occupava il centro dell'edificio, in una posizione che corrisponderà in seguito a quella del letto di Luigi XIV.

Fu qui che l'11 novembre 1630 il Cardinale Richelieu venne, segretamente, a convincere il re poco meno che trentenne che la regina madre stava organizzando un complotto. Alla fine di questo, che sarà ricordato più tardi come "il giorno degli inganni", Richelieu rimase Primo ministro e la regina madre fu inviata in esilio.

Il contratto d'acquisto del dominio di Versailles da Jean-François de Gondi, arcivescovo di Parigi, porta la data dell'8 aprile 1632.
Nel documento si legge che il re acquistava, per la somma di 60.000 lire, « la terra e la signoria di Versailles, consistente in un vecchio castello in rovina e in una fattoria con diverse costruzioni; tae fattoria si compone di terre coltivabili, prati, boschi, castagneti, stagni ed altre dipendenze; alta, media e bassa giustizia... con annesso il granaio Lessart, le sue pertinenze e le sue dipendenze ».

Il re acquistò questo castello solo per demolirlo ed ampliare così il panorama della residenza reale, e contemporaneamente acquistò altri terreni per estendere il suo territorio di caccia. Il padiglione costruito sommariamente sulle terre di Jean de Soisy si faceva stretto. I lavori di ampliamento cominciarono subito, il 26 maggio, diretti dall'ingegnere architetto Philibert Le Roy, e terminarono nel 1634, quando Luigi XIII prese possesso dei suoi nuovi appartamenti.
Si racconta che in cima alla collina di Versailles, nel luogo dell'attuale castello, si ergesse un mulino a vento: dove regnò il re Sole regnava dunque, all'inizio, un mugnaio.

Luigi XIII amò assai il nuovo castello, moltiplicandovi i soggiorni, apprezzandone il comfort e i giardini, che furono arredati "alla francese" da Boyceau e Menours. Nel 1643, sentendosi prossimo alla morte, il re fantasticava: « Se Dio mi rende la salute, appena il Delfino sarà in grado di montare a cavallo e maggiorenne lo metterò al mio posto e mi ritirerò a Versailles con quattro preti per occuparmi delle cose di Dio ». Moriva, invece, il 14 maggio, quando il Delfino aveva solo 5 anni. Su Versailles scese un silenzio lungo 18 anni.
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Luigi XIV, i grandi lavori, le feste

All'inizio del suo regno, Luigi XIV non trovò alcuna reggia che lo soddisfacesse pienamente. A Parigi vagò tra il Palais-Royal, il Louvre, le Tuileries senza mai essere soddisfatto delle sue residenze. Per sottrarsi alla città (allora scomoda, sporca, rumorosa, stretta, inquietante anche per il re), cercò di sistemarsi a Vincennes e a Saint-Germain-en-Laye, dove era nato, e per un certo periodo soggiornò anche a Fontainebleau.

Certo tutti i castelli erano antichi, e presentavano molti inconvenienti: il re intraprese grandi lavori di ammodernamento per ridurne la scomodità, ma non trovava pace. Nel 1651 (aveva 13 anni) visitò per la prima volta Versailles - e fu il colpo di fulmine: il castello del resto era il più nuovo e moderno di tutti, e disponeva di grandi spazi per cacciare. Versailles diventò così importante, nei progetti del re, che il 25 ottobre 1660 condusse a visitarlo la sua giovane sposa, la regina Maria Teresa.

Nel 1661, dopo la morte del cardinale Mazarino, Luigi iniziò i lavori di ampliamento, investendovi 1.100.000 lire dell'epoca (cioè quasi 20 volte il prezzo d'acquisto) e incaricando Louis Le Vau di ricostruire gli edifici, mentre Charles Errard e Noël Coypel iniziavano la decorazione degli appartamenti e André Le Nôtre creava l'Orangerie (le serre) e la Ménagerie (l'uccelliera). All'epoca, Versailles era solo una sede di diporto, buona per darvi feste in giardino, mentre il Palazzo reale ufficiale restava il Louvre.

L'idea di erigere uno dei palazzi più straordinari d'Europa, in luogo del piccolo castello di Luigi XIII che la corte, sprezzante, considerava come la casa di campagna di un borghese, suscitò molte critiche a mezza bocca: il luogo era definito « ingrato, triste, senza panorama, senza boschi, senz'acqua, senza terra, perchè tutto è sabbie mobili e palude, senz'aria », e quindi assolutamente pas bon.
In una lettera rimasta celebre, Colbert dava voce a queste critiche lamentando che il re spendesse tanto su Versailles e trascurasse invece il Louvre «che è certamente il più superbo palazzo che vi sia al mondo. Che sconforto, vedere un così grande re ridotto alla misura di Versailles!»

