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I nostri immigrati: “Il caso di Chipilo”

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  • Keko01
    00 09/01/2006 12:32
    Nel giugno del 1882, salpava dal porto di Genova il barco Vecchio Atlantico, tra i passeggeri di quella nave c’erano anche quattrocento segusinesi (Segusino è un minuscolo agglomerato di case, raccolte attorno alla chiesa, il suo territorio appartiene alla pedemontana veneta, immerso nella verde vallata del Piave, in provincia di Treviso), che, assieme a tanti altri, soprattutto veneti, cercavano fortuna dall’altra parte dell’oceano. [SM=g27823]

    Scappavano dalla povertà e da quel Piave che, ancora una volta, tracimando, aveva invaso abitazioni e terreni coltivati, togliendo il pane di bocca a molte famiglie. Ad offrire loro una prospettiva di vita dignitosa era nientemeno che uno Stato americano (ma sarebbe più giusto dire de la Merica), che cercava manovalanza italiana, e in particolare "montanari", per colonizzare vaste zone del Messico. [SM=g27823]

    Nei primi giorni di ottobre, dopo un viaggio infernale (ma loro, almeno, ebbero quella fortuna, che molti non ebbero, di raggiungere la meta), sbarcarono nel porto di Veracruz e da lì raggiunsero Chipilo, nella valle di Puebla.
    Subito si resero conto che il governo messicano, pur non avendoli propriamente imbrogliati, qualche bugia l’aveva raccontata. Erano stati promessi terreni fertili: trovarono campi sterili e sassosi. [SM=g27825]

    Nonostante la "terra promessa" non fosse propriamente quella sognata, prevalse la voglia di cominciare una nuova vita e, grazie anche all’aiuto delle autorità messicane, questa gente riuscì, pur con grandi sacrifici, a superare i primi difficili anni di insediamento nella nuova realtà, trasformando gradualmente quei terreni da incolti a produttivi. Prima della fine del secolo i coloni avevano saldato i loro debiti con il Governo messicano ed erano diventati proprietari della terra. Dopo più di un secolo e 5 generazioni, gli abitanti di Chipilo (Puebla) conservano ancora in grande maggioranza non solo i tratti somatici - capelli biondi e occhi azzurri - ma soprattutto il dialetto originario, il che ne fa non solo un'oasi linguistica, ma un "caso" quasi unico nella storia della emigrazione italiana. [SM=g27824]

    Oggi Chipilo vanta una delle produzioni lattiero-casearie più apprezzate e famose del Messico.

    Uno degli aspetti più singolari di questa storia di migrazione è dato dalla lingua usata in questa località messicana. A Chipilo, infatti, ancor oggi, abitualmente, nelle relazioni interpersonali, si parla il dialetto veneto, quello antico e, se vogliamo, incontaminato. [SM=g27835]

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    loshrike
    Post: 1.824
    vice admin
    maestro
    00 09/01/2006 13:16
    E' una bella storia. Una delle tante che hanno caratterizzato gli anni dell'emigrazione italiana verso le Americhe... come hai sottolineato è un caso unico il fatto che abbiano mantenuto, sia pure a livello colloquiale interpersonale, il dialetto del loro paese di origine.


    Losh [SM=g27823]
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    Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)