Rosso Fiorentino

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Keko01
00lunedì 19 giugno 2006 09:59


Giovan Battista di Jacopo, detto il "Rosso Fiorentino" (Firenze, 1495 - Fontainebleau, Francia, 1540), uno dei principali esponenti del manierismo nella pittura.

Il suo capolavoro è la Deposizione (1521) alla Pinacoteca del Palazzo dei Priori di Volterra (PI), simile per la forma della tavola e per le misure, oltre che per il tema, a quella del Pontormo, ne differisce profondamente per la concezione. Il Rosso ottiene il dramma per la volumetria angolosa che sfaccetta le figure, per il movimento convulso di alcuni personaggi, per i colori intensi prevalentemente rosseggianti stagliati sulla distesa uniforme del cielo. Le deformazioni dei corpi e dei volti giungono all'estrema esasperazione: il vecchio affacciato dall'alto sulla croce ha il viso contratto come una maschera. La disposizione asimmetrica delle scale genera un moto violento, accentuato dall'incertezza degli appoggi degli uomini che calano il corpo di Cristo, mentre la luce incide da destra con forza, creando aspri urti chiaroscurali.

Seguirono la tavola con la Madonna e santi, ora nella galleria Pitti, e lo Sposalizio in S. Lorenzo, opere mirabili per eleganza di fattura e immaginazione. Trasferitosi a Roma affrescò S. Maria della Pace con il Peccato originale, ispirato a Michelangelo, come anche il dipinto successivo Mosè che difende le figlie di Ietro, ora agli uffizi. Fuggì poi il sacco di Roma e dipinse, a Borgo San Sepolcro, una Deposizione nel sepolcro e a Città di Castello una Gloria di Cristo. Chiamato poi da Francesco I a Parigi, ebbe moltissime ordinazioni: arricchì il castello di Fontainebleau di molti quadri ed altri ambienti. Sua è la famosa galleria di Francesco I, lunga 60 metri e decorata con dodici partimenti di stucco e con pitture di vario tema. Fra le opere dipinte in Francia, si ricorda Cristo rimpianto al Louvre. La sua influenza, che fu grandissima in Francia, può farlo ritenere a buon titolo come fondatore dell'arte italiana del Rinascimento.


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[Modificato da Keko01 19/06/2006 10.00]

Ahamiah
00lunedì 19 giugno 2006 10:12
La deposizione dalla Croce

Essa si presenta come un manifesto di quella tensione che insidia continuamente l'equilibrio compistivo:gli acuti cromatici di un giallo e un rosso incandescenti, i fatico movimenti da acrobati dei depositori sulle scale,impegnati a rimuovere il corpo livido e abbandonato di Gesù, lo scatto appassionato della Maddalena rosso fiamma, che si slancia ad abbracciare le ginocchia della Vergine.A questa agitazione fa da contrappunto l'isolato,elegante appartarsi di san Giovanni con il volto tra le mani,che sembra rielaborare la figura di "Eva cacciata dal Paradiso"(Roma,Cappella Sistina di Michelangelo.
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