La prima festa data al castello, che durò dal 7 al 14 maggio del 1664, si intitolò « Les Plaisirs de l'Isle Enchantée » (I piaceri dell'isola incantata), e intrecciava l'ispirazione italiana tratta dai due poemi epici italiani del XVI secolo, l'Orlando Furioso dell'Ariosto e la Gerusalemme liberata del Tasso, con quella francese rappresentata da Molière, che presentò la Princesse d'Élidé e i primi tre atti del Tartufo. La festa era data (segretamente) in onore di Mademoiselle de La Vallière e Luigi stesso vi interpretò la parte del liberatore dei compagni dall'isola di Alcina.

Tra il 1664 e il 1666 Luigi XIV decise di sistemare Versailles in modo da potervi passare diversi giorni con il suo Consiglio, conservando il castello costruito da Luigi XIII. La scelta fu dettata più da motivi finanziari che sentimentali, e comunque la superficie fu triplicata e la decorazione fu lussuosissima, tematizzata sulla rappresentazione del Sole, onnipresente a Versailles. I giardini, molto apprezzati dal re, furono ulteriormente ampliati e ornati di sculture di Girardon e di Le Hongre.
Di questa prima ornamentazione sono sopravvissuti soltanto il gruppo di Apollo e le ninfe e i Cavalli del sole.

Nel 1667 fu costruito il Grand canal. Le Nôtre decise di ampliare il viale d'ingresso e passò ad occuparsi dei giardini e dell'architettura degli esterni, in collaborazione, per la parte idraulica, con la famiglia di ingegneri italiani Francine, che furono gli "Intendenti delle acque e delle fontane di Francia" dal 1623 al 1784.

La seconda festa ebbe luogo 4 anni dopo, il 18 luglio 1668, e rese noto il nome di Versailles. Conosciuta come Grand Divertissement Royal de Versailles (si potrebbe tradurre "il Gran Gioco Reale di Versailles"), fu caratterizzata dal Georges Dandin di Molière e dalle Feste dell'Amore e del Caso, di Jean Baptiste Lully.

In queste feste la corte misurò la scomodità del piccolo castello, giacché molti non trovarono dove dormire, e il Re, desiderando ingrandirlo, affidò l'incarico a Le Vau, che presentò diversi progetti. Uno prevedeva la distruzione del castello vecchio e la sua sostituzione con un palazzo all'italiana. Un altro - che fu quello scelto dal Re su consiglio di Colbert - proponeva di ingrandire il castello dal lato del giardino con un involucro di pietra.


L'Enveloppe
Versailles nel 1688

Tra il 1668 e il 1670 Le Vau intraprese la costruzione dell'Enveloppe, che consisteva in un secondo edificio che circondava il primo castello. Il Grande Appartamento del Re e quello della Regina furono edificati simmetricamente, l'uno a nord e l'altro a sud del vecchio castello. Tra i due, di fronte ai giardini, si apriva una vasta terrazza. Il vecchio castello di pietra e mattoni, temporaneamente conservato, venne però abbellito: le facciate furono adornate da colonne di marmo belga, rosso, di Rance, di balconi in ferro forgiato e dorato, di busti appoggiati sulle balaustre. I tetti furono rifiniti con paramenti e il cortile pavimentato di marmo.
Dal lato della città, l'edificio dei servizi fu sopraelevato e collegato al castello di Luigi XIII con una serie di padiglioni che si disponevano attorno alla Cour Royale (il Cortile Reale), chiusa da un'inferriata dorata, mentre alle estremità degli antichi servizi si aggiungeva un peristilio di colonne incoronato da statue. Le nuove costruzioni triplicavano la superficie del castello.

Alla morte di Le Vau (11 ottobre 1670), Colbert incaricò l'architetto François d'Orbay di proseguire i lavori.
Si realizzava così il desiderio di Luigi XIV: il castello di suo padre restava intatto dal lato della città, ma scompariva dal lato del giardino, nascosto dalle nuove costruzioni: il castello nuovo e il castello vecchio coesistevano, distinti.


