Shakespeare

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sole281
00lunedì 12 giugno 2006 16:03
William Shakespeare

Se proprio devi odiarmi
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all'ostilità della fortuna,
piegami
non essere l'ultimo colpo
che arriva all'improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall'inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita."
sole281
00lunedì 12 giugno 2006 16:04
Fa del tuo peggio per sfuggirmi

Fa' pure del tuo peggio per sfuggirmi
tu in me vivrai per tutta la mia vita
e vita non durerà più a lungo del tuo amore,
perché sol da questo affetto essa dipende.
Quindi temer non devo il peggior dei torti
quando nel più piccolo la mia vita ha fine;
mi par di meritare miglior sorte
di quella che è balia dei tuoi capricci.
Non puoi torturarmi con la tua incostanza
perchè nel tuo disdegno muore la mia vita:
o che beato titolo solo io posseggo,
felice del tuo amore, felice di morire!
Ma esiste felicità che nuvole non tema?
Tu potresti ingannarmi ed io non saperlo.
sole281
00lunedì 12 giugno 2006 16:05
"Sonetto 18"

Dovrei paragonarti ad un giorno d'estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell'estate ha vita troppo breve:

talvolta troppo cocente splende l'occhio del cielo
e spesso il suo volto d'oro si rabbuia
e ogni bello talvolta da beltà si stacca,
spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura.

Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire
né perdere possesso del bello che tu hai;
né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,

perché al tempo contrasterai la tua eternità:
finché ci sarà un respiro od occhi per vedere
questi versi avranno luce e ti daranno vita.

sole281
00lunedì 12 giugno 2006 16:06
Sonetto 2


Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte
e profonde trincee solcheranno il campo della tua bellezza,
l'orgoglioso manto della gioventù, ora ammirato,
sarà a brandelli, tenuto in nessun conto.

Allora, se richiesto dove la tua bellezza giace,
dove il tesoro dei tuoi gagliardi giorni,
rispondere ch'essi s'adagiano infossati nei tuoi occhi
per te vergogna bruciante sarebbe e ridicolo vanto.

Quanta più lode meriterebbe la tua bellezza,
se tu potessi replicare: "Questo mio bel bambino
pareggia il conto e fa perdonare il passare degli anni",

dando prova che la sua bellezza da te fu data.
Sarebbe questo un sentirsi giovane quando sei vecchio,
mirare il tuo sangue caldo quand'esso nelle tue vene è freddo.
sole281
00lunedì 12 giugno 2006 16:07
Sonetto 21
Io non sono come quella Musa
ispirata alla poesia da bellezze artefatte,
che usa come ornamento il cielo stesso
ed ogni beltà compara al suo splendore,

raggruppando in solenni paragoni
sole, luna, terra e del mar le ricche gemme,
i primi fiori dell'Aprile e quanto di prezioso
racchiude il firmamento in questa immensa volta.

Onesto in amore, permettete ch'io scriva il vero
e poi credetemi, il mio amore è bello quanto
il figlio di ogni madre, anche se non brilla

come quei lumi d'oro fissi nel firmamento:
lasciate esagerare chi ama frasi di grande effetto;
io non vanterò chi non intendo vendere.

sole281
00mercoledì 14 giugno 2006 22:15
LOVE

Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento

o tende a svanire

quando l'altro s'allontana.

Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta

e non vacilla mai;

Amore non muta in poche ore o settimane,

ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;

se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto,

e nessuno ha mai amato.

William Shakespear
@Ljuba@
00giovedì 15 giugno 2006 08:49

Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte
e profonde trincee solcheranno il campo della tua bellezza,
l'orgoglioso manto della gioventù, ora ammirato,
sarà a brandelli, tenuto in nessun conto.



Stupendi francesca, i sonetti di Shakespeare... [SM=x629188]

contesto, al signor Guglielmino....sti quaranta inverni, solcati di trincee... [SM=g27825]

Aooooo, ma come ti permetti? [SM=g27828]

Comunque....belli, belli, belli. [SM=x629186]

sefor@
00mercoledì 20 settembre 2006 22:40
sonetto 122


il dono tuo,il quaderno,è dentro la mia mente
scritto tutto in memoria imperitura,
che assai + durerà di quelle vuote pagine,
oltre ogni termine,fino all'eternità.
o almeno fino a che la mente e il cuore
avranno da natura la facoltà di esistere,
finchè al labile oblio non potrà cancellarsi;quei miseri appunti non potrebbe tanto contenere
ne mi occorre un registro x segnare il tuo amore;
x questo ho osato dar via il tuo quaderno,
fidando invece in quello che meglio ti riceve.
il tenere un qualcosa che serva a ricordarti
equivarrebbe a ammettere ch'io so dimenticarti.
Frida07
00lunedì 23 marzo 2009 18:02
I miei occhi e il cuore son venuti a patti
ed or ciascuno all'altro il suo ben riversa:
se i miei occhi son desiosi di uno sguardo,
o il cuore innamorato si distrugge di sospiri,

gli occhi allor festeggian l'effigie del mio amore
e al fantastico banchetto invitano il mio cuore;
un'altra volta gli occhi son ospiti del cuore
che a lor partecipa il suo pensier d'amore.

Così, per la tua immagine o per il mio amore,
anche se lontano sei sempre in me presente;
perché non puoi andare oltre i miei pensieri

e sempre io son con loro ed essi son con te;
o se essi dormono, in me la tua visione
desta il cuore mio a delizia sua e degli occhi.

Frida07
00lunedì 23 marzo 2009 18:04
E così te ne vai, amore mio,
mio signore, mio sposo, mio amico,
mio tutto! Voglio avere tue notizie
ogni giorno dell'ora, sì, dell'ora,
ci sono molti giorni in un minuto...
Ahimè, a contare il tempo in questo modo,
chi sa quanti anni avrò
prima di rivedere il mio Romeo!





L'amore non guarda con gli occhi ma con la mente e perciò l'alato Cupìdo viene dipinto cieco.


Da Romeo & Giulietta
Frida07
00lunedì 23 marzo 2009 18:04
Dubita che di fuoco siano gli astri
dubita che si muova il sole
dubita che menzognero sia il vero
ma non dubitare del mio amore
Oh cara Ofelia, sono maldestro a fare versi, non ho l'arte di scandire i miei gemiti, ma che ti ami moltissimo, oh moltissimo, credilo. Addio. Il tuo per sempre, amatissima signora, finché questo corpo gli apparterrà, Amleto.



Amleto
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