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Ancora una festa.. II° Atto

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    loshrike
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    vice admin
    imbrattatele
    00 12/12/2004 23:49
    Ancora una festa.. II° Atto
    Esco di casa, come al solito in anticipo, non ho nessuna voglia di arrivare presto allora salgo in macchina accendo lo stereo e parto. Il cd è sempre quello, Wish you were here.. Pink Floyd, amo molti generi di musica ma i Pink sono la colonna sonora della mia vita. Se ripenso a particolari momenti trovo che sempre una cazone loro ha segnato un momento importante, felice o tristenon importa, sono cresciuti con me. Basta ricordare, non è il momento per sprofondare nel passato, ci sono già le notti per i miei fantasmi inutile evocarli ora. Vago per la città lucida di una leggera pioggia che fa rsplendere le luci sull'asfalto e correre i passanti che hanno dimenticato l'ombrello. Perdo per un attimo la cognizione del tempo osservando i passanti e immaginando le loro storie, il perchè si trovino lì, chi li aspetta o semplicemente forse corrono ad una qualche festa anche loro. Getto un'occhiata all'orologio e decido che l'ora è giunta, quasi senza volerlo sono a pochi metri dalla mia destinazione, la villa risplende di mille luci e di auto di grossa cilindrata che rombano impazienti per entrare. Il cancello in ferro battuto indica la grandezza del ricevimento. Attraverso un parco soffusamente illuminato degno di una fiaba di principi e principesse. Nessuna entrata laterale per me solo la porta principale. Accosto ad un'ampia scalinata in marmo e subito un'inserviente accorre con l'ombrello, gli lascio le chiavi della macchina e mentre mi accompagna all'entrata gli faccio scivolare in mano 50 euro dicendogli di lasciare la maccchina in un posto dove possa andarmene quando voglio. Mi guarda stupito, forse pensa che nessuno è così stupido da lasciare una simile festa prima del tempo, annuisce e mi ringrazia estasiato dalla generosa mancia.
    Entro in un atrio arredato con mobili antichi e vasi di porcellana, quadri alle pareti rigorosamente autentici e camerieri che volano impegnati a soddisfare qualsiasi esigenza. Vorrei evitare il solito rito di benvenuto del padrone di casa ma è praticamente impossibile. Il console mi vede subito e presa la moglie sotto braccio si avvicina con un sorriso da squalo che farebbe impallidire chiunque. La donna stracarica di gioielli mi osserva attentamente non riuscendo bene a capire tantacortesia nei confronti di una persona che lei pensa ancora un ragazzino. Il console accortosi dell'incertezza della moglie le sussurra qualcosa e subito un finto sorriso radioso appare sulle sue labbra avvizzite. Sotto la mia maschera sorrido, il rito si ripete, non posso fare a meno di pensare che anche adesso sono loro che hanno bisogno di convenevoli, io so precisamente cosa ci faccio qui. So che una donna mi aspetta e so altrettanto bene che continuerà ad aspettare, niente riesce ormai a sorprendermi. Ho un obbiettivo e nulla mi può distrarre dal raggiungerlo nel più breve tempo possibile, la cravatta mi soffoca e non vedo l'ora di poterla slacciare, è ancora presto. Saluto asciuttoil console e baci la mano della moglie quasi ferendomi il labbro con uno dei molteplici anelli che porta al dito. Esauriti convenevoli e frasi di rito vengo accompagnato nel salone che come ogni volta riesce a rapire la mia anima. Il soffitto è affrscato, stampe pregiate ricoprono pareti ornate da una tapezzeria damascata bellissima. Pochi mobili di nobili origini e un lampadario in cristallo che troneggia al centro della sala. Un sole che illumina ogni angolo cancellando qualsiasi zona d'ombra. La gente è sempre la stessa, mi ritrovo a pensare che forse siano tutte comparse che mi seguono ogni volta che devo recarmi a simili ricevimenti, se