Il castello nuovo era un edificio di concezione italiana, tutto in pietra. Le lunghe facciate furono interrotte da avancorpi e scandite in altezza. La facciata ovest fu occupata, al primo piano, da una grande terrazza che congiungeva e insieme separava gli appartamenti del Re (a nord) e della Regina (a sud). Proprio come gli architetti del Castello di Chambord (il più grande dei castelli della Loira), Le Vau si ispirò ai modelli italiani, ma attraverso i volumi, le proporzioni e l'ornamentazione, ne fece un'opera dello spirito francese.

* Il piano terreno, costituito da un basamento sottolineato da linee di separazione orizzontali, è illuminato da finestre centinate che si aprono verso il giardino.
* Al piano nobile, la sequenza di nicchie occcupate da statue ed alte finestre rettangolari è intervallata e slanciata da colonne ioniche. Sopra le finestre erano stati eseguiti dei bassorilievi che scomparvero nel 1679.
* Il secondo piano (o attico) ebbe una decorazione di ordine corinzio completata da una balaustra sulla quale furono posati trofei e lanternoni.


Il Trianon

Nel 1670, Luigi XIV decise di far demolire il villaggio di Trianon, a nord ovest del parco di Versailles, per costruirvi un edificio che gli cnsentisse di isolarsi dala corte. Fu così costruito il Trianon de porcelaine, detto così perchè Le Vau ne rivestì le mura di porcellana di Delft.
Nello stesso periodo, i cortigiani fecero costruire nei dintorni le proprie residenze (hôtels), in modo da essere vicini al re: tra il 1670 e il 1671 furno costruiti 14 grands hôtels (tra cui Luxembourg, Noailles, Guisa, Bouillon, Gesvres).

Fin lì Versailles era stata soprattutto una residenza di diporto, ma Luigi XIV sognava di costruire un palazzo che desse la propria impronta all'epoca. Il Louvre e le Tuileries erano il segno e l'opera dei suoi predecessori. La creazione di Versailles fu così la rappresentazione materiale del progetto politico ed economico della monarchia assoluta: il Re che dirige personalmente gli affari del regno, centralizzando l'amministrazione, raggruppando anche fisicamente attorno a sè i propri ministri e i loro servizi, e l'intera corte. Nel 1677 il Re manifestò quindi l'intenzione di fissare la propria residenza a Versailles. Mansart dovette elaborare i progetti per l'installazione della Corte e il palazzo assunse le dimensioni che conosciamo oggi.
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La Grande Galerie
la Galerie des Glaces

Le grandi gallerie erano all'epoca di gran moda: luogo di passaggio e mezzo di comunicazione tra i vari appartamenti, erano ambienti che si prestavano, per le ampie superfici, a grandi cicli decorativi. Il re aveva ben presenti le lunghe gallerie delle Tuileries, del Louvre e di Fontainebleau, aveva fatto installare egli stesso la Galerie d’Apollon al Louvre, e la Galleria realizzata da Mansart nel palazzo costruito a Clagny per Madame de Montespan aveva abbagliato tutti i visitatori.
Il Re desiderava da tempo costruirne una anche a Versailles, e tra il 1678 e il 1684 fu dunque costruita, chiudendo la terrazza del castello nuovo, la Galleria degli Specchi, simbolo della potenza del monarca assoluto. La grande Galleria riprendeva le linee architettoniche del castello nuovo, di cui occupava tutta la facciata ovest per una lunghezza di 73 metri, continuando a fungere da passaggio tra gli appartamenti del Re e quelli della Regina, conclusa a nord dal Salone della Guerra e a sud dal Salone della Pace. In seguito a questi nuovi lavori, l'appartamento del Sole divenne il Grand Appartement, utilizzato per i ricevimenti, e l'appartamento del Re fu spostato nel castello vecchio.
La decorazione fu affidata a Charles Le Brun.
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I giardini e le Acque

I lavori di ampliamento continuarono tra il 1678 e il 1681 (nuova Orangerie, Grandes et des Petites Écuries, le Scuderie), insieme all'arredamento dei giardini e all'organizzazione delle acque (iniziò qui la costruzione della Pièce d’Eau des Suisses e del Bassin de Neptune e fu completata la macchina di Marly per la presa d'acqua dalla Senna), mentre Charles Le Brun completava la decorazione degli appartamenti reali.
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Il Re Sole e la sua corte a Versailles

