00 15/07/2006 16:41
Il Castello
Il castello di Bari era al tempo stesso il castello e la città.

Bari era un castello perché nel Medioevo solo le mura conferivano la dignità di città a quello che altrimenti sarebbe stato un villaggio, un casale, un semplice insieme di abitazioni. E il castello, simbolo oscuro di un potere arroccato e avulso dalla vita quotidiana, non fu mai il castello dei baresi che da esso – più che difesi – si sentivano minacciati.

Da quasi mille anni Bari vive all’ombra del suo massiccio castello tra la terra ed il mare, chiuso da svettanti ed inaccessibili torrioni quadrangolari. Il segno forte del potere, non potendo dominare dall’alto di una collina, si collocò al margine estremo della città antica, per difenderla, ma soprattutto per controllarla. Il suo nucleo originario, infatti, risale all’epoca normanno-sveva, ed è da identificare con l’attuale cinta quadrangolare interna munita di torri angolari ed intermedie. Questa fu l’idea dei Normanni, ai quali la ribelle Bari diede non poco filo da torcere.


Nel corso della distruzione della città, avvenuta nel 1156 ad opera di Guglielmo il Malo, anche il castello subì notevoli danni; intorno al 1233 Federico II lo restaurò, valorizzandone l’aspetto residenziale e rappresentativo e conferendogli requisiti più prossimi ad una residenza. Sull’archivolto del portale fece scolpire l’aquila imperiale che stringe trionfante la preda tra gli artigli; nell’androne e nel cortile innalzò un portico e realizzò capitelli a fogliami firmati da maestri locali quali Minerrus de Canusia, Melis de Stelliano e Ismahel; nelle torri troppo severe aggiunse qua e là oculi e finestre, quasi a tentare un dialogo con la città che – al di là del fossato – del castello avvertiva soltanto la presenza opprimente e minacciosa.


A mitigare l’asprezza di questi luoghi non bastò evidentemente neanche il leggendario passaggio di san Francesco d’Assisi, che qui – secondo la tradizione – avrebbe respinto con fermezza le maliziose proposte carnali di una fanciulla attraverso la quale Federico II avrebbe voluto mettere alla prova la sua santità.

(Stefania Mola)


All'interno, si accede dal lato Sud, varcando il ponte sul fossato.

Sul lato ovest un portale gotico immette in un atrio su colonne con volte a crociera, dal quale si passa nel cortile interno, quadrilatero, rinascimentale, assai rimaneggiato.
Qui, sulla sinistra, è sistemata la gipsoteca, la quale raccoglie numerosi calchi che ritraggono le più interessanti sculture architettoniche e decorative dei monumenti romanici di Puglia.

Al piano superiore, nel lato meridionale del castello, si trovano vari ambienti.


Archivolto del portale, al centro campeggia l’aquila imperiale che stringe trionfante una preda tra gli artigli.







[SM=g27822]