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GUCCINI

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    John.Keating
    Post: 96
    art friend
    imbrattatele
    00 18/04/2006 11:30
    E un giorno...
    E un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgi
    che non sono più quei fantastici giorni all'asilo
    di giochi, di amici e se ti guardi attorno non scorgi
    le cose consuete, ma un vago e indistinto profilo...

    E un giorno cammini per strada e ad un tratto comprendi
    che non sei la stessa che andava al mattino alla scuola,
    che il mondo là fuori t'aspetta e tu quasi ti arrendi
    capendo che a battito a battito è l'età che s'invola...

    E tuo padre ti sembra più vecchio e ogni giorno si fa più lontano,
    non racconta più favole e ormai non ti prende per mano,
    sembra che non capisca i tuoi sogni sempre tesi fra realtà e sperare
    e sospesi fra voglie alternate di andare e restare...
    di andare e restare...

    E un giorno ripensi alla casa e non è più la stessa
    in cui lento il tempo sciupavi quand'eri bambina,
    in cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa
    di cose incredibili e di caffellatte in cucina...

    E la stanza coi poster sul muro ed i dischi graffiati
    persi in mezzo ai tuoi libri e a regali che neanche ricordi,
    sembra quasi il racconto di tanti momenti passati
    come il piano studiato e lasciato anni fa su due accordi...

    E tuo padre ti sembra annoiato e ogni volta si fa più distratto,
    non inventa più giochi e con te sta perdendo il contatto...
    E tua madre lontana e presente sui tuoi sogni ha da fare e da dire,
    ma può darsi non riesca a sapere che sogni gestire...
    che sogni gestire...

    Poi un giorno in un libro o in un bar si farà tutto chiaro,
    capirai che altra gente si è fatta le stesse domande,
    che non c'è solo il dolce ad attenderti, ma molto d'amaro
    e non è senza un prezzo salato diventare grande...

    I tuoi dischi, i tuoi poster saranno per sempre scordati,
    lascerai sorridendo svanire i tuoi miti felici
    come oggetti di bimba, lontani ed impolverati,
    troverai nuove strade, altri scopi ed avrai nuovi amici...

    Sentirai che tuo padre ti è uguale, lo vedrai un po' folle, un po' saggio
    nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio,
    la paura e il coraggio di vivere come un peso che ognuno ha portato,
    la paura e il coraggio di dire: "io ho sempre tentato,
    io ho sempre tentato..."

    per ch@rlot e uber.....
    _____________________________
    Il jazz s'è suicidato.Fate che la poesia non faccia la stessa fine. JACK KEROUAC
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    John.Keating
    Post: 99
    art friend
    imbrattatele
    00 18/04/2006 22:41
    Ma a Guccini lo conoscete? [SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27833] [SM=x629132] [SM=x629132] [SM=x629131] [SM=x629131] [SM=x629131]
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    Il jazz s'è suicidato.Fate che la poesia non faccia la stessa fine. JACK KEROUAC
  • Keko01
    00 18/04/2006 23:04
    Hai messo un finale nel tuo post......
    ....per ch@rlot e uber.....


    Quindi????? [SM=g27825]




    Keko [SM=g27833]
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    John.Keating
    Post: 100
    art friend
    imbrattatele
    00 19/04/2006 11:56
    a bhe!

    allora:


    vi do il permesso di non sentirvi esculsi dal topic


    non ringraziatemi.....



    è dovere


    [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
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    Il jazz s'è suicidato.Fate che la poesia non faccia la stessa fine. JACK KEROUAC
  • Keko01
    00 19/04/2006 12:52
    Re:

    Scritto da: John.Keating 19/04/2006 11.56
    a bhe!

    allora:


    vi do il permesso di non sentirvi esculsi dal topic


    non ringraziatemi.....



    è dovere


    [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]







    Troppo buono Lord Jhoohn....... [SM=x629145]
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    John.Keating
    Post: 104
    art friend
    imbrattatele
    00 20/04/2006 17:47

    LA LOCOMOTIVA

    Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
    con che voce parlasse, con quale voce poi cantava,
    quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli,
    ma nella fantasia ho l'immagine sua:
    gli eroi son tutti giovani e belli,
    gli eroi son tutti giovani e belli,
    gli eroi son tutti giovani e belli...

    Conosco invece l'epoca dei fatti, qual' era il suo mestiere:
    i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere,
    i tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti
    sembrava il treno anch' esso un mito di progresso
    lanciato sopra i continenti,
    lanciato sopra i continenti,
    lanciato sopra i continenti...

    E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano
    che l'uomo dominava con il pensiero e con la mano:
    ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite,
    sembrava avesse dentro un potere tremendo,
    la stessa forza della dinamite,
    la stessa forza della dinamite,
    la stessa forza della dinamite..

    Ma un' altra grande forza spiegava allora le sue ali,
    parole che dicevano "gli uomini son tutti uguali"
    e contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
    la bomba proletaria e illuminava l' aria
    la fiaccola dell' anarchia,
    la fiaccola dell' anarchia,
    la fiaccola dell' anarchia...

    Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione,
    un treno di lusso, lontana destinazione:
    vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori,
    pensava al magro giorno della sua gente attorno,
    pensava un treno pieno di signori,
    pensava un treno pieno di signori,
    pensava un treno pieno di signori...

    Non so che cosa accadde, perchè prese la decisione,
    forse una rabbia antica, generazioni senza nome
    che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore:
    dimenticò pietà, scordò la sua bontà,
    la bomba sua la macchina a vapore,
    la bomba sua la macchina a vapore,
    la bomba sua la macchina a vapore...

    E sul binario stava la locomotiva,
    la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva,
    sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
    mordesse la rotaia con muscoli d' acciaio,
    con forza cieca di baleno,
    con forza cieca di baleno,
    con forza cieca di baleno...

    E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo
    pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto.
    Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura
    e prima di pensare a quel che stava a fare,
    il mostro divorava la pianura,
    il mostro divorava la pianura,
    il mostro divorava la pianura...

    Correva l' altro treno ignaro e quasi senza fretta,
    nessuno immaginava di andare verso la vendetta,
    ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno:
    "notizia di emergenza, agite con urgenza,
    un pazzo si è lanciato contro al treno,
    un pazzo si è lanciato contro al treno,
    un pazzo si è lanciato contro al treno..."

    Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
    e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
    e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria:
    "Fratello, non temere, che corro al mio dovere!
    Trionfi la giustizia proletaria!
    Trionfi la giustizia proletaria!
    Trionfi la giustizia proletaria!"

    E intanto corre corre corre sempre più forte
    e corre corre corre corre verso la morte
    e niente ormai può trattenere l' immensa forza distruttrice,
    aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
    della grande consolatrice,
    della grande consolatrice,
    della grande consolatrice...

    La storia ci racconta come finì la corsa
    la macchina deviata lungo una linea morta...
    con l' ultimo suo grido d' animale la macchina eruttò lapilli e lava,
    esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo:
    lo raccolsero che ancora respirava,
    lo raccolsero che ancora respirava,
    lo raccolsero che ancora respirava...

    Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
    mentre fa correr via la macchina a vapore
    e che ci giunga un giorno ancora la notizia
    di una locomotiva, come una cosa viva,
    lanciata a bomba contro l' ingiustizia,
    lanciata a bomba contro l' ingiustizia,
    lanciata a bomba contro l' ingiustizia!
    _____________________________
    Il jazz s'è suicidato.Fate che la poesia non faccia la stessa fine. JACK KEROUAC