Ancora una volta son sceso in giardino,
dopo quindici giorni di isolamento,
a causa del mio fottutissimo ufficio
a cinquanta chilomentri dai miei pappagalli,
dalle mie tartarughe,
dalle mie amate piante,
dai miei innesti a spacco,
attecchiti di certo a settembre,
ma dubbiosi al germoglio
dopo l'inverno bastardo che a molti,
come me,
ha mangiato la linfa
esplodendola in biechi cristalli.
Ancora una volta sono riuscito a scendere,
in giardino,
per guardare i miei pesci rossi nella vasca
circondata dal bosso che andrà potato
e dai giaggioli bianchi
in fiore.
Più a destra le timide teste di gladiolo
che come lame hanno ucciso l'inverno
spuntando da terra
inseguendo quei tre tulipani
che stanno quasi sfiorendo
e posano corolle sulle foglie dei crocus
e dei bucaneve di cui ho già nostalgia.
Il ghiaccio è ormai sciolto nella vasca dei pesci,
anzi di certo lo è da molto
(son io rallentato:
a me i mesi passano come le settimane
e le settimane le ore)
dato lo spesso strato di plancton
sui bordi della grande vasca.
(Guarda! Sta sbocciando la clematide, donna!)
E' torbida l'acqua
e vi scorgo un cadavere
di una scema giovane lucertola
che
o non sapeva nuotare,
o voleva fare la figa
e tentare d'uscire
dove la parete
è più scivolosa.
Getto il cadavere fresco
che la gazza
ladra
rapisce subito
(che confidenza!
E' venuta ad un metro da me)
per portarselo al nido,
ma scorgo che sotto alle foglie,
a galleggio,
v'è uno dei mie tre pesci
buttato d'un fianco,
inerme,
morto...
sconforto...
Mi faccio coraggio
e decido di prenderlo
dalla caudale e gettarlo,
ma come lo tocco riparte,
come scheggia impazzita,
verso il fondale!
L'acqua è torbida da tutto l'inverno,
sparisce il mio pesce e decido
ch'è giunta l'ora di cambiarla.
Il ragionamento nasce spontaneo:
o manca ossigeno
(rimasto per mesi il liquido immoto
sotto la lastra di ghiaccio)
oppure "questi" hanno fame,
oppure il "rosso" è malato.
Tolgo l'acqua verde di plancton
e riempio d'acqua pulita!
Che bello vederli nuotare...
ma sono due! Ed il "bianco"!?
Quello che ha perso colore! Dovè?
La sua pinna caudale
come vela trionfante d'una regata
importante spunta da sotto le alghe
sul fondo,
lui è morto davvero
(o lei? ma chi conosce il sesso dei pesci?).
Con la racchetta da tennis
non ci arrivavo sul fondo
allora piglio la mazza da golf,
il putter pregiato,
per smuovere il fondo
e portarlo a galla,
per fargli un bel funerale...
E' ripartito anche lui,
nuotando di lato,
come un zoppicante gobbo
con la piorrea.
Allora mi son domandato
che abbiano fame davvero?
Ci butto un tozzo di pane
e l'assalgono
(considerando,
sapendo,
che ai pesci fa male il pane
a causa del lievito):
avevano fame!
L'han divorato!
E dopo mezzora il "rosso",
"il bianco"
ed il "pechinese"
ripresero il loro nuotare
vivace,
come d'estate,
diritti.
Oggi con la corrente a dueventi
recupero in terra lombrichi
e si fan scorpacciate.
Che fighi!
Pane e lombrichi!
Son come le donne:
ci vuol così poco per vederle sorridere
che è un peccato non farle contente!
Ma forse son io deficente.