non li conoscessi uno per uno dubiterei veramente della cosa. Decine di stupende ragazze intrattengono vecchi dinosauri della politica, della finanza e dell'economia, strsciandosi languidamente a loro o ridendo a battute che nemmeno tentano di capire. Alcune hanno le pupille ridotte a spilli incandescenti altre leggermente si trascinano da un cocktail all'altro sempre accompagnate o accompagnando.Una rapida occhiata ed ecco arrivare la mia intrattenitrice che con movimenti sensuali e indifferenti sembra tagliare la folla senza curarsi di nessuno. Sono io la sua preda. La mia maschera entra nella parte, diventa gelida, impenetrabile e la fissa negli occhi catturandone lo sguardo. A poco a poco la sua sicurezzza viene meno, comincia a sbandare, non capisce cosa succede, non riesce a distogliere gli occhi dal mio sguardo ma allo stesso tempo sa di aver perso la partita. Ha paura ed io bevo la sua paura facendola diventare la mia forza. Arriva ad pochi passi da me, esita un secondo lo sguardo incollato al mio, alla fine mi oltrepassa veloce ritirandosi nell'angolo più lontano che possa trovare. Sorrido al console che ha osservato la scena, lui, imbarazzato distoglie lo sguardo fingendo di salutare un'altra persona, leggo la delusione nei suoi movimenti, vedo le sue certezze sbriciolarsi. Ora sta pensando che forse tutte le voci sulla mia persona non sono poi così assurde. Vago da un angolo all'altro dell'immensa sala osservando le persone, sentendo gli sguardi appuntati su di me, parlando ora di affari ora di banalità con questo o quel personaggio fino al momento in cui per un solo brevissimo istante la folla sembra aprirsi ed io la vedo. Solo un'occhiata. IO ho guardato lei e lei ha guardato me. Reciproco riconoscimento. Le nostre due bellisime maschere si sono sgretolate ed entrambi ci siamo sentiti nudi, spaventati. Inizio a fendere la folla cercando di restare calmo, non ci riesco molto bene, non posso lasciarla fuggire, non posso. Mi sembra di aver percorso chilometri ma sono solo al centro della sala quando lei con lo steso sguardo febbricitante mi appare, mi raggiunge e si ferma come me, immobile. Ci guardiamo e le voci intorno a noi svaniscono, le persone sembrano essersi volatilizzate, sono lì ma si accorgono che qualcosa è successo ma non possono capire. Non gli resta che cercare di allontanarsi il più in fretta possibile. Non mi rndo conto del tempo che passa, proprio perchè il tempo si è fermato, nessuno dei due accenna un gesto solo gli occhi parlano e si raccontano due vite. Ci muoviamo entrambi nello stesso momento, incerti per la prima volta in vita nostra, sussurro il mio nome e sento il suo: Ivonne. Ci spostiamo lentamente verso il fondo della sala, gli altri vedono ancora la nostra maschera, si scansano in fretta evitando il nostro sguardo. Credo che in quel momento entrambi avessimo l'assoluta necessità di raccontarci una vita. Non proferimmo parola, la accopagnai e lei accompagnò me al guardaroba, uscimmo, una sola occhiata e un cenno all'inserviente, la macchina arriva subito. Saliamosenza una parola, lei mi stringe la mano ed io guido senza nemmeno pensare alla strada. Suona il cellulare, non lo voglio spegnere. Lo prendo abbasso il finestrino e lo getto via.
    Ivonne sta facendo la stessa cosa col suo. Mi avvicina le labbra all'orecchi mentr con una mano mi slaccia la cravatta, anche lei vola dal finestrino mentre Ivonne sussurra: Ti dava fastidio...". Arriviamo a casa mia, scendo.. lei scende mi prende la mano saliamo le scale, entriamo in sala e ci stiamo spogliando, lentamente la prendo in braccio e baciandola la porto in camera. Mentre la adagio sul letto mi stringe ancora le braccia al collo, le sue guance sono rigate da calde lacrime.. che strano mi accorgo che è successo anche a me..
    Ora mentre la bacio ricordo una canzone... ma nonsono i Pink Floyd..
    Me ne ricordo una parte e dice:

