Qualcuno,ha ipotizzato che Colombo, in realtà fosse...ebreo.
Ho trovato, per il web, questo articolo.
La patria di Cristoforo Colombo
Approfittando dell’assenza di un certificato di nascita e della non rarità, in tutto il Mediterraneo, del cognome nelle diverse varianti linguistiche, la fantasia degli autori si è scatenata nell’attribuire a Cristoforo Colombo i luoghi di nascita più diversi: lo si è voluto francese, corso, catalano, galiziano, portoghese, greco, inglese, tedesco...
Ma l’alternativa più insistente, e nuovamente ripresentata anche in occasione del quinto centenario della scoperta dell’America, è la sua origine ebraica; essa merita di essere brevemente esaminata perché, anche nella versione che lo vorrebbe di famiglia ebraica convertita, un converso, questa tesi lo riporterebbe, in parte, a una tradizione culturale diversa da quella da noi indicata come decisiva per la comprensione della sua figura.
Già formulata, agli inizi del nostro secolo, da Henry Vignaud — in un’opera peraltro tesa alla demolizione della grandezza di Cristoforo Colombo (10) —, è stata ripresa nel 1939 da uno scrittore particolarmente sottile ed elegante, Salvador de Madariaga, all’interno di una concezione mirante a esaltare il ruolo dei conversos nella Spagna del tempo, decisivi nella guida del regno, dell’Inquisizione e dell’economia (11). Dunque, Cristoforo Colombo sarebbe stato un ebreo catalano convertito, appartenente a una famiglia fuggita in Liguria, dopo i moti antiebraici avvenuti in Catalogna alla fine del secolo XIV.
Gli argomenti di Salvador de Madariaga sono di singolare debolezza e soltanto l’accumulo delle ipotesi e l’ingegnosità dello stile possono disorientare e stordire un lettore troppo passivo. Basti dire che i motivi principali sono i seguenti:
— un’interpretazione ebraica del criptogramma con cui Cristoforo Colombo firmava le sue lettere;
— il fatto che la madre si chiamasse Susanna, personaggio dell’Antico Testamento;
— il mestiere di tessitore del padre, Domenico, considerato "mestiere di elezione degli ebrei".
Ma del criptogramma lo stesso Ammiraglio ci invita a una lettura cristiana e strettamente collegata alla sua convinzione di avere avuto una precisa missione da Dio. Quanto ai nomi, dopo aver osservato che, pur raro, quello di Susanna era presente in tutte le principali casate nobili genovesi, Jacques Heers fa notare che Domenico Colombo dette a tutti i suoi figli nomi "perfettamente e inequivocabilmente cristiani: Cristoforo, Bartolomeo, Giacomo e Giovanni Pellegrino" (12).
Quanto all’argomentazione relativa al mestiere del padre, citiamo ancora Jacques Heers: "L’affermazione lascia alquanto sbalorditi se si pensa alle migliaia e migliaia di telai che a quel tempo tessevano la lana nelle città e nelle campagne d’Italia"; a Genova, poi, non vi è nessuna traccia di una presenza ebraica in questo settore, anzi, a differenza di altre città, come Venezia, la presenza ebraica in generale era, attorno al 1450, praticamente inesistente (13).
Ancor meno serio — per riprendere il severo ma giusto giudizio di Bartolomé e di Lucile Bennassar (14) — è pretendere, come fa Simon Wiesenthal, che Cristoforo Colombo cercasse nelle Indie una patria per stabilirvi gli ebrei iberici minacciati di espulsione (15): basti osservare che il progetto del navigatore genovese era stato formulato compiutamente almeno un decennio prima, mentre il provvedimento dei Re Cattolici fu una decisione quasi improvvisa.
In realtà, oggi non si può seriamente dubitare che Cristoforo Colombo fosse genovese, di famiglia originaria della montagna ligure. Sappiamo che suo padre, di nome Domenico, esercitava il mestiere di tessitore e, legato al clan familiare dei Fregoso, fu guardiano della porta dell’Olivella. Conosciamo anche il nonno, Giovanni, anch’egli tessitore. La ricerca d’archivio ha aggiunto vari documenti alla generale attestazione dei suoi contemporanei che lo indicano come genovese.
E poiché allora i genovesi erano quelli che si muovevano su più ampi spazi marittimi, assicurando i trasporti per mare dal Mar Nero alle Fiandre e all’Inghilterra, si possono ben comprendere le sue esperienze giovanili a Chio, il lungo soggiorno in Portogallo, con le prime esperienze oceaniche e il concepimento del suo progetto, perfino certi aspetti del suo soggiorno in Andalusia, ove la presenza di uomini d’affari genovesi e fiorentini era, come in Portogallo, notevole.
Interessante, non trovate?
Thanks, zio..per il post.