Il 6 maggio 1682, a 44 anni, il Re s'installava definitivamente a Versailles, che divenne la sua residenza ufficiale, benché i lavori fossero ancora in corso, e nonostante che uno dei grandi problemi di Versailles - mai completamente risolto - fosse l'alloggio dei cortigiani.
Un contemporaneo descriveva così la situazione:
« Il 6 maggio il Re lasciò Saint-Cloud per venire ad installarsi a Versailles, come desiderava da molto tempo, benché ci fossero ancora i muratori, con l'intenzione di restarvi fino a dopo il parto della Delfina [[[Maria Anna Cristina di Baviera]], moglie del Gran Delfino Luigi di Francia, che partorì il 6 agosto il primogenito Luigi duca di Borgogna], che fu costretta a cambiare appartamento due giorni dopo il suo arrivo perché il rumore le impediva di dormire. »

Versailles rappresentò comunque l'apogeo della società di corte. Stabilendovi i cortigiani, Luigi XIV trasformava una nobiltà bellicosa e potenzialmente ribelle in un gruppo sociale che sosteneva lo Stato, nella persona del Re.
Nell'infanzia Luigi aveva conosciuto con la Fronda il rischio rappresentato dalla ribellione della nobiltà, e desiderava proteggere la persona del re e il suo governo. Si impegnò quindi a ridurre la potenza e l'orgoglio dei nobili, con vari mezzi:

* attirando alla propria corte i grandi signori, con l'offerta di (o inducendoli ad aspettarsi) onori, titoli, rendite.
* offrendo ai più importanti tra loro residenze al castello (i grands hôtels citati sopra).
* ispirando ai cortigiani rispetto, erigendo al contempo una barriera alla loro promiscuità sociale (facendone, cioè, un gruppo il cui privilegio era allo stesso tempo separatezza dal resto del corpo sociale).
* riducendo la nobiltà da protagonista della propria corte a "pubblico" assiduo (e subalterno) della magnificenza della corte reale.


Il re stabilì regole d'etichetta rigorose e complesse, che traformavano tutti i suoi atti, anche i più quotidiani, in un cerimoniale quasi sacro.
L'inizio e la fine della giornata erano scanditi dal Grand e Petit Lever (il risveglio) e dal Grand e Petit Coucher (il sonno) del re e della regina, ai quali i cortigiani erano ammessi in modo selettivo: i privilegiati avevano l'onore di assistere il re, dietro la balaustra che separava il letto reale dal resto della stanza, presentandogli un capo di abbigliamento.
Tutte le circostanze della vita erano formalizzate e regolate, dalla nascita dei principi - che avveniva in pubblico, ad evitare ogni contestazione crca la loro legittimità - all'omaggio al re, che avveniva secondo costumi immutabili.
Ugualmente solenni erano i rapporti con il re delle persone ammesse alla sua presenza, che si trattasse di ricevere gli ambasciatori, della presentazione di gentiluomini o di dame titolate, o di accogliere auguri e felicitazioni.

Per interrompere questo protocollo, Luigi XIV istituì i « Jours d’Appartement »: tre volte a settimana, dalle 19 alle 22, i cortigiani erano ammessi nell'appartamento reale (il Grand Appartement); là erano preparati buffets, tavolini da gioco, musica e si poteva danzare. Il re passeggiava per i saloni informalmente, senza che i signori e le dame invitati dovessero scomodarsi per salutarlo. Essere ammessi a queste serate era evidentemente un grande onore, che i cortigiani si disputavano.
Nello stesso spirito, Luigi XIV volle riservarsi i Petits appartements, uno spazio dedicato alla vita più privata, il cui accesso era limitato alla famiglia o ai compagni di caccia, che il re tratteneva volentieri a pranzo.

La corte di Versailles fu per tutte le corti d'Europa una testimonianza della potenza della Francia e di Luigi XIV e divenne un modello da imitare.

La reggia di Versailles, con il suo parco unico al mondo, è stata inserita nel 1979 nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
(da wikipedia)

@Ljuba@
00mercoledì 24 maggio 2006 13:57
[SM=x629190]

ma che ci sto a fare ancora qui??

perchè non parto?? [SM=g27813]

mamma che belliiiiiiiiiiii [SM=x629188]
Keko01
00mercoledì 24 maggio 2006 14:16
Bello il tuo post, complimenti.......mi permetto di farti vedere una curiosità:



Questa... :





Uguale vero? Mancano solo i due corpi laterali......cos'è

Herrenchiemsee Vuoi saperne di piu?

Clicca





Keko [SM=g27817] <p><font class='xsmall'>[<i>Modificato da Keko01 24/05/2006&nbsp;14.16</i>]</font></p>
Ahamiah
00mercoledì 24 maggio 2006 14:28
Grazie..
interessante, bellissimo,
posti stupendi [SM=x629186]
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