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L'OTTOCENTO

L'occupazione napoleonica provocò la chiusura di chiese e conventi con la requisizione di un gran numero di opere d'arte non solo a Venezia ma più o meno in tutta Italia, dove in questi anni, andarono perdute,distrutte o vendute moltissime opere d'arte:confiscate per musei francesi o vendute a privati o mercanti d'arte,soprattutto stranieri.
A molti polittici veniva sostituita la carpenteri aoriginale (si veda il trittico Tacoli-Canacci nella Pinacoteca di Parma) o venivano smembrati per ricavarne dei "quadri di gabinetto" che erano ricercatissimi dagli amatori.
Dopo la caduta di Napoleone la Francia dovette restituire le opere rubate,ma serbò quelle dimenticate o disperse fuori Parigi.
Fra coloro che s'impegnarono maggiormente per ottenere la restituzione delle opere bisogna ricordare Antonio Canova.
Nella prima merà dell'800 le teorie del restauro furono influenzate dal Romanticismo che portò più cautela negli interventi di pulitura e un maggior rispetto dell'originalità dell'opera.Fra i isostenitori di questa nuova tendenza vanno annoverati importanti artisti fra cui: Goya,Goethe,Delacroix e Ruskin.Uno degli episodi più significativi di questa nuova sensibilità fu la "querelle"scatenata nel 1846 dalle eccessive puliture su alcuni importanti dipinti della National Gallery di Londra (fra cui La Guerra e La Pace di Rubens) In seguito a questa polemica il direttore della Galleria (Charles E.Eastlake) fu costretto a dimettersi come aveva dovuto fare anche Villot (capo restauratore del Louvre).Eastlake, fu poi reintegrato ,ove rimase fino alla sua morte, sia per la sua attività di direttore -fu molto attivo sul mercato antiquariale,riuscendo ad assicurare al museo moltissime opere d'arte (si pensi solo ai 22 dipinti della collezione Lombardi-Baldi)- che come studioso (personaggio più emblematico del mondo artistico dell'800)pubblico infatti nel 1859 il volume "Methods and materials of the old school and masters" checostituisce uno degli studi più importanti prodotti dal rinnovato interesse per le tecniche artistiche che caratterizzò il XIX sec.
insieme a quello della Merrifield "Original treatises dating from the XII to the XVIII centuries on the art of paiting."
Fondamentali furono le nuove nozioni di chimica e soprattutto la scoperta dei raggi X e della fotografia.
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Nei primi anni del secolo,vennero attuati alcuni interventi di restauro su importanti monumenti antichi come, ad esempio, il Colosseo di cui, nel 1807, fu restaurato dallo Stern il lato a levante del cerchio esterno e, nel 1826, dal Valadier quello a nord.Gli stessi artisti eseguirono il restauro dell'Arco di Tito che ancora oggi può essere considerato un restauro esemplare anche perchè (come per il Colosseo, per facilitarne il riconoscimento delle parti aggiunte) furono usati materiali diversi da quelli originali: in mattoni per il Colosseo (che è in travertino) e in travertino per l'Arco di Tito (che è in marmo)
Nel 1824 fu restaurato e pulito il Giudizio Universale di Michelangelo a cura di Vincenzo Camuccini che diresse fra l'altro il restauro di molti mosaici paleocristiani, fra cui quelli della volta anulare di Santa Costanza (1834-40)
In questo periodo divennero famosi Pellegrino e Domenico Succi che nel 1826 strapparono l'affresco di Melozzo da Forlì nella Biblioteca Vaticana. Altro famoso "estrattista" di quell'epoca è Pietro Palmaroli che nel 1811 taccò la Deposizione di Daniele da Volterra a Trinità dei Monti.
Nell'800 furono stampati i primi manuali di restauro: il primo fu quello del tedesco Koster (1827),cui seguirono quello del torinese Lorenzo Bedotti,pubblicato a Parigi nel 1837 e quello di Horsin Déon nel 1851,Infine uscirono nel 1866 i primi due manuali di restauro in itlaiano: quello di
Ulisse Forni e quello del Secco-Suardo.Vi erano due correnti di interpretazione del restauro: reintegro non riconoscibile e superfici perfettamente piane da una parte e il restauro "filologico"dove il reintegro doveva essere visibile permettendo così di studiare i modi originali del pittore nelle parti supestiti.Importanti restauri furono fatti dal Botti (sotto la supervisione del Cavalcaselle) agli affreschi di Giotto nella Basilica superiore di Assisi (1873) e alla cappella degli Scrovegni a Padova (1871).Nel 1844-99 ci furono interventi sulla Chieda di Santa Maria in Cosmedin che venne completamente ripulita, dentro e fuori,eliminando la bella facciata settecentesca del Sardi per riportarla al presunto aspetto paleocristiano.
Ricordiamo infine le opposte teorie sul restauro architettonico di Eugène Viollet-le-Duc (1814-1879) e di John Ruskin (1819-1900)
John Ruskin,sociologo,scrittore e critico d'arte inglese su, come Viollet-le-Duc, uno studioso e difensore dello stile gotico, ma considerav il problema del restauro un'ottica completamente diversa, più da letterato che da tecnico.A differenza di Viollet-le-Duc, che credeva possibile porre rimedio ai danni del tempo dall'uomo.
Ruskin sosteneva che un edificio,come un essere vivente,è soggetto ad un'evitabile fine che non può essere evitata ma solo rimandata di qualche tempo con una limitata e accorta manutenzione.Egli si scagliava inoltre contro i restauri di ripristino e di completamento,ribadendo che le opere appartengono all'artista e non è lecito ad alcuno travisare lo spirito che l'autore ha voluto dare.Il Ruskin, riteneva che il degrato del tempo conferisse agli edifici un particolare fascino e scrisse: "un edificio appare nel suo fiore dopo quattro o cinque secoli dalla sua costruzione"






[Modificato da Ahamiah 30/04/2006 17.36]