storia di un colore

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Ahamiah
00domenica 30 aprile 2006 14:58
Il colore rosso –
Storia della cocciniglia

"Due secoli fa nessuno avrebbe immaginato che una cosa preziosa come la cocciniglia, considerata, alla stessa stregua dell'oro e dell'argento, uno dei più importanti tesori dell'impero spagnolo, sarebbe stata dimenticata".La cocciniglia è un insetto che, schiacciato ed essiccato, produce un colorante che dà origine ad una tonalità di rosso viva e duratura.

Gli esseri umani hanno sempre avuto un rapporto speciale con questo particolare colore "Gli antropologi Brent Berlin e Paul Kay hanno dimostrato che, nella maggior parte delle culture, i primi nomi riferiti ai colori distinguevano tra chiaro e scuro. Quando una lingua si evolveva fino a comprendere tre nomi di colori, quasi sempre il terzo termine si riferiva al rosso. I nomi che indicavano gli altri colori si svilupparono solamente in seguito, dopo che il termine che indicava il rosso diveniva di uso comune. È interessante notare come, secondo Berlin e Kay, è frequente che il termine "rosso" sia collegato alla parola che indica il sangue. Essi citano esempi di gruppi di aborigeni in cui la stessa parola esprime entrambi i concetti."

L'importanza del colore rosso durante il Medioevo non si limitava alla sua affinità con la natura. Era apprezzato anche perché era relativamente raro. I tintori medioevali, estremamente abili e preparati, riuscivano a produrre molti colori ma il rosso era molto difficile da ottenere, almeno in forma duratura. Le radici che producevano la ‘robbia’, un colorante rosso, erano conosciute sin dall'antichità, ma il colore era soggetto a leggere variazioni di alcalinità e di temperatura. Tinture prodotte da insetti quali il chermes, il sangue di San Giovanni e il rosso armeno erano molto ricercate ma difficili da ottenere
. Chi avrebbe mai pensato, ad esempio, che vi fosse l'usanza di dipingere la Vergine vestita di rosso? "Molti associano la Madonna ai colori bianco e azzurro," "ma nei dipinti rinascimentali essa è spesso dipinta vestita di rosso, oppure di una combinazione di rosso e blu. Ciò ha una spiegazione. Benché il rosso sia in qualche modo legato all'idea di peccato, esso è ancora più legato alla Chiesa e a Dio. Era il colore dei cespugli in fiamme, del fuoco pentecostale, del sangue di Cristo, dei martiri, per non parlare dell'emblema stesso della Chiesa. Era il colore associato anche ad un'elevata condizione sociale: chi indossava un abito rosso apparteneva ad un certo ceto sociale ed era meritevole di rispetto". (Sembra che "in parte, l'usanza andò persa durante il periodo barocco a causa delle tendenze artistiche del tempo. Durante il XIX secolo, quando il Papa dichiarò il bianco colore ufficiale della Vergine, il rosso era caduto in disgrazia ed era più spesso associato al peccato che al divino".)

La scoperta dell'America da parte della Spagna portò alla scoperta di un nuovo mondo, pieno di ricchezze sconosciute all'Europa del tempo. Una di esse era la cocciniglia, un piccolo insetto che abbondava in un tipo di cactus che cresceva in Messico (in particolare nella zona di Oaxaca). La cocciniglia presentava una serie di vantaggi sulle tinture utilizzate a quell'epoca in Europa. Grazie alla sua composizione chimica, essa produceva un rosso più ricco e duraturo ed era più facile da coltivare, per lo meno in Messico. Nel 1570 l'industria tessile europea si era convertita all'uso della cocciniglia, dalla quale era diventata dipendente. E aveva così portato nelle casse della corona spagnola le tanto attese entrate.

