Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.

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Storie e testimonianze

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  • sole281
    00 29/09/2006 07:19
    Durante una seduta di Arteterapia

    "La piccola storia che vi scrivo è davvero accaduta alcune settimane fa ed è indicativa di quanto possa essere efficace una seduta di arteterapia per fare emergere disagi, talvolta, anche gravi.

    Premetto che a seguito di quanto leggerete è in corso un’indagine per presunti maltrattamenti e violenza psicologica a danno di bambini e bambine. Dico presunta anche se ho fornito alle autorità competenti documenti molto significativi al riguardo. E’ mio dovere, comunque, nel rispetto delle indagini in corso da parte della magistratura, non fornire alcun dettaglio che possa essere di aiuto per collocare personaggi e fatti in un luogo specifico.
    L’azione si svolge in una scuola elementare, in uno spazio attrezzato per l’artetrapia e la musicoterapia. Un gruppo di bambini e bambine sistemano i loro materassini illuminati da una bellissima luce azzurra. I primi suoni proposti sono quelli della pioggia, del temporale. La traccia del lavoro che svolgeremo consiste nel comunicare le emozioni che questi suoni ci fanno sperimentare. Dopo alcuni minuti, una bambina si raggomitola portando la testa sotto le braccia....delicatamente mi avvicino a lei e noto che lacrime le solcano il viso. Attendo ancora qualche istante, poi, sussurrando le chiedo se sta bene....se vuole parlare con me....lei, con un filo di voce mi dice che non vuole stare più in quella scuola....dunque io la invito a separarsi dal gruppo. Giulia (nome convenzionale) mi segue verso il fondo dell’aula. Seduti a terra iniziamo a parlare.
    - Giulia, ti spaventa il temporale?
    - No, però vorrei tornare a casa e non stare più in questa scuola.
    - Perchè, non stai bene qui?
    - No, qui ci picchiano....non solo a me....

    Da quel momento inizia una specie di racconto dell’orrore. Alla voce di Giulia si unisce quella di altre bambine. Per quel giorno sospendiamo con il proposito di tornare sull’argomento servendoci di altre tecniche arteterapeutiche, anche per verificare il più possibile l’attendibilità dei fatti.

    Durante l’incontro successivo, allo stesso gruppo di bambine viene proposto di rappresentare con dei disegni una loro emozione bella o brutta. Diffondiamo musiche attentamente valutate e scelte.
    Una copiosa produzione di disegni conferma ed amplia moltissimo quanto temuto.
    Un voluminoso fascicolo di documenti, da lì a qualche giorno sarà consegnato alla magistratura attraverso gli uffici di polizia competenti per presunte violenze a danno di minori.

    Perché vi ho raccontato questa storia, nella realtà solo agli inizi e di cui, probabilmente, seguiremo lo svolgersi su qualche quotidiano nei prossimi tempi? Perché è significativo il fatto che, durante le ordinarie ore di lezione, fatti di questo genere difficilmente possono venire a galla in quanto è proprio l'armosfera emozionale specifica di interventi arteterapeutici che agevola questo tipo di "sblocchi" oltre qualsiasi timore, anche di possibili ritorsioni da parte di quel mondo adulto incurante delle sensibilità e dei diritti dei bambini e delle bambine. Le loro paure, però, si sono, per così dire, scatenate al suono di un temporale...il temporale ha creato una speciale suggestione fantasmatica che ha sicuramente acceso e, forse anche accentuato, ricordi, emozioni, sensazioni....poi il lavoro dell’operatore musicoterapeuta si è inserita con il mezzo vocale per “rassicurare” ed “invogliare” al racconto. La trasposizione in colori e narrazioni ha, in un modo, dato compimento al percorso che, data la presunta gravità dei fatti, ha oltrepassato i limiti e le soglie dell’istituzione scolastica.

    Episodi di tal genere sono così tanto numerosi da riuscire davvero difficile a contarli. L’arteterapia, la musicoterapia, le tecniche dei linguaggi non verbali, possono essere di grande aiuto per portarli alla luce...dal buio di timori e paure infantili....e come un solerte e, da me stimatissimo funzionario di polizia mi diceva qualche giorno fa, un insegnate, un operatore culturale, nel momento in cui sta svolgendo le sue mansioni è anche un pubblico ufficiale e certi fatti tanto disgustosi e raccapriccianti non vanno nascosti o, peggio, dimenticati. Quando e se questa storia avrà termine, chiederò alle autorità competenti la restituzione di quei toccanti disegni per mostrarveli e commentarli. Il mio, in qualità di operatore culturale e, da sempre, difensore dei diritti dei bambini e delle bambine al fianco dell’UNICEF è anche un invito a non tacere mai, assolutamente mai, quando si è a conoscenza di episodi di violenza....anche e soprattutto se questi avvengono in famiglia."
  • sole281
    00 03/10/2006 08:05
    Quale musicoterapia in casa di riposo?
    - Oggi Francesca nel suo vagare si è soffermata ad ascoltare la musica...... ho cercato di leggere la sua postura e i suoi movimenti nella mia improvvisazione ......... ha alzato gli occhi e mi ha sorriso........ è la prima volta che accade tutto ciò da quando è ospite della struttura, al suo ingresso era molto sospettosa e diffidente. Ho colto il suo sorriso e ho battuto il tempo con la mia mano sulla sua spalla....... non si è allontanata da me. Si è seduta con gli altri e mi ha ascoltato mentre suonavo. - E’ da circa otto anni che lavoro alla “Rossi Sidoli” di Compiano (Parma) e Francesca è una delle tante persone che ho conosciuto. Malata d’Alzheimer difficilmente si avvicina alle persone, passa quasi tutta la sua giornata in piedi vagando senza meta fra corridoi e camere.

    - Mi avvicino ad un anziano che accompagna le canzoni battendo ripetutamente sul tamburello due colpi veloci con la mano destra ed un colpo lungo con la sinistra. Bruno mi dice: "Sai io facevo l'artigiano e spesso preparavo i ferri dei cavalli per i carrettieri… questo era il movimento che avevo al lavoro due colpi corti sul ferro e uno lungo più forte .....certi ritmi non si dimenticano se si ripetono tutti i giorni .." - Bruno è una vecchia conoscenza, quando ero piccolino lo incontravo nei giorni di mercato in paese. Ci si salutava, penso fosse un amico di mio nonno. Ora è in casa di riposo non ha figli, solo qualche parente in Francia. Nella sua vita si è adattato a fare di tutto. Per un breve periodo è stato contadino con i suoi genitori, poi è partito emigrante in Francia dove ha fatto i lavori più umili. Poi la guerra ed il ritorno a casa per ricostruirsi un lavoro: il fabbro.

    - Adriana: "Quando ero giovane avrei voluto sposare un fisarmonicista......lei vuole sposarmi?" -
    Adriana invece non la conosco affatto è entrata oggi in struttura e già mi ha chiesto di sposarla…
    Paolo (il direttore) l’ha accompagnata da me, … di solito l’attività di musicoterapia è una delle prime ad essere frequentata. Devo comunque chiedere sue notizie ai famigliari per avere un quadro più preciso della persona. Mi pare una signora distinta, mi hanno detto che non è dei nostri posti, forse viene dalla città?

    - Carla: "Da giovane mi ero innamorata di un alpino..... lui però è partito per il fronte e prima di lasciarmi sola mi ha detto, trovati un marito perchè io non tornerò più ... da quel momento non l'ho mai più rivisto ......... mi cantava sempre questa canzone che ora mi canta lei ..” -
    Carla è una signora che ho conosciuto otto anni fa al mio inizio lavoro qui alla “Rossi Sidoli”. Penso che sia ospite della struttura da circa 17 anni. E’ stata sposata ma è ancora perdutamente innamorata di quel bel giovane che non ha mai più rivisto. Il suo era stato un matrimonio combinato, aveva sposato un cugino di primo grado, un matrimonio di interesse come lo definisce lei. Alla morte del marito ha preferito prendersi una cameretta in Casa di riposo, non se la sentiva di continuare la vita in solitudine. Ama ascoltare le canzoni e collegare i testi ad avvenimenti vissuti. La sua salute peggiora di giorno in giorno e ricorda sempre meno quello che … vorrebbe ricordare.

    - Giovanni: " Mi è piacuto quel che ha suonato oggi..... (mi dice con voce aspra) si è ripetuto qualche volta però.........anche se sono sordo ho sentito che ha suonato due volte "Sul cappello".-
    Giovanni è un malato di Parkinson. Dalla sua sedia a rotelle guarda attento tutto ciò che gli è intorno. Ama comandare ed imporsi, non può muoversi senza l’aiuto degli altri, è costantemente isolato dal gruppo. Con lui ho frequentemente lavorato in equipe con la fisioterapista.

    - Domenica: “Guarda la Monica non parla mai ma la musica la capisce ..... guarda come và a tempo....” - Domenica e Monica sono due inseparabili amiche sempre mano nella mano. Soggiornano nella stessa camera, si sono conosciute in casa di riposo, Monica non parla più da tempo anche se ha la capacità di pronunciare le parole. Saltuariamente canta e ama suonare i tamburelli.

    - Brutte notizie........ in questo periodo l'influenza ha colpito molti anziani e alcuni di loro non sono riusciti a superare questo momento di difficoltà. E' sempre difficile adattarsi alle cattive notizie. La musica continua fra il ricordo di chi ha contribuito a scrivere le note di questo spartito di vita in struttura. - La “Rossi Sidoli” accoglie 78 ospiti. Nel mesi invernali, molti anziani sono nelle loro camere. Sempre più frequentemente mi è capitato di accompagnare con la musica la vita fino alla morte.

    - Genoveffa: "E’ arrivato Bandiera Rossa!!!" Ida: "Tu sei un re................” -
    Ed infine ecco il sottoscritto, qualcuno mi chiama Bandiera Rossa (in riferimento alla famosa canzone), altri semplicemente Roberto, altri mi descrivono nella loro demenza come un Re. Quasi tutti sanno che il mio incarico è quello di fare Musicoterapia. Nessun anziano mi ha mai chiesto però il significato di questa parola……
    Quale musicoterapia?
    Ho deciso di iniziare questa relazione facendo parlare gli stessi anziani. Frequentemente annoto le loro affermazioni (più o meno esplicite) nelle mie schede di verifica. Cerco di ricondurre il tutto ad un contesto più ampio e completo: quello della pratica musicale in chiave terapeutica. E’ un tipo di intervento che si è strutturato nel tempo cresciuto con la volontà di collaborare con gli operatori della casa di riposo e con i famigliari degli ospiti. Tenuto conto delle differenti caratteristiche patologiche e psicologiche in cui si vengono a trovare gli anziani in struttura, un piano di lavoro che intende utilizzare le potenzialità della musica per migliorare la qualità di vita nella terza età deve perseguire nel particolare i seguenti obiettivi:
    1. Incentivare la condivisione di interessi comuni per facilitare i rapporti sociali.
    2. Essere promotrice di attività che implicano esercizio fisico e mentale.
    3. Promuovere nuovo apprendimento.
    4. Rivalutare il soggetto come fonte sonora creativa dalla quale attingere idee e insegnamenti.
    5. Essere sollievo nella sofferenza..
    Un approccio terapeutico deve comunque considerare prioritario il rispetto della persona. Sono da evitare atteggiamenti invasivi ed un’ottica votata al personalismo, all’imposizione; è basilare la lettura dei bisogni dell’anziano. I progetti di attività sono sempre stati redatti in equipe di struttura. Ho collaborato in sinergia con l’animatore e con la fisioterapista. I luoghi degli incontri si sono diversificati nel tempo, diverso il setting e lo strumentario. In questi anni ho utilizzato molto le canzoni. Canzoni pensate come forma, come oggetto modificabile e direzionabile al contesto. La forma canzone è oggetto sonoro-testuale che se opportunamente plasmato diviene fulcro e mezzo intermediario della comunicazione. La comunicazione non è semplice riproposizione di una letteratura musicale, è invece condivisione che partendo da una base conoscitiva comune (la forma e il suo linguaggio) ne diviene una rielaborazione creativa. In questo contesto possono essere prese in considerazione le canzoni del passato apprese nel tempo, la composizione o la riedizione di materiale nuovo che tocca il vissuto della persona nel presente o che affronta o descrive una situazione futura. Variabili di questo processo possono essere la forma, lo strumentario, gli abbinamenti, la struttura musicale, le sequenze, le omissioni, le interpolazioni dei vari parametri musicali o testuali. Strumento principe è stata la fisarmonica che mi ha permesso per le sue caratteristiche antropologiche, organologiche, culturali, di supportare validamente la mia azione. Non solo le canzoni sono state il materiale utilizzato. Molti sono stati i momenti dedicati all’improvvisazione (gruppo e singoli) e all’ascolto. Ho cercato di seguire la vita dell’anziano in casa di riposo dalla sala da pranzo, al salone, alla camera, ai corridoi. In questi anni è nata la collaborazione con il Progetto Anziani musicoterapia del quale sono socio fondatore. E’ un progetto dedito al confronto delle esperienze di musicoterapia con anziani presenti sul territorio nazionale. Questo confronto ha prodotto la pubblicazione del libro “Musicoterapia con il malato di Alzheimer” prodotto in collaborazione con l’associazione “Alzheimer Italia”. La casa di riposo “Rossi Sidoli” nel Giugno 2002 ha promosso il convegno “La musica della vita”. Il confronto la riflessione sulla musicoterapia con anziani ha evocato l’urgenza di una più attenta analisi dell’attività in materia. Quali i benefici ? Come valutare l’attività? Come rilevare i dati da analizzare?. In sinergia con altre strutture presenti al convegno è stata istituita una equipe di verifica che ha deciso il protocollo in itinere con schede già in uso in ambito medico e con l’integrazione di schede da me appositamente elaborate per la rilevazione dei dati musicali.

    Roberto Bellavigna _casa di Riposo "Rossi Sidoli" Compiano Parma