    .. dimentichiamoci questa città
    bambina amiamoci
    dimentichiamoci il freddo che fa
    beh, rivestiamoci
    ti voglio male da morire
    voglio farti impazzire ..


    ...Vasco.. mi venne in mente.

    Il mio racconto finisce qui. Ivonne è un personaggio di Erika che mi ha molto affascinato, se ci sarà un seguito a questa storia lo deve scrivere lei... oppure insieme chi lo sa.
    Ringrazio dunque pubblicamente Erika mia musa ispiratrice e un grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggere fino a qui!!

    Loshrike

    [Modificato da erikaluna 13/12/2004 19.43]

    [Modificato da loshrike 20/01/2006 10.18]

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    Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)
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    Antonellat
    Post: 19
    art friend
    imbrattatele
    00 13/12/2004 16:07


    bhe, rapita dal racconto mentre m'aggiravo tra i babbei incravattati seguendo con lo sguardo il giovane ch'era lì solo per lei un sussulto alla vista di Ivonne......ma non era un personaggio d'Erika? Ecco mirabilmente trasformato o meglio scivolato tra l'inchiostro e la carta di Losh... aggiungendo un pò del suo cuore sulle guance di Ivonne.

    CONTINUATE

    Anto
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    erikaluna
    Post: 62
    art friend
    imbrattatele
    00 13/12/2004 19:53
    Ivonne
    Ivonne è vero, è di chi la legge.
    Grazie per questa che non è solo una lettura.
    Sai quanto ami giocare con il punto di vista nei racconti fino a non capire nemmeno io se guardo o mi sto guardando o sono guardata.
    Ivonne aveva la particolarità: di essere sempre raccontata, verbo passivo.
    Ed era una scelta.
    Tu l'hai fatta muovere, camminare, agire, e soprattutto al tempo del presente.
    Essenziale e schiettamente.
    Non credo che si perderà Ivonne.
    Non adesso.
    Grazie losh[SM=g27838]
    Erika
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    La vera autenticità non sta nell'essere come si è ma riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi. (P.Almodovar)
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    chicom
    Post: 25
    admin
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    00 13/12/2004 20:50
    bravo losh,
    cmq non serve pazienza per arrivare fino in fondo, il racconto è piacevole [SM=g27824] ,
    credo che aspetteremo tutti trepidanti il seguito della storia, comprensiva delle colonne sonore [SM=g27823]

    ciao ciao
    chicom[SM=g27822]
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    Sally-73
    Post: 7
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    imbrattatele
    00 13/12/2004 21:25
    Bellissima Loshrike, clap clap clap
    mi è proprio piaciuta [SM=g27817]
    Dai dai vai avanti

    Ma lo sai che io mi impersonifico nei personaggi???? [SM=g27817]

    Penso che proverò a scrivere qualcosa, mi sto già attrezzando, ma non sono sicura di avere il coraggio di farlo leggere a tnata gente...
    ... sono timida timida [SM=g27821]

    ciao Sally

    Nota - dice il vecchio saggio cinese: c'è chi corre e c'è chi scrive [SM=g27824]
    Sally
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    loshrike
    Post: 61
    vice admin
    imbrattatele
    00 13/12/2004 21:59
    Grazie..
    Continuo a pensare che siate tutti troppo buoni..

    Sally: per il seguito chiedo a Erika.. ma ho già qualche idea...

    Chicom: vada per il seguito.. e ovviamente per la colonna sonora.. magari Miles Davis..

    Loshrike
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    loshrike
    Post: 62
    vice admin
    imbrattatele
    00 13/12/2004 22:03
    Erika..
    Come vedi Ivonne piace..
    Dunque non ci resta che continuare la storia..
    Mi ha sempre molto affascinato questo tuo personaggio..
    Merita di vivere e non solo sopravvivere.. diamogli la vita che chiede... sei d'accordo??

    Losh
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    erikaluna
    Post: 75
    art friend
    imbrattatele
    00 15/12/2004 18:27
    forse
    lo capirà davvero che nn deve sopravvivere, glielo facciamo capire insieme[SM=g27822]
    eri[SM=g27838]
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    loshrike
    Post: 84
    vice admin
    imbrattatele
    00 16/12/2004 18:10
    Facciamoglielo..
    .. capire..
    Ho quasi pronta una bozza che ti manderò da visionare...

    Losh
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