Gli europei apprezzavano le tinture rosse da secoli, tennero quindi in grande stima la cocciniglia fin dal primo momento. Ma quando i coloni spagnoli tentarono di riprodurre la cocciniglia nelle piantagioni andarono incontro a ripetuti fallimenti. Furono quindi costretti a dipendere dagli indigeni del Messico per ottenere la tintura. Ciò concesse agli allevatori di cocciniglia del luogo un certo potere contro i peggiori eccessi del colonialismo."
Nell'Europa medioevale o del primo Rinascimento le corporazioni di tintori riuscivano a mantenere tra loro il segreto della loro arte, spesso minacciando di morte coloro che ne violavano il codice. Nel XVII secolo però gli scienziati cominciarono a sconfinare nel loro territorio. I nuovi "filosofi della natura" svilupparono un particolare interesse per la cocciniglia. Non avevano idea se fosse di origine animale, vegetale o minerale ma, svelando l'enigma, speravano di gettare luce sui misteri della luce e del colore; o, almeno, di sviluppare nuove strategie per ottenere la preziosa tintura. Per i tintori era di vitale importanza mantenere tali i segreti della cocciniglia, ma, per loro disgrazia, gli scienziati erano determinati a fare luce su di essi".I progressi della scienza erano, in ultima analisi, tutti tesi a sciogliere l'enigma cocciniglia: "Quando nel XIX secolo furono inventate le tinture artificiali a basso prezzo", "divenne inconcepibile che qualcuno rischiasse la vita per un colore, come era accaduto per la tintura di cocciniglia. Fu allora che essa cominciò a scomparire. Senza più un mercato, non ebbe più senso coltivarla e a metà del XX secolo la cocciniglia era diventata assai rara, anche nello stesso Messico".

È interessante notare che l'accesso a tinture più commerciali e a basso costo portò un cambiamento nel valore culturale attribuito al rosso. "Quando qualcosa di raro diventa comune perde il proprio prestigio, quindi la reputazione del rosso fu compromessa dall'invenzione delle tinture artificiali", ma il declino di questo colore fu un fenomeno più complesso: "Tra le nuove tinte sgargianti, quelle che più disturbavano le élite vittoriane erano i nuovi rossi. In parte perché questo colore era molto popolare tra immigranti, appartenenti alla classe operaia e persone di colore, che prima di allora non si potevano permettere abiti rossi. Inorriditi all'idea di confondersi con il volgo, i nobili vittoriani voltarono quindi le spalle al rosso, sostituendolo con il nero, il blu, il grigio e i colori pastello.
Il declino del rosso fu dovuto anche al suo antico legame con il sesso, la violenza e la passione. Per secoli questa associazione era stata contrastata dalle principali caratteristiche del colore: la sua rarità, la sua bellezza e il suo legame con il potere e con lo status. Ma quando il rosso non fu più così raro, queste vecchie idee riemersero e, nella mente vittoriana, esso fu associato alla volgarità, alla promiscuità e ad un basso ceto sociale".
(da informazioni varie)

[Modificato da Ahamiah 30/04/2006 15.40]

Ahamiah
00venerdì 12 maggio 2006 14:38
Il Blu

"Tutta la storia dei colori può essere soltanto una storia sociale.
E' la cosietà che fa il colore,che gli attribuisce una definizione e un significato,che costruisce i suoi codici e i suoi valore,che
stabilisce i suoi servizi e l'ambito delle sue applicazioni"
(copertina del volume BLU Storia di un colore di Michel Pastoureau Ed.Ponte delle Grazie)

La storia del BLU è un autentico rebus storico:per i popoli dell'antichità, questo colore contava poco; per i romani era il colore dei barbari e aveva connotazioni negative.Oggi il BLU è di gran lunga il colore preferito in tutta Europa,e la sua popolarità distanzia di molto quella del verde e del rosso.Nel corso dei secoli,c'è stato dunque un rovesciamento completo dei valori.Il libro mostra dapprima il disinteresse per il BLU nelle società dell'antichità e dell'alto Medioevo;poi segue tutti i campi l'ascesa progressiva e la considevorevole valorizzazizone dei toni blu a partire dal XII secolo, soprattutto nell'abbigliamento e nella vita quotidiana.Enfatizza i valori sociali,morali, artistici e religiosi di questo colore fino al periodo romantico.Infine mette in risalto il trionfo del BLU nell'epoca contemporanea, stende un bilancio dei suoi usi e dei suoi significati e si interroga sul suo futuro.

Michel Pastoureau, francese, è direttore della Ecole pratique e titolare della cattedra di Storia del Simbolismo in Occidente.E' riconosciuto a livello internazizonale come il massimo esperto di storia dei colori.Altri suoi libri: La stoffa del diavolo e L'uomo e